Precisiamo che articoli, recensioni, comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione), pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.



IL PERCHÉ DELL'ASTENSIONE
Referendum sulla legge 40
Problema morale

Riflessione su quanto inviatoci dal Prof. Giorgio Nicolini

di S. P.

Grassetti,corsivi, colori, parentesi quadre,
sottolineature e quanto scritto nello spazio
giallo sono, generalmente, della Redazione
Il Prof. Nicolini ci ha inviato ripetutamente quello che noi credevamo essere un articolo, mentre risulta essere uno scambio epistolare tra lui e un certo Fr Stefano Vita.
Precisiamo subito che non usiamo pubblicare simili corrispondenze, noi abbiamo una nostra rubrica ("Riceviamo e Rispondiamo"), ma non ne è questo il caso. Tuttavia, data l'insistenza e, soprattutto, data l'importanza della questione sollevata, riferiremo nell'essenziale il suddetto scambio epistolare, ma per dire doverosamente la nostra.
       Caro Giorgio,
ti scrivo relativamente alla questione dell'astensione al referendum sulla legge 40/2004.
La nostra Costituzione(1) prevede la possibilità di astenersi dall'andare a votare al referendum.
Giuseppe Dalla Torre, noto giurista cattolico(2), sul quotidiano Avvenire (...) spiega chiaramente che "la Costituzione ammette che l'elettore possa legittimamente non partecipare alla votazione referendaria". (...) Quindi giuridicamente è lecita l'astensione.
Si può ritenere lecita anche eticamente l'astensione, in quanto il referendum impone la drastica scelta tra "sì" e "no"(3). Questa scelta proprio in casi di grave complessità e rilevanza quali ad esempio una legge sulla fecondazione artificiale è inopportuna, in quanto queste questioni esigono sedi più appropriate per la discussione e la soluzione. Pertanto "proprio per senso civico", scrive sempre G. Dalla Torre, "può essere evitata la drastica scelta sì e no con una manifestazione di volontà - quale pure l'astensione - che in qualche modo rinvia la questione a sedi più appropriate e competenti".

Quanto al profilo morale la scelta dell'astensione è moralmente accettabile in quanto è L'UNICO MODO per evitare che il fronte del sì vinca e che quindi una legge che tutela e riconosce alcuni(4) diritti fondamentali del concepito venga modificata in peggio. Se i cattolici praticanti andassero tutti a votare non riusciremo a vincere(5). Mentre se non andiamo a votare(6) (ed è giuridicamente ed eticamente lecito) riusciremo a non far raggiungere il quorum e quindi salveremo una legge che inizia a tutelare i diritti del concepito e quindi a salvare delle vite umane.

In sintesi:
1) l'astensione è costituzionalmente consentita.
2) l’astensione è eticamente lecita.(7).
3) l’astensione è moralmente accettabile perché il fine, considerando che il mezzo è lecito,(8) è quello di evitare un male maggiore.

 

(1) Gia l'iniziare il discorso partendo dalla Costituzione mi pare poco ortodosso per un Sacerdote (credo appunto che il Fr Stefano Vita sia un prete): sarebbe stato più opportuno partire dal Vangelo, dagli insegnamenti della Chiesa... e poi, alla fine, ad abundantiam concludere con la imperfettissima Costituzione.

(2) Il "cattolico" non c'entra proprio con quanto detto, ha parlato il giurista, da giurista: non ha fatto un discorso religioso...

(3) Detto così, pare che la motivazione etica derivi dalla drasticità della scelta (soltanto tra un "sì" e un "no"), che esigerebbe sedi più appropriate... per la discussione e la soluzione [???].
Paroloni, ci consenta di dire il Rev. Fr. Infatti la drasticità non può fondare l'eticità dell'astensione e l'opportunità della scelta non è in questione (si tratta soltanto di votare o di non votare, di scegliere tra un sì e un no o di non scegliere affatto, di esprimere un proprio giudizio,. un voto -che può essere anche un non-voto). Perché farla tanto complicata?

(4) Sembra di giocare a dama: quando l'avversario ti costringe a mangiare una pedina, affinché egli possa poi mangiartene tante di più.
Ma qui, nessuno può costringerci a giocare, ad esprimere un voto: con quel voto andremo a legiferare su una legge detta "male minore" invece che su un'altra detta "male maggiore": in ultima analisi daremo la nostra paternità ad una legge cattiva, anche se male minore. Non votando, astenendoci, non approveremo né il male minore né il maggiore, ANCHE SE DALLA NOSTRA ASTENSIONE POTRA' DERIVARE L'UNA O L'ALTRA LEGGE. Né ci si può accusare di omissione: io rispondo soltanto delle mie azioni, non di quelle degli altri, (gli onorevoli che hanno fatto la legge "male minore" o la maggioranza che farebbe passare "il male maggiore"): non posso essere costretto a scegliere tra il male e il male!

(5) Quanta fiducia! O questa è la consapevolezza del risultato di tanta buona semina fatta dai Preti (e dai Frati) dei nostri tempi... conciliari?

(6) Mezzucci!...

(7) Ma inaccettabile secondo l'etica cattolica

(1) A parte le considerazioni precedenti, notiamo che non tutto ciò che è lecito è moralmente buono

Caro Padre Stefano,

ti ringrazio di cuore della tua risposta, che suppongo ti sia stata fornita da Mons. Comastri, forse interpellando lo stesso Card. Ruini.(9) (...)
(10)
Il problema è però come si possa sapere che INFALLIBILMENTE l'astensione dei Cattolici garantisca MATEMATICAMENTE il non raggiungimento del "quorum". E se così non accadrà?... Ci sono sondaggi, studi e proiezioni statistiche che possano riuscire a determinare questa CERTEZZA, se non proprio INFALLIBILE, almeno SICURISSIMA?... (11) (...)
Perché se così non fosse (anche per un solo voto), si rischia che proprio l'astensione dei Cattolici (o di un solo voto di essi)... (...)
nell'incertezza - sento IN COSCIENZA(12) DI NON POTERMI ASTENERE.
E se però accadesse che il mio SOLO VOTO (...) determinasse (...) ....
ci si può "lecitamente" astenere dall'andare a votare, a patto che si abbia la MATEMATICA CERTEZZA che tale astensione comporterà il non raggiungimento del "quorum".(13) Ma senza questa INFALLIBILE CERTEZZA come ci si può astenere?...
In realtà, secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica (nn.1750-1756),(14) ANDARE A VOTARE “NO” NON E’ MAI PECCATO, mentre NON ANDARE A VOTARE “NO” POTREBBE ESSERE UN PECCATO DI OMISSIONE SE FOSSE NECESSARIO VOTARE “NO”. Tutto ciò è determinabile soltanto nell’ultima ora, valutando l’andamento effettivo dei partecipanti al Referendum e l’orientamento degli elettori riguardo al voto già espresso (e “dichiarato” all’uscita dai seggi).

Come vedi, caro Padre Stefano, il problema “dell’astensione” non è “MORALMENTE” proponibile in questo momento (ciò è una vera “imprudenza”)(15), mentre esso potrà essere risolto solo nell’ultima ora o negli ultimi minuti “utili”(16) per le votazioni, ove tutti i Cattolici DOVRANNO ESSERE “PRONTI” O A VOTARE “NO” O AD ASTENERSI DAL VOTARE, a seconda dell’effettivo andamento della partecipazione al Referendum. Solo in quell’ultima ora “utile” per le votazioni potrà esserci una “certezza morale” sulla bontà dell’astensione, mentre, nell’incertezza, il votare “NO”, anche se determinasse il superamento del “quorum” e la vittoria dei “Sì”, non costituisce alcun peccato, poiché il peccato gravissimo lo compiono coloro che scrivono “Sì” e non quelli che scrivono “No”.

A queste problematiche morali, però, può dare “sicurezza” solo il Santo Padre, che soltanto può convincere la Conferenza Episcopale Italiana(17) della “verità” di “questa” “posizione morale”, conforme alla Dottrina del Catechismo della Chiesa Cattolica.

 

(9) Addirittura! Forse... forse... Ruini avrà interpellato Ratzinger, Ratzinger il Papa... Ma la sostanza non cambia, anzi se cotante personalità argomentano in tal modo, poveri noi!


(10) A questo punto inizia il tormento, anzi il tormentone del Prof. Nicolini. A confronto, la notte dell'Innominato è... una bazzecola!

(11) Si vuole l'assurdo o, se si preferisce, la luna nel pozzo! Si vuole un risultato infallibilmente e matematicamente certo, già prima dello scrutinio; si vuole una certezza infallibile [?] o almeno sicurissima [??!!] Com'è la certezza infallibile? Com'è la certezza sicurissima?
Che dubbi atroci! ma, soprattutto, che dubbi assurdi! Quando mai in democrazia (se non ci sono brogli) si può conoscere prima il responso dell'urna?

(12) È invero una coscienza un po' troppo particolare, una coscienza non conscia, dubbiosa, altalenante... essere o non essere? questo è il problema!

(13) E chi mai potrà dare una tale certezza?!

(14) Il nostro Prof. non sa a quale santo votarsi, si arrampica sugli specchi e cerca qualcuno o qualcosa che gli dia la sospirata CERTEZZA. Per un attimo crede di trovarla nel cosiddetto "Catechismo della Chiesa Cattolica", diciamo cosiddetto a ragion veduta, infatti quel testo non è altro che il Concilio Vaticano II esposto in forma di catechismo. Ebbene, agli articoli citati, non mi risulta che si parli di voto (né del sì né del no), anzi ribadisce ripetutamente alcuni saldi principi della morale cattolica:
Art.1753: "Un'intenzione buona (...) non rende né buono né giusto un comportamento in se stesso scorretto (...) Il fine non giustifica i mezzi."
Art.1754: "Le circostanze, in sé, (...) non possono rendere né buona né giusta un'azione intrinsecamente cattiva."
Art. 1755: "L'oggetto della scelta può da solo viziare tutta un'azione. Ci sono dei comportamenti concreti -come la fornicazione- che è sempre sbagliato scegliere, perché la loro scelta comporta un disordine della volontà, cioè un male morale."
Art. 1756: "È quindi sbagliato giudicare la moralità degli atti umani considerando soltanto (...) le circostanze. Ci sono atti che per se stessi e in se stessi (...) sono sempre gravemente illeciti a motivo del loro oggetto (...) Non è lecito compiere il male perché ne derivi un bene."
Stando quindi al "Catechismo" il Prof. non dovrebbe preoccuparsi affatto, dovrebbe pensare soltanto a non fare il male: al resto penserà Dio!

(15) Questo della prudenza (o imprudenza) è da uomini "di poca fede", ma veramente vogliamo fare tutto noi? ma veramente non crediamo che Dio è con il giusto? Facciamo noi la nostra parte, soltanto quella, non preoccupiamoci d'altro! Dio farà la sua parte, e sia come Egli vuole!

(16) È l'assurdo portato al parossismo! com'è possibile che tanti milioni di persone ("i cattolici praticanti" ) possano stare ad attendere "gli ultimi minuti" con la radiolina all'orecchio, in attesa della decisiva indicazione ultima (fatta dal Vaticano? dalla CEI?, da chi?), pronti a prendere d'assalto i vari seggi elettorali (che ovviamente dovrebbero prolungare di diverse ore la loro apertura per consentire che tutti votino)? Com'è possibile ipotizzare una simile scena?

(17) Perché il Papa dovrebbe "convicere" la CEI? È un inferiore che deve convincere il suo superiore? E la morale dipende forse dal Papa o dalla Cei? Il fondamento della morale non sta in Dio?

Concludiamo.
       Il Prof. Nicolini si preoccupa della certezza di riuscita. Oggi, anche in campo cattolico, purtroppo, si pretende di agire in modo da riuscire con certezza, mentre ci si dovrebbe preoccupare soltanto di agire secondo le leggi di Dio, di fare la volontà di Dio (come diciamo nel Pater noster). Se noi facciamo il nostro dovere, al resto penserà Dio, È certissimo!
Quando invece ci preoccupiamo un po' troppo del risultato, della riuscita, si vede che vogliamo fare anche la parte che spetta a Dio, che è di Dio, e questo Dio non lo vuole: ad ognuno il suo compito.
Preoccuparci troppo del risultato, voler fare tutto noi, sa tanto di mancanza di fede! Pensiamo forse che Dio non sia capace di fare o non voglia fare la sua parte?!

DI CONSEGUENZA,

NOI CI ASTENIAMO DAL VOTO,
NON ANDIAMO A VOTARE
E CONSIGLIAMO ARDENTEMENTE GLI ALTRI
DI NON VOTARE,

       1) non per furbizia umana, per puro calcolo umano (quorum e non quorum...),               come pensa Fr. S. Vita,
       2) non perché qualcuno ci assicura la certenza del mancato quorum, come               spera il Prof. Nicolini,
       ma perché
                     a) noi il male lo rigettiamo, sia esso grande o piccolo, sia esso                             minore o maggiore,
                     b) e perché votando no sarebbe come dire che accettiamo e                             facciamo nostra la legge di quel male minore, che male è e                             male resta,
                     c) perché non vogliamo ripetere l'errore di coloro che, in un altro                             referendum, quello sull'aborto, votarono accettando il male                             minore, accettando che si ammazzassero 10 bambini, invece che                             cento, come se ammazzarne dieci fosse lecito, fosse un bene!
       È il giuoco della dama che ci propongono: se andiamo a votare (=se giochiamo a dama e facciamo quella mossa...), comunque votiamo, avremo fatto una legge cattiva, una legge immorale, o di una immoralità minore o di una immoralità maggiore, ma si tratterà e sarà sempre immoralità, sempre illecito, sempre contro la volontà di Dio.

S. P.

Sullo stesso argomento, vedere gli articoli:   

No ai figli nati in provetta
Gli enormi rischi della fecondazione artificiale
Fecondazione assistita


[Indice degli articoli]
   [Home]