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Il Card. Martini È morto: Deo gratias! |
Al di là di ogni iprocrisia, adempiendo ad un preciso dovere morale, diciamo la nostra sulla morte del Card. C.M. Martini, e chiariamo subito che non siamo né tristi né addolorati, ma contenti che anche questo brutto nodo è arrivato al pettine (e sì, prima o poi tutti i nodi vengono al pettine...). Martini era il classico tipo che si credeva un dio, potente e immortale, ma il suo orgoglio non è riuscito a evitare la malattia e la morte. È morto! Finalmente! aggiungiamo noi, perché non ne possiamo più di vescovi e cardinali che che ci propinano eresie o verità illuministe, contrarie a Dio e al buon senso. Prima di dire la nostra abbiamo atteso per vedere i commenti e le reazioni degli altri. Un caso a sé è quello di don Cavalcoli che suole pontificare dalle colonne di Riscossa Cristiana: la sua è una voce del coro ed è interessante osservare il suo incipit: Certo, cristianamente anche noi speriamo che all'ultimo momento (in quel momento che non ci è dato conoscere) Martini si sia pentito e convertito e che alla fine, quando la giustizia divina sarà appagata, possa essere accolto nel regno della gloria, ma l'errore del Cavalcoli (che per di più è un prete) sta nel giudicare con estrema certezza la vita del Martini come spesa a servizio di Dio e, di conseguenza, come altrettanto certa la di lui ammissione alla gloria eterna, il Purgatorio non è nemmeno accennato né preso in considerazione (forse perché a detta dei moderni[sti] teologi il Purgatorio non è altro che una mera ipotesi... robetta da Medioevo... da non credere). Quindi per il Cavalcoli Martini ha operato bene, benissimo, e merita la gloria del Paradiso: meraviglia che non abbia aggiunto la gloria dell'Altare. Perché non farlo santo, e subito?! Il Cavalcoli continua: Il Cavalcoli conclude asserendo: «Colpiscono altresì i numerosi attestati di stima che giungono da molti ambienti ad di fuori della Chiesa, dagli ebrei ai protestanti, dai laicisti ai non credenti, e da parte di ogni ceto della società civile ed ecclesiale. Tutto ciò indubbiamente per noi cattolici fa piacere». Evidentemente il Cavalcoli ha dimenticato di menzionare i massoni (speriamo che non se la prendano a male, noi vi poniamo riparo riportando in nota quanto da essi pubblicato, vedasi nota 2), quanto poi al piacere dei cattolici, nutriamo forti riserve o quanto meno il termine necessita di una specifica: se si tratta di cattolici modernisti, di quelli che ignorano l'abc del catechismo, può darsi che provino piacere; ma se si tratta di veri cattolici, di quelli che amano e rispettano la Tradizione, loro provano disgusto, perché non fa piacere essere lodati dai peggiori nemici. Ma, arrivato a questo punto, il Cavalcoli con grave incoerenza prova a dare il contentino ai tradizionalisti e inaspettatamente prosegue: Quanto scandalo ha dato il card. Martini!!! ed il suo è uno scandalo amplificato dai media come è costretto ad ammettere il Cavalcoli quando scrive che «Il Corriere della sera, dal canto suo, ha dato notizia del commento che la BBC, la nota agenzia radiofonica inglese, ha dato [...] stupito di sentire queste parole da un Cardinale di Santa Romana Chiesa, il quale con tali parole avrebbe portato a modello l’illuminismo [...] Ora, è ben noto come tale corrente filosofica non priva di alcuni valori, che peraltro si ritrovano anche nella massoneria fondata a Londra nel 1717, contiene in se stessa un orientamento razionalistico ed antropocentrico [prettamente anticristiano!], che considera come superstizione e fanatismo quella dimensione misterica e soprannaturale della Chiesa». «Il problema vero -continua il Cavalcoli- è quello di realizzare quella vera modernità, ben distinta dal modernismo, che ci è proposta da una retta interpretazione del Concilio Vaticano II». Il Cavalcoli, dimendicando di avere tanto elogiato il card. Martini, si avvia alla sua contraddittoria conclusione: «Viceversa nelle parole del Card. Martini si ha le netta impressione che nella sua mente ci sia un modello illuministico, secolarista e modernista, che non corrisponde al ritratto che la Chiesa fa di se stessa secondo gli insegnamenti della Tradizione, della Scrittura, del Concilio [!!!] e dello stesso Magistero perenne della Chiesa». La conclusione del Cavalcoli, nettamente in contrasto con gli abbondanti elogi iniziali e che pertanto possiamo sottoscrivere, è che «la Chiesa arretrata è quella dell’illuminismo, e quindi quella del Cardinale Martini, intendendo per illuminismo quella forma mentis che è ristretta alla pura verità empirica e non è capace di elevarsi o di allargarsi, sì da accogliere la superiore verità della Parola di Dio. È questo modello illuministico di Chiesa che appare come arretrato e quindi superato dalla Chiesa, che va oltre l’illuminismo per abbracciare la trascendenza del Vangelo». Bene, benissimo! ma non avrebbe fatto meglio il Cavalcoli a mantenere questo tono dal principio alla fine? S.P. Aggiungiamo, a mo' di Post scriptum, che ci meraviglia come Riscossa Cristiana accolga contemporaneamente il confusionario articolo del Cavalcoli e il chiarissimo quanto bellissimo articolo di Corrado Gnerre nonché quello di Piero Nicola. Suggeriamo di leggere anche l'articolo di Gianni Toffali. ——————————— 2) Vedasi UN SINGOLARE NECROLOGIO PER LA MORTE DEL CARD. MARTINI: DALLA MASSONERIA fonte: Corrispondenza Romana |
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Contra factum non datur argumentum. Non ci risulta che la massoneria sia un'associazione amica della Chiesa Cattolica. Non è quindi senza significato il necrologio che pubblichiamo. Omaggio del Grand’Oriente al card. Martini |
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“Un uomo di dialogo e di profonda cultura, che ha saputo parlare ai giovani ed è stato sempre aperto al confronto e al cambiamento. Una spiritualità forte, grande espressione della Chiesa-Parola, cioè di quel ‘kerigma’ che è oltre ogni struttura e convenzione”. Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, ricorda così il cardinale Carlo Maria Martini, morto oggi all’età di 85 anni. “Ha creduto nell’ecumenismo e nel dialogo con la società civile e con le altre religioni a cominciare dall’ebraismo – prosegue Raffi – e mancherà a credenti e non credenti la sua grande umanità e l’esempio di una riflessione che ha affrontato i grandi temi della vita umana. In ogni occasione – conclude il Gran Maestro – ha saputo sempre guardare l’altro negli occhi, cercando insieme la verità”. Roma, Villa il Vascello 31 agosto 2012 |
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