[Indice degli articoli]   [Home]

San Nicola II e la Siccardi
di S.P.

     Se siete iscritti nella mailing-list di Santiebeati.it alla data del 17 Luglio, tra i Santi del giorno, vi capiterà di leggere di un San Nicola II ROMANOV Zar di Tutte le Russie. Al piacere iniziale della notizia, subentra subito la meraviglia e la curiosità: meraviglia che un "ortodosso" sia stato proclamato santo, curiosità del perché un ortodosso sia stato proclamato santo. Pertanto cliccate sul collegamento e si apre l'articolo che dovrebbe illustrare le virtù eroiche del Santo o comunque le motivazioni cattoliche che hanno portato alla sua canonizzazione.
     Leggete l'articolo... parrebbe scritto da uno sfegatato ecumenista e modernista che di tutto parla tranne che di virtù... nessuna meraviglia negli infausti giorni del post-concilio.
     Non soddisfatti nella legittima curiosità, continuate a leggere... Vi viene offerto un quadro niente affatto da santo e abbastanza contraddittorio: un re dal «
temperamento velleitario", un Re che, pur essendo «di intelligenza vivace, di buona cultura, di costanza e metodo nel lavoro», aveva «un alto grado di influenzabilità e cedeva con grande facilità alle pressioni esterne», cose queste che mal si conciliano con la vantata intelligenza e con il metodo di lavoro. Ma si sa..., gli ecumenisti non badano a simili contraddizioni, a cavilli di scolastica memoria...
     Continuiamo.
     Il quadro che ne viene fuori è quello di un Re che trascura
volutamente e gravemente i doveri del proprio stato, i doveri di Re: «sul suo diario preferisce annotare le variazioni di temperatura, descrivere una passeggiata in bicicletta, una gara di canottaggio, un momento particolarmente romantico con la sua Alessandra», che non curarsi degli affari di governo, fino al punto che «a prescindere dai disegni di Lenin, i russi, delusi del loro Zar, arriveranno ad odiare la dinastia Romanov» e che «in molte fabbriche gli operai reclamano un castigo esemplare per i "vampiri Romanov"».
     Dal virgolettato si potrebbe addirittura pensare e concludere che lo Zar venne odiato e ucciso per la delusione che aveva prodotto nel popolo russo, «a prescindere dai disegni [ideologici e anticristiani] di Lenin»; si potrebbe pensare e concludere che l'uccisione del "
vampiro Romanov" Nicola II non sia altro che il "castigo esemplare" reclamato dagli operai delle fabbriche che si vedevano succhiare il sangue dal malgoverno zarista: in altri termini la motivazione religiosa non viene neppure ipotizzata: lo Zar viene ucciso non in odio a Cristo [e quindi non si può parlare di Martirio], ma a causa del suo pessimo modo di governare.
     E allora perché "Martire"? Martire è
soltanto chi muore per Cristo!
     Lo Zar si era forse convertito al Cattolicesimo?
     - Niente affatto!!! Anzi l'articolista evidenzia come anche la zarina, «tedesca per sangue e inglese per educazione», si converte alla religione ortodossa e ama «
soprattutto la sua[della Russia] religione, fino ad esserne rapita e affascinata, tanto da renderla fanatica dei suoi riti e delle sue impalcature». L'articolista evidenzia altresì che lo stesso Zar riteneva che «la religione ortodossa è la sola in grado di saldare il popolo al trono».
     - E allora?
     - Ortodossa la Zarina e ortodosso lo Zar.
     - Conversione in punto di morte?
     - Non è detta né dimostrata.

     Domande:
     - Come può essere Santo un eretico?
     -
Come può essere Martire un eretico ucciso perché odiato a causa del suo malgoverno, vero o presunto che sia?
     - Non è più valido il dogma che solo la Chiesa Cattolica ha il dono della Santità? che i Santi sono soltanto nella Chiesa Cattolica, nella Barca di Pietro?
     - Il concilio Vaticano II ha cancellato anche questo dogma?

     Noi crediamo che la canonizzazione [cioè la proclamazione dei Santi] non esprime una verità di fede, non è un dogma, non gode dell'infallibilità pontificia, e che diversi "Santi" e "Beati" dei nostri giorni sono la prova provata che non c'è infallibilità pontificia, basti pensare al superbo e vanitoso De Balaguer (santo), al massone Giovanni XXIII (beato e prossimo santo), all'erotico latinlawer Giovanni Paolo II (beato e prossimo santo), a quella suora che colpevolmente non battezzava i bambini moribondi, privandoli del Paradiso (la beata Madre Teresa di Calcutta)....
     Pertanto potremmo chiudere la questione dicendo che la canonizzazione di Nicola II non è altro che una wojtylianata, una delle tante..., ma preferiamo porre qualche domanda.
     Forse che
Giovanni Paolo II, canonizzando lo Zar Nicola II, ha voluto affermare una nuova verità contraria al dogma cattolico? ha voluto cioè affermare che anche nella chiesa ortodossa ci sono i santi?

     Però anche l'articolista, dal modo in cui si esprime e narra, non criticando una tale canonizzazione, pare che condivida la volontà wojltyliana avversa al domma cattolico.
     Ma il colmo lo si scopre alla fine, alla firma: l'articolo è di Cristina Siccardi, quella tale che scrive su La Tradizione Cattolica della Fraternità Sacerdotale San Pio X !!! Quella che partecipa attivamente ai convegni della Fraternità Sacerdotale di
Mons. Lefebvre e che con giudizio affrettato [o interessato?] viene considerata una tradizionalista!!!

     - La Siccardi è un'autrice affermata?
     - Ma a chi importa? Non è né bello né opportuno appoggiarsi a chi si serva del tradizionalismo per scrivere un articolo o un libro in più, per continuare ad affermarsi, per il proprio interesse...
     - L'articolo è tratto da Henri Troyat, Nicola II, L'ultimo zar e la tragica fine dei Romanov (Paoline Editoriale Libri)?
     - La fonte non giustifica l'autrice.

S. P.

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione

     Per comodità del nostro lettore, riportiamo qui di seguito l'articolo della Siccardi così come lo si può leggere al link del sito Santi e Beati http://www.santiebeati.it/dettaglio/95591 (sottolineature e colori sono nostri)

San Nicola II Romanov Zar di Tutte le Russie
17 luglio (Chiese Orientali)

Carskoe Selo, Russia, 18 maggio 1868 (6 maggio del calendario giuliano) – Ekaterinburg, Russia, 17 luglio 1918

Una croce ortodossa bianca s'innalza oggi sul luogo del martirio degli ultimi Zar (1) di Russia. Nel 1977 Boris Eltsin, allora primo segretario del Partito comunista a Sverdlovsk, ricevette da Mosca l'ordine di distruggere la casa Ipat'ev, luogo di prigionia e del massacro di Nicola II e della sua famiglia, casa che era diventata oggetto di troppa curiosità per molti e con «intenzioni sospette». Macchinari cantieristici lavorarono per una notte intera finché l'edificio venne completamente raso al suolo. Per una strana coincidenza sarà ancora Eltsin, già presidente della Russia, a dare solenne sepoltura ai resti dei Romanov nel 1998 a San Pietroburgo.
Di temperamento malleabile e velleitario, Nicola II (1868-1918) non era nato per il magistrale ruolo storico che il destino gli aveva imposto. Dotato di intelligenza vivace, di buona cultura, di costanza e metodo nel lavoro, oltre che di un grande fascino personale, Nicola II non ereditò dal padre la fermezza di carattere e la capacità sicura e determinata di decidere sugli accadimenti, qualità essenziali per un monarca autocratico. Oltre ad avere un alto grado di influenzabilità (il più delle volte, prima di prendere una decisione, subiva l'ascendente di colui che aveva l'opportunità di parlargli per ultimo), cedeva con grande facilità alle pressioni esterne e in particolare alla moglie di cui era teneramente innamorato.
Fu saldamente ancorato ai suoi principi semplici e forti, ereditati dal padre: lo zar è inviolabile e l'esercito russo invincibile; la religione ortodossa è la sola in grado di saldare il popolo al trono. L'unica minaccia, secondo lo zar Nicola, era l'intellighentia: un gruppo di uomini, sviati da cattive letture.
Il fatto di avere, al suo fianco, una straniera, tedesca per sangue e inglese per educazione, non gli giovò di certo, benché Alice d'Assia (1872-1918), divenuta con il matrimonio Alessandra Fëdorovna, abbia immediatamente amato la terra russa e soprattutto la sua religione, fino ad esserne rapita e affascinata, tanto da renderla fanatica dei suoi riti e delle sue impalcature.
La Zarina si circondava di antiche icone che, a suo dire, erano dotate di virtù straordinarie. Accoglieva con estrema disinvoltura monaci sospetti, pope sconociuti, pellegrini pseudo-illuminati e ascoltava tutti con imprudente infantilismo. Fra questi inquietanti personaggi si evidenzia l'infausto Rasputin («debosciato», etichetta data al padre perché grande bevitore di vodka), soprannome di Gregorio Efimovic( Novychy (1870-1916). Personalità demoniaca, capace di forza ipnotica, fine psicologo, eroe di orge mistiche, Rasputin utilizzò la sua intelligenza per infiltrarsi alla corte degli Zar e impossessarsi della mente e dello spirito di Alessandra, la quale, sperando nella sua azione di guaritore, si affidò a lui per cercare la salvezza dello zarevic Alessio, unico figlio maschio, malato di emofilia e condannato ad una morte sicura.
Tutto ciò che Alessandra dice e scrive al consorte le è suggerito da Rasputin, convinto, comunque a ragione, che la fame porterà alla rivoluzione.
Uomo privato, più che pubblico, Nicola II ama prendere di più una tazza di tè insieme all'amata moglie che ascoltare un ministro, godere della presenza dei cinque figli (Olga, Tatiana, Maria, Anastasia, Alessio) che prestare attenzione ai lamenti del popolo, anche in momenti particolarmente gravi per la sua patria: scioperi, manifestazioni studentesche, attentati e omicidi ai danni di notabili… eppure sul suo diario preferisce annotare le variazioni di temperatura, descrivere una passeggiata in bicicletta, una gara di canottaggio, un momento particolarmente romantico con la sua Alessandra.
Con il tempo la zarina si ritaglia il suo spazio nell'autorità governativa fino ad interpellare personalmente i ministri, discutere con loro, nominarli o esautorarli.
Il popolo si ribellerà a questa situazione, e a prescindere dai disegni di Lenin, i russi, delusi del loro Zar, arriveranno ad odiare la dinastia Romanov.
Il presidente della Duma, Rodzjanko, convocato da Nicola II, confessa alla vigilia della rivoluzione: «Con nostra grande vergogna, il disordine regna ovunque. La nazione si rende conto che avete bandito dal governo tutti quelli che godevano della fiducia del popolo e che li avete sostituiti con personaggi indegni e incompetenti».
Caduti nelle mani dei bolscevichi, lo Zar lamenta il cattivo trattamento che devono subire e si sente rispondere da uno degli ufficiali sottoposti alla loro custodia: «Io provengo dal popolo. Quando il popolo vi tendeva la mano, non l'avete mai afferrata. Oggi non vi tenderò la mia». In molte fabbriche gli operai reclamano un castigo esemplare per i «vampiri Romanov».
Tutti gli errori compiuti da Nicola non giustificano affatto gli orrori della rivoluzione russa e dei suoi leader, compreso il massacro di Ekaterinburg. Il 20 agosto del 2000, nella cattedrale moscovita di Cristo Salvatore, l'ultimo Zar è stato canonizzato insieme ad altri 853 martiri della rivoluzione comunista. (2)

Autore: Cristina Siccardi

Note: Per approfondire: Henri Troyat, Nicola II, L'ultimo zar e la tragica fine dei Romanov, Paoline Editoriale Libri

 


 

 

 


(1) Non si tratta del solo Nicola II? Perché il plurale? Quali altri zar sono stati canonizzati?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


(2) Anche per tutti questi 853 martiri valgono le osservazioni che abbiamo esposto a proposito di Nicola II: uccisi in odio a Cristo o per altri motivi? E poi 853 canonizzati in un colpo solo! GPII faceva le cose in grande! I comunisti avevano fatto le uccisioni in massa, e GPII ha fatto i santi in massa!

[Indice degli articoli]   [Home]