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la «nuova teologia» contro il Limbo Fonte: Sì sì no no, 15 Gennaio 1996 |
Rispondendo a due lettere, Sì sì no no, con firma di Gregorius, chiarisce dettagliatamente la bimillenaria dottrina sul Limbo: è una verità di Fede che non contrasta affatto con l'infinita misercordia di Dio. Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi |
[Due lettere] Un lettore sacerdote ci scrive: Cordialmente
Lettera firmata»
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RISPONDIAMO PUNTO PER PUNTO |
Una «dottrina comune della Chiesa» [1L.] «Permettetemi —scrive il nostro lettore sacerdote— di essere meno categorico sul Limbo e sulla sorte dei bambini morti senza battesimo».
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Un errore [2L.] «II Limbo dei bambini è una conclusione teologica che non è di fede divina, ma soltanto di fede ecclesiastica secondo la classificazione insegnatami a suo tempo in Seminario».
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Sententia ad fidem pertinens [3L.] «In altri termini, il Limbo non fa parte della Rivelazione contenuta nell'Evangelo».
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Un'opinione «singolarissima» [4L.] «IlLimbo o meglio le frange del regno di Dio esistono quaggiù per la Chiesa prima che l'evangelizzazione non abbia realizzato il "plenum" dei suoi fedeli».
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Una domanda irriguardosa per il Magistero e la teologia cattolica [5L.] «Conservo il ricordo della morte in parto di una mamma [...]. Pensateche il buon Dio possa aprire il cielo alla madre [...] e chiudere la porta alla suabambina, inviandola altrove? [...]».
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Una dottrina consolante Di fatto la riflessione teologica sul Limbo, se ben conosciuta (il che non è, come appare dalle lettere ricevute) offre non pochi motivi di consolazione ai genitori cristiani afflitti.
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Per i meriti di Cristo e non dei Santi [6L.] «Mi sembra che la soluzione del Limbo non tenga abbastanza conto del dogma della comunione dei Santi che è nel Credo. [...] I meriti dei Santi non possono prioritariamente essere attribuiti ai membri della loro famiglia naturale e a coloro che essi hanno amato sulla terra?».
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Il giudizio universale Crediamo con ciò di aver risposto anche alla seconda lettera. Ci resta da rispondere solo alla domanda [8L.] sul giudizio universale. La questione non è stata ignorata dalla teologia cattolica.
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Una facile confusione La Chiesa giustamente nel suo insegnamento insiste sul dovere di battezzare i bambini al più presto (D.B. 712). Il Limbo, infatti, anche se non è un luogo di sofferenza, ma di pregevole godimento, non è però il Paradiso, al quale Dio chiama tutti gli uomini, e neppure è un paradiso naturale, perché le anime vi subiscono, sia pure senza soffrirne, un danno reale, il danno provocato dal peccato originale: la privazione della visione diretta di Dio. Questa giusta insistenza della Chiesa non deve però indurre ad equiparare la dannazione delle anime del Limbo alla dannazione dei reprobi, perché questo sarebbe contrario al Magistero infallibile della Chiesa che ben le distingue, e neppure deve indurre a considerare il Limbo un luogo di afflizione, sia pure distinto dall'inferno, perché la Chiesa non insegna e non ha mai lasciato insegnare ciò e alla dottrina del Bellarmino, che voleva nelle anime dei bambini una lieve tristezza per la beatitudine perduta, ha chiaramente preferito la dottrina che abbiamo sopra esposta.
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Contro il Limbo la «nuova teologia» Se il Concilio Vaticano II non fosse stato fatto abortire in partenza dai neomodernisti, la consolante dottrina sullo stato delle anime nel Limbo sarebbe oggi realmente di fede ecclesiastica (quale erroneamente la suppone il nostro lettore) e perciò la sua certezza sarebbe «infallibile come nel caso dei dogmi veri e propri» (L. Ott. cit.). ***
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A conclusione, vogliamo aggiungere che noi comprendiamo perfettamente il dolore dei genitori cristiani che non hanno potuto battezzare i loro bambini e il desiderio che essi hanno di sapere qualcosa di più sulla sorte dei loro cari. Ma, come già detto in passato da queste pagine, non c'è bisogno di inventare favole né, ancor meno, di negare il Limbo per consolarli: l'approfondimento teologico sull'argomento offre abbondanti motivi di consolazione; si tratta solo di farli conoscere. Gregorius |
Riferimenti: |