Precisiamo che articoli, recensioni,
comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati
non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo
se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice
comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione),
pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.
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Segnalato da: Pasquale Rinaldi |
Gli apostoli dell’ecumenismo continuano, imperterriti, a voler assimilare la fede cattolica a qualsivoglia realtà religiosa, restii a proclamare la Verità assoluta quale unico Bene comune, accettando il prossimo, qualunque ne sia la posizione ideologica e dottrinale.
Viene predicato che per essere buoni cattolici occorre disporsi fraternamente alla comprensione di ogni esperienza, senza giudicare. Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi |
Gli apostoli dell’ecumenismo continuano, imperterriti, a voler assimilare la fede cattolica a qualsivoglia realtà religiosa, con procedure influenzate dalla contraddizione tra le necessità pastorali ed il dialogo che li rende restii a proclamare la Verità assoluta quale unico Bene comune. |
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Le stesse Sacre Scritture, spesso citate a sostegno della loro apertura, sono sentite e commentate con scarsezza di sensibilità verso la Tradizione, nel tentativo di evitare ogni riferimento ai motivi del Cattolicesimo e di proporre un impianto dottrinale più diplomatico. |
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I nostri trascorsi religiosi sono, quindi, volutamente ignorati come qualcosa di inadeguato ai tempi, mentre la concezione contemplativa del trascendente è stata mutata in storicità, considerata l’attenzione ai problemi concreti piuttosto che alle esigenze spirituali della collettività. |
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La disponibilità a comprendere l’altrui diversità, pur se questa è in contrasto con il messaggio evangelico, è considerata eticamente soddisfacente, in quanto espressione di grandezza d’animo, oltre che di rispetto e tolleranza. |
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L’attenzione di gran parte del clero pare rivolta prioritariamente a quest’ultima; spesso, infatti, viene predicato che per essere buoni cattolici occorre disporsi fraternamente alla comprensione di ogni esperienza, senza giudicare, perché solo così è possibile acquisire la piena coscienza dei problemi legati alla convivenza e giungere alla loro soluzione. |
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Il debole ed eterogeneo tessuto civile potrebbe trarre forza da simili indicazioni umanitarie, se esse scaturissero dalla piena adesione a Cristo Signore. Non è così, purtroppo: al contrario, noi cattolici siamo sollecitati a spogliarci della nostra fede e possibilmente di ogni virtù per farci l’altro in modo che possa disporre completamente di noi, senza erigerci a maestri con il cercare di correggere o guidare. |
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Il dovere cristiano pare, sostanzialmente, ridursi alla trans-formazione nei propri simili, a qualunque razza o confessione appartengano, assumendone anche le miserie. |
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La via oggi tracciata per la fratellanza non è più, dunque, quella dell’evangelizzazione, bensì quella dell’elezione di chiunque a luce e forza dell’interiorità individuale,(1) dimenticando il Cristo, poco adatto ai rapporti interconfessionali. |
(1) Oggi nostra luce e nostra forza sono i protestanti, i musulmani e gli ebrei, e persino i pagani: volemose bene, tutto il resto viene da Cristo, che, essendo troppo rigido ("Chi non è com me è contro di me") non va più bene per il nostro tempo!... |
Secondo l’idea sinarchica, abbracciata anche dal clero relativista, si dovrebbe giungere, così operando, nell’amore di un dio di tutti, ma senza specifiche connotazioni, e di una verità all’uopo reinterpetrata, al reciproco donarsi ed all’unione dei popoli e religioni. |
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Poiché non può esservi fratellanza senza una paternità comune, coerentemente, si deforma il dogma trinitario e perché tutti si sentano accolti e compresi non si esita a lasciar correre sulle gravi offese a Cristo e alla Sua Chiesa. |
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In tal modo l’altro viene imposto come mistero sublime, da avvicinare con buona volontà ed iniziativa di aperture che portino ad una perfetta fusione e, quindi, a sentirsi, vicendevolmente, se stessi e l’altro nello stesso tempo. |
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L’alleanza, a tutti i costi auspicata, con gli appartenenti agli altri ovili, ha assunto il carattere del libertinismo dottrinale, proprio perché tende a stabilire un preciso criterio di separazione tra ciò che è giusto per Dio e ciò che lo è per l’uomo di oggi, proteso al rinnovamento di ogni settore dell’esistenza, ma soprattutto in quello religioso. |
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Ben poco rimane che possa essere preso per tradizionalmente cattolico; anche se non mancano sporadici accenni al passato, essi tuttavia sono enunciati in forma tale da favorire la convinzione che “l’antico” sia ormai sepolto dalla storia. |
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Per rielaborare la Parola di Dio in chiave moderna, nello scambio fecondo con le altre religioni, si organizzano frequenti incontri di preghiera, convegni e lettura della Bibbia con i loro rappresentanti non in sale anonime, bensì nei luoghi di culto più significativi della fede cattolica. |
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Si va in tal modo modificando e deteriorando la fisionomia della Chiesa Apostolica Romana, lasciata in balía di chi ne vuole l’eclissamento e tenta di dominarla, screditando il ministero del Papa e polemizzando sulle canonizzazioni, pur non avendone il diritto. |
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Raccogliamo i frutti velenosi della rivoluzione conciliare contro la fede, non per la fede e con la fede, portata avanti con precisa volontà e lucida coscienza sulle mete future da perseguire attraverso concessioni, accomodamenti e aperture che stanno defrodando Roma del suo mandato divino e universale. |
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Lo stesso clero democratico, che persevera nel boicottare la S. Messa Tridentina, anziché dinanzi al Tabernacolo o nel confessionale, lo troviamo sulle strade, nelle discoteche, negli studi televisivi, nelle sinagoghe e a benedire moschee per incontrare, ascoltare e parlare, parlare, parlare del nulla, mentre le anime hanno sete di spiritualità e di Dio, non di sterili dialoghi. |
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Roma è convinta di saper cogliere i segni dei tempi e con il suo progressismo dottrinale pensa di contribuire alla costruzione di un mondo migliore, dove gli uomini, liberi e felici, nella reciproca promozione, attraverso la compenetrazione dei diversi credo e culture, possano perfezionarsi nella pacifica convivenza, senza assoggettamenti di sorta. |
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La Chiesa che cerca di proporre e non d’imporre, di convincere e non di vincere, che riconosce la libertà di coscienza, che predica la salvezza per tutti, ha finito con l’esercitare il potere solo al suo interno, imponendosi l’autocritica e riducendo, di fatto, il Vicario di Cristo ad un “primus inter pares”. |
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La fede cattolica è, pertanto, più condizionata che promossa; ma le banalità filantropiche e le transazioni non hanno posto in una Chiesa che voglia dirsi premurosa di se stessa. Non esiste tale diritto: non è riconosciuto da Dio, nemmeno in nome della pace e della dignità umana. Pia Mancini |
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