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La liturgia dei lefebvriani Partecipare alle Messe della fraternità San Pio X è vietato o si tratta di un movimento come tanti nella Chiesa? Fonte: Famiglia Cristiana, 3 Ottobre 2010 |
Il sig. Severino Dianich rispondendo ad un lettore di Famiglia Cristiana (03-10-2010) sproloquia sulla Messa dei lefebvriani e sulla presunta 'bellezza' della cena di Paolo VI, di evidente sapore protestante, fatta con l'accordo dei protestanti e gradita ai protestanti. Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi |
Nel luglio 2009, dopo l'assoluzione (1) dalla scomunica dei suoi vescovi ordinati senza il consenso del Papa, Benedetto XVI affermava che la Fraternità San Pio X (i seguaci di monsignor Lefebvre), "non ha uno statuto canonico nella Chiesa e i suoi ministri non possono esercitare in modo legittimo alcun ministero" (2). Chi volesse partecipare alla sua liturgia solo perché gli piace di più, dovrebbe ricordarsi che accostarsi ai sacramenti non è una questione di gusti. (3) Se poi giudicasse negativamente il rito del Vaticano II, dovrebbe ricordarsi che è stato un concilio con il Papa, l'assemblea di 2.500 (4) vescovi cattolici (5) di tutto il mondo, a volere la riforma (6), non un gruppo di teologi bizzarri. Ma soprattutto dovrebbe riscoprire la bellezza dell'unione fraterna, (7) nel partecipare alla Messa con le parole, i canti, i gesti di tutti, in gioiosa fraternità, rispetto a una celebrazione alla quale si "assiste" ascoltando senza capire (8) e solo guardando ciò che accade all'altare (9). Severino Dianich |
(1) È vergognoso leggere e constatare come un Sacerdote (che comunque non si firma come tale) possa fingere di non sapere che esistono scomuniche valide e scomuniche invalide e che ha senso parlare di "assoluzione" solo quando si tratta delle valide, ed è più che notorio che la scomunica inflitta a Mons. Lefebvre era del tutto invalida. |
Alla c.a. del teologo don Severino Dianich con richiesta di pubblicazione e/o di inoltro al signor "Riccardo D.S." di Raffaele Minimi |
Reverendo don Severino, |
Se è perchè "piace di più", lei obietta che "accostarsi ai Sacramenti non è questione di gusti". |
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Dopo di che avanza l'ipotesi che, forse, il signor "Riccardo D.S." potrebbe "Giudicare negativamente il rito del Vaticano II [SIC!]" . |
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A questo punto, chiude il pezzo con un'apologia della riforma (10) e dell'aspetto comunitario del rito riformato. |
(10) Ma la storia insegna che le riforme, tutte le riforme (da quella protestante a quella agraria...) sono state sempre un disastro. Quella di Trento infatti non fu una riforma, ma una controriforma. Pertanto con la giustezza dell'incoscio il Dianich, quando chiama riforma la cena di Paolo VI, dice bene, dice il vero! |
Ne faccio un breve elenco: |
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2) "Giudicare negativamente il rito del Vaticano II"? (11) Scusi, ma Lei, con l'espressione "rito del Vaticano II", vuole per caso indicare la liturgia oggi in uso corrente? Se è così, Ella si sta comportando come coloro che chiamavano "Russi" coloro che dovevano essere indicati come "Sovietici"! L'unico rito del Vaticano II, è la Messa di San Pio V, che è la ""LITURGIA DEI LEFEBVRIANI" e che fu l'unica Messa celebrata nel corso di quel Concilio.. |
(11) E perché no? La cena di Paolo VI è di sapore protestante, la possono celebrare anche i protestanti (come loro stessi hanno dichiarato!), non ha la chiarezza e certezza del rito cattolico, del rito tridentino, del rito che la Chiesa ha usato per 2000 anni! |
A voler essere proprio pignoli, il "rito del Vaticano II", è la Messa di San Pio V, AI SENSI DEL Messale così come fu riveduto nel 1965. |
(12) Con la benedizione di Paolo VI e di tanti altri protestanti... |
3) Infine si lancia in una ode all'aspetto comunitario della liturgia riformata, ma, tale aspetto, è più o meno importante di quello SACRIFICALE? è più o meno importante del fatto che nella Messa si rinnovano la Passione e Morte di Nostro Signore? Non le sembra, anzi, che insistere sull'aspetto comunitario, possa sminuire l'aspetto sostanziale, ovvero quello sacrificale? |
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Cordialmente, |
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