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Giovanni Paolo II è santo? 
Vª Puntata

Ecco come ti confeziono il miracolo
di S.P.

Su fondo verdino riportiamo quanto scritto nel Settimanale VISTO, n. 47 del 24-11-06.

 
Su fondo giallo riportiamo le nostre osservazioni. Grassetti, colori, parentesi quadre, salti di testo indicate con (...) e sottolineature sono nostre.

IL PAPA MI DISSE: “PORTA TUO FIGLIO A LOURDES E CAMMINERÀ” E COSÌ FU

Era nato malato e destinato a non camminare: il Papa lo toccò, gli disse di andare nella grotta di Bernadette. Ci andò e a Lourdes guarì

di Francesco Cordella

Fonte: DIPIÙ, n. 16, 25 Aprile. 2005, pagg. 38-42

       Quanto siamo arretrati! Noi continuavamo a credere che a Lourdes i miracoli li facesse l'Immacolata... Ma da ora in poi non commetteremo più simili errori: ora crediamo che a Lourdes i miracoli li fa Papa Giovanni Paolo II, il Magno, il Santo, l'Immenso.

S.P.

        Melbourne (Australia), aprile

       Il Papa mi disse: "Porta tuo figlio a Lourdes, vedrai che camminerà". E così è stato. Karol Wojtyla ha miracolato mio figlio».
       A parlare è la signora Rosemary Barbara, che vive a Melbourne in Australia. Una testimonianza clamorosa che arriva dall'altra parte del mondo, a ulteriore dimostrazione del fatto che Giovanni Paolo II è stato uno dei papi più amati della storia. Quella che stiamo per raccontare è una vicenda commovente e prodigiosa: Emile, il figlio della signora Rosemary, nacque con un gravissimo problema all'area motoria del cervello ed era condannato fin dal primo respiro a una vita di sofferenza, destinato a non camminare e ad avere serie difficoltà a parlare. Ma Emile fece un incontro straordinario nel 1980 con il Santo Padre: lui lo toccò e gli cambiò il futuro [1]. Adesso, infatti, Emile è un uomo felice: ha 29 anni, è laureato in Giurisprudenza e sogna di fare l'avvocato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[1] Vedremo dopo che le cose sono andate diversamente. Ma qui, per riuscire ad essere sensazionale, l'autore imbroglia le carte.

«Ha cancellato anni di sofferenza»

        La sua storia è la testimonianza di un miracolo che, a nostro giudizio, potrà essere inserito nel dossier del Vaticano che raccoglie da tutto il mondo le segnalazioni di guarigioni prodigiose avvenute per intercessione di Papa Wojtyla. Prodigi che potrebbero fare aprire il processo di beatificazione del Papa tanto amato [2].

 

 

 



[2]
Non sarebbe tanto male specificare da chi...

       Ma lasciamo la parola alla mamma di Emile, Rosemary Barbara, una donna religiosa, che gode di grande credibilità nel suo ambiente di lavoro, avendo ricoperto ruoli di responsabilità [3]: prima era capo dipartimento al ministero dell'Istruzione in Australia, adesso si occupa di regolarizzazione di pratiche per gli immigrati nella sua città, Melbourne.
       Ecco la sua storia.

 

 

[3] Qui si giudica secondo il mondo: la Signora Barbara è credibile, non perché di provate virtù, ma perché ha ricoperto ruoli di responsabilità, in altri termini una lavandaia non avrebbe la stessa credibilità...

       «Quando il Papa è scomparso mi sono commossa, ho pianto come milioni di fedeli in tutto il mondo e, subito, mi è tornato alla mente [4], vivissimo, il ricordo dell'esperienza prodigiosa che riguarda la mia famiglia: il miracolo del Papa che ha salvato mio figlio. Un miracolo sì, lo dico apertamente: un miracolo che ho visto con i miei occhi e che, di colpo, ha cancellato anni di sofferenza, regalando un futuro, una vita normale, al mio ragazzo.
        «La mia storia comincia nel 1976, quando nasce Emile. Era un momento felice, per noi, mai avremmo potuto immaginare quello che ci aspettava. Ventiquattro ore dopo la nascita, nel cuore della notte i medici dissero che Emile aveva gravissimi problemi di respirazione. "Dobbiamo metterlo nell'incubatrice", ci spiegarono i dottori. Io e mio marito Charles eravamo confusi e, potete immaginarlo, molto preoccupati. Cercammo di farci forza a vicenda, ma con il passare delle ore arrivavano notizie sempre peggiori. A Emile fu diagnosticata una malattia grave: paralisi cerebrale, cioè un danneggiamento dell'area motoria del cervello che, come ci spiegarono i medici, colpisce un neonato su due milioni. Emile andava tenuto sotto osservazione 24 ore su 24 perché, oltre ad avere problemi di respirazione, faticava a deglutire e temevano che potesse soffocarsi. Insomma, un dramma investì la nostra famiglia. E iniziò un lungo calvario, una lunga sofferenza per nostro figlio Emile. Io e mio marito passammo settimane in ospedale, giorno e notte, senza mai lasciare da solo Emile. Siamo sempre stati religiosi, ma in quei giorni la nostra fede divenne sempre più forte: pregavamo ogni ora, ogni minuto.
       «Emile, per fortuna, riuscì a superare la fase in cui temevamo seriamente per la sua vita, ma continuava ad avere problemi respiratori e, poi, dai medici arrivarono altre notizie sconfortanti: ci dissero che, a causa della paralisi cerebrale, nostro figlio era destinato a un'esistenza su una sedia a rotelle. C'erano pochissime speranze che, un giorno, potesse camminare. Chiedemmo se esistesse una cura, ma i dottori risposero: "No, non ci sono cure, suo figlio non camminerà mai".

 

 

[4] Strano! Eppure se ne era scordata. Si era scordata una "esperienza prodigiosa" della sua famiglia, si era scordata di un "miracolo"... Ora però, grazie allo shock della morte del Papa se n'è ricordata, finalmente!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

        «I medici lo tennero per tre mesi sotto osservazione in ospedale, poi ci dissero che potevamo portarlo a casa, anche se dovevamo tornare ogni giorno in ospedale per i controlli. Ero disperata. Solo la fede mi sosteneva: e pregavo ogni notte [5]  per lui.

 
[5] Di giorno no?

        «I dottori ci avevano detto che, oltre ai problemi motori, Emile avrebbe potuto avere anche difficoltà di parola: infatti cominciò a parlare tardi, verso i 3 anni, e non riusciva a esprimersi bene: aveva problemi di pronuncia. Diceva "mamma", "papà" e poco altro. E poi, non riusciva a reggersi in piedi, camminava solo carponi e faticava a muovere le braccia.
       «Dentro di me cresceva lo sconforto: non riuscivo ad accettare l'idea di vederlo su una sedia a rotelle per il resto della vita. Passarono due anni dalla nascita di Emile e, nel 1978, fu nominato Papa Karol Wojtyla. Da quel giorno indirizzai a lui le mie preghiere [6]  per mio figlio e, dentro di me, crebbe un desiderio: quello di portare Emile dal Pontefice e poi a Lourdes. [7]
       
«E tempo dopo arrivò l'occasione per realizzare il mio sogno. Una parente mi disse che in un convento della nostra città c'era in visita una importante figura religiosa italiana: la madre superiora delle suore Agostiniane di Roma. Andai subito a incontrarla, le parlai di mio figlio, le dissi che volevo portare Emile a Roma, a incontrare il Papa e poi partire per Lourdes. La madre superiora mi ascoltò a lungo e prese a cuore la mia vicenda: promise di scrivermi dall'Italia e di aiutarmi a organizzare l'incontro con il Papa e il viaggio a Lourdes. [8]
       
«Ci tenemmo in contatto per posta e per telefono, finché un giorno mi disse: "Rosemary, vieni a Roma, incontrerai il Papa, poi andrai a Lourdes". Così, dopo tanto dolore, si fece viva dentro di me una speranza: quella di aiutare mio figlio.
       «Era la Pasqua del 1980 e presi il primo aereo. Il giorno dopo ci ritrovammo in mezzo alla folla di fedeli, ma siccome Emile non camminava [9]  e dovevo portarlo su un passeggino, ci sistemammo a ridosso di una transenna, nel settore dei disabili: il Papa sarebbe passato di lì e noi avremmo tentato di fermarlo. Ero felice: avrei comunque visto il Pontefice da vicino. Emile sorrideva, incuriosito e contento di essere lì.

 

[6] Strano, ma pare che si tratti del solito clichet: anche la signora Barbara indirizza le sue preghiere non a Dio, non alla Madonna o agli Angeli o ai Santi, ma al Papa, ad un uomo! La cosa strana inoltre è che prima non aveva pregato Paolo VI o Giovanni Paolo I, ora invece prega Giovanni Paolo II! Cosa mai avrà avuto GPII più dei suoi predecessori? Era più bello? più sportivo? più simpatico? più santo? Perché, cosa sapeva la signora Barbara della santità di Paolo VI o GPI, tanto che ne aveva potuto fare un confronto e giudicare degno di preghiere GPII?

[7] È importante notare l'ordine: prima dal Pontefice e poi a Lourdes, prima il Papa e poi la Madre di Dio. Comunque non dimentichiamo che il viaggio a Lourdes l'ha pensato e programmato la signora Barbara.

 


 

 

[8] Ripetiamo, anche la Superiora è d'accordo: prima dal Papa e poi a Lourdes.

 

 


[9] Non dimentichiamo che Emile nel 1980 ha appena quattro anni.

        «Dopo oltre un'ora di attesa, da lontano vedemmo il Santo Padre arrivare, a piedi, verso di noi. Ed Emile fece una cosa stupefacente. Lui, che parlava pochissimo, si girò di scatto verso il Papa e disse: "Pope, come here, come here", cioè "Papa, vieni qui, vieni qui". E il Papa, incredibilmente [10], lo fissò e si diresse verso di noi. Non mi sembrava vero, ma era proprio così: il Papa si stava avvicinando a Emile che lo aveva chiamato. [11]

 


 

 

 

[10] Sarebbe meglio dire "casualmente".

[11] Pensate voi che il Papa abbia sentito tra il brusio della folla la vocina di un bambino che stentava a parlare?!

«Ebbi una sensazione di benes--sere»

       
«Ero commossa, piangevo di gioia, mentre Emile continuava a sorridere. Poi, il Papa sfiorò e baciò mio figlio. E pronunciò parole che non dimenticherò mai e che, ancora, sento risuonare nelle mie orecchie. Il Papa mi chiese: "Perché piangi?". E io, con il cuore in gola, risposi: "Siamo a Roma ospiti dalle suore, mio figlio non può camminare". Avrei voluto dirgli tantissime cose, ma non ci riuscii, bloccata dall'emozione. Allora il Papa guardò di nuovo Emile, poi fissò me. Sorridendo, mi disse: "Porta tuo figlio a Lourdes, vedrai che camminerà" [12]. Sì, disse proprio così. E quella frase pronunciata dal Santo Padre fece crescere dentro di me una gioia immensa, una speranza mai provata prima. Poi, successe un'altra cosa sorprendente. Il Papa, tra lo stupore di tutte le persone attorno a noi, mise le mani in tasca, tirò fuori due oggetti e me li regalò: un crocifisso e un rosario. Poi, prese un uovo di Pasqua di cioccolato dalle mani di uno dei sacerdoti che lo accompagnavano e lo regalò a mio figlio. [13]  «In quei momenti, provai emozioni incredibili, mi investì una sensazione di immenso benessere. Mi sentii, inutile nasconderlo, in Paradiso. [14]  Il Papa aveva parlato con me e con mio figlio e ci aveva perfino donato tre oggetti: il rosario, il crocifisso e l'uovo di Pasqua. Ricordo che, prima di andare, il Papa diede un'ultima carezza a Emile. In lacrime, ma con il cuore pieno di gioia, ripensai a quello che mi aveva detto il Pontefice: "Porta tuo figlio a Lourdes, vedrai che camminerà". [15]  Emile, intanto, continuava a sorridere, nel suo passeggino. Lo guardai, lo accarezzai e, in quell'istante, sparì lo sconforto che mi aveva accompagnato per tanti anni: dopo le parole del Santo Padre, ero sicura che la vita di Emile sarebbe cambiata.
       «Il giorno dopo, accompagnata dalle suore Agostiniane [16], partii per Lourdes colma di speanza, ripensando ogni minuto a quello che mi aveva detto il Papa: "Porta tuo figlio a Lourdes, vedrai che camminerà". E subito, appena arrivata, bagnai mio figlio nell'acqua benedetta. Iniziai a piangere, emozionata, confusa e felice. E in quel momento successe un'altra cosa straordinaria. All'improvviso Emile, che aveva le gambe immerse nell'acqua, mi guardò e mi disse: "Non piangere mamma, la Madonna mi ha detto che camminerò" [17]. Rimasi stupefatta. Alla scena aveva assistito un importante [18]  uomo di Chiesa, un cardinale che ci aveva accompagnati. Fu lui a mettermi una mano sulla spalla e a dirmi: "Signora, spesso la Madonna recapita i suoi messaggi attraverso i bambini". Ebbi, allora, la certezza che la Madonna avesse parlato a mio figlio. "Emile, la Madonna ti ha parlato?" chiesi. E lui, con il sorriso: "Sì, mamma: mi ha detto che camminerò". [19]

 

 

 

 

 

 

 

 

[12] Una volta tanto GPII dà un consiglio buono: anche lui sapeva che l'Immacolata, pur se tradizionalista e preconciliare, i miracoli li sa fare davvero.

 

 

[13] Non è che per caso qualcuno lo aveva informato del personaggio "importante" che si trovava di fronte?

[14] Anche qui ci risiamo: "mi sentii in Paradiso".
Per così poco?



[15] Ma lei non lo aveva già stabilito fin dal 1978? non lo aveva già programmato quel viaggio a Lourdes?

 


[16] Non è che le suore agostiniane accompagnino chiunque, ma trattandosi della signora Barbara, una persona importante, il sacrificio lo fanno volentieri...

 

[17] Non dimentichiamo che chi parla è un bambino di appena quattro anni, che ha pure difficoltà di linguaggio...

[18] Per una signora importante ci vuole un uomo di Chiesa importante, addirittura un Cardinale!

[19] Comunque la Madonna ha parlato ed ha assicurato la guarigione, il miracolo l'ha fatto quindi la Madonna... No!!! qui sbagliamo! infatti il miracolo lo ha fatto Giovanni Paolo II !!!

        «Insomma, fui testimone di eventi straordinari. Furono giorni, quelli, che non potrò mai dimenticare: il Papa ci aveva parlato, la Madonna ci aveva parlato. [20]   Guardavo Emile e lo vedevo felice, come mai lo era stato in vita sua: non camminava [21]  però, ai miei occhi, era come se fosse rinato.

 


 

[20] Il Papa aveva parlato, la Madonna aveva parlato... ma il miracolo lo ha fatto GPII !  Forse perché GPII aveva parlato prima, quindi... per diritto di precedenza...

[21] Attenzione a questa quisquilia.

"Te l'avevo detto, mamma"

       
«Tornammo in Australia, a casa nostra, e riprendemmo la vita di sempre. Ogni mattina in ufficio, al ministero dell'Istruzione, ed Emile in un asilo per bambini con difficoltà motorie, assistito da uno specialista. Ripensavo ogni giorno alle parole del Papa, e a quello che era accaduto a Lourdes, pregavo ogni notte: sapevo che qualcosa di straordinario sarebbe successo. E infatti successe. Sei settimane dopo [22]  il viaggio in Italia e a Lourdes ricevetti una telefonata. Era una maestra dell'asilo di mio figlio. "Signora, venga subito, c'è una sorpresa per lei". Misi giù la cornetta e mi precipitai da mio figlio. Entrai nell'edificio e, arrivando nella stanza in cui c'era Emile, sentii un trambusto: risate, applausi, un clima di euforia. Quando entrai rimasi senza parole. Emile si era alzato dalla sedia a rotelle e camminava: era la prima volta che lo vedevo reggersi in piedi da solo. Mi guardò, mi sorrise. Scoppiai a piangere, corsi verso di lui e lo abbracciai. "Emile, il papa [23] ha fatto il miracolo", dissi in lacrime. E lui: "Te l'avevo detto, mamma". [24] Fu il giorno più bello della mia vita. Da allora. Emile ha camminato sempre meglio, iniziando anche a parlare bene. I medici erano stupefatti: "Signora, siamo di fronte a un evento eccezionale" commentarono. Insomma, il Santo Padre, con le sue parole [25], aveva salvato mio figlio da una vita infelice.
       «Da quel momento mio figlio ha vissuto un'esistenza normale. Si è laureato in Giurisprudenza e vuole fare l'avvocato. È un ragazzo sano al quale è stata regalata una vita che a lui sembrava negata. E ora, come ieri, sempre di più, le nostre preghiere, i nostri pensieri vanno ogni giorno a lui: Giovanni Paolo II, il Pontefice che merita di essere Santo [26]. Vogliamo andare a Roma per pregare sulla sua tomba».

Francesco Cordella

 

 

 

 



[22] Se l'è presa comoda GPII, addirittura sei settimane dopo l'incontro!

 

 

 

 

[23] A scanso di equivoci, chiariamo subito: "il miracolo lo ha fatto il Papa": la Madonna di Lourdes non c'entra!

[24] Quando mai? Prima aveva detto che la Madonna gli aveva parlato, e non che il Papa lo aveva guarito.

[25] Con quali parole? Quelle che consigliavano di andare a Lourdes? Se così fosse, tutti facciamo miracoli, infatti è sufficiente dare un consiglio...

 

[26] Merita: parola della Signora Barbara, una persona importante e, quindi, credibile! Vogliamo solo sperare che non si offenda se noi la pensiamo diversamente, molto diversamente.

Pag.40 In didascalia ad una foto:

CON I SUOI GENITORI. Melbourne (Australia). Emile Barbara, 29 anni, (...) è nato con un gravissimo problema all'area motoria del cervello che colpisce un bambino ogni due milioni. Ma dopo l'incontro miracoloso [27] con Giovanni Paolo II la sua vita è cambiata: ha iniziato a camminare [28].

 

 

[27] Che esagerazione! Qui è diventato miracolo lo stesso incontro con GPII.

[28] È falso! Ha iniziato a camminare sei settimane dopo l'incontro "miracoloso" con GPII.

Vedi le altre Puntate:  _I_,   _II_,    III ,    _IV_ ,   VI,   VII,   VIII,   IX
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