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LIMBO: Fonte: Sì sì no no, 15 Marzo 2006 |
Senza nota di eresia non si può negare che i bambini privi di Battesimo, che non può essere supplito in nessun modo, e che quindi passano col peccato originale all'altra vita, siano nell’impossibilità di raggiungere la salvezza eterna. Questa dottrina viene ritenuta dura e crudele dai Sociniani e dai razionalisti... A. Knoll |
Detto diversamente: è eresia dire che i bambini morti privi di Battesimo possono raggiungere la salvezza eterna. |
Prendendo lo spunto da un'intervista a Bruno Forte, Hirpinus chiarisce e dimostra che quella del Limbo è una verità di Fede che trova il suo fondamento nella Scrittura e nella Tradizione apostolica. Tale verità quindi non può essere abolita da chicchessia, ovviamente, neppure dal Papa, il quale, invece, ha il dovere di difenderla e conservarla. Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi |
Un'intervista di Bruno Forte Un Sacerdote, nostro associato, ci scrive: "L'ultima bella: si sta parlando dell'abolizione del Limbo. Tanti Santi Padri ne hanno parlato; atti del Magistero ne fanno espressa menzione; noi con la Chiesa lo abbiamo creduto ed ora la "Chiesa" stessa viene a dirci che non è vero: in altre parole, che ci ha ingannati! Di quante cose potremmo dire lo stesso! Ma basti così".
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(A) Vedremo più avanti come era stata già definita una simile "opinione teologica".
(B) Ribadiamo che il Catechismo della Chiesa Cattolica, detto così in modo del tutto improprio, non è altro che il Concilio Vaticano II presentato in foma di catechismo. (C) Dimostrando così tanta presunzione: a meno che non conosca già in anticipo la conclusione. |
L' «idea del Limbo» non è nata dalla polemica antipelagiana, ma da una verità formalmente rivelata da Dio Seguiamo ora la via per la quale Bruno Forte si sforza di "rivedere gli insegnamenti costanti del magistero e di reinterpretare la rivelazione scritturale iniziale"(1).
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(D) Annotiamo comunque che Pelagio nasce nel 354 e muore nel 427 circa, al tempo di San Girolamo e di Sant'Agostino... |
Il «disturbo» provocato dall' eresia pelagiana Molto prima della polemica antipelagiana i Padri greci, si erano interrogati sulla sorte nell'aldilà dei bambini esclusi dalla visione beatifica perché morti senza Battesimo e quindi con il solo peccato originale. Essi erano giunti concordemente alla conclusione che questi bambini non avevano da soffrire pene afflittive. Erano gli esordi della dottrina cattolica sul Limbo. Perché se il termine "Limbo", per designare il luogo riservato ai bambini non battezzati, è piuttosto tardivo (XIII secolo), non altrettanto tardiva è "l'idea del Limbo" come sorte o stato particolare riservato a questi medesimi bambini nell'aldilà. E questa "idea" non nasce, come vuole Bruno Forte, dalla polemica contro i pelagiani, ma nasce molto prima, già con i Padri greci (E), per esplicitazione graduale e coerente del contenuto latente nella verità di fede affermata da Nostro Signore Gesù Cristo in Gv. 3, 5.
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(E) Quindi, chi vuole ridurre questa verità di fede ad un'opinione cestinabile, dovrà fare i conti con i Greci, rispettosi dei loro Padri che ora i novatori della Commissione vorrebbero irridere, nonostante blaterino continuamente di ecumenismo. |
Dal Limbo come "stato" al Limbo come "luogo" La speculazione teologica successiva superò la deviazione e l’indurimento occasionale di Sant' Agostino approfondendo la distinzione tra peccato originale, che è ereditato, e peccato attuale, che è personalmente commesso. Per questa via si ritornerà alla posizione più mite dei Padri greci e dello stesso Sant'Agostino prima che scoppiasse la polemica antipelagiana: i bambini, morti senza Battesimo, prima di aver raggiunto l'età della ragione, sono esclusi dalla visione beatifica a motivo del peccato originale, ma è incompatibile con la giustizia divina che chi è colpevole solo di una colpa ereditata sia punito come chi è colpevole di colpe personali.
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Prima conclusione A questo punto siamo già in grado di giudicare l’affermazione di Bruno Forte che “l’idea del Limbo [...] era [?] nient'altro [sic] che un' opinione teologica", e, come tale, “non vincolava in alcun modo [sic] la fede". Siamo in grado di giudicare anche l’altra sua affermazione: «è da molto tempo che una migliore chiarificazione dei termini in questione e il conseguente [?] abbandono [sic] dell'idea di "Limbo" erano apparsi ai teologi più avveduti come la prospettiva su cui lavorare». Questo, infatti, potrebbe ammettersi solo se ai teologi fosse lecito di essere "più avveduti” del Vangelo, della Tradizione e del Magistero, perché il "Limbo" non è una questione di "termini” da chiarire, ma è una "dottrina cattolica certa”o "conclusione teologica", cioè una verità gradualmente, ma coerentemente dedotta da due premesse, di cui una formalmente rivelata da Dio (l'assoluta necessità del Battesimo) e l'altra conosciuta per via di ragione (la giustizia di Dio).
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La "nuova dottrina" Bruno Forte, però, non si ferma qui. Come abbiamo già accennato, egli passa ad illustrare la "nuova dottrina" che dovrebbe soppiantare nella fede del popolo cristiano la dottrina tradizionale del Limbo ("nuova dottrina" che, intanto, è già stata surrettiziamente introdotta sia nella liturgia "riformata" sia nel nuovo "Catechismo della Chiesa cattolica").
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(F) Ma non porta uno straccio di documento, perché non gli si possa dare del volgare bugiardo! (G) La contraddizione in termini è evidente: non si capisce come il desiderio possa essere inconsapevole... |
Una distinzione cancellata Ma come può -domandiamo- la "nuova teoria" iscriversi nella “grande tradizione cristiana" del "Battesimo di desiderio", dato che la Chiesa ha sempre parlato di desiderio personale (e non di desiderio altrui) e i bambini, morti senza Battesimo prima di aver raggiunto l'età della ragione, sono affatto incapaci di un siffatto desiderio? Affermare il contrario, che il bambino sia capace di un atto di desiderio personale prima del risveglio della ragione, significa contraddire l'esperienza universale e l'evidenza più comune e, anzitutto, significa contraddire, oltre la prassi costante della Chiesa, una lunga, ininterrotta, serie di documenti del Magistero, che puntualmente distinguono il caso degli adulti da quello dei bambini. Infatti, mentre la Chiesa non tardò ad affermare che per gli adulti il Battesimo d'acqua può essere supplito dal Battesimo di desiderio, per i bambini, privi ancora dell'uso di ragione, non ha mai trovato un equivalente al Battesimo di acqua ed ha costantemente insegnato che, nella normale economia di salvezza, non vi è per loro nessun altro mezzo (4) e perciò incessantemente ha chiesto di battezzarli al più presto.
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(H) Ecco una condanna espressa chiaramente in anteprima: certe "opinioni teologiche", siano esse di Ratzinger o dell'intera Commissione, sono prive di solido fondamento, anzi sono vane e prive di fondamento! |
Seconda conclusione Bruno Forte, nonostante ciò, ci viene a dire che la "nuova teoria", secondo la quale i bambini possono salvarsi per "desiderio" non proprio, ma altrui (della Chiesa e particolarmente dei genitori), si iscrive nella "grande tradizione della Chiesa”, la tradizione del "Battesimo di desiderio" C'è da domandarsi se, oltre i libri della "nuova teologia", egli si sia mai dato cura di leggere gli atti che documentano questa tradizione. Hirpinus |
(I) Questo sarà oggetto di una nostra prossima pubblicazione.
Riferimenti: |