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Giovanni Paolo II è santo? 
IXª Puntata

Ecco come ti confeziono il miracolo
di S.P.

Su fondo verdino riportiamo quanto scritto nel Settimanale VISTO, n. 47 del 24-11-06.

 
Su fondo giallo riportiamo le nostre osservazioni. Grassetti, colori, parentesi quadre, salti di testo indicate con (...) e sottolineature sono nostre.

CON UNA CAREZZA WOJTYLA GUARI’ IL MIO OCCHIO MALATO

La signora Rita Arcangeli, afflittada una grave infezione, tornò sana dopo un incontro con il Papa. «Ho sofferto per lungo tempo, temevo di perdere la vista. Poi, il Pontefice mi parlò, mi sfiorò e subito il male scomparve»

di Francesco Cordella

Fonte: DIPIÙ, n. 19, 16 Maggio. 2005, pagg. 68-69

       Di primo acchito potrebbe sembrare un vero miracolo, ma a bene osservare, non ne sarei tanto sicuro. Ha tutta l'aria di un pacchetto ben preconfezionato, almeno a prima vista. Le stranezze son diverse e gravi...

S.P.

        Roma, maggio

       Ho pianto per ore quando è scomparso Papa Wojtyla. L'ho sempre pregato e gli sarò sempre grata: devo a lui una guarigione prodigiosa. Ancora adesso mi vengono le lacrime agli occhi ogni volta che lo nomino. Già, i miei occhi. Soffrivo di una grave infezione a un occhio, quello destro, ero costretta ad andare ogni giorno dal medico, a girare con una vistosa benda, afflitta dal dolore. Nonostante le cure, l'infezione non migliorava, ed ebbi un terribile timore: quello di perdere la vista. Ma poi riuscii a incontrare Giovanni Paolo II: lui mi parlò, accarezzò il mio occhio e il male sparì. Per me, fu un miracolo».
       Questa eccezionale testimonianza arriva dalla signora Rita Arcangeli, assistente sociale in pensione, che dopo la scomparsa di Wojtyla ha deciso di rivelare la storia della sua guarigione: una guarigione miracolosa. [1]   Viene così alla luce un altro miracolo di Karol Wojtyla, destinato a finire nel dossier del Vaticano che raccoglie le segnalazioni di grazie.

 

 

[1] Interessante notare che la sig.ra Arcangeli, benchè si sia ritenuta miracolata da Giovanni Paolo II neoeletto Papa, decida di parlare del "miracolo" solo dopo la morte del Papa.
È successo, in passato, che dei Santi abbiano compiuto dei miracoli mentre erano ancora in vita, ma i miracolati gridavano subito al miracolo... non lo tenevano nascosto e non aspettavano la morte del Santo per rivelarlo!
I miracoli dell'ancora vivente San Giovanni Bosco, ad esempio, facevano in un batter d'occhio il giro della città, e molto spesso oltrepassavano anche i confini del Paese...
Quale diffusione, dunque, avrebbero oggi i miracoli, visti i numerosi mezzi d'informazione disponibili (TV, radio, stampa, internet, ecc...)!
Ed invece, cosa strana, coloro che si ritengono "miracolati" da un Papa ancora vivente, tacciono...
Anche la sig.ra Arcangeli, "afflitta dal dolore", nel continuo timore "di perdere la vita", guarita "miracolosamente" (a suo dire) dal Papa, tace e aspetta la morte del suo guaritore prima di gridare al mondo intero la contentezza di una guarigione miracolosa...

«Un giorno sentii una forte fitta»
      
«Se la mia vicenda contribuirà alla canonizzazione del Pontefice, ne sarò felice», dice la signora Arcangeli, che vive a Roma con il figlio Francesco, cantante, e ha altri due figli: Monica, musicista a Parigi, e Valentina, che lavora con l'ex marito [2] della signora, manager in una società americana.
       Ascoltiamo dunque, senza mai interromperla, la testimonianza di Rita Arcangeli.
       «Il mio calvario cominciò un sabato del 1974. Stavo passeggiando con mio marito a Genova, la città in cui ci eravamo trasferiti da Roma per lavoro, quando all'improvviso sentii un dolore all'occhio destro: una fitta così forte che mi fece urlare.
       «Andammo all'ospedale dove fui immediatamente visitata, anche dal primario, che mi disse: "Signora, mi spiace molto, ma lei ha contratto un herpes virulento all'occhio: una infezione grave che potrebbe [3] crearle problemi alla vista e le porterà dolore per moltissimo tempo".

 

[2] Sono finiti i tempi in cui il miracolato, se non in grazia, abbondonava il suo stato di peccato...
L'articolista non specifica se la sig.ra Arcangeli sia semplicemente separata o divorziata, ma, quell'«ex-marito» non suona affatto bene! e da quando è "ex", da prima del miracolo o da dopo? E chi ha voluto e fatto sì che ci fosse l' «ex»? Lui o lei?
Quando Lucia dos Santos chiedeva alla Madonna di guarire quella o quell'altra persona da un male incurabile, la Madonna rispondeva puntualmente: "Se si convertirà e cambierà vita, guarirà..."
E come non ricordare le parole di Gesù nel guarire gli ammalati: "Va' e non peccare più!"

Un vero miracolo dovrebbe sortire i suoi effetti non solo sul corpo, ma anche sull'anima...

C'è poi da augurarsi che i tre figli non conducano la solita vita scandalosa degli artisti...

[3] È da notare l'uso del condizionale usato dai medici: una grave malattia, ma niente di certo sul suo sviluppo, il dolore invece è sicuro.

«Un calvario durato cinque anni»
      
«Non esisteva, mi dissero, una cura efficace che potesse fare guarire definitivamente il mio occhio. I medici mi spiegarono che l'herpes poteva scomparire [4], ma che si sarebbe sempre ripresentato [5], provocandomi dolore e sofferenza. Vidi nel mio futuro un infinito calvario ed ebbi una grande paura: quella di perdere la vista dall'occhio destro.
       «All'ospedale mi medicarono, mettendomi delle gocce nell'occhio e una benda per coprirlo. Da quel

 

[4] "L'herpes poteva scomparire": i medici lo dissero già allora, era una ipotesi naturale possibile, perché allora parlare subito e senz'altro di miracolo? chi ci dice che non sia scomparso naturalmente? perchè gridare al miracolo per una malattia che può andar via da sé?

[5] Anche questa già allora fu vista come ipotesi, ipotesi che può o non può essersi realizzata: per parlare di miracolo occorrerebbe ben altro.

momento avrei dovuto presentarmi in ospedale ogni mattina per farmi medicare: l'herpes virulento, infatti, può infiammare seriamente la cornea e va tenuto sotto controllo.
       «Per me fu, in qualche modo, una condanna: andavo in ospedale ogni giorno, sul posto di lavoro spesso sentivo forti dolori e la notte a volte non dormivo. La zona intorno all'occhio si gonfiava e, all'interno, comparivano tracce di sangue.

       «La situazione andò avanti così per tantissimo tempo. A volte, come mi avevano anticipato i medici, l'herpes scompariva e potevo togliere la benda, però puntualmente si ripresentava a distanza di pochi giorni: e quando si ripresentava, sentivo un dolore fortissimo e dovevo correre all'ospedale. Un problema che mi rovinava la vita. Continuavo a consultarmi con i medici, ma la risposta era sempre la stessa: "Signora, non c'è niente da fare".
       Fra tante sofferenze, il mio calvario proseguì per un tempo lunghissimo, impensabile: cinque anni. Cinque anni con l'occhio bendato, i dolori, le quotidiane visite all'ospedale.
       «Pensai anche di rivolgermi a centri specializzati per la cura dell'occhio all'estero, ma anche i luminari di altri Paesi mi scoraggiarono: "Signora", mi dicevano "non c'è niente da fare. Purtroppo, lei è costretta a convivere con questo supplizio".

        «Soltanto la fede mi dava conforto: pregavo tutti i giorni e la preghiera mi faceva stare meglio. [6]
Nel 1978, poi, quando fu nominato Papa Karol Wojtyla indirizzai a lui le mie preghiere [7]: fin dal primo momento provai una particolare devozione per lui. [8]

 

[6] Faceva benissimo la sig.ra a pregare, ma non si può non rilevare che ella, almeno fino al 1978, non pregava Karol Wojtyla..., e quella preghiera la "faceva star meglio".

[7] Quindi fin dal 1978 indirizza subito le sue

preghiere non a Dio, non alla Vergine Santissima, non a San Giuseppe, non a un Santo qualunque, ma addirittura ad un uomo, ancora vivente e del quale non si conosce affatto la santità, ad un Papa appena eletto!...
Questa è fede in Dio o nell'uomo? Fede nell'uomo, perfettamente in linea con la filosofia amata da Wojtyla... la qual cosa è molto sospetta.
E la fede nell'uomo può fare miracoli?

[8] Da cosa nasce quella sua "particolare devozione" per Karol Wojtyla, Papa appena eletto e ancora sconosciuto
Tra l'altro è normale che un ammalato grave, fortemente desideroso di guarigione, rivolga le sue preghiere alla Vergine SS. o ai Santi già canonizzati o dalla santità indiscussa e notoria.
Ed infatti gli ammalati, ancora oggi, non cessano di far lunghi pellegrinaggi nei santuari mariani (Lourdes è presa d'assalto...) o di offrire preghiere e suppliche a Santi come l'amatissimo San Pio da Pietrelcina o San'Antonio da Padova, il taumaturgo del mondo intero.
Non si spiega, dunque, come mai la sig.ra, afflitta da tanto male, ad un certo punto indirizzi le sue preghiere ad un Papa ancora sconosciuto e per il quale, stranamente, dice di aver già una "particolare devozione"...

       «Dentro di me cresceva ogni giorno il desiderio di incontrarlo e così una sera partii per Roma, portando con me le mie due figlie [9]: andammo ospiti a casa di mia madre con la speranza di vedere da vicino Karol Wojtyla.
       «Era un mercoledì del gennaio 1979: arrivai a San Pietro di mattina presto per seguire l'udienza del Papa e riuscii a entrare nella Basilica, sistemandomi nelle prime file assieme alle mie figlie. Attesi il Papa con il cuore colmo di speranza, augurandomi che si sarebbe avvicinato a noi. Dopo un'ora e mezza, da lontano, lo vidi finalmente arrivare tra la folla di noi fedeli. Mi sembrò una visione paradisiaca. [10]   Il Papa sorrideva e il suo volto [11]  mi colpì: un volto da Santo, questo pensai. Ero già felicissima così, di averlo visto, ma poi accadde quello che tanto sognavo: Wojtyla si avvicinò a noi. Prese tra le sue braccia una delle mie figlie, e subito dopo si voltò verso di me. Mi disse una frase che non potrò mai dimenticare: «Tu sei buona. Dirò una preghiera per te. Anche come uomo» [12]. Mentre pronunciava queste parole che alle mie orecchie risuonarono meravigliosamente, iniziò ad accarezzare la zona intorno al mio occhio malato, che era coperto con la solita benda. Mi sfiorò la pelle intorno all'occhio con due dita per un tempo che mi parve lunghissimo. Io, con il cuore che mi batteva forte, gli dissi: "Grazie, Santo Padre". Lui mi sorrise ancora e infine andò, continuando il suo cammino tra i fedeli
       «Tornai così a casa di mia madre. E solo allora pensai al mio occhio: non sentivo più dolore. Andai davanti a uno specchio, mi tolsi lentamente la benda e quello che vidi fu incredibile, prodigioso: il mio occhio era guarito completamente. Niente più gonfiore, niente piu tracce di sangue al suo intemo, niente più dolore. Dopo che il Papa mi aveva toccato, il mio male era sparito completamente. "Credo proprio sia un miracolo di Giovanni PaoloII", dissi a mia madre, che mi guardò esterrefatta. Sapevo, dentro di me, che l'herpes non si sarebbe mai più presentato, come accadeva prima: quel giorno, dopo che il Papa mi aveva sfiorato la zona malata, ebbi la sensazione che non avrei più sofferto. E infatti così fu. L'herpes non si ripresentò, mi liberai per sempre di quel supplizio e del timore di perdere la vista.

 

[9] E il marito era rimasto a Genova? perché non l'aveva accompagnata? o era già diventato un "ex"?

 

 



[10]
Evidentemente si tratta di un paradiso ben misero..., se basta tanto poco!

[11] Un volto invero molto fotogenico, d'attore di successo, di un bell'uomo. Ma confondere la bellezza fisica con la santità è senz'altro un errore.

[12] Che significa "Anche come uomo"? Qual è il senso di questa assurda espressione? Pregherà anche come uomo? Perché come altro prega? Perché quell'«anche»? Misteri giovan-paolini!

 

 






 

 

 

«La vicenda stupì molto i medici»
      
«Ne parlai con i medici che mi avevano visitato in passato e nessuno seppe spiegarsi questa guarigione immediata, inattesa [13]. Per quanto mi riguarda, ho pochi dubbi: fu un miracolo. [14]
       «Mi lasciai finalmente alle spalle le mattine in ospedale, le fìtte insopportabili, le notti in bianco. E tornai a vivere serena: per me, fu come rinascere. Da allora, quando mi sveglio e ogni sera prima di andare a dormire, prego sempre davanti all'immagine di Giovanni Paolo II con una speranza nel cuore: che sia fatto Santo al più presto»

 

 

[13] I medici non sapevano niente prima e non sanno niente dopo: sono coerenti. Per potere parlare di miracolo occorre che essi dicano che, pur usando tutti i mezzi e tutta la scienza possibile, pure in condizioni ottimali, la guarigione sarebbe sicuramente impossibile.

[14] Ma i medici ne hanno dubbi?

 

Pag.68 In didascalia ad una foto:

«LO RINGRAZIO» Roma. Rita Arcangeli, assistente sociale in pensione, con una foto di Papa Wojtyla. «Lo ringrazierò sempre» [15], dice la signora. «Soffrivo di una grave infezione all'occhio destro, poi il Papa mi accarezzò e immediatamente [16] guarii: fu un miracolo».

 

 

[15] Come mai in tutto il racconto non si legge un solo grazie a Dio, unico e vero autore del miracolo, se miracolo c'è stato?

[16] Questa immediatezza è presunta o, quanto meno, viene verificata a posteriori, in casa.

Vedi le altre Puntate:  _I_,   _II_,    III ,   IV    _V_ ,   VI,   VII,   VIII
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