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COMUNICATO STAMPA |
Liturgia latina antica, fra Ebrei (“popolo accecato”) e bertonate: lettera di protesta dei tradizionalisti cattolici a Benedetto XVI e alla Segreteria di Stato e possibile “marcia sulla Sinagoga”, se non cesseranno le pretese dei Giudei di stabilire come e per chi i cattolici devono pregare. |
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Il movimento legittimista Sacrum Imperium, Coordinamento che si riconosce nelle posizioni del tradizionalismo cattolico, ha inviato oggi a Benedetto XVI e alla Segreteria di Stato vaticana una lettera di protesta sulle ultime esternazioni del Cardinale Tarcisio Bertone. Non pago di aver fatto il cronista sportivo nel derby di calcio fra Genoa e Sampdoria, quand’era Arcivescovo di Genova, da Segretario di Stato Bertone si è fatto promotore della clericus cup, vale a dire del campionato di calcio fra squadre di preti. Tra un balzo a Fatima (di cui non pare avere realizzato la gravità soprannaturale riguardo alla crisi nella Chiesa) e un altro assai meno serio su qualche campo di calcio, Bertone ha dato sfogo ieri alla sua vena più clownesca sulle montagne del Cadore, dove ha fatto visita a Benedetto XVI. Qui, dopo un gesto di servo encomio al politicamente corretto e all’egualitarismo femminista (mano tesa ai comunisti cinesi e “più potere alle donne nella Chiesa”, titolano i quotidiani odierni), Bertone ha moltiplicato gli atti di zerbinaggio verso gl’Israeliti, prefigurando addirittura di cambiare la liturgia del triduo pasquale secondo il messale tradizionale (perfino nell’edizione del 1962 di Giovanni XXIII). Bertone se ne infischia dei cattolici e della Chiesa e piega la schiena alla protervia ebraica, che pretende di stabilire adesso come e per chi i cattolici devono pregare. Dimostrando o di non avere letto o di non aver capito (cosa più probabile) il motu proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI con cui si liberalizza l’antica liturgia preconciliare, Bertone afferma addirittura che durante il triduo pasquale esso prevederebbe l’utilizzo del messale di Paolo VI. In realtà, fermo restando che il motu proprio di Benedetto XVI come pure i precedenti documenti di Giovanni Paolo II non hanno mai imposto l’adozione esclusiva del Messale del 1962 in luogo di quello del 1954 di Pio XII (il più utilizzato dai tradizionalisti), il n. 2 della Summorum Pontificum si riferisce alle Messe senza popolo o private che ciascun sacerdote può scegliere di celebrare secondo il nuovo o l’antico rito ogni giorno, salvo nel triduo pasquale: in quei giorni, infatti, le rubriche liturgiche (che Bertone ignora) prescrivono che non si possano celebrare Messe private. In buona sostanza di Giovedì, Venerdì e Sabato Santo l’eccezione si riferisce non al rito da utilizzare, bensì al fatto che nessun prete possa celebrare in quei giorni la Santa Messa senza popolo. Quanto al resto non se ne può più che in casa propria i cattolici non possano nemmeno pregare come la Santa Chiesa ha sempre insegnato loro, senza il permesso di Giudei, Maomettani, anticlericali, atei e laicisti impenitenti. Le modifiche filo-giudaiche al Messale tradizionale prospettate da Bertone vanificherebbero ogni volontà di aprire ai tradizionalisti cattolici dimostrata da Benedetto XVI e sconvolgerebbero la liturgia per fini di (abietta) politica ecclesial-mondana. Creerebbero inoltre una commistione fra i due riti, ordinario e straordinario della Chiesa, vietata a suo tempo perfino da Giovanni Paolo II. In sostanza sbracandosi davanti agli ebrei e pasticciando fra antico e nuovo rito della Messa, la Summorum Pontificum verrebbe respinta dalla totalità dei tradizionalisti del mondo. Se la boutade di Bertone dovesse concretizzarsi, questo Movimento non esiterebbe un istante a organizzare une marcia di protesta dei cattolici sotto la Sinagoga di Verona (e a chiedere ai tradizionalisti di altre città d’Italia e d’Europa di fare altrettanto) il cui Rabbino nei giorni scorsi aveva esercitato indegne pressioni sull’ufficio ecumenismo della Curia proprio contro il Messale Romano festivo ad uso dei fedeli recentemente ripubblicato e contenente le preghiere per la conversione degli Ebrei secondo la doppia formula del 1954 e del 1962. Se Bertone si vergogna della Chiesa e della sua santità, noi tradizionalisti ci vergogniamo invece di Bertone, che meglio figurerebbe in un circo o fra i pallonari bestemmiatori dei campi di calcio che non nelle segrete e ovattate stanze della Segreteria di Stato. Il Coordinatore |
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