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Il tau e i francescani: misticismo e realtÀ

di   S. P.

       Già anni fa, partecipando al Convegno di Studi Cattolici di Rimini, in un mio intervento parlai del Tau e del significato negativo connesso al suo uso. Visto quanto pubblicato da Chiesa Viva per il mese di Ottobre 2007, riporto qui quel mio intervento, annotando soltanto che purtroppo la realtà è molto più grave di quanto allora io pensassi: la massoneria usa il Tau come simbolo del "Culto del fallo".

S.P.

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazion

La "Croce a Tau" e la "Croce Ansata"

 

THE TAU CROSS

 

THE CRUX ANSATA

da: "An Encyclopedic Outline of Masonic, Hermetic, Qabbali-stic and Rosicrucian Symboli-cal Phylosophy", Los Angeles California 90027. p. CLXXXIII:
Both the cross and the circle were phallic symbols, for the ancient vuorld venerated the generative powers of Nature asbeing expressive of the cre- ative attributes of the Deity. The Crux Ansata, by com- bining thè masculine TAU with the feminine oval, ex-emplified the principles of generation.

«Entrambi, la croce e il cerchio, erano simboli fallici, poiché il mondo antico venerava i poteri generativi della Natura come espressioni degli attributi creativi della Divinità. La Croce Ansata, combinando il mascolino TAU e il femminino Ovale, semplificava il principio della generazione».
La Massoneria usa la croce a Tau come simbolo del "Culto del fallo".

"Chiesa viva" Ottobre 2007, pag. 12

       Oggi si stanno diffondendo le mode più strane, ma il guaio maggiore è che spesso e volentieri esse vengono mascherate e presentate come innocenti, anzi buone e perfino sante. Novelli sepolcri imbiancati che nascondono il putridume più ributtante. A titolo d'esempio, credo che sia importante parlare della moda del cosiddetto tau di S. Francesco.
       Povero S. Francesco! Quante cose gli fanno dire e fare! Ce l'hanno presentato come un animalista, un ecologista e financo come... l'amante di S. Chiara!
       Il guaio peggiore, il paradosso, è che a tali presentazioni hanno provveduto proprio coloro che avrebbero dovuto vegliare con l'esempio, con la parola e con ogni altro mezzo a che non si sfruttasse e bestemmiasse il loro serafico fondatore, i fracescani!
       Ma ritorniamo al tau di "San Francesco"..., mi scusino i francescani e i modernisti se continuo a chiamarlo Santo, e con la S maiuscola, correndo il rischio (a loro dire) di disumanizzarlo (come se i Santi non siano uomini, ma solo extraterrestri inventati... dai tradizionalisti!).

   

       Per discutere sull'argomento prenderò in esame due testi francescani:
       1) il Dizionario francescano - Spiritualità - Edizioni Messaggero Padova, alla voce TAU, a firma di Damien Vorreux, pagg. 1785-1794; tale opera sarà sinteticamente indicata con la sigla DF seguita eventualmente dal numero di pagina;
      2) il Danzando canteranno, Casa Editrice La Porziuncola, Assisi, in quarta facciata di copertina, dal titolo "PER LA CONSEGNA DEL TAU", che sinteticamente sarà indicato con DC.
      E' da notare in premessa che nelle citazioni riporto il testo così com'è, con la sua grafia e la sua punteggiatura, e che in particolare il DF e il DC scrivono la parola tau sempre con l'iniziale maiuscola, mentre la parola Croce la riportano con l'iniziale una sola volta maiuscola (forse per sbaglio) e tutte le altre minuscola: strani questi francescani!...
      In sintesi, i due testi giocano sull'equivoco e, modernisticamente, negano quello che poco prima hanno ammesso: creano tanta confusione, ma alla fine la loro distorta concezione sul tau risulta evidente: secondo loro il tau non è la Croce, è una gran bella cosa, la bandiera di San Francesco, il segno distintivo della devozione francescana e il mezzo di salvezza per eccellenza. A dimostrazione del loro assunto citano a sproposito e scorrettamente vari passi della Bibbia, le loro Fonti francescane, il Sacrum commercium, i Fioretti...
      Storia: realmente quello che «comunemente» si dice tau ha valore e significato biblici e cristiani grandissimi, solo che quel «cosiddetto» tau in ebraico non si disegna e non si scrive come la "t" greca, come il tau appunto, bensì come la "t" ebraica, che assomiglia tanto ad una CROCE! e non c'è da meravigliarsene tanto, anche la t minuscola italiana assomiglia ad una croce! Quindi: la t ebraica viene tradotta, «riferita», in lingua greca come tau, che in greco si scrive , ma in ebraico (repetita iuvant) ha forma di croce.
      La Sacra Bibbia, di Mons. A. Martini, imprimatur 1983, edita da Di Marco nel 1984, al vol. 2°, pag. 311, al cap. IX vs. 4 dice: «E il Signore gli disse: Va per mezzo alla città, per mezzo a Gerusalemme, e segna un Thau sulle fronti degli uomini, che gemono e sono afflitti per tutte le abominzioni che si fanno in mezzo ad essa». Ma con la Nota 3 chiarisce: «Il thau è l'ultima lettera dell'alfabeto ebraico: esso aveva d'apprima la forma d'una croce, che, secondo l'insegnamento segreto e misterioso degli Egiziani e di altri popoli dell'antichità, era il simbolo della vita. Si è contestato che il thau abbia realmente avuto la forma d'una croce; ma esso è un fatto, posto, in questi ultimi tempi, fuor di dubbio dalla scienza archeologica. E però la croce, anche prima di Gesù Cristo, era già un segno di redenzione».
      E' importante notare che nello stesso passo biblico riportato dalle edizioni Paoline (Roma, 1966, pag. 919) si legge direttamente croce e non thau: «E gli ordinò: "Passa per la città, percorri Gerusalemme e segna una croce sulla fronte degli uomini che gemono e piangono per tutte le nefandezze che si commettono in mezzo ad essa"».
      Lo stesso DF, a pag. 1787, dice che «la grafia del Tau è quella di una croce», e un po' più sotto San Francesco insiste sulla Croce dicendo che i cristiani debbono «portare nel proprio corpo l'armatura della croce». E il testo aggiunge che «Questo comportamento, tenuto da san Francesco, era meritevole in una epoca nella quale tutta una corrente catara o neomanichea rifuggiva dallo stesso segno di croce, considerandolo indegno dell'opera redentrice di Dio».
      Il DF cita poi Innocenzo III al Concilio Lateranense (IV) del 1215. Ma la citazione è appunto contro la concezione distorta che i francescani hanno sul tau, infatti il Papa dice con estrema chiarezza: «Il Tau è l'ultima lettera dell'alfabeto ebraico ed ha la forma di una croce, tale quale si presentavatava la croce prima che fosse posto il cartello di Pilato []. Uno porta sulla fronte il segno del Tau, se manifesta in tutta la sua condotta lo splendore della croce; si porta il Tau se si crocifigge la carne con i vizi e i peccati; si porta il Tau se si afferma: di nient'altro mi voglio gloriare se non della croce di Nostro Signore Gesù Cristo...» (DF 1788)
      Il DF poi prosegue asserendo che Francesco «volle dunque per obbedire al Papa, segnare se stesso con il Tau della penitenza» (DF 1789). E' perciò chiaro che si tratta del tau inteso come Croce, del tau che «ha la forma di una croce», come dice il Papa, e l'ubbidiente Francesco non può intenderlo e "formarlo" diversamente! Certo può succedere che la forma greca possa racchiudere il simbolo della Croce, allora era ovvio, ma oggi, in una società tanto scristianizzata credo che le due cose non si identifichino.
      Anche il DF al p. 4 parla di simbolismo del tau, paragonandolo a quello dell'JHS, ma certo esagera e non dice il vero quando asserisce che «Il fervore popolare vedeva in essa [cioè nella devozione al tau, quindi nel tau] un mezzo magico [!!!] e miracoloso per essere preservati dalla peste e da ogni altra potenza diabolica. Lo si portava all'anello al dito o come amuleto al collo, lo si disegnava su pergamene contro la peste, lo si dipingeva sugli stipiti delle porte» (DF 1789) e subito dopo, mettendo insieme il diavolo (mezzo magico...amuleto) e l'Acqua Santa, riferisce che «Nell' anno 546, in occasione di una peste, il vescovo di Clermont in Francia organizzò una processione solenne. Lo storico Gregorio di Tours (contemporaneo dell'avvenimento) dice che subito apparve sui muri di tutte le case e di tutte le chiese "un segno che i cittadini riconobbero essere il Tau", e così cessò l'epidemia» (DF 1789). Ora è impensabile che "i cittadini" potessero tutti quanti avere tanta cultura da riconoscere immediatamente il segno greco del tau, la cosa diventa invece ovvia se per tau si intende la Croce: i cittadini videro la Croce! E' ben strana la terminologia usata dal DF per il tau: «prova... del suo potere ammaliatore» [DF. 1789], ammaliatore, da malia... stregoneria... altro che sacralità!!!
      Il DF insiste asserendo che san Francesco «attraverso questo segno fece dei miracoli» (DF 1789): tutto vero se si tratta del segno della Croce, ma strano, assurdo e falso se invece si tratta del greco tau... A proposito, come si fa a «segnare» con il tau?
      Forte è l'asserzione del DF alla lettera a) del punto 5: «Nessuno può essere salvato se non è segnato con il Tau» (DF 1790): anche qui, vero se il tau è la Croce, falso se diversamente.

Poi, confusionariamente, intitola alla lettera b): «Il Tau è salvezza attraverso la Croce» [unico caso in cui la parola Croce sia scritta in maiuscolo!] (DF 1790): come se il tau e la Croce fossero due cose distinte e diverse, e tale doppiezza viene continuata un po' più sotto con l'espressione «ogni croce e ogni segno del Tau».

Poi però, subito dopo, rientra nei ranghi del giusto riportando la preghiera di San Francesco e dei suoi "compagni": «Ti adoriamo o Cristo... e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo» (DF 1790-1791): con la Croce, non con il tau!

«La stessa cosa facevano "dovunque capitasse loro di vedere una croce [una Croce, non un tau!] o una forma di croce [corsivo nel testo, eventualmente quindi un tau a forma di Croce!].... (DF 1791).

Ma continuando il DF sembra che voglia correggere quanto poco prima era stato costretto a dire: parla di spiritualità del tau, distinguendola implicitamente dalla sua fisicità, diversa da quella della Croce, infatti torna a parlare di due cose distinte, del tau (in maiuscolo) e della croce (in minuscolo): «La spiritualità del Tau, dunque, altro non è che la spiritualità della croce, cioè dell'amore di Cristo, morto per noi sulla croce» (DF 1791).

Poco più sotto, alla lettera c), insiste intitolando «Il Tau è salvezza attraverso la penitenza» e nei successivi sei righi torna a parlare di Croce: «Se la croce ci ha acquistato salvezza una volta per tutte, noi dobbiamo rinnovare in noi quotidianamente questo mistero; noi dobbiamo "portare ogni giorno la santa croce del Signore nostro Gesù Cristo"» (DF 1791).
Ma poi dà una brutta sterzata, concludendo: «Questa è la crociata del Tau predicata da san Francesco» (DF 1791): che c'entra il tau? prima s'era parlato di Croce, e non di tau! In fine la metamorfosi si fa sfrontata: «Gesù aveva detto: "Chi vuole seguirmi deve portare la croce"; san Francesco capisce: "Chi vuole seguirmi deve essere segnato con il Tau, che ha la forma di croce"» (DF 1791): è tanto difficile il linguaggio di Gesù? come mai San Francesco"capisce" che non deve portare la Croce, ma che deve essere segnato con il tau? con il tau "che ha la forma di croce", ma che non è la Croce?
      Che il DF intenda per tau una cosa ben diversa dalla Croce è evidente e sempre ribadito in più punti, così a pag. 1791: «La liturgia del suo tempo attribuiva alla lettera Tau i medesimi attributi che venivano dati alla croce»: due cose ben distinte e diverse dunque!
      E' poi presunzione bella e buona (meglio: brutta e sfacciata) quella di vedere il tau nell'Apocalisse: «C'è un libro del Nuovo Testamento che parla del Tau senza pronunciarne il nome: il libro dell'Apocalisse che presenta gli eletti come coloro che sono segnati sulla fronte dal sigillo dell'Agnello (7,2; 14,1-7)» (DF 1792): credevo che la Chiesa avesse sempre insegnato che il sigillo dell'Agnello fosse la Croce! e con la Croce viene raffigurato l'Agnello nei testi sacri!
      Nel DC poi si può rilevare la medesima superficialità, se non proprio malafede.
      Cominciamo dal sottotitolo: «(Lettura Biblica [maiuscolo nel testo] di Ez. 9, 16...»: credo che si tratti di un errore di stampa, ma non posso non rilevare che i versetti del cap. IX di Ezechiele sono in tutto 11.
      Poi il DC passa a illustrare la storia e il fondamento del tau. Più avanti dice anche (ripetendo il DF) che del tau si parla nell'Apocalisse, ma il passo citato, Apoc. 7, 2-3, non parla di tau, eccolo: «Poi vidi un altro Angelo che saliva da oriente e portava il sigillo del Dio vivente, e si mise a gridare con gran voce ai quattro Angeli a cui era ordinato di danneggiare la terra e il mare, dicendo: "Non danneggiate la terra, né il mare, né le piante, finché non abbiamo segnato sulle loro fronti i servi del nostro Dio"». Il DC continua: «Il Tau è perciò [tipicamente illuministica questa conseguenza, nonostante l'assenza della premessa] segno di redenzione. E' segno esteriore di quella novità di vita cristiana [la mania delle novità... qual è poi quella novità?], più interiormente segnata dal Sigillo dello Spirito Santo, dato a noi in dono il giorno del Battesimo»: che c'entra il segno esteriore del tau?
      «Il Tau... come ultima lettera dell'alfabeto ebraico, era una profezia dell'ultimo giorno [quale è e cosa dice questa profezia?] ed aveva la stessa funzione della lettera greca Omega, come appare dall'Apocalisse: "Io sono l'Alfa e l'Omega... il primo e l'ultimo, il principio e la fine"» (Apoc. 21,6; 22,13). Ma coloro che parlano tanto di tau pare che vogliano parlare soltanto della fine, soltanto dell'ultimo, soltanto dell'Omega... dimenticando [volutamente?] il principio, il primo, l'Alfa
      
«I cristiani adottarono il Tau, perché la sua forma ricordava ad essi la croce, sulla quale Cristo si immolò per la salvezza del mondo»: perché? non potevano adottare direttamente la Croce? perché qui si parla del tau come di qualcosa diversa dalla Croce, che ricorda la Croce, ma che non è la Croce? Perché si mente volutamente non dicendo che il tau ha la forma della croce, che il tau vuole essere la Croce?
      «Per la somiglianza che il Tau ha con la croce...In lui il vecchio segno profetico si attualizza [quale vecchia profezia si attualizza o parla... di tau?]... esprime la beatitudine della povertà, elemento sostanziale della forma di vita francescana. ... Il Tau era quindi il segno... rivelatore di una convinzione spirituale profonda [non di Fede?] che solo nella croce di Cristo [quindi non nel tau!] è la salvezza di ogni uomo... Il Tau ... è... segno concreto di una devozione cristiana, è soprattutto un impegno di vita nella sequela del Cristo povero e crocifisso»: no, cari francescani: della Croce che ne avete fatto?
      Strana è infine la formula della benedizione e dell'imposizione del tau: «N... ricevi il Tau, segno della salvezza, con il quale fosti segnato il giorno del tuo Battesimo»: strano davvero! il Battesimo, non si amministra con il segno della Croce?!
      Insomma, non si capisce bene: una volta il tau è la Croce e tante altre no...
      Niente di eccezionale se talora (molto raramente) la t ebraica viene disegnata così come è detta in greco () su qualche vetrata di chiesa: la trasposizione acritica, sic et simpliciter, non intendeva e non voleva negare nulla alla realtà storica, al segno di Croce, ed è possibile che anche S. Francesco l'abbia usato, ma ovviamente in tal senso, con le più rette e sante intenzioni, che, trattandosi di S. Francesco, non possiamo mettere in dubbio, mentre il dubbio è d'obbligo con i suoi degeneri figli. Come si fa a non dubitare oggi, quando certe manifestazioni di religiosità vengono condannate come espressioni di fanatismo?
      Oggi in chiesa si danza e si canta, ma non si sta in ginocchio...;
      oggi non si ha nulla da ridire se dei giovani indossano la bianca veste buddista, ma si grida allo scandalo se si vede un prete con la tunica...;
      neppure dal gioielliere si trovano più il bel Crocifisso di una volta, il Cuore di Gesù, la Medaglia Miracolosa, la Madonna del Carmelo, è molto, ma molto difficile; si trovano invece certi sgorbi moderni (alla Paolo VI), certe madonnine.. all'ultima moda, tanti serpenti e... il tau.
      Risulta quindi quanto meno sospetta la propaganda e la diffusione del tau da parte di quei monaci che, tra l'altro, hanno vergognosamente gettato la tunica alle ortiche per indossare non il rozzo saio di San Francesco, ma i più moderni e meno impegnativi blue jeans.
      Che c'è sotto? Perché la traduzione (il tau) se possiamo avere l'originale (la Croce)? Come mai si vedono oggi tante croci capovolte? sono capovolte alla S. Pietro o alla Satana? e si sa bene, e lo sanno tutti che la croce capovolta è un segno satanico!!! Come mai si vedono tante croci costruite con tanti teschi? ovviamente si tratta della satanica croce di morte, non della Santa Croce della Vita!!! E fra tanto guazzabuglio.... ecco il tau! E allora ripetiamo: che c'è sotto?
      Analizziamo la croce servendoci di un qualunque vocabolario. Eccola qui sotto, a sinistra:

   
 

       Se adesso osserviamo il «francescano» tau, sulla destra, vediamo che esso è fatto da una croce senza testa:
       E' importante notare la grafia del tau, che andrebbe scritto e fatto alla greca () e non come una croce senza testa (T).

       Ma la Croce rappresenta Cristo.
       E allora: il tau è un Cristo senza testa? decapitato? Chi vuole o ha voluto la Sua testa? Chi grida o ha gridato crucifige?

       Inoltre: quando ci segniamo, cioè quando ci facciamo la croce, sulla testa (che manca nel tau) noi poniamo il Padre.
       E allora: chi vuole toglierci il Padre? chi ci vuole orfani?

      

Ancora: con la Croce esprimiamo l'unità e trinità di Dio, i due misteri principali della Fede.
       E allora: cosa vogliono togliere alla nostra Fede? Che Trinità può esprimere il segno greco della t (non più ebraica e quindi non più croce, non più biblica, non più cristiana)?

       Conclusione: eliminiamo il tau e diffondiamo l'antico segno della Croce, chiarissimo e certissimo segno di Cristianesimo, di verità e di Fede! Così facendo non saremo forse moderni, ma in compenso saremo sicuramente seguaci del Crocifisso, del Cristo Crocifisso, in linea con S. Paolo (I Cor. 2,2), e veri devoti di S. Francesco d'Assisi!

Regnat a ligno Deus! Christus regnet!

S.P.

 
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