DOCUMENTAZIONE
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Traduzione italiana
di Gustavo Flobert, diffusa da Reporter Associati il
30-4-2004,
dell'articolo: Orit SHOHAT, Remember Falluja,
pubblicato dal quotidiano israeliano Haaretz il 28-4-2004.
Testo originale inglese: http://www.haaretz.com/hasen/spages/421014.html
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Durante le prime due settimane
del mese, l'esercito statunitense ha commesso a Falluja crimini di
guerra su una scala che non ha avuto precedenti in questa guerra.
Le corrispondenze sugli avvenimenti di Falluja pubblicate da relativamente
pochi media riferiscono che circa 600 iracheni
sono stati uccisi durante queste due settimane, fra
loro circa 450 persone anziane, donne, bambini.
Le immagini di bambini
decapitati, le file di cadaveri di donne e le immagini
scioccanti dello stadio di calcio trasformato in un cimitero provvisorio
per centinaia di uccisi - tutto è stata diffuso al mondo soltanto
tramite la rete tv al-Jazeera. Durante le operazioni a Falluja, secondo
l'organizzazione Medici senza Frontiere, i
marines degli Stati Uniti hanno occupato persino gli ospedali e hanno
impedito a centinaia di feriti il trattamento medico.
Cecchini tiravano dai tetti
a chiunque provasse ad avvicinarsi. È stata un'operazione di
rappresaglia -effettuata dai marines appoggiati dagli aerei da combattimento
F-16 e dagli elicotteri d'assalto- con il nome in codice "Risoluzione
vigilante". Era la vendetta per l'uccisione
di quattro statunitensi addetti alla sicurezza avvenuta
il 31 marzo. Ma mentre l'uccisione delle guardie, di cui i corpi sono
stati trascinati per le vie della città e appesi a un ponte,
ha avuto larghissima copertura sui media e ha preparato i cuori e
le menti alla vendetta militare, le centinaia di vittime della rappresaglia
statunitense erano praticamente un segreto militare.
L'unica conclusione che
è emersa finora dal massacro indiscriminato di Falluja è
l'espulsione di al-Jazeera dalla città. Sin
dall'inizio della guerra gli statunitensi hanno perseguitato i giornalisti
della rete televisiva, non perché le loro corrispondenze
siano false ma perché sono virtualmente
gli unici che s'impegnano nel dire la verità.
L'Amministrazione Bush, in collaborazione
con i media statunitensi, sta cercando di sottrarre la vista della
guerra al mondo e specialmente agli elettori statunitensi.
Questa settimana, per la
prima volta, gli statunitensi hanno consentito la pubblicazione delle
bare dei soldati morti che erano rimandati in patria. Fino a questa
settimana, tali immagini erano proibite. Di conseguenza, non c'è
da stupirsi se i sondaggi su Bush danno i risultati migliori che mai,
sebbene il numero di statunitensi uccisi in Irak in aprile abbia raggiunto
quota 115. L'occupazione dell'Irak ostacola o non piuttosto infiamma
il terrorismo? Il numero di soldati morti -contrariamente al numero
di vittime irachene- imporrà una riconsiderazione? È
chiaro che i crimini di guerra americani non raggiungeranno la Corte
internazionale di giustizia dell'Aia.
Oggi, gli Stati Uniti fissano
gli standard etici internazionali. Gli
Usa da soli decidono chi sarà giudicato, chi è
un terrorista, che cosa è resistenza legittima all'occupazione,
chi è un fanatico religioso e chi è un obiettivo legittimo
per l'assassinio. Così è
stato stabilito che quattro bambini iracheni, che hanno riso della
vista di un caduto statunitense, hanno meritato l'esecuzione sul posto.
Il governo di Ariel Sharon
può richiamarsi così a un'autorità più
grande per spiegare le sue azioni e non ci sono limiti apparenti al
suo programma di creare un nuovo ordine di sicurezza nella striscia
di Gaza e in generale nei Territori. Al Governo israeliano, non attraversare
la linea rossa fissata dagli Usa per i suoi amici è più
importante della soluzione del conflitto con i Palestinesi. I dilemmi
etici in Israele sulle uccisioni mirate devono far sorridere il Governo
Usa.
Dopo Falluja, i comandanti
delle forze armate israeliane possono sentire più leggera la
loro coscienza - e in particolare con la coscienza di chi rifiuta
simili operazioni. La bomba da una tonnellata
lanciata su un edificio di Gaza per assassinare Salah Shehadeh, che
ha ucciso anche 14 civili, è un'inezia confrontata al numero
di bombe che gli Usa hanno lanciato sulle case degli abitanti di un'affollata
Falluja. E tuttavia, incidentalmente, il comandante dei
marines ha specificato l'impegno massimo per evitare di danneggiare
i civili. "Noi in questa azione portiamo la nostra esperienza
maturata nella Seconda guerra mondiale, in Corea, in Vietnam... L'operazione
di Fallugia sarà ricordata e studiata per molti anni a venire",
ha detto.
Che cosa può l'israeliano
perplesso imparare da questo confronto cinico? Ariel Sharon può
ritenersi accusato del solo "affaire" di Chatila e Sabra.
Gli israeliani che amano dire "tutto il mondo è contro
di noi" preferiranno parlare del diverso trattamento riservato
agli Usa e a Israele riguardo, per esempio, alla distruzione dell'accampamento
di profughi di Jenin compiuta da Israele. Ma chiunque abbia codici
morali assoluti, piuttosto che relativi, può concludere che
non dovremmo imparare dagli statunitensi - non sul consumo di cibi-spazzatura,
non sul tema dei diritti dell'uomo, né in fatto di democrazia
e libertà d'espressione. La differenza pratica deve essere
evidente.
Gli
Usa sono la superpotenza che può evidentemente fare ciò
che vuole e può ritirarsi dalla guerra nell'Iraq
ogni volta che desidera. Israele non ha dove ritirarsi. Deve rimanere
qui, a fianco dei suoi vicini, con i quali deve condividere la terra,
il clima e il destino dei figli. Di conseguenza, ogni rappresaglia,
ogni operazione di vendetta e omicidio che effettuiamo ha conseguenze
storiche che vanno più lontane dell'assalto crudele su Falluja.
L'operazione "Risoluzione Vigilante", al contrario, diverrà
nient'altro che una nota a piè di pagina nella storia militare
degli Usa, e forse pochi marines ne faranno argomento per un libro.
Orit Shohat*
* giornalista israeliano di Hareetz