Precisiamo che articoli, recensioni,
comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi
pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma
solo se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una
semplice comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di
pubblicazione), pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.
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Giovanni XXIII incallito tradizionalista? di Vincenzo Sansonetti Segnalato da Rafminimi |
Pur non condividendo la figura di un Giovanni XXIII "incallito tradizionalista", pubblichiamo volentieri un articolo di Vincenzo Sansonetti, se non per altro, almeno per evidenziare come idee e provvedimenti tradizionali, oggi tanto perseguitate e condannate, erano idee del Papa e della Chiesa fino al Concilio Vaticano II, dove una minoranza modernista e progressista, imponendosi con colpi di mano e atteggiamenti e metodi della peggiore genia mafiosa, riuscì a prendere in mano le redini del potere e instaurare il regime dell'antichiesa, dell'apostasia, del tradimento, del giudaismo [ATTENZIONE! giudaismo dal traditore Giuda, non dal popolo giudeo] più sfacciato, regime del quale tutt'ora subiamo la violenza e le nefaste applicazioni. Sottolineatur, grassetti e colori sono nostri. |
L'anno della
beatificazione (il 2000) ha costituito l'occasione per una nuova serie
di ricerche e pubblicazioni rigorose sulla sua vita e il sue operato,
dopo che per anni, forse decenni, era mancato un approfondimento documentato
e puntuale. Ma tali studi, purtroppo, sono stati presto dimenticati
e messi da parte, complici anche due sciagurati film per la tv in cui
Rai e Mediaset hanno fatto a gara per semplificarne eccessivamente la
figura, alimentando i luoghi comuni su di lui, fino al punto di inventare
persone e circostanze. Così, quest'anno, il 2003, l'anno del
quarantesimo dalla morte e della pubblicazione della "Pacem in
Terris" (l'enciclica diventata più famosa, non necessariamente
il documento più significativo del suo pontificato), si e rifatto
vivo il "partito" di chi usa a piacimento Papa Roncalli per
sostenere le proprie (gracili) idee politiche e le proprie (banali)
concezioni ecclesiali.
Noi vorremmo invece attenerci al pieno rispetto della verità storica, tutta intera. Non è corretto, infatti, creare a posteriori la rappresentazione falsata di un personaggio, sottolineando in maniera esasperata solo alcuni aspetti della sua biografia, quelli più convenienti, e tacendone al contrario altri, quelli, come oggi si dice, meno "politicamente corretti". Proviamo a fare alcuni esempi, facendo emergere in tal modo quasi un Papa Giovanni sconosciuto, segreto, in realtà censurato e obliato. |
La disciplina del clero
Il 25 gennaio 1959, nella basilica di San Paolo Fuori le Mura, Giovanni XXIII non dà solo l'annuncio inatteso della sua intenzione di convocare un nuovo Concilio; comunica anche l'imminenza di un Sinodo per la diocesi di Roma (il Papa ha anche la responsabilità episcopale della diocesi di Roma), che dirigerà personalmente dal gennaio 1960. I lavori dureranno un anno, per giungere a una serie di conclusioni, contenute in 775 articoli, alcuni dei quali sorprendenti. Sulla falsariga di una disciplina del clero di tipo tradizionale, si stabiliscono regole molto rigide per i preti: nessun sacerdote della diocesi di Roma può frequentare sale cinematografiche, lo stadio e altri locali pubblici, è proibito viaggiare in automobile con una donna, anche quando si tratta della madre o di una sorella; si pretende la sobrietà del vitto ed è obbligatoria la veste talare. |
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Sul piano liturgico, si impone l'uso del gregoriano, i canti popolari di nuova invenzione devono essere approvati, si allontana dalle chiese ogni profanità, vietando in generale che negli edifici sacri si eseguano spettacoli e concerti, si vendano stampati e immagini, si scattino fotografie. Si condanna ogni creatività del celebrante, "che farebbe scadere l'atto liturgico, che è atto di Chiesa, a semplice esercizio di pietà privata". L'antico rigore viene stabilito anche circa gli spazi sacri, vietando alle donne l'accesso al presbiterio. Ma queste norme, a cui tanto
teneva il Beato Giovanni XXIII, alla fine rimasero lettera morta.
Le conclusioni del Sinodo Romano, che doveva prefigurare il Concilio,
caddero subito nell'oblio, e lo stesso Concilio, dove le voci "progressiste"
prevalsero anche sui voleri del Papa, non le citerà neppure
una volta, quasi non fossero neppure mai esistite. |
Altro che orripilanti canti moderni, privi di alcuna melodia e dal
senso financo equivoco. In chiesa oggi si balla, si danza, si gioca,
si fa speccacolo, si fanno concerti e soprattutto si battono le mani,
per ogni cretinata e financo nelle circostanze meno appropriate (quali
sono quelle dei defunti). In chiesa oggi si vendono tutti i tipi di
giornale, in particolare quel "Famiglia Cristiana" che fa
tanta concorrenza ai più sporchi rotocalchi (vincendo spesso
in bruttezza e sconcezza, d'immagini e di argomenti), un giornale
che non ha più niente di cristiano. Le foto poi immortalano
spesso certi baci hollywoodiani dati sull'altare da sensuali sposini.
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La lingua latina nella liturgia
Forse la più importante disposizione del Sinodo Romano è la solenne conferma dell'uso del latino nella liturgia, come lingua ufficiale e universale della Chiesa. Capitolo spinoso, e inquietante, quello del latino, la "lingua propria della Chiesa con la Chiesa perpetuamente congiunta" (come l'ha definita lo stesso Giovanni XXIII). Esiste una Costituzione apostolica di Papa Roncalli, praticamente sconosciuta e ignorata dalle biografie, la Veterum Sapientia, l'atto più solenne, come egli volle, del suo pontificato, al punto che la promulgazione, il 22 febbraio 1962, avvenne in San Pietro al cospetto del collegio cardinalizio e di tutto il clero romano. La Costituzione apostolica, interamente dedicata allo studio del latino, confermava la continuità della cultura cristiana con la cultura classica del mondo ellenico e romano, perché le lettere cristiane sono, sin dai primordi, lettere greche e lettere latine. Ma è nella sua parte pratica e dispositiva, non solo in quella dottrinale, che la Veterum Sapientia si rivela di una fermezza esemplare. Il Papa ordina ai vescovi di vigilare a che nessun 'novatore" s'attentasse di scrivere una parola contro la "lingua cattolica". A proposito degli studi ecclesiastici, stabilisce che si ridia il giusto spazio al greco e al latino, a costo di accorciare le discipline del cosiddetto cursus laicale; nei seminari le scienze fondamentali, come la dogmatica e la morale, vanno insegnate in latino, seguendo manuali scritti in latino, e "chi tra gli insegnanti apparisse incapace o renitente alla latinità, si rimuova entro un congruo tempo"! |
Il dissenso all'interno della Chiesa Vincenzo Sansonetti. |
Vedasi l'articolo collegato: La
bontà di Giovanni XXIII
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(c) Il Timone n. 27, Settembre/Ottobre 2003 http://www.kattoliko.it/leggendanera/chiesa/giovanni23.htm |