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RICEVIAMO, 11-09-2005
dal Sig. Luigi Ferraro

 

      Ho avuto l'occasione di parlare, una volta, con un anziano frate cappuccino del quale avevo intuito la vicinanza alle posizioni della vera Tradizione Cattolica, ma lui mi ha detto un po' tristemente che pur vedendo non poteva fare nulla, e che anch'io dovrei tacere e soffrire, offrendo tutto al Signore che sicuramente non mancherà di custodire la Sua Chiesa..

 

Egr. Sig. Luigi,
non condividiamo affatto il consiglio del cappuccino.Quel frate dovrebbe ricordarsi che esiste anche il peccato di omissione. Non crediamo proprio che bisogna tacere.
Dice Nostro Signore Gesù Cristo: «Se il tuo fratello ha peccato contro te, va' e riprendilo fra te e lui solo, se ti ascolta, hai guadagnato tuo fratello; se invece non ti ascolta, prendi con te una o due persone, affinchè ogni cosa sia attestata per bocca di due o tre testimoni. Se neppur d'essi fa caso, dillo alla Chiesa; e se non ascolta nemmeno la Chiesa, abbilo in conto di un pagano e di un pubblicano» (Mt 18, 15-17).
San Paolo e tanti Padri e Dottori della Chiesa ci insegnano che bisogna parlare e, se necessario, gridare.
Tra le opere di misericordia spirituale S. Madre Chiesa elenca: 1°) Consigliare i dubbiosi; 2°) Insegnare agli ignoranti; 3°) Ammonire i peccatori...
E' mancanza di carità non rimproverare i preti che sbagliano...

      Se sulle prime seguire tale consiglio mi sembrava una sorta di tradimento di quello che mi era stato dato di capire, ora comincio a pensare che nella sua saggezza forse quel frate aveva ragione.

 

La sua prima impressione era quella giusta. La seconda è sbagliata: quel Frate non è saggio ed ha torto.

      Tuttavia, dopo un'ennesima conferenza cittadina organizzata dal Prevosto di Varese (stavolta dedicata al senso del dolore e della sofferenza) nell'ambito della "Missione", ho provato a scrivere al Prevosto manifestandogli le mie perplessità.

 


      Ospite d'onore, fratel Enzo Bianchi, che ha nell'occasione negato tra l'altro il valore della sofferenza unita al sacrificio di Gesù, nonché il peccato originale.

 

Se l'ospite invitato ad una conferenza religiosa nell'ambito di una "Missione", si permette di negare il valore della sofferenza unita al sacrificio di Gesù, nonché il peccato originale, non può essere considerato "d'onore", ma di "disonore", anche se si tratta del sig. Enzo Bianchi, priore della Comunità monastica di Bose: i titoli (fratello o priore...) non hanno il potere di cambiare in bianco ciò che è rosso, l'eresia in ortodossia.

      Ma non accontentandosi di esporre le sue idee sconsiderate, dall'alto della sua "autorevolezza" (mi dicono che Vescovi e perfino Cardinali vanno da lui a prendere consigli), ha poi anche ridicolizzato in pubblico una signora che nella sua semplicità aveva osato dire, poveretta, che nella Bibbia si parla esplicitamente del Paradiso Terrestre e del peccato originale.

 

Similis cum similibus..., noi certo noi non gli riconosciamo nessuna "auterovolezza", anzi cristianamente lo invitiamo a scendere dal piedistallo. Se Vescovi e Cardinali cercano consigli da un simile personaggio, negatore di verità di Fede, significa che hanno toccato il fondo!
Gentaglia simile, dall'alto della sua superbia, si arroga il diritto di additare al pubblico ridicolo una Signora che nella sua semplicità osa opporsi ai negatori e dice apertamente di credere nella storicità della Bibbia, Paradiso Terrestre e peccato originale compresi. Un tale comportamento, chiunque ne sia l'autore, sia egli un frate o un priore o un vescovo..., noi lo chiamamo maleducato, scortese, e privo di qualunque carità, indegno di chi poi fingendosi umile si presenta da "fratello" e chiama gli altri "fratelli".
Gentaglia simile non va affatto ascoltata, ma additata al pubblico disprezzo: tacere equivale a confermarli nell'errore. Ha fatto bene quindi quella Signora a protestare, se anche gli altri avessero fatto altrettanto, non credo proprio che quell'illustrissimo e grandissimo personaggio si sarebbe potuto permettere di ridicolizzare in pubblico chi lo contrastava.
Questa è la dimostrazione che se nessuno obietta certi fratonzoli e certi pretonzoli si sentono dei padri eterni e credono di potersi permettere anche la maleducazione.

      Incauta lei, che non sa che la Bibbia va intesa simbolicamente e che l'Eden non è qualcosa di passato bensì di futuro.

 

Il voler ridurre la Bibbia a favoletta ...cretina, per sciocchi e deficienti, è un vecchio sogno della Massoneria, come appunto dichiarano gli stessi massoni (vedi Catechismo di San Pio X, Seconda Edizione, Salpan Editore, pag. 307). Infatti se il peccato originale fosse una favola, crollerebbe tutto l'edificio del Cristianesimo, perché in quel caso l'uomo non avrebbe peccato e quindi non avrebbe avuto necessità di essere redento, di conseguenza non ci sarebbe stato il motivo per cui la Seconda Persona della Santissima Trinità si sarebbe dovuta incarnare e farsi ammazzare: tutto il Cristianesimo e Gesù Cristo stesso sarebbero un falso, una clamorosa bugia, e la Chiesa un'accozzaglia d'imbroglioni.

Noi invece, assieme e come quella ridicolizzata Signora, crediamo nella storicità della Bibbia, nella realtà del Peccato Originale, nel Sacrificio Redentivo di Gesù, nella Chiesa da lui fondata, unica, al di fuori della quale non c'è salvezza, checchè ne dicano i moderni sapientoni ecumenici e indifferentisti.
Crediamo anche nel valore immenso della sofferenza accettata per amore di Dio e in unione al Sacrificio e ai Meriti di N.S. Gesù Cristo.

      Dunque ho preso il coraggio a due mani e ho scritto, dicendo tra l'altro, ma con il cuore e fraternamente, che i preti sono chiamati ad essere prima di tutto pastori del proprio gregge (e quindi custodi della loro vita di fede) e non profeti.

 

Ha fatto bene a scrivere, ma avrebbe fatto meglio a chiamare le cose con il loro nome: chi sotto le mentite spoglie di pastore sbrana le pecore è un lupo, e non un profeta.

      Per tutta risposta.  lui non mi ha neanche risposto. E non c'è stata una sola occasione, tra le tante riunioni e assemblee parrocchiali, in cui mi abbia fermato anche solo per chiedermi chiarimenti o magari per rimproverarmi la mia impudenza.

 

Si vede che quest'altro è compare del primo, compare del famoso..., la pensa come il superbo "fraticello"... Ma Dio gliene chiederà conto.
Lei ha fatto il suo dovere, e tanto basta. Ora tratti lei quei "signori" dall'alto in basso: non intendiamo dire con superbia, ma ignorandoli del tutto, perché indegni del suo rispetto e della sua attenzione.
I LUPI a due zampe VANNO TRATTATI DA LUPI, SENZA ALCUNA RIVERENZA.

      In attesa di leggerVi e magari di ricevere qualche consiglio, Vi ringrazio per l'opera davvero meritoria che fate e Vi assicuro la mia preghiera e un fraterno abbraccio in Cristo.

Luigi Ferraro

 

Grazie per l'apprezzamento, ma le assicuro che agiamo unicamente per fare il nostro dovere, a maggior gloria di Dio.

Cordialmente, in Gesù, Maria e Giuseppe,
La Redazione

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