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Corpus Domini


di Daniele Fazio

Oh come sarebbe bello se il Regnante Pontefice riprendesse sempre e ovunque, in ogni campo, in toto, la dottrina di sempre! ma soprattutto come sarebbe bello se alle parole seguissero i fatti! In un'aula indisciplinata non è sufficiente (e non serve a niente) che l'insegnante dica di far silenzio e richiami all'ordine, ma è necessario che agisca perché il chiasso sia tacitato e l'ordine ristabilito, diversamente quell'insegnante è un incapace e inadatto a ricoprire quel posto!

La Redazione di salpan.org

N.B.: Nello stile già usato dalla Redazione, quanto scritto su fondo giallo non appartiene mai all'autore dell'articolo (su fondo celeste): il fondo giallo è riservato alla nostra presentazione e ai nostri commenti, come e quando li riteniamo opportuni.

   
Qualche osservazione della Redazione
       Una famiglia protestante tedesca è in vacanza a Roma; entrati in una delle tante chiese cattoliche della Capitale per ammirare le pregiate opere artistiche che contiene, la bimba tutto d’un tratto fissa sulla sinistra dell’altare maggiore un lumicino rosso e ruotando lo sguardo leggermente verso destra vede una strana casetta (il tabernacolo) e incuriosita chiede al papà: “Cosa c’è lì dentro?”. Il Papà risponde con sincerità: “Lì dentro, per i cattolici, c’è Gesù!” I tre escono. Si concludono i giorni della vacanza e tornano in Germania e vanno come al solito, da buoni protestanti, in una chiesa evangelica a pregare e portano con loro anche la bimba. Questa entrata si guarda intorno e un po’ smarrita, non vedendo la lampada rossa e il tabernacolo, chiede al papà di farle vedere dove era posta la casetta di Gesù. Il papà risponde: “Qui, per noi, non c’è Gesù!” La bimba incalza: “Se qui non c’è Gesù, noi che ci stiamo a fare!” L’epilogo di questa storia è stato la conversione al cattolicesimo della famiglia protestante, grazie all’innocenza di una bimba che è stata uno strumento di riflessione, nella semplicità e nella limpidezza, per i suoi genitori, che hanno da quel momento riconosciuto la presenza reale di Gesù nell’Eucarestia.
   
       È già! Nostro Signore è realmente presente con il suo corpo e con il suo sangue sotto le apparenze del pane e del vino consacrati dal Sacerdote. Il pane e il vino, pur conservando, in termini aristotelici, i loro accidenti (cioè l’apparenza di pane e di vino) nella loro essenza, cioè nella loro sostanza mutano, cambiano in modo da essere non più pane e vino ma corpo, sangue, anima e divinità di Gesù Cristo. Questo è il massimo di comprensione razionale a cui giungiamo; il passo successivo è la grande luce abbagliante del mistero della fede, per cui noi crediamo in questa presenza sostanziale e non simbolica o rappresentativa.
   
       Pertanto, dire che l’Ostia consacrata significa o rappresenta Gesù, anche laddove non lo si fa con intento ereticale ma solo per superficialità, costituisce sempre un grave errore in quanto l’espressione linguistica: “l’Ostia rappresenta o significa Gesù” non fa rilevare affatto che quel pane non è più pane ma Corpo di Cristo.
       Sant’Agostino avverte circa il linguaggio da utilizzare: “I filosofi, egli dice, parlano liberamente senza timore di offendere orecchi religiosi in cose molto difficili a capirsi. Noi invece dobbiamo parlare secondo una regola determinata, per evitare che la libertà di linguaggio ingeneri qualche opinione empia anche intorno al significato della parola”.
       Teodoro di Mopsuestia (350 c.a-428), teologo della scuola antiochena, in questa materia testimone attendibile della fede della Chiesa, afferma: “Poiché il Signore non disse: questo è il simbolo del mio corpo e questo è il simbolo del mio sangue, ma: questo è il mio corpo e il mio sangue, ci ha insegnato a non considerare la natura della cosa presentata, ma che essa con l’azione di grazia si è tramutata in carne e sangue”.
       E ancora Sant’Ambrogio richiama i suoi dicendo: “Persuadiamoci che questo non è ciò che la natura ha formato, ma ciò che la benedizione ha consacrato e che la forza della benedizione è maggiore della forza della natura, perché con la benedizione la stessa natura è mutata.”
   
       La Chiesa ha sempre creduto nella presenza reale di Gesù nella SS. Eucaristia e Gesù stesso —soprattutto nel periodo in cui ebbe inizio, quella che gli storici delle filosofia e della teologia medievale, chiamano la controversia sull’eucaristia, in cui si dibatteva circa la reale o figurata presenza di Gesù— compì numerosi prodigi facendo mutare l’Ostia consacrata in carne o facendo da essa scaturire gocce di sangue nel momento in cui veniva spezzata. Alcune di queste Ostie sono visibili tutt’ora a Orvieto, Alatri, Lanciano, Macerata, Ferrara...
       Nel corso dei secoli si è andata sempre più specificando e approfondendo tale dottrina fino al punto che il Concilio di Trento definì a tal proposito, ponendo i dovuti argini alla rivoluzione protestante, la dottrina della Transustanziazione.
   
       Il Regnante Pontefice, ha donato a tutto il mondo cattolico una lettera enciclica, Ecclesia de Eucharistia, in cui riprendendo la dottrina di sempre, ricorda a tutti la presenza sostanziale di Gesù nell’Ostia, che diviene il centro e il riferimento di tutta la Chiesa. Non c’è Chiesa senza Eucaristia.
 
Oh come sarebbe bello se il Regnante Pontefice riprendesse sempre e ovunque, in ogni campo, in toto, la dottrina di sempre! ma soprattutto come sarebbe bello se alle parole seguissero i fatti! In un'aula indisciplinata non è sufficiente (e non serve a niente) che l'insegnante dica di far silenzio e richiami all'ordine, ma è necessario che agisca perché il chiasso sia tacitato e l'ordine ristabilito, diversamente quell'insegnante è un incapace e inadatto a ricoprire quel posto!
La dottrina di sempre!
Sì perché la Chiesa non è nata con il Concilio Vaticano II (in nome e in conseguenza del quale c'è tanto disordine, tanto abuso, tanta indisciplina...), non è nata con un concilio che si è proposto di non definire alcuna verità di fede (e a tal fine è stato dichiarato non dommatico, ma pastorale): le verità sono e rimangono quelle della dottrina di sempre!
       “L’Eucaristia —inoltre— si pone come fonte e insieme culmine di tutta l’evangelizzazione, poiché il suo fine è la comunione degli uomini con Cristo e in Lui con il Padre e lo Spirito Santo” (EDE,n° 22).
       Il Santo Padre inoltre, non omette di ricordare, come insegna il Concilio di Trento, che la S.Messa è memoriale, cioè rinnovamento, riattualizzazione incruenta del sacrifico della Croce e costituisce un momento unico della storia della salvezza. In tale ottica va visto sia da chi in persona Christi, celebra la Messa che da tutto il popolo.
 
Non solo, l'Eucaristia è anche la base, il punto di partenza, l'Alimento esenziale per sostentarci in questa vita e conseguire il Paradiso: "Se non mangere la carne del Figlio dell'uomo e non berrete il suo sangue, non avrete in voi la vita," (Gv VI, 53) "perché la mia carne è veramente cibo e il mio sangue è veramente bevanda" (Gv VI, 55) e "chi mangia di questro pane civrà in eterno". (Gv VI, 58)
       Il Santo Padre inoltre, non omette di ricordare, come insegna il Concilio di Trento, che la S.Messa è memoriale, cioè rinnovamento, riattualizzazione incruenta del sacrifico della Croce e costituisce un momento unico della storia della salvezza. In tale ottica va visto sia da chi in persona Christi, celebra la Messa che da tutto il popolo.
 
Sarebbe ora e tempo di ricordare TUTTO INTERO l'insegnamento del Concilio di Trento a proposito dell'Eucaristia e del Santo SACRIFICIO della Messa... altro che cena e tavola da taverna, attorno alla quale tutti celebrano e Barabba presiede!
       Da meno di un mese è stato pubblicato, in continuazione ideale all’enciclica sull’Eucaristia, dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, una Istruzione su alcune cose che si devono osservare ed evitare circa la SS. Eucaristia, Redemptionis sacramentum, la cui esplicita volontà è di porre fine agli abusi che si verificano durante le celebrazioni eucaristiche in alcune chiese cattoliche ad opera di sacerdoti e laici e che derivano da una non completa comprensione del mistero eucaristico: “non si possono pertanto, passare sotto silenzio gli abusi, anche della massima gravità, contro la natura della Liturgia e dei sacramenti, nonché contro la tradizione e l’autorità della Chiesa…”(Rs, n°4).
 
Gride di manzoniana memoria o furberia d'ipocriti che fingono di fare il loro dovere?
Non basta denunziare l'abuso: occorre reprimerlo, in tutti i modi, s'è necessario anche con il castigo. Invece... si parla di gravi abusi, di Concilio di Trento, di dottrina di sempre... e si castigano soltanto coloro che rifiutano l'abuso e vivono seguendo fedelmente il Concilio di Trento e la dottrina di sempre, i cosiddetti tradizionalisti per l'appunto!

       Secondo gli insegnamenti di Nostro Signore e nella fede della Chiesa che attraversa i secoli riaffermiamo con il Santo Padre Gregorio VII: “Intimamente credo e apertamente confesso che il pane e il vino posti sull’altare, per il mistero della orazione sacra e le parole del nostro Redentore, si convertono sostanzialmente nella vera e propria e vivificante carne e sangue di nostro Signore Gesù Cristo; e che dopo la consacrazione c’è il vero corpo di Cristo, che è nato dalla Vergine e per la salvezza del mondo fu offerto e sospeso sulla croce e ora siede alla destra del Padre; e c’è anche il vero sangue di Cristo, che uscì dal suo fianco, non soltanto come segno e virtù del sacramento, ma anche nella proprietà della natura e nella realtà della sostanza; e con il Papa Paolo VI proclamiamo: “Nos credimus, ut panis et vinum a Domino consecrata in ultima Cena in eius Corpus eiusque Sanguinem conversa fuerunt, quae mox pro nobis in Cruce erant offerenda, ita pariter panem et vinum a sacerdote consecrata converti in Corpus et Sanguinem Christi, in caelis gloriose assidentis; credimusque arcanam Domini praesentiam, sub specie illarum rerum, quae nostris sensibus eodem quo antea modo apparere perseverat, veram, realem ac substantialem esse”.

Daniele Fazio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sullo stesso argomento vedere anche ABUSI  LITURGICI
Agli assassini della Liturgia

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