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Giovanni Paolo II è santo? 
IVª Puntata

Ecco come ti confeziono il miracolo
di S.P.

Su fondo verdino riportiamo quanto scritto nel Settimanale VISTO, n. 47 del 24-11-06.

 
Su fondo giallo riportiamo le nostre osservazioni. Grassetti, colori, parentesi quadre, salti di testo indicate con (...) e sottolineature sono nostre.

LEI SOGNA IL PAPA, IL MARITO GUARISCE

La signora Elisabetta ricorda bene quella visione: Wojtyla fissava lei e le sue due figlie morte con sguardo rassicurante…

di Mariella Romano

Fonte: VISTO, n. 47, 24 Nov. 2006

       Avevo letto l'articolo dal barbiere, in attesa del mio turno, ma tutto sarebbe finito lì se poi il "miracolo" non fosse stato ripreso e riproposto dalla Rai TV. Si sa, giornali e tv servono i potenti di turno e scrivono e dicono quel che più loro aggrada, ma non posso più tacere ad una esplicita richiesta di una Signora polacca...

       E cominciamo subito dal titolo: Giovanni Paolo II è così miracoloso che non è necessario pregarlo, basta sognarlo. È sufficiente un sogno qualunque! Ma se la Chiesa vorrà mantenere il suo tradizionale atteggiamento di serietà nelle cause dei Santi, non si contenterà di sogni, ma pretenderà prove ben più solide e certe.

S.P.

       Salerno, novembre.

       Con il più naturale gesto d'affetto, Elisabetta Lo Russo, 73 anni, abbraccia il marito Nicola Grippo, 73. Da cinquant’anni sono sposi unitissimi, nonostante [1] il dolore immenso per la morte delle due figlie. Poi la terribile malattia di lui, che Wojtyla ha «voluto» [2] far guarire.
       Nicola ed Elisabetta continuano a tenersi per mano. Camminano sul lungomare di Salerno stringendosi l'uno all'altra con la semplicità dell'amore e condividendo la gioia di una guarigione che sembrava impossibile.

 

 

[1] Non si capisce il perché di questo "nonostante": perché quando muoiono i figli i genitori devono cessare di amarsi e passare all'odio?!

[2] Cosa ha fatto Wojtyla per dimostrare la sua volontà? Da cosa si evince una tale volontà?
Non è detto e nessuno lo sa.

       Una luce di speranza che arriva dalla fede, dopo cinquant’anni di matrimonio e una vita segnata dalla sofferenza per la perdita delle figlie Maria e Caterina.
        La prima è morta a 19 anni, dopo nove mesi di agonia per una leucemia; l’altra è stata strappata alla vita a 32 anni, in pochi minuti: una notte del 1987, un'auto l'ha travolta mentre stava andando all'ospedale di Polla (Salerno), dov'era ginecologa. La ferita lasciata dalle due morti è profonda, ancora brucia gli anziani coniugi. Ora, però, secondo il vescovo di Salerno Gerardo Pierro, essi [3] sono protagonisti di un evento miracoloso.

 

[3] Così nel testo, ma pensiamo che Gerardo Pierro voglia riferirsi alle due ragazze morte, ad "esse".
Comunque qui ancora Giovanni Paolo II non è citato e se i protagonisti dell'evento miracoloso sono le due figlie morte non si capisce come poi si possa attribuire il miracolo a GPII.

 

       Per intercessione di papa [in minuscolo nel testo] Giovanni Paolo II, Nicola Grippo, commerciante in pensione di 73 anni, sarebbe guarito da una grave forma tumorale che lo aveva aggredito ai polmoni nel 2003. Testimone del miracolo è sua moglie [4]  Elisabetta Lo Russo, 73 anni, ex sarta.
       La donna, l’8 aprile del 2005, ha sognato [5]  il vecchio papa polacco e anche le sue fìglie Maria e Caterina. Ebbene, pochi giorni più tardi [6]  ha saputo dai medici che il compagno con il quale ha condiviso gioie e dolori per mezzo secolo, era completamente guarito.

 

[4] Non è una grande testimionianza! e di certo non è scientifica! Da quando le mogli certificano i miracoli dei mariti? A Lourdes interviene una commissione medica internazionale, rigorosissima, ma qui evidentemente, trattandosi del Magno GPII, non occorre andare per il sottile...

[5] Attenzione! Non è il miracolato che sogna il Papa, ma sua moglie! E la donna sogna anche le figlie: tanto basta perché il marito guarisca completamente "pochi giorni più tardi". Ma in base a quale rivelazione o illuminazione la Signora Lo Russo mette in relazione di causa-effetto le due cose, il sogno e la guarigione? E il miracolo l'ha fatto il vecchio Papa o le due care figlie? in base a che cosa il miracolo viene attribuito a GPII?

[6] Questi "pochi giorni", sotto, diventano due mesi (vedasi nota 11)

       Per pudore e timidezza, Elisabetta e Nicola hanno tenuto nascosta la loro storia per oltre un anno. Mai un sussurro, mai una parola, neanche al sacerdote della comunità parrocchiale.

  Che c'entrano il pudore e la timidezza?

       «Ma a Pasqua», racconta Nicola Grippo, «un frate è venuto a benedire la nostra casa. Gli ho detto della guarigione e del sogno [7]. Mi ha risposto in maniera evasiva: "Bene, bene...". Era capitata la stessa cosa col cappellano degli Ospedali Riuniti, che ho incontrato uscendo dalla stanza del primario il giorno in cui mi dissero che ero guarito. Fu il medico a raccontargli la mia storia. Ma anche in quel caso il sacerdote non diede importanza. O almeno così mi sembrava.

 
[7] Perché, dopo un anno, rivelano quel che per tanto tempo avevano tenuto segreto? E che segreto era se già addirittura il medico dell'ospedale lo aveva subito raccontato al cappellano?

        Fino a quando il vescovo, senza mai nemmeno incontrarmi [8], ha dato l'annuncio in cattedrale». Elisabetta prosegue il racconto: «Pensavamo che si trattasse di un'altra persona. Abbiamo letto i titoli dei giornali e ci siamo detti: "Visto? C'è stato un altro miracolo: che bello". Dopo abbiamo capito che parlavano di noi».

 
[8] Davvero strano questo Vescovo che, "senza mai nemmeno incontrare" il diretto interessato, parla senz'altro di miracolo, dal pulpito, meravigliando tutti, e in primis l'interessato, il quale addirittura pensa che si tratti di altra persona. È questa la maniera di procedere nelle cause di canonizzazione? o questo è il modo riservato a GPII? Pur di dichiararlo santo "subito" si accoglie come vero qualunque presunto miracolo, anche se assurdo o fasullo!

        E parlavano del sogno della signora Elisabetta. «Papa Wojtyla», racconta emozionata la donna, «camminava lungo un viale alberato, vestito di bianco, tenendo per mano un bambino [9]. Io ero con le mie figlie Maria e Caterina, identiche al giorno in cui le ho abbracciate per l'ultima volta. Camminavamo insieme cercando [10] di raggiungere il Santo padre [minuscolo nel testo]. Volevamo un sorriso, una parola rassicurante, ma lui si allontanava sempre di più. Poi si è girato e ci ha guardate con uno sguardo dolce e rassicurante, illuminato da una luce che non saprei descrivere. Così ha premiato la nostra attesa».

 

[9] Qual è il senso di quel bambino?

[10] Pare che non riescano a raggiungere il Papa: avrebbero voluto "un sorriso, una parola rassicurante, ma lui si allontanava sempre di più", aumentando la distanza e negando "sorriso e parola rassicurante". Perché mai? È così che si fanno i miracoli? Scappando? Evidentemente no! Infatti ci ripensa e si gira, concedendo finalmente "uno sguardo dolce e rassicurante", ma non una parola. E la rassicurazione a chi era riferita? alla madre o alle figlie? e qual era l'oggetto della rassicurazione?

        È un sogno premonitore che restituisce a Elisabetta la speranza e la forza di infondere coraggio a Nicola. L'uomo, dopo l'asportazione di un rene aggredito dalle metastasi, sospende anche le chemioterapie che mal sopporta.

 
Vuoi vedere che, invece di miracolo, bisogna parlare soltanto e semplicemente di operazione ben riuscita?... Infatti la "guarigione " la si ha dopo l'asportazione del rene infetto. Guarigione sì, miracolo no!

        «Mai», aggiunge Elisabetta, «neanche in quei momenti così difficili, ho temuto che Nicola non potesse farcela. Ho sempre saputo che sarebbe guarito, soprattutto dopo quel sogno».

 
Una speranza coronata da successo, ma niente di più. Ripeto: non si può parlare del sogno e della guarigione come di causa e di effetto.

        Due mesi più tardi [11], la speranza trova conforto nei referti medici. Nel giugno 2005, gli specialisti che seguono Nicola restano senza parole di fronte a lastre ed esami clinici che parlano di «completa e inspiegabile guarigione» [12].

 

[11] Prima aveva parlato di "pochi giorni".

[12] Sarebbe interessante vedere il referto, e comunque non è sufficiente che la "completa e inspiegabile guarigione" sia certificata da un solo medico; oltretutto pare che a parlare siano le lastre e gli esami clinici.

       Durante l'omelia del 2 novembre, il vescovo Pierro definisce l'evento miracoloso e dopo l’annuncio alla comunità ha nominato una commissione per esaminare il caso.

 
Quindi il Vescovo prima definisce miracoloso l'evento e poi nomina una commissione per esaminare se l'evento è miracoloso: un giudice che procede con sentenza già confezionata!

       «Oggi sappiamo», conclude Elisabetta, «che dietro questa guarigione c'è la professionalità dell'oncologo, ma soprattutto c'è la mano del Signore e l’amore delle nostre due figlie. Caterina era medico e sono certa che, in qualche modo, è stata lei a "operare" il papà. Solo così riesco a dare un senso anche alla tragedia che ci ha colpiti. Perdere un figlio è già un dolore insopportabile: perderne due significa impazzire. Una ferita che morirà con noi».

Mariella Romano

 

Non si può essere più chiari e più espliciti: secondo Elisabetta Lo Russo "dietro questa guarigione c'è la professionalità dell'oncologo, ma soprattutto c'è la mano del Signore e l’amore delle nostre due figlie." Quindi GPII non c'entra! La Lo Russo insiste: "Caterina era medico e sono certa che, in qualche modo, è stata lei a "operare" il papà."

E allora in base a che cosa si attribuisce il "miracolo" a GPII? Ce lo spieghi il Vescovo Pierro, ma, possibilmente, con un po' più di serietà.

Vedi le altre Puntate:  _I_,   _II_,    III ,    _V_ ,   VI,   VII,   VIII,   IX
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