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Abolizione del Limbo: frutto del caos postconciliare

di Mauro Sgarzi

         L’articolo di Raiola ha suscitato anche la reazione spontanea di un nostro caro lettore. La pubblichiamo, pure se presenta delle imprecisioni, a dimostrazione della grande confusione che sono stati capaci di suscitare i conciliari vaticanosecondisti e la loro Commissione modernista.

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazion

       Egregio dottor Raiola,
       ho letto con interesse il suo articolo.
      Mi permetto nella mia piccolezza di fedele di campagna (anche se sono un cittadino a tutti gli effetti) di fare qualche osservazione che trovo importante.

       1) Esistenza del Limbo
       Dante lo cita prima di entrare nel Purgatorio e vi mette anche il Saladino, se non vado errato.
       La credenza è dunque antichissima [1], e inoltre è stata continuamente tramandata nel magistero ordinario.
       [...] Come saprà, vi sono degli atti del magistero ordinario che ripetuti nel tempo costituiscono il depositum fidei.

       2) Utilità logica
       [...] Lo stesso catechismo di san Pio X parla di battezzare i bambini entro gli otto giorni successivi al parto. [...]
       Perchè tale preoccupazione per battezzare i bambini se non l’importanza per noi cattolici di cancellare con questo sacramento il peccato originale?
Alle mamme veniva insegnato anche a battezzare il bambino appena nato, se in pericolo di vita, potere questo che abbiamo tutti, perfino gli infedeli (leggere sempre san Pio X)


 

 

 

 


[1] La credenza dell’esistenza del limbo risale a molto prima di Dante, risale addirittura alla Tradizione apostolica, quindi è molto più antica.

       3) Bambini abortiti
       [...] Penso personalmente che, essendo loro morti per martirio di sangue [2], a seguito di una pratica introdotta e applicata in dispregio della vita così come concepita dal cristianesimo, appunto questo martirio lavi il peccato originale.
       Ma questa è l’opinione di un povero fedele di campagna, anche se di fronte alla confusione che aleggia nella mente dei prelati, i quali NON CREDONO PIU’ A CRISTO e lo dichiarano esplicitamente (potrei darle il numero di telefono di un maresciallo dell’arma dei carabinieri il quale si è trovato a discutere contro due preti atei!), ripeto di fronte a tale confusione non avrei nella mia ignoranza paura di sostenere la tesi.

       4) Caos mentale
       Questo è l’aspetto più importante della vicenda.
       Il tentativo di abolire il Limbo è l’ennesimo effetto del caos mentale che oramai aleggia a Roma, in questi prelati che si sentono al di sopra di Cristo, non credendo più nelle sue parole di amore e avendo accettato parole e ideologie materialistiche di destra e di sinistra.
       Essi dialogando con il serpente, come Eva, ne sono stati morsi e pensano e si atteggiano con spirito di Pitone (veggente citata negli Atti degli Apostoli).
       Così come l’altare è una mensa, così come tanti teologi hanno svuotato l’inferno (che invece è pieno -vedi santa Teresa d’Avila-), così oggi si vuole mettere a segno un ennesimo colpo: la cancellazione del Limbo con tutto quello che esso comporta.
       Come scrivevo sopra, vi sono atti ripetuti che costituiscono verità di fede. Ma seguendo la logica di questi ciarlatani teologici (le ricordo che il demonio si è vestito da teologo per buttare zizzania tra i fedeli [...] causando tutte le divisioni confessionali a cui abbiamo assistito e assistiamo continuamente), dovremmo anche introdurre il sacerdozio femminile (mi trovi una bolla pontificia che lo neghi, prima del C.V.II, naturalmente), potremmo dire che san Giuseppe era un trafficante di armi o di computer, la Madonna una rappresentante di cosmetici, Lazzaro il solito sfruttatore di manodopera, e chi più ne ha ne metta.
       Vi è anche una tradizione orale da difendere, altrimenti si cade nel protestantesimo più duro, cosa oramai avvenuta.

 

 

[2] Crediamo che sia veramente un po’ azzardato parlare di martirio: oggi abortire è diventato (purtroppo!) una moda seguita pure in assenza di alcun sentimento religioso. Ciò non toglie che possa verificarsi anche il caso prospettato dallo Sgarzi.

       Ci vorrebbe il buon Don Camillo: quattro bei sganassoni a questi signori o qualche legnata e, come dice Guareschi,  “... le rotelline tornano al loro posto....”.
       [...] “... i luterano-romani credono oggi, a qualcosa che è diversa dalle credenze di ieri e certamente diversa da quelle del domani...”.
       [...] Come direbbe il mio caro amico Prospero Lambertini, questi teologi smuovono certi argomenti non avendo altro da fare.

       Saluti carissimi.

Mauro Sgarzi

 
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