Precisiamo che articoli, recensioni,
comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo
se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice
comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione),
pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata. |
Finalmente un po’ di chiarezza! A PROPOSITO DELLE NOMINE PAPALI Fonte: http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV299_Finalmente_un_po_di_chiarezza.html |
Facendo seguito al nostro articolo, pubblichiamo volentieri l'articolo di Giacomo Fedele, che fa luce e chiarezza su alcuni punti fondamentali dell'aggrovigliata tragedia che travaglia la Chiesa. La Redazione I grassetti rossi e le parentesi quadre dei riquadri celestini |
È sentire comune dei cattolici affidarsi alla Provvidenza nei momenti difficili. La cosa appare ingenua, se vista dall’esterno, ma il cattolico che ha sperimentato l’intervento della mano di Dio, sa per certo che il Signore non abbandona chi lo invoca, specialmente quelli dei suoi fedeli che si rivolgono a Lui per intercessione della Sua Santissima Vergine Madre. |
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(1) Quello che solitamente riescono a fare per supplire alla povertà delle argomentazioni è usare paroloni, inventandosene anche dei propri, e un periodare contorto, che risulti difficilissimo da seguire: la gente non deve capirci nulla! Ci ricorda tanto quel procedere "filosofico idealista" degli anni di liceo quando ci si divertiva a meravigliare sfoggiando l'oggetto dell'oggetto oggettità soggetto dello'oggetto oggettivo del soggetto pensante..... |
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…la Fraternità pensa, certo, che tutto l’insegnamento sulla libertà religiosa si sia allontanato dalla Tradizione. Ma certe persone molto intelligenti hanno provato a sottolineare che si tratta di uno sviluppo consistente. Quello che cerco di sostenere è che loro devono dire che nel Concilio non v’è niente che sia contrario alla Tradizione e che ogni testo, o ogni parte di esso che viene contestata, dovrebbe essere letto nel contesto del Concilio, e letto alla luce della Tradizione. Mi sembra che nonostante le loro difficoltà dovrebbero essere in grado di farlo. |
Che dire? A parte la gratuita battuta sulla poca intelligenza della Fraternità, Mons. Di Noia sfonda una porta aperta… peccato che si tratti di una porta che non porta da nessuna parte, tranne che al Concilio Vaticano II… che sarebbe semplicemente intoccabile. Mons. Di Noia arriva tardi, i modernisti è da cinquant’anni che lo ripetono, e con le stesse argomentazioni. |
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…Voglio dire che si enfatizza eccessivamente l’infallibilità. È per questo che Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno deciso di non definire infallibilmente alcunché, perché si vede quello che succede (2). La gente dice: “Devo credere solo a ciò che è stato definito infallibilmente”. … Quindi, no, il Concilio contiene insegnamenti vincolanti. I Padri hanno scritto come vescovi della Chiesa in unione col Papa e per questo il Concilio è così importante. …Io dico spesso che quello che conta non è ciò che hanno inteso i Padri del Concilio, ma come lo si applica oggi. Si tratta infatti di un documento vivente. |
(2) Quindi per non enfatizzare l'infallibilità Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno deciso di non definire infallibilmente alcunché... perché la gente deve smetterla di credere al definito, ora deve imparare a crede al nuovo in divenire, al mutevole. Ma già al tempo del concilio qualcuno aveva le idee fin troppo chiare se si preoccupò di precisare e assicurare che non si sarebbe definito alcunché, con la scusa del pastorale. Si ottennero così due risultati: catalizzare la reazione dei buoni (calmi perché in fondo niente di sostanziale sarebbe cambiato) e assicurare i modernisti che finalmente si cambiava filosofia! |
Come si possano conciliare queste due affermazioni è davvero uno dei misteri della neo-Chiesa conciliare. Mistero che dura da cinquant’anni e che secondo il Papa attuale si spiegherebbe con l’ermeneutica della riforma nella continuità (3). Ora, se ciò che conta è l’applicazione odierna del Concilio, è evidente che è tale applicazione ad essere vincolante… ecco spiegato perché gli ultimi papi non vogliono definire alcunché in modo infallibile… perché non v’è nulla di infallibile in questa neo-Chiesa conciliare, tutto è mutevole e legato all’interpretazione e all’applicazione che via via si ritiene di dover praticare. È la logica implicita dei documenti viventi o, se si vuole, della tradizione vivente, che inevitabilmente solo gli uomini possono “vivere”, soprattutto gli uomini di Chiesa che hanno trasformato il cattolicesimo in protestantesimo. |
(3) Ermeneutica della riforma della continuità: che paroloni fuori del comune! Riformare nella continuità o continuare a riformare? Per questi tedeschi la riforma è proprio una fissa... alla maniera di Lutero. |
Se saranno accettati dalla Chiesa e riammessi alla piena comunione, saranno una sorta di testimonianza vivente della continuità… una testimonianza vivente che la continuità tra il prima e il dopo Concilio è reale.(4) |
(4) Presumere una tale continuità significa negare sfacciatamente l'evidenza, significa negare la realtà! ma l'idealismo tedesco non si fa imprigionare dalla realtà, per esso è vero quello che vuole credere vero: la realtà è cosa soggettiva! |
Preghiamo i lettori di essere indulgenti con noi, ma non possiamo frenarci
dall’esclamare: ecco serviti i tradizionalisti che credono che la
regolarizzazione canonica della Fraternità serva a “tradizionalizzare” la
Chiesa conciliare! |
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Essi devono dire: “Sì, credo che lo Spirito Santo preservi la Chiesa dall’errore”. E allora io potrò dire: “Bene, allora sei un cattolico”. La Fraternità è stata alimentata da persone che usano la parola “errore”. Errore è un termine vago nella Tradizione cattolica. Vi sono diversi livelli di errore. A volte significa che sei caduto nell’eresia, altre che sei sconsiderato. |
Insomma, Mons. Di Noia sostiene, in teologichese, che chi non dice che il Vaticano II è totalmente privo di errore, non è cattolico! Sulla base della sua spiegazione dell’errore, ci chiediamo: il nuovo Vicepresidente della Commissione Ecclesia Dei è un eretico o uno sconsiderato? |
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Il Concilio ha detto che ci sono elementi della grazia nelle altre religioni e io non penso che questo dovrebbe essere ritrattato. Io li ho visti, li ho conosciuti, ho incontrato luterani ed anglicani che sono santi.(5) |
(5) Più di tutti il loro esimio fondatore, San Lutero, del quale pare sia molto devoto Benedetto XVI. L'oscura Chiesa pre-Concilio lo ha condannato, i suoi amici lo chiamavano Porcus Saxoniae, ma si sbagliavano tutti e gli amici scherzavano di certo : è santo, parola di Di Noia! |
Forse Mons. Di Noia non sa che il mondo è pieno di santi… santi buddisti,
musulmani, indù, woodoo, ecc. … Vuoi vedere che Nostro Signore si è
sbagliato quando ha comandato di convertirli perché non vadano all’Inferno? … Mah! |
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Se credono che Nostra Aetate sia stata interpretata malamente, allora devono entrare nell’agone per interpretarla meglio. Piuttosto che passeggiare fuori dal campo, essi devono giuocare la partita. |
Ah! Questi panchinari di “lefebvriani”, che criticano tutto standosene fuori dal campo… vengano loro a giuocare la partita! E poi vedremo cosa saranno capaci di fare! |
(6) Ma soprattutto ne uscirebbe con le ossa rotte la Fraternità: disprezzata dai nemici e certo abbandonata dagli amici. |
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Mons. Gehrad Ludwig Müller, finora vescovo di Ratisbona, è stato nominato il 2 luglio, e, come dice lui, è un teologo sia come scrittore (circa 400 pubblicazioni), sia come esperto di diversi organismi ecclesiali tedeschi, tanto che per 16 anni è stato professore ordinario di Dogmatica presso l’Università Ludwig-Maximilian di Monaco di Baviera. |
(7) Ovvero eretiche, lo chiariamo per il nostro lettore
(8) Si veda a questo proposito "Ratzinger: grande difensore della fede?", in Il Terzo Segreto di Fatima pubblicato dal Vaticano è un falso. Eccone le prove..., di Laurent Morlier, cap. X, pagg. 157-169, Salpan Editore 2005 (9) Non siamo assolutamente d'accordo sul sempre, il quale deve trovare il suo limite nella Tradizione e nella Rivelazione: fino a che il Papa non contraddice la Rivelazione e la Tradizione. (10) Non è importante che lo sappia, ma che lo faccia bene. (11) Qui rimandiamo al nostro articolo "Risposta a Don Bux". |
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…il Santo Padre conosce me e il mio lavoro teologico, non solo come autore, ma anche come esperto del Sinodo dei Vescovi a Roma e dei comitati per l’ecumenismo e la fede della Conferenza Episcopale tedesca. |
Quindi nessun dubbio sulla consapevolezza della scelta da parte di Benedetto XVI. Nessuno può impedirci di osservare che in questa scelta abbia influito non poco il fatto che Mons. Müller è un tedesco, allievo di Ratzinger e in sintonia con lui anche adesso che è Benedetto XVI. Sintonia che fa pensare che il Papa si fidi ciecamente di lui, come sostenitore e custode del suo pensiero teologico. |
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La Congregazione è responsabile della promozione della dottrina della fede
e non solo della sua protezione. La riorganizzazione del 1965 ha posto
quest’aspetto positivo al centro. Si tratta di promuovere la teologia e il suo
fondamento nella Rivelazione, per garantirne la qualità, nonché di
considerare gli importanti sviluppi intellettuali su scala mondiale. Non
possiamo semplicemente e meccanicamente ripetere la dottrina della fede.
Essa dev’essere associata agli sviluppi intellettuali del tempo, ai
cambiamenti sociologici, al pensiero della gente. (12) |
(12) MODERNISMO PURO !!! |
C’è poco da analizzare in questa affermazione. Qui si dice, papale papale, che
il compito del “custode” della dottrina della fede non è quello di custodire, ma
di innovare, associando l’insegnamento di Cristo e degli Apostoli, e quindi
l’insegnamento bimillerario della Chiesa, “agli sviluppi intellettuali del tempo,
ai cambiamenti sociologici, al pensiero della gente”. |
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(13) Quindi fine ultimo della Chiesa non è servire Dio, ma il mondo, aggravando la blasfema espressione con lo specificare "servire realmente il mondo in nome di Cristo"! Satana può esserne finalmente soddisfatto! |
Come dire che Nostro Signore si sarebbe incarnato, avrebbe subito la
Passione, sarebbe stato Crocifisso, sarebbe Risorto, sarebbe asceso al Cielo e
siederebbe alla destra del Padre… per servire il mondo! Così che la Sua Chiesa debba oggi, dopo il Vaticano II, adattarsi al mondo!
C’è ancora bisogno di andare a spulciare i testi di questo vescovo tedesco
allievo di Ratzinger, per cercare di capire se è ortodosso o eterodosso? |
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…il Concilio Vaticano II è stato un evento meraviglioso, sebbene di un tipo po’ diverso rispetto ai concili precedenti. La sua legittima intenzione era, non solo di rispondere a certi errori per correggerli, ma di fornire una visione globale della fede cattolica. Non mirava a singoli elementi, ma al quadro generale, alla grande architettura della Chiesa attuale composta da ampie sale dove ci si può sentire a casa e vivere gioiosamente. |
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Che Mons. Müller si sia lasciato prendere dalla foga dell’intervista, è
comprensibile, ma, di grazia, dove ha visto che il Vaticano II ha risposto a
certi errori per correggerli? |
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Occorre piuttosto essere aperti all’insieme della fede cristiana, all’intera professione di fede, a tutta la storia della Chiesa e allo sviluppo del suo insegnamento. Si dev’essere aperti alla tradizione vivente, che non finisce da qualche parte – diciamo nel 1950 -, ma va avanti. |
Concetto che Mons. Müller ha ribadito in una intervista a Radio Vaticana del
4 luglio: L'obiettivo è sempre l'unità della Chiesa e dei fedeli con la Chiesa. Si
può essere cattolici, solo se si riconosce pienamente la fede della Chiesa. Ciò
include il magistero e nel magistero ha un ruolo particolarmente importante
anche il Concilio Vaticano II. *** |
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C’entra, eccome! Basta leggere le dichiarazioni allucinanti dello stesso Mons.
Gerhard Ludwig Müller, effettuate nel corso di una intervista rilasciata al noto
settimanale liberale tedesco Die Zeit, nella sua versione on-line. |
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Con buona pace di tutti quegli amici cattolici tradizionali che continuano a pensare che a Benedetto XVI stia a cuore la Tradizione. L’unica tradizione che sta a cuore a Papa Ratzinger è la sua! |
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Anche qui, riportiamo solo alcune perle, senza commento, ché non serve, e rimandiamo alla lettura dell’intera intervista. |
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I vescovi e i sacerdoti [della Fraternità S. Pio X] non sono riabilitati. Il Papa non ha fatto altro che
rispondere al loro desiderio di vedere revocata la scomunica. Adesso
bisognerà valutare se essi soddisfano ai requisiti che la Chiesa cattolica
richiede per i suoi sacerdoti. |
In seguito alla scomunica, il vescovo Williamson è sotto l’autorità del Papa e
non di quella dei suoi Superiori. Il Santo Padre deciderà la sorte del
vescovo. Io raccomando alla Fraternità di abbandonare queste persone. |
La Fraternità San Pio X deve ritornare interamente sul terreno della Chiesa
cattolica e riconoscere l’autorità del Papa, le decisioni del Concilio Vaticano
II e l’attuale legge della Chiesa. Se lo fa, accetta anche che il seminario di
Zaitzkofen ricada sotto la supervisione della diocesi di Ratisbona. Il
seminario dovrebbe essere chiuso e gli studenti –se sono idonei– dovrebbero
andare in un seminario del loro paese d’origine. |
Io ho scritto una lettera in Vaticano e ho chiesto di verificare lo stato
giuridico del seminario di Zaitzkofen. Anche la costituzione della Fraternità
dovrebbe essere riesaminata dai canonisti. |
La consacrazione illegale non può portare ad un ricevimento ufficiale. L’episcopato è un ministero di unità. I quattro vescovi consacrati dall’Arcivescovo Lefebvre non hanno la qualificazione per questo ufficio. |
I quattro vescovi della Fraternità San Pio X dovrebbero dimettersi e non
dovrebbero parlare in pubblico di questioni politiche ed ecclesiastiche. (15) È
necessario che conducano una vita esemplare come semplici sacerdoti o
cappellani, per riparare ai danni che ha causato lo scisma. |
(15) Si noti: prima le questioni politice e poi le ecclesiastiche: per questi sconsiderati, prima viene la politica, il sociale, e poi, ma poi, il religioso; prima l'uomo e poi Dio! |
Ecco chi è il nuovo Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, uomo di fiducia di Benedetto XVI. |
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Siamo arcistufi di questi pseudo prelati che si fanno chiamare teologi (16) e vengono riconosciuti come tali in alto loco, mentre invece dimostrano di essere degli scadenti epigoni delle vecchie comuni sessantottine, dove il concetto più profondo che si coltivava era: ammazzare un fascista non è reato! |
(16) Teologi da strapazzo che non sanno neppure l'abc del catechismo! |
E queste reminiscenze “storico-politiche” ci inducono a pensare che non può essere un caso che Benedetto XVI abbia scelto l'amico Müller per questo posto così delicato nella Gerarchia della Chiesa. |
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Se la Fraternità San Pio X accetterà le proposte vaticane dovrà fare i conti col
nuovo custode della Dottrina, accettandolo come rappresentante ufficiale
dell'insegnamento cattolico.
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Così, come dicevamo all'inizio, si è fatta finalmente chiarezza e si è dimostrato
in che cosa consistano realmente la buona volontà e la benevola disposizione
di Benedetto XVI nei confronti della Tradizione. |
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Giacomo Fedele |
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