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Lettera indirizzata a Don Domenico, Parroco di S.Maria Assunta, in Roccasecca Scalo – FR- |
Il Card. Ruini dà la Comunione a un ben noto omosessuale, ma una specie di parroco la nega ad una vera, buona e devota Cattolica sol perché la richiede in ginocchio! |
Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature
e quanto scritto nello spazio giallo sono della Redazione |
Don Domenico, quale cattolica praticante, figlia di Santa Romana Chiesa, sento il dovere di ricordare a Lei, a tutti i cattolici nonché alle Autorità Religiose il grave stato in cui versano le Parrocchie, del quale l’episodio, che l’ha vista autore di un ingiustificabile gesto, è emblematico. Il suo scandaloso contegno, frutto di un retrivo autoritarismo, ha mostrato come oggi le disposizioni impartite dalla S.Sede vengano disinvoltamente disattese, in ossequio a personali criteri di valutazione di molti Parroci o Vescovi. Ho dovuto constatare che i dettati pastorali della S. Sede non vengono, purtroppo, applicati nella sua “Parrocchia”, come mostra il suo rifiuto di comunicarmi in ginocchio, in aperta opposizione a quanto previsto dal par. 91 del documento sull’Eucarestia “Redemptoris Sacramentum”, approvato da Sua Santità Giovanni Paolo II e stilato dal Card. Arinze, che testualmente recita: “…. Non è lecito, quindi, negare a un fedele la S.Comunione per la semplice ragione, ad esempio, che egli vuole ricevere l’Eucarestia in ginocchio oppure in piedi”. Ella, nel corso della S. Messa delle ore 18,30 del 03 agosto 2005, mi imponeva in modo perentorio di alzarmi, per ben due volte, astenendosi dal porgermi le Sacre Specie, per cui mi sono alzata e sono uscita dalla Chiesa. Probabilmente Ella, pur ritenendosi Pastore di anime, ignora le leggi canoniche che prevedono il rifiuto della Comunione solo ai pubblici peccatori. L’arbitrio da Lei perpetrato ha chiaramente mostrato la sua posizione sul significato della SS.ma Eucaristia ed ha evidenziato la Sua totale mancanza di sensibilità e di carità nei confronti di una persona a Lei totalmente sconosciuta, diffamandola pubblicamente e con indifferenza verso i risvolti sociali conseguenti, dannosi soprattutto per i suoi genitori che, purtroppo, vivono nel luogo. Le critiche e i commenti spiacevoli sono totalmente a carico della Sua coscienza! Posso tollerare l’umiliazione su me stessa, non posso tollerare l’offesa fatta a Dio, dinanzi al Quale ogni ginocchio deve piegarsi “nei cieli, sulla terra e sotto terra!” (S.Paolo ai Filippesi 2,10). Nel ricordarLe che Ella è ministro, non padrone della Parrocchia (di cui, per grazia di Dio, non faccio parte, frequentandola saltuariamente e perché costretta dalla necessità di non perdere la S.Messa domenicale) e, come tale, obbligato sia all’obbedienza alle Autorità Vaticane sia al rispetto della coscienza individuale che non Le è permesso in alcun modo di coercizzare sulla base delle Sue opinabili, personali interpretazioni della dottrina millenaria di Santa Madre Chiesa, vorrei chiederLe se Ella si ritenga ancora Cattolico o se il Suo relativismo religioso l’abbia dirottato su altri lidi. Le appaga la coscienza l’avermi vietato di rendere a Dio il tributo dovutoGli, evitandomi fanatismi e singolarità, secondo la limitatezza dei Suoi convincimenti? Perché Le urta che ci si prostri dinanzi all’Altissimo? Crede Ella che nelle Sacre Specie vi sia il Salvatore con Corpo, Sangue, Anima e Divinità? Dov’è quella carità verso gli altri che Ella predica tanto, visto il trattamento offensivo riservatomi? Il Suo Vescovo sa del suo modo di agire? Crede, veramente, con simili comportamenti vessatori, di portare anime a Cristo? Prima di stigmatizzare gli atteggiamenti ortodossi, farebbe bene a porre rimedio, dall’alto del Suo posto di comando, allo stato di devastazione in cui versa la Chiesa di S.Maria Assunta, dove, la domenica sembra di trovarsi al mercato e dove, ora che è estate, ho visto gente girare con l’ombelico scoperto, senza peraltro alcun segno di rispetto per il Tabernacolo. Ella pretende d’impedire atti esteriori di adorazione al SS.Sacramento che dovrebbe non solo approvare e condividere, ma anche incoraggiare, mentre lascia correre sulle regole elementari di comportamento nei luoghi sacri; mi creda, ho visto tante Chiese, ma, in quanto a caos e lassismo, quella affidata alle Sue cure le supera tutte. Eh, sì caro don Domenico, la Sua prudenza e la Sua reticenza sono veramente edificanti per il popolo di Dio! Come può Ella, di là dalla semplice filantropia, educare i Suoi parrocchiani alla Carità, se scissa dalla Verità? (la Carità senza la Verità non è come cembalo che tintinna?) Perché è vietato, secondo Lei, inginocchiarsi dinanzi a Dio che vuole unirsi alle Sue anime, considerato che il Vaticano lo permette? Chi lo dice, oltre a Lei? Nell’Eucaristia c’è il Cristo: come possiamo, miserabili, rimanere in piedi dinanzi a Lui? Perché ci si deve inginocchiare dinanzi alle Autorità Religiose, e invece dovrebbe essere motivo di scandalo farlo dinanzi alla Trinità Che discende nelle nostre anime? Dov’è l’insegnamento millenario di Santa Romana Chiesa? Non c’interessano revisionismo, modernismo, aggiornamento e dialogo se ad esso dobbiamo rinunciare! Poiché la dottrina Cattolica prevede che al perdono del peccato debba seguire la giusta riparazione di chi ha sbagliato ai danni allo stesso conseguenti; poiché Ella ha leso pubblicamente e gratuitamente la mia rispettabilità e quella della mia famiglia, ritengo che Ella abbia l’obbligo morale, anche dinanzi a Dio, di spiegare con coraggio le motivazioni teologiche (se ve ne sono) o personali che L’hanno spinta a certe prese di posizioni. Ella, anche se Parroco, non può approfittare del Suo ruolo, intromettendosi nel dialogo tra Dio e un’anima! Non Le sembra temerario disobbedire ai Suoi superiori, oltretutto con il Santissimo tra le mani? Povera, povera Chiesa, se questa è la linea che saremo obbligati a seguire! Le consiglio un’attenta e costante lettura dei documenti vaticani, è dovere morale di chi ha il mandato di guidare le anime; inoltre è necessario che essi vengano illustrati anche ai fedeli affinché il Magistero del Papa penetri nel Corpo di Cristo che è la Chiesa, a vantaggio dell’uniformità liturgica e sacramentale tanto auspicata. Sarebbe opportuno che i Sacerdoti passassero più tempo dinanzi ai Tabernacoli: eviterebbero di cadere nella tentazione di prodigarsi troppo nelle opere sociali, compito precipuo dei laici; vedrebbero più chiaramente le eresie subdole di alcuni gruppi che ormai sono padroni di gran parte delle Parrocchie ed eviterebbero madornali cantonate! Che Dio La illumini! Cordiali saluti. Pia Mancini |
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