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Sussiste oppure È?
Novus Ordo oppure Messa tridentina?
NON AVEVAMO CAPITO NULLA, ORA RATZINGER CI ILLUMINA
di Franco Damiani

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazion

      Fantastico. Dopo oltre quarant'anni dal Vaticano II finalmente arriva l'"interpretazione corretta" del famoso "subsistit in" della Lumen Gentium.
      Scrive Antonio Socci su Libero dell'11 luglio: "Il fatto che la Lumen Gentium usi l'espressione 'sussiste nella' anziché la parola 'è' -afferma la Santa Sede- 'non cambia dottrina sulla Chiesa', ma vuol far capire che fuori della Chiesa non c'è il vuoto ecclesiale, ma ci sono 'numerosi elementi di santificazione e di verità' che si trovano in altre Chiese (come quella ortodossa) e comunità separate, elementi che 'in quanto doni propri della Chiesa di Cristo, spingono all'unità cattolica'."
      Ma allora non era più semplice scrivere che la Chiesa di Cristo è la Chiesa cattolica? Gli "elementi di verità" che si trovano fuori di essa, vi si trovano per accidens, involti nell'errore, e di per sé non solo non costituiscono "elementi di santificazione" ma sono di ostacolo alla salvezza perché contribuiscono a rendere più credibile l'errore. La peggiore menzogna, diceva Jacques Hours, è quella che più contiene di verità. Infatti così il maligno riesce a catturare meglio le anime.
      Inoltre la quarantennale prassi dell'ecumenismo vaticanosecondista, contro la quale Ratzinger non ha mosso un dito (che anzi con lui ha toccato il vertice: nessun Papa era mai andato a pregare -a pregare, non a convertire- in moschea e il solo GPII in sinagoga), ha mostrato chiaramente come questo concetto andasse interpretato secondo la mens dei suoi estensori (il principale dei quali, apprendiamo, fu il teologo Joseph Ratzinger, il quale quindi è parte in causa e ha tutto l'interesse a cercare di far passare la sua come la "corretta interpretazione"):
      si è agito come se la Chiesa non possedesse già tutti gli "elementi di santificazione e di verità", ma avesse bisogno di andarseli a cercare altrove, con il famoso "dialogo" teso a costruire una "Chiesa di Cristo" fuori e al di sopra di tutte le realtà esistenti, alla maniera del Cristo-Omega teilhardiano. Oppure ci siamo sognati tutto?.
      No, non siamo diventati tutti, caro Socci, improvvisamente ciechi, sordi e muti e nemmeno abbiamo perso la memoria.
      Non più tardi di otto anni fa assistei personalmente, al centro studi "Germano Pattaro" di Venezia, una delle roccaforti dell'ecumenismo, a una trionfalistica conferenza stampa del cardinal Cé, patriarca di Venezia, con due pastori protestanti, in cui fu annunciato "urbi et orbi" che ad Augusta (!) si era firmata una "dichiarazione congiunta" sulla giustificazione per fede, uno dei principali scogli dottrinali che dividono (o dividevano?) cattolicesimo e protestantesimo. Dichiarazione congiunta non nel senso che i protestanti avessero abiurato la loro eresia, ma nel senso che la Chiesa si era accorta che forse l'interpretazione di Lutero non era del tutto sbagliata. Il che coinvolgeva una bazzecola come l'importanza delle opere di fede nella vita del cristiano.
       Sempre a Venezia il parroco dei SS. Apostoli invita i fedeli a preferire la funzione protestante del vicino tempio di Strada Nova alla contemporanea Messa parrocchiale.        Sono ormai frequenti, lo sappiamo benissimo, le "celebrazioni interreligiose", con pastori (e pastore) che indottrinano i fedeli cattolici.
      Per avere un'idea del "trend" in atto basta ascoltare le trasmissioni RAI, in particolare "Uomini e profeti" di Gabriella Caramore, in cui è abituale la presenza del pastore valdese Paolo Ricca.
      I partecipanti alla GMG di Colonia andarono l'anno scorso in pellegrinaggio alla casa natale del "riformatore" Lutero, il quale, scandalo degli scandali, è stato INVOCATO nelle litanie pasquali di una parrocchia del vicentino durante le recenti festività senza che da Roma si sentisse il più lieve batter di ciglia.
       Chi volete prendere in giro? Credete che non lo sappiamo (e con ciò passiamo alla Messa) che il Novus Ordo, che ora volete farci credere esprimere la stessa fede della Messa romana, fu elaborato a tavolino da una commissione di cui facevano parte sei pastori protestanti, e che principale preoccupazione di tale commissione fu quella di espungere dall'ordinario e dal proprio della Messa gli elementi "troppo cattolici", a partire dalla definizione stessa di Santo Sacrificio sostituita con quella di "sinassi", di "cena " e di "banchetto", proprio per renderla accettabile ai protestanti, i quali per bocca di Max Thurian dichiararono che non vi erano più ragioni perché un protestante non potesse assistere a questa "Messa" cattolica?
      Non lo sapete forse (siete sordi, ciechi e muti?) che è in questa maniera che l'ecumenismo viene declinato abitualmente nelle parrocchie, a suon di "presidenti dell'assemblea", di "popolo concelebrante" e di "comunioni nella mano"?
      E perché se le due Messe esprimono la stessa fede non cominciate con il togliere di mezzo l'orribile "tavola di Lutero" che deturpa i presbiteri delle nostre chiese?
       Adesso che siamo in pieno giulebbe ratzingeriano, credete che ci siamo dimenticati che per la fedeltà a questa Messa un vescovo fedele come Monsignor Lefèbvre subì l'umiliazione di morire scomunicato e che migliaia di fedeli, me compreso, hanno dovuto per anni sobbarcarsi (felici, peraltro, e continueremo a farlo) l'onere di viaggare per ore e ore la domenica e le altre feste comandate per assistere a una Messa cattolica, fuggendo come le peste le "sinassi bugniniane" che la stessa FSSPX, oggi a quanto pare folgorata sulla via dell'abiura, ci diceva essere pericolose per la fede in quanto "faventes haeresim"?
       Credete che ci siamo dimenticati che il patriarca Luciani, poi papa Giovanni Paolo I e oggi in odore di beatificazione rispondeva nel 1978 a don Siro Cisilino, a Paolo Zolli e agli altri fedeli tradizionalisti veneziani che il "vecchio rito" non era "più ammesso"? Che fece addirittura sbarrare le porte della chiesa di S. Simon Piccolo per impedire la celebrazione di quella "pericolosa Messa" e che impose all'eroico sacerdote friulano l'umiliazione post mortem di ricevere funerali nel rito da lui aborrito?
      Credete che ci siamo dimenticati di tutti i vecchi preti (don Luigi Cozzi, don Giovanni Cossio, mons. Vaudagnottioi e chissà quanti altri) morti abbandonati e dimenticati perché fedeli a quel rito che voi oggi scoprite "mai abrogato"? Perché non scrive, Socci, un articolo su questi martiri?
       Ora vorreste farci credere che era tutto un equivoco, che non avevamo capito bene, che fiumi d'inchiostro (a partire dal magistrale "Iota unum" di Romano Amerio) sono stati versati invano e che tutti attendevano solo la "corretta interpretazione" di Joseph Ratzinger, il quale, dimentico di essere stato proprio lui a definire la Dignitatis Humanae "l'anti-Sillabo" vorrebbe ora darci a bere la frottola secondo cui nella Chiesa c'è sempre stata continuità?
       Troppo semplice, cari signori. Troppo comodo.
       Cominciate a domandare scusa, a cospargervi il capo di cenere, a riabilitare chi queste cose le ha dette quarant'anni prima di voi,
      cominciate a fare piazza pulita nelle università pontificie, da dove partono insegnamenti contrari a quanto ora scoprite, nei giornali dei vescovi, nelle varie "Famiglia cristiana", "Avvenire", "Vita pastorale" e simili.
      Dite che la dottrina di Trento non è cambiata, e non cercate di far passare per equivoci le eresie che avete seminato per oltre quarant'anni.
       No, caro Socci, non è colpa dei "progressisti" lo sfacelo cui assistiamo: c'era nella Chiesa chi doveva intervenire e non è intervenuto, anzi ha contribuito allo sfascio.
      A quando un suo articolo sulle tremende responsabilità di Paolo VI?
      Ora ditelo, se avete coraggio,
      che il "Sillabo" è sempre in vigore,
      che la Messa di S. Pio V non poteva essere abrogata perché istituita con indulto perenne e che chi l'ha fatto merita la riprovazione ufficiale.
      Ditelo, se ne avete coraggio,
      che fuori della Chiesa non c'è salvezza e
      che tutti i non cattolici, se non si convertono, sono condannati all'Inferno.
      Ripristinate la "teologia negativa" (Inferno, dannazione, giudizio, peso del peccato, debolezza dell'uomo, sua incapacità a salvarsi da solo, terribilità dell'ira divina) che i novatori espunsero accuratamente dalle orazioni della "nuova messa".
      Dite che la teologia sul matrimonio è quella della "Casti connubii" e non quella ereticale della "Familiaris consortio", che tanti danni ha inferto alla famiglia e alla società.
      Ditelo che il corretto ecumenismo cattolico è quello della "Mortalium animos" di Pio XI e non quello ereticale della "Unitatis redintegratio".
      Ditelo che gli ebrei infedeli sono riprovati da Dio avendone rifiutato e ucciso il Figlio e che sono esclusi dalla salvezza se non si convertiranno (e che quindi la teologia ratzingeriana delle "due promesse" è eretica).
      Dite soprattutto
      che l'approvazione della libertà religiosa da parte della "Dignitatis Humanae" è in contraddizione con la sua bimillenaria condanna da parte della Chiesa,
      che unico compito del cattolico è l'edificazione del Regno Sociale di N.S. Gesù Cristo e
      che nessuno Stato agnostico può essere approvato, ma che al contrario deve essere combattuto, secondo quanto insegnano Gregorio XVI con la "Mirari vos", Pio IX con la "Quanta cura", Leone XIII con la "Libertas praestantissimum" e Pio IX con la "Quas primas".
      Anzi, se vuol essere credibile Benedetto XVI faccia quello che avrebbe fatto S. Pio X: scomunichi tutti i governanti e i parlamentari che hanno votato e difendono la legge sull'aborto. Dopodiché convochi un grande convegno a Roma per celebrare i cent'anni della Pascendi, che a questo punto dovrebbe essere considerata da tutti un'enciclica profetica.
       Poi, caro Socci e tutti voi improvvistai tradizionalisti, se avete ancora un briciolo di onestà intellettuale, guardatevi allo specchio e sputatevi addosso. Siete solo dei ciarlatani.
       Bonum ex integra causa, malum ex quocumque defectu.
      Viva Cristo Re e Maria Regina.

Franco Damiani

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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