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Un articolo terra terra...
un po' troppo terra terra... sotto terra!

Segnalato da Rafminimi

       Il nostro carissimo amico Rafminimi ci sottopone quanto intercorso l'anno scorso tra un preparatissimo e informatissimo giornalista de "la Repubblica" (edizione barese) e l'umile Signora Janet, a propostito di un articolo dal titolo strillone "La messa [rigorosamente in minuscolo] clandestina degli scomunicati".
       L'articolo non viene riportato per intero, ma per quel tanto ch'è sufficiente ad evidenziare gli spropositi più gravi e l'ignoranza più grassa del suo autore sul problema che affronta.
       Noi ci limiteremo solo a qualche osservazione.

La Redazione
Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature
e quanto scritto nello spazio giallo sono nostri.

[G. Messa:]

La messa clandestina degli scomunicati
di Gianni Messa

MASSAFRA - La chiesa è in una masseria settecentesca a un paio di chilometri da Massafra. Una delle tante cappelle rurali che i preti di paese raggiungevano di nascosto, nell' Ottocento, per celebrare la messa domenicale dei briganti.

 
Un Messa, maiuscolo, che scrive messa in minuscolo, lo farà perché crede grande sé e piccola la Messa?

[Janet:]
       
L'accostamento a quei Briganti è onorifico. I Briganti del periodo post-unitario sono una leggenda troppo bella per i Tradizionalisti, molti dei quali sono per l'appunto filoborbonici.

 
Forse non è male chiarire al Sig. Messa che Janet scrive Briganti in maiuscolo per un senso di rispetto, di stima e di ammirazione, di venerazione quasi: quei Briganti infatti rappresentano la Resistenza del Sud all'ingiustificata e proditoria invasione dei Piemontesi, rappresentano la Fedeltà al legittimo Re borbone contro l'usurpazione e il tradimento!

[G. Messa:]
       
Una cappella dall' architettura molto semplice. Nessun affresco sulle volte imbiancate, una tela segnata dal tempo a dominare l' altare. è qui che don Aldo Rossi viene a dire messa una volta al mese. Una celebrazione speciale, quasi in clandestinità -oggi come allora- per una quindicina di persone che si ritrovano per il rito che il Vaticano, il 13 luglio di quindici anni fa, bollò con la scomunica. Anche don Aldo è stato scomunicato: lui come tutti i sacerdoti della Fratellanza San Pio X, fondata nel 1970 da monsignor François Charrière, vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo, su ispirazione di Marcel Lefebvre, il presule francese che contestò aspramente alcune affermazioni conciliari e fu bollato come scismatico.

   
[Janet:]
       Qui, mi scusi, di imprecisioni ne scrive un bel po'. Anzi, sarebbe bene, e diritto dei suoi lettori (oltre che dimostrazione di correttezza professionale), che lei scrivesse le dovute rettifiche.
Lei scrive: "rito che il Vaticano, il 13 luglio di quindici anni fa, bollò con la scomunica". Ora il 3 Luglio 1988, e non il 13, con il documento "Ecclesia Dei afflicta", la Chiesa non solo non bollò di scomunica il Rito tridentino, ma anzi invitava i Vescovi ad essere più generosi circa l'applicazione dell'indulto del 1984, che consente appunto di celebrare quella Santa Messa. Poi consideri che non ha senso "scomunicare" un rito, che io sappia, si scomunicano le persone; una volta si lanciava l'interdetto sui luoghi; i riti, al massimo, si "condannano".
A sentir lei mi ritorna alla mente il racconto di un amico che anni fa mi riferiva che erano state "scomunicate" le ossa di Santa Filomena.
Le aggiungo che dieci anni dopo, nel 1998, il Cardinale Ratzinger ha dichiarato che nessuno ha il potere di vietare un rito, una volta che sia stato approvato!
Il documento "Ecclesia Dei afflicta" non scomunica proprio nulla e nessuno. Si limita a dichiarare che, con le consacrazioni episcopali non autorizzate del precedente 30 giugno, Mons. Lefebvre, i quattro vescovi consacrati e Mons. De Castro Mayer (quest'ultimo "in via presuntiva") erano incappati nella scomunica riservata appunto a chi procede a consacrazioni episcopali senza mandato romano.
Lei rincara la dose:
       "Anche don Aldo è stato scomunicato:
       lui come tutti i sacerdoti della
       Fratellanza San Pio X,
       fondata nel 1970 da monsignor François Charrière, vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo,
       su ispirazione di Marcel Lefebvre",

       In un breve periodo (incompleto) scrive CINQUE gravi errori o frottole che dir le piaccia:
       1) Don Aldo nel 1988 era un ragazzino: non lo ha scomunicato nessuno, né allora né dopo.
       2) Sul sito www.unavox.it , con un po' di pazienza, potrà trovare la tesi di dottorato in Diritto Canonico, premiata con il massimo dei riconoscimenti da una università pontificia, con la quale un parroco americano (non un contestatore, ma un di quei preti in borghese che lei può ammirare in quel di Bari) dimostra che la scomunica, non solo non riguarda nessuno oltre i vescovi coinvolti, ma è dubbia persino sul loro conto.
       3) Mons. Charrière non fondò un bel niente, perché la Fraternità San Pio X fu fondata da Mons. Lefebvre. Mons. Charrière, ricadendo l'istituto di Mons. Lefebvre nella sua Diocesi, ne approvò soltanto le costituzioni canoniche.
       4) Che io sappia, la traduzione italiana del francese "Fraternité" (dal latino "Fraternitas") è "Fraternità", non "fratellanza" che sa tanto di massoneria... Non faccia come quel mio solito amico che traduceva "Populorum progressio" in "Avanzata dei pioppi". Pensi che anche in inglese "Fraternità" è tradotta con "Society", mentre "Fratellanza" con "Fellowship".
       5) Mons. Lefebvre non "ispirò", ma "domandò"...

 

A completamento del periodo aggiungiamo il SESTO errore: "Marcel Lefebvre [...] contestò aspramente alcune affermazioni conciliari e fu bollato come scismatico".
Detto così sembrerebbe che Mons. Lefebvre sia stato "bollato" di scisma sol perché aveva contestato "alcune affermazioni conciliari", il che sarebbe falso e calunnioso.
Premettiamo che lo scisma non viene comminato con una bolla, ma può essere soltanto constatato, perchè è il fedele che "si separa", che pone in essere lo scisma, mentre la Chiesa "scomunica": è questione di proprietà di linguaggio. Comunque nessuno mai scomunicò Mons. Lefebvre per le critiche al Concilio (forse sarebbero stati ben felici di farlo, se fosse stato possibile), Mons. Lefebvre venne scomunicato soltato dopo le sue consacrazioni episcopali famose.

Noi, tanto per restare in tema, diciamo che un "giornalista" che in un periodo commette ben sei gravissimi errori saremmo del parere che la "scomunica giornalistica" se la sia ampiamente meritata: bisognerebbe cancellarlo dall'albo!

[G. Messa:]
       
Questa attività [la celebrazione della Messa] non  ha mai provocato problemi con le forze dell' ordine. Anche se il Viminale, in un rapporto datato 1998, inserì i lefebvriani in un elenco che schedava le sette e i movimenti pseudoreligiosi in Italia, accomunandoli di fatto a esoterici, occultisti e satanisti (gran parte del documento era dedicato a Scientology [una setta americana] ).

   

[Janet:]
       
Quel documento, dove, comunque, la FSSPX era riportata tra i gruppi "innocui" provocò polemiche a non finire. Intellettuali e politici di tutti gli schieramenti (compresi alcuni di Rifondazione comunista) firmarono una petizione di solidarietà e di protesta.

 
       Non è colpa del Sig. Messa se le notizie in quel di Bari non arrivano, così non gli sono arrivate le proteste dei vari intellettuali e politici e d'altra parte il Sig. Messa ha il diritto di riferire quel che più gli piace.... Tuttavia noi restiamo del parere che una maggiore e migliore documentazione (e informazione) sarebbe doverosa e utile a chi vuol piccarsi di fare il giornalista...
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