Precisiamo che articoli, recensioni, comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione), pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.

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iL Motu proprio A fAVARA È propriu mottu !
In siciliano significa "morto veramente"
Questa Messa non s'ha da fare! Accade a Favara...

di  S.P.

       Il titolo, letto alla siciliana, non sarebbe affatto sbagliato, infatti pare che il Motu Proprio di Benedetto XVI sia addirittura nato morto e continua a produrre effetti da morto.
        A ben osservare il provvedimeto del Papa è un non-provvedimento, perché non provvede proprio a niente, nessuno l'osserva, anzi apertamente si dichiara di disattenderlo e addirittura si esternano minacce assurde qualora esso venisse applicato, insomma le gride di manzoniana memoria, a confronto, erano ben più serie.
        Ma quello che è più triste e più dà da pensare è che lo stesso autore, Benedetto XVI, non lo ha mai applicato, non ha dato il buon esempio! Ed è altrettanto grave che nessun provvedimento mai ha preso contro Cardinali, Vescovi e Preti che apertamente e sfacciatamente hanno dichiarato di volere disubbidire e far guerra al provvedimento del Papa!
        E allora c'è da chiedersi: Perché Papa Benedetto XVI ha fatto il Motu Proprio? per qual motivo, per qual fine lo ha promulgato?
        Noi già altre volte abbiamo risposto a queste domande, e qui ripetiamo:
        1) per togliere fedeli ai Preti tradizionalisti;
        2) per indottrinare con il Vaticano II quei fedeli che, disgustati dalla Cena di Paolo VI, non frequentavano la chiesa e di conseguenza non sentivano le prediche malformanti dei pretonzoli modernisti.
        Infatti con il Motu Proprio
        a) tanti fedeli credono che le cose ormai si sono aggiustate, che il Papa è buono e vuole le cose buone di una volta, che quindi non è più necessario andare faticosamente in cerca di preti tradizionalisti dal momento che la Messa tradizionale (e con essa la Tradizione stessa) ora la si può trovare facilmente nella propria parrocchia o in un'altra vicina;-
        b) la Messa, i pretini del Motu Proprio, la celebrano più o meno male e talvolta più o meno bene, ma le prediche che fanno sono orripilanti, infarcite di modernismo, tutte inneggianti al Vaticano II, in esse la citazione di Paolo VI e di Giovanni Paolo II è una costante obbligatoria. Il fedele ingenuamente argomenta: se il prete celebra la Messa buona, anche la sua predica è buona, e così beve modernismo, pensando che si tratti di tradizione.

        Ci si potrebbe obiettare: se le cose stanno così, come mai allora c'è tanta ostilità da parte dei Vescovi e dei Preti?
        - Per due buone ragioni:
        1) per non inimicarsi i modernisti che attualmente detengono il potere nella Chiesa;
        2) perché l'ostilità fa pensare che il Papa vuole veramente andare contro corrente per tornare alla Tradizione, e così l'ingenuo fedele tradizionalista rimane buggerato due volte...

        Perché noi fossimo in errore, dovremmo avere un Benedetto XVI
        che celebra la S. Messa tridentina (in applicazione del suo Motu Proprio) e
        che prende seri provvedimenti contro i disubbidienti (di qualunque ordine e grado).
        Un capo che dà un ordine e non fa di tutto per essere ubbidito, non è un vero capo: o è un incapace o è egli stesso servo di un altro capo (si chiami esso idea o associazione delittuosa): qualunque sia la realtà, sic stantibus rebus, Benedetto XVI non ci fa una bella figura!

        Si dirà: ma c'è l'Ecclesia Dei...
        Il comportamento della Commissione Ecclesia Dei e di quanti siano preposti a far rispettare ed osservare il Motu Proprio non sposta di un millimetro la realtà dei fatti. Cosa fanno? Niente!!!

        E qui, quanto è accaduto e continua ad accadere a Favara è l'amara dimostrazione che diciamo il vero.

        Favara è un bel paese della Sicilia in provincia di Agrigento.
        Manzoni ci narra di un povero Don Abbondio minacciato da due terribili bravi; a Favara sono i poveri fedeli ad essere "minacciati" da terribili Don Abbondio... da strapazzo.
        Accade che un fedele di Favara, l'Ing. Pasquale Alba, cattolico apostolico romano, e quindi tradizionalista, preparata la propria bambina con il Catechismo di San Pio X, decide di farle fare la Prima Comunione seguendo in tutto e per tutto il rito tridentino, a tal fine interpella il suo Parroco che categoricamente respinge la richiesta. Ma l'intraprendente Ingegnere riesce a trovare un altro prete ed un'altra chiesa e realizza il suo più che leggittimo progetto.
        Il clero favarese, pur mugugnando, incassa il colpo. Però l'inarrestabile Ingegnere passa a progettare addirittura un ritiro in preparazione dell'Avvento con tanto di predicatore (un Priore dei Domenicani), di Rosario in latino e di Messa di San Pio V. Don Salvatore accoglie la richiesta, mette a disposizione i locali della sua parrocchia e candidamente ne informa la Curia: apriti cielo! Don Salvatore è costretto a fare dietrofront e a mandare tutto all'aria. L'Ing. capisce e chiede udienza al Vescovo (allora Mons. Ferraro), ma inutilmente.
        L'Ing. non demorde e inizia a raccogliere firme per chiedere in applicazione del Motu proprio che a Favara venga celebrata una S. Messa in rito tridentino.
        I preti favaresi, paventando chi sa quale grave catastrofe, insorgono e scrivono al Vescovo per scongiurare l'applicazione del Motu Proprio, anzi, addirittura, l'Arciprete Don Domenico Zambito arriva a dichiarare: «Se il Vescovo mi ordinasse di farla celebrare [la Messa antica] nella mia parrocchia, io darei le dimissioni». Che luminoso esempio di ubbidienza! Io obbedisco, ma solo se si fa come dico io!

        Fatta questa brevissima premessa, riproduciamo a sinistra e su fondo celestino la brutta lettera dei preti favaresi al loro Vescovo, a destra e su fondo verdino pubblichiamo le risposte date dall'Ingegnere Alba, tratte dalla sua lettera indirizzata ugualmente al Vescovo di Agrigento; su fondo giallo intercaleremo qualche nostra osservazione.

S. P.

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione

Il Collegio dei Presbiteri della Comunità Ecclesiale di Favara
Festa di San Libertino, 3 novembre 2009

All'Arcivescovo F. Montenegro
Agrigento

 

 

 Inter Multiplices Una Vox Favara
Favara, 11 Novembre A.D. 2009, San Martino di Tours

A S. Ecc. Rev.ma Mons. Francesco Montenegro
Arcivescovo di Agrigento
Via Duomo, 96 - 92100 Agrigento

 

Comunicazione sulla celebrazione della S. Messa
secondo la precedente tradizione liturgica a Favara

 

       

       La presente comunicazione all'Ordinario Diocesano quale voto di verità e in spirito di fraterno amore ai soggetti variamente coinvolti: sacerdoti, genitori,comunità parrocchiali, Ordinario (1).

 

        La lettera contiene notevoli errori sostanziali che mi obbligano a precisare quanto segue:

(1) Precisiamo che nell'originale si vede bene che l'«Ordinario» è stato aggiunto successivamente, a penna e per ultimo: tanto l'autorità del Vescovo era nei loro pensieri... che tranquillamente se ne erano scordati.

       Inopinatamente (2), giovedì 22 ottobre u.s., l'Amministratore Parrocchiale della Parrocchia B.M.V. del Transito in Favara ha accolto un Sacerdote, per la celebrazione del Divino Sacrificio Eucaristico (o Cena del Signore) secondo la precedente tradizione liturgica.

 

 

 (2) Da notare l'avverbio usato: è già una condanna: prima ancora che il Vescovo si pronunci, loro hanno già deciso.

       Nei giorni precedenti alla celebrazione della Santa Messa al suddetto Amministratore Parrocchiale si era presentato l'Ing. Antonio Alba, chiedendo ed ottenendo che la sua figlia potesse accedere al Sacramento dell'Eucarestia per la prima volta. La piccola era stata preparata alla celebrazione dallo stesso papà e non ha frequentato stabilmente l'itinerario di fede (3) proposto dalla Parrocchia di origine. Al Sacerdote per la celebrazione secondo il precedente rito avrebbe provveduto lo stesso Ingegnere. Lo stesso, prelevando gli inginocchiatoi (4) dalla Chiesa parrocchiale, preparava la figliola per il rito.

 

       Onde evitare diffamazioni all’ing. “Antonio Alba” citato nella lettera, che è totalmente estraneo a queste questioni, mi corre l’obbligo evidenziare che il nome corretto del sottoscritto è Pasquale. (5)

 (3) Traduciamo: non ha seguito le lezioni di catechismo fatto in parrocchia. A tal proposito precisiamo subito che la Fede e il Catechismo non c'entrano affatto, perché come ognun sa nelle parrocchie moderne non si fa più catechismo, ma tanti bei giochini e disegnini stupidi e quando si fa qualche lezioncina si insegna che Dio perdona tutti, che tutti (buoni e cattivi) andremo in Paradiso..., si insegna che ebrei e musulmani hanno lo stesso nostro Dio: un'evidente eresia! E che sia un'eresia non lo diciamo solo noi, ma lo dicono anche gli ebrei e i musulmani). Insomma se i bambini la fede ce l'hanno, loro gliela fanno perdere. La prova? Si provi a chiedere a quei bambini che hanno "frequentato stabilmente l'itinerario di fede" parrocchiale cosa avviene sull'altare al momento della Consacrazione o cosa c'è nell'Ostia Consacrata o quanti e quali sono i doni dello Spirito Santo... sentirete che risposte daranno quei bambini!...
(4) Che scandalo! L'ingegnere ha osato servirsi degli inginocchiatoi! Non sa quell'arretrato che la Comunione la si fa all'in piedi? Che diranno i fratelli protestanti se vedono che una bambina s'inginocchia davanti all'Ostia?
(5) Eh questi parroci! conoscono così bene la persona che accusano... che ne sbagliano financo il nome.

       Il presbiterio di Favara, radunato per il consueto incontro (6) mensile, in verità dichiara:

 

       

(6) Nei tempi andati si parlava di "ritiro", di ritiro spirituale, nel quale i preti rientravano in se stessi, si esaminavano e assumevano nuova energia spirituale per il loro apostolato, oggi invece i preti moderni (ammalati di modernismo) si "incontrano", chiacchierano, discutono, stilano proclami e scrivono lettere per mettere a posto eventuali parrocchiani ribelli o per fugare possibili cedimenti vescovili...

       1. Ad oggi, non esiste né presso la parrocchia in oggetto né presso altre parrocchie di Favara alcun gruppo (7), sia stabile che occasionalmente raccolto, di fedeli aderenti alla precedente tradizione liturgica.

 

       1. I presbiteri travisano completamente il Motu Proprio “Summorum Pontificum” del Papa il quale all’art.5 §3 sulle circostanze particolari come l’amministrazione di Sacramenti non pone alcuna condizione sull’esistenza di alcun gruppo né stabile né occasionale.

(7) È la solita solfa: gli zelanti modernisti, o vaticanosecondisti che dir si voglia, per disubbidire al Papa si appellano al "gruppo",: quanti sono, chi sono , come sono, sono alti, sono bassi, perché vogliono, perché non vogliono.... I loro sono cavilli e scuse che vanno ben al di là dello spirito del Motu Proprio.

       2. La adesione alla precedente tradizione liturgica, che potrebbe essere variamente intesa, per noi parroci è ascritta alla pregressa celebrazione da parte degli stessi fedeli dei Sacramenti della Iniziazione (8) Cristiana e del Matrimonio (9), debitamente registrati in archivi parrocchiali o ecclesiastici (10) al momento della recezione del Sacramento (11) da parte di un ministro già aderente.

In verità dobbiamo sottolineare ancora che:

 

     Entrando nel merito, vorrei precisare che il sottoscritto, le due Signore ivi definite come “anziane” (le quali sono due distinte e stimatissime professoresse) e altri citati, non vogliono soffermarsi su singoli dettagli ma desiderano che le cose sacre vengano trattate con la dignità che è loro propria, con tutte le rubriche, il che è un sacrosanto diritto dei fedeli. (12)

 (8) Che brutto termine! sa di massoneria... Perché non parlare di Battesimo?
 (9) Quindi, per quei parroci, se un Tale non è sposato non può aderire alla precedente tradizione liturgica?
 (10) Che senso ha la distinzione tra parrocchiale ed ecclesiastico? Il parrochiale non è ecclesiastico?
 (11) Di quale Sacramento ora stanno parlando? e che significa "un ministro già aderente"? Aderente a cosa? Quindi il solito Tale, che ha ricevuto il Battesimo da un prete modernista, non può cambiare idea e richiedere di aderire "alla precedente tradizione liturgica"?
Ma che assurdità vanno blaterando questi parroci? Don Abbondio, quando volle imbrogliare il povero Renzo, fu più corretto e più coerente...
(12) Che ingenuo questo Ingegnere! Non sa che i diritti ce l'hanno soltanto i parroci?

       3. Lo stesso Ingegnere, da solo o in compagnia di due anziane (13) fedeli e fra loro sorelle e di un altro signore, ha accostato alcuni dei parroci della città per ammonirli circa questioni inerenti la celebrazione della Cena (14) del Signore (o Divino Sacrificio Eucaristico) e che, a giudizio dello stesso, questi non tenevano in gran conto. Le questioni, senza soluzione di continuità (15), vertevano sul suono del campanello (16) e sulla genuflessione alla consacrazione, sul modo di denominare la Messa, sul modo e sulla suppellettile sacra per accostarsi alla comunione eucaristica, sulla presenza reale, sulla nècessità di celebrare secondo il precedente rito pena la invalidità del sacramento (17). Lo stesso ha espresso dubbi che i Sacerdoti che lo ascoltavano credessero alla Presenza reale del Figlio di Dio Gesù Cristo con il suo corpo e il suo sangue nell'Ostia consacrata (18). Da ciò la richiesta fatta dallo stesso ai parroci di celebrare e far celebrare la Messa secondo la precedente tradizione liturgica. (19)

 

       Ora il dubbio che nutriamo sulla Fede di alcuni dei presbiteri, singolarmente presi, nella Reale Presenza di Corpo Sangue Anima e Divinità di N. S. Gesù Cristo nelle specie consacrate è più che lecita e ampiamente giustificata dai loro comportamenti:
        Ostie che rotolano per terra, “gocce” che cadono durante la comunione sotto le due specie, e l’uso del piattino tralasciato nonostante i ns. richiami, sacrilegi di ogni genere verso cui abbiamo il diritto (e dovere!) di formale querela in forza degli artt. 93 e ss. della Redemptionis Sacramentum ai quali abbiamo loro rammentato di attenersi in quanto obbligano sub gravi. Se è vero, come è vero, che lex orandi lex credendi, il comportamento pratico rivela la fede e lo scandalo pubblico nuoce gravemente alla fede dei semplici. Ad esempio, il sottoscritto frequentava la S. Messa quotidiana nella parrocchia di S. Calogero e, un giorno, ho visto che, caduta una particola a terra, il parroco se ne stava immobile e una fedele raccoglieva l’Ostia; da questo momento decisi di offrirmi a servire Messa con il piattino per la Comunione e, reverenter, a sollecitarne l’uso.
        In Chiesa Madre idem: Ostie per terra e uso ingiustificato di innumerevoli “ministri straordinari della Santa Comunione” contro l’art.158 ib.
Circa questa materia i Can. 2320 vecchio Codice e Can. 1367 nuovo CIC contemplano la scomunica ipso facto latæ sententiæ.
        Circa l’eventuale invalidità dei Sacramenti, sappiamo dal Catechismo di San Pio X (n.286 del Cat. breve, D.522 del Cat. Magg.) che per fare un Sacramento, oltre a materia e forma, “è necessario un ministro che abbia l’intenzione di fare ciò che fa la Chiesa”. Orbene, a Favara soltanto da pochi mesi hanno cominciato a chiamare la Messa “Divino Sacrificio”. Qualcuno si cautela da quando c’è un po’ di tensione?

(13) Forse per gli intelligenti parroci di Favara "anziano" è sinonimo di dabbenaggine. Che si tratti di due Professoresse, per loro non è rilevante: loro i titoli li pretendono per sé [come ci tengono al loro "Don"!!!], agli altri non li dànno.
 (14) Di certo i quattro tradizionalisti non hanno usato questo brutto termine; brutto perché da protestanti! I Cattolici, quelli veri, parlano di Santo Sacrificio; era il porcus Saxoniae che volesa si parlasse di "cena".
 (15) Grazie per il riconoscimento, si vede che i quattro erano coerenti.
 (16) Ovviamente i parroci favaresi preferiscono quello delle chitarre... Par poi di capire che genuflessioni, suppellettili, modo di accostarsi alla Comunione [a proposito, va scritta in maiuscolo!], presenza reale... siano argomenti futili, di nessun peso...
 (17) Non pensiamo quel che i parroci ci voglion far credere, siamo invece certi che i quattro abbiano parlato di invalidità condizionata: se il prete crede di non essere il celebrate (l'alter Christus) ma soltanto il presidente di un'assemblea che fa memoria di una cena..., che a celebrare la "cena" sia soltanto l'assemblea... allora il dubbio sulla validità è più che giustificato, è fortissimo... fino a poter considerare certezza l'invalidità.
 (18) Noi poveri fedeli non possiamo giudicare in foro interno, giudichiamo da quel che vediamo, e stando al comportamento dei sacerdoti moderni nel celebrare la S. Messa parrebbe proprio che loro sono i primi a non credere. Basta vedere come trattano le Sacre Particole, come le distribuiscono [peggio che se fossero semplici biscottini]...
 (19) I parroci favaresi dovrebbero ringraziare quei bravi quattro signori dell'ottimo consiglio: il rito tridentino di per sé porta a credere e a ben celebrare i sacri misteri, il che non succede col Novus Ordo baccanoso, irriverente, superficiale, dissacrante... protestante.

       4. Tempo fa, senza aver informato i parroci e quindi senza il loro permesso (20), i soggetti di cui sopra hanno anche promosso presso i fedeli, all'uscita dalla Messa secondo il "rito non precedente", una raccolta di firme. I firmatari sono disposti a ritrattare formalmente la firma erroneamente apposta.

 

       Il sottoscritto e altri membri del Comitato Una Vox Favara, non hanno mai promosso raccolte di firme dentro le chiese ma bensì tra amici, parenti e conoscenti fuori dalle mura di edifici ecclesiastici come è loro diritto, come fanno in tutto l’orbe cattolico e con lo scopo -chiaramente dichiarato e condiviso dai firmatari- di indirizzare al Vescovo una petizione per chiedere una celebrazione della S. Messa secondo il Missale Romanum del 1962 in almeno una chiesa di Favara nelle domeniche e feste di precetto. C’è qualcuno che dice che la firma gli sarebbe stata estorta con inganno? Se sì, venga avanti e spieghi.
        Mi è stato riferito che l’arciprete Zambito verso alcuni parrocchiani si è indirizzato a chi avesse osato apporre una firma, in tono minaccioso. Ora, conosco tra i 123 firmatari, molti che non ritratterebbero la firma neanche sotto minaccia di morte e sono pronto a presentarGlieli uno per uno. Tra i firmatari sono inoltre presenti diversi avvocati e ingegneri, un vicepreside e molti insegnanti di tutti i gradi. Anzi ne conosco degli altri ancora che aggiungerebbero volentieri la propria firma.

(20) Va bene che stanno in Sicilia, va bene che si parli di mafia siciliana, ma i parroci, anche se siciliani, non assumano atteggiamenti mafiosi! Pretendere che per una raccolta di firme ("all'uscita dalla Messa", quindi fuori dalla chiesa) si debba chiedere il loro permesso è proprio da mafiosi, anche perché il fatto in sé non comporta necessariamente alcunché: raccogliere le firme per la Messa tridentina non genera automaticamente la celebrazione della Messa tridentina: il destinatario della petizione potrà accogliere o rigettare la richiesta. Ma cosa temono questi parroci? Fa loro tanta paura una buona Messa?!

       Ma è soprattutto il rifiuto del Concilio Vaticano II (21) e del magistero pontificio (22) - successivo al Papa Pio XII di v.m, che nei colloqui da noi intrattenuti con lo stesso ingegnere e dagli altri tre fedeli su menzionati - che è stato espresso molto chiaramente e fortemente dagli stessi.

 

       

(21) Siamo alle solite! Hanno fatto un concilio non dommatico, ma poi pretendono che lo si accetti come dommatico! Il concilio se non è dommatico non stabilisce verità di fede: perché allora pretendono che si creda a verità non stabilite?!
 (22) Qui i parroci mentono sapendo di mentire, il che è gravissimo! Infatti i tradizionalisti sono tali proprio perché accettano e ubbidiscono al Magistero pontificio, ovviamente quando questo è in linea con la Tradizione ed ha il carattere dell'infallibilità. Si rassegnino una buona volta i modernisti (e con essi i parroci di Favara) che la Chiesa non è nata con il Concilio Vaticano II, ma con N.S. Gesù Cristo ben 2.000 anni fa, e questi 2.000 anni formano la Tradizione. Il Concilio Vaticano II invece non fa che sproloquiare CONTRO la Tradizione, asserisce cose addirittura solennemente già condannate! Se quei parroci avessero un minimo di onestà intellettuale riconoscerebbero l'evidente rottura della Chiesa conciliare con la Tradizione, anzi l'insanabile contrasto. Se non sanno, s'informino e a questo fine consigliamo loro i tre spendidi libri di Don Villa (Paolo VI beato? - Paolo VI. Processo a un Papa - La "nuova Chiesa" di Paolo VI) e quello bellissimo di don Andrea Mancinella, "1962. Rivoluzione nella Chiesa", tutti e quattro editi da Editrice Civiltà, Via Galilei 121 - 25123 Brescia

       Il "desiderio" espresso dai nostri fratelli  (23)battezzati in Cristo di vedere celebrare la Messa per come da lui richiesto, nel ministero di discernimento pastorale (24) che ci è proprio, riteniamo (25) non coincida con il bene disposto da Dio per loro. Il desiderio - disordinato nell'origine, nel contenuto e nella forma - pertanto non ha trovato né potrà trovare soddisfazione da parte nostra né nelle nostre parrocchie (26), pena l'aggravarsi della discordia e della disunione che già avvertiamo segnarci,
mentre chiediamo perdono (27) a Dio.

 

       I presbiteri parlano di «Desiderio disordinato … pena l’aggravarsi della discordia»: questo è proprio contro il motu proprio del Sommo Pontefice che all’art. 1 afferma esattamente il contrario.
       In contrario: già S.S. Giovanni Paolo II parlava di «giuste aspirazioni» dei fedeli nella bolla Ecclesia Dei ed esortava i Vescovi “a concedere largamente e generosamente la celebrazione con il rito romano antico ai fedeli che lo richiedessero”.
       La nostra, pertanto, è una giusta aspirazione e non “desiderio disordinato”.
       Per di più S.S. Benedetto XVI, nella Lettera accompagnatoria ai Vescovi, adduce come ragione del motu proprio quella di giungere ad una riconciliazione interna nel seno della Chiesa. Ovviamente: tra chi ama la Chiesa frequentando i nuovi riti e chi ama la Chiesa ed è legato alla tradizione liturgica. La spaccatura sarà inevitabile invece con chi non ama la Chiesa e la voglia distruggere dal didentro.
       S.S. Benedetto XVI dice che ciò che per le generazioni anteriori era sacro e grande non può essere proibito (28) o giudicato dannoso e che il Missale di san Pio V debba essere tenuto nel debito onore per il suo uso venerabile e antico.
       La Santa Messa di sempre è cercata da coloro che in chiesa non vanno per sentire tamburelli, chitarre o chiacchiere, ma cercano in quel sovrannaturale silenzio di adorare Cristo crocifisso, vero Dio e vero uomo, mentre versa il suo Sangue Preziosissimo per la nostra salvezza. Chi nega questo Mistero è fuori dalla Chiesa Cattolica (Conc. Trid. sess. XXII).

(23) Nostro Signore avrebbe detto: Che ipocriti! Che sepolcri imbiancati! Chiamano fratelli quelli che tanto bistrattano!
 (24) Un nuovo ministero! Perfettamente in linea col Vaticano II...
 (25) Presunzione brutta, cattiva e peccaminosa: come possono ritenere che non è un "bene disposto da Dio" il desiderare la celebrazione di quella S. Messa che ha fatto Santi tanti cristiani? quella S. Messa celebrata dagli Apostoli? quella S. Messa celebrata fino alla morte da S. Padre Pio?
Qual è l'origine del desiderio? perché il contenuto del desiderio [cioè il S. Sacrificio della Messa] è disordinato? Perché la forma con la quale è espresso il desiderio è disordinata? Mi sa che questi parroci non sanno quel che dicono e che cadono in gravissimo peccato quando osano definire disordinato il S. Sacrificio della Messa.
 (26) Ma dovrebbero aggiungere: "disubbidendo al Papa Benedetto XVI ed, eventualmente, al nostro amato Vescovo". Da notare che loro scrivono quando sanno della raccolta di firme indirizzata al Vescovo per ottenere l'applicazione del Motu Proprio. Quindi i parroci prima ancora che il Vescovo si pronunci, già decidono che "il loro desiderio non ha trovato né potrà trovare soddisfazione da parte nostra né nelle nostre parrocchie": rispondono come se fossero loro i destinatari della richiesta, come se fossero loro il Vescovo! È questo il loro rispetto dell'Autorità? o è la conferma di un atteggiamento mafioso?
 (27) Di che chiedono perdono a Dio? del bistrattare i fedeli tradizionalisti? o della disubbidienza al Papa? o della preannunciata disubbidienza al Vescovo? Ma chiedere perdono a Dio senza essersi pentiti sa di beffa, è un insulto a Dio.
 (28) Si vede che a Favara questa informazione non è arrivata...

       Tenuto conto di ciò, in verità dinanzi a Dio, alla sua Chiesa cattolica, al nostro Vescovo e alla nostra coscienza, chiediamo di considerare che  (29)

 

       

— l'evento


— presenti

— presieduto
— per l'ammi




occorso (celebrazione eucaristica secondo la precedente tradizione liturgica);
fedeli occasionali (alcuni parenti) non stabilmente costituiti come gruppo;
 da sacerdote non diocesano;
nistrazione della prima S. Comunione secondo il rito "della precedente
tradizione liturgica a fedele battezzata nella tradizione liturgica successiva od odierna";
 

       

— a bambina



 
proveniente da altra parrocchia, senza autorizzazione del parroco e frequentante ancora la quinta elementare;
 

       La mia richiesta per la Comunione di mia figlia col rito antico era stata respinta da don Pietro Profeta e da don Diego Acquisto. Il primo è il parroco della mia parrocchia e il suo rifiuto spiega perché manca l’autorizzazione del parroco.
        «La bambina frequenta ancora la quinta elementare». Non capisco: quando si può fare la Prima Comunione? Alla scuola Media? A parte il fatto che le 9 compagne di scuola invitate da mia figlia avevano tutte già in primavera fatto la Prima Comunione, vorrei ricordare che proprio lo stesso pontefice San Pio X volle abbassare fino a 7 anni l’età in cui La si può ricevere.

— preparata


esclusivamente dal suo papà alla pienezza del Sacramento dellaComunione;
 

       L’appendice III n.3 del Catechismo breve del Papa San Pio X, dopo avere precisato che i genitori sono i primi e principali catechisti dei lori figli, precisa che «se essi sono costretti a farsi supplire da altri nell’educazione, ricordino l’obbligo sacrosanto di scegliere tali istituti e tali persone che sappiano e vogliano coscienziosamente compiere per loro un così grave dovere. L’indifferenza in questa materia è stata la perdita irreparabile di tanti figli. Qual conto se ne dovrà rendere a Dio! »
        Io ho deciso di scegliere chiese dove si distribuisce la Comunione in ginocchio e in bocca. Anche i libri usati in parrocchia mi lasciano perplesso. Preferisco l’insuperabile Catechismo di San Pio X del 1912. Inoltre (ibid. n.9), per educare cristianamente la prole occorre una grazia speciale propria del loro stato, che i genitori cristiani hanno in virtù del sacramento del Matrimonio ben ricevuto. Non vedo quindi perché dovrei affidare l’educazione dei miei figli a laici sconosciuti e impreparati.

(29) ...che innanzitutto qui la grammatica va a farsi benedire, il discorso si fa asintattico, slegato e illogico.

       la celebrazione della Santa Messa in oggetto, costituisca un unicum non più reiterabile nella comunità ecclesiale di Favara, nella quale come parroci in unità con il Vescovo Francesco, ci professiamo in comunione piena (30)

 

       L’aggettivo «non più reiterabile» nella conclusione della lettera citata, mi sembra applicabile semmai ad un reato e in questo contesto suona come una minaccia. Addirittura paradossale se messo in una lettera diretta al Vescovo.

(30) ...se il Vescovo fa quel che diciamo noi.

       e obbedienti al magistero e alle disposizioni generali e specifiche del nostro Papa Benedetto XVI. (31)

 

       Il rito in questione non è mai stato abrogato. Tra l’altro non potrebbe mai esserlo fino alla consumazione dei secoli, giusta la Bolla Quo Primum Tempore del 14 Luglio 1571 sotto pena di scomunica. Da ciò discende come conseguenza ineludibile che ieri, oggi e domani il rito latino-gregoriano o tridentino o di san Pio V, è e sarà sempre attuale, checché ne dicano i demolitori della Chiesa.
        Anzi: addirittura la costituzione Sacrosanctum Concilium del Concilio Vaticano II, all’art.4 dice: «…Il sacro Concilio, in fedele ossequio alla tradizione, dichiara che la santa Madre Chiesa considera su una stessa base di diritto e di onore tutti i riti legittimamente riconosciuti e vuole che in avvenire essi siano conservati e in ogni modo incrementati.» I presbiteri che si fanno paladini di questo Concilio si attengano per primi a questa dichiarazione come anche agli articoli 36, 54 e 116 prima di fare la morale agli altri. Come mai non si fanno loro per primi promotori dell’incremento?
        In presenza di almeno 5 testimoni, l’arciprete don Domenico Zambito che ci ricevette -solo su appuntamento (32)- nel Dicembre 2007, ha dichiarato testualmente: « Se il Vescovo mi ordinasse di farla celebrare [la Messa antica] nella mia parrocchia io darei le dimissioni.» In quell’occasione egli ebbe un atteggiamento parecchio sarcastico e aggressivo (33). Francamente non so che dire.

(31) ...se non ci disturba più con inopportuni Motu proprio. Caro Papa, ti siamo ubbidienti, ma facciamo a modo nostro: non ci scocciare.
 (32) Quanta importanza si dànno sti Parrini! Parrini in siciliano significa preti; in questo caso il termine siciliano è da preferirsi perché si avvicina e richiama quello di "padrini", cioè di mafiosetti alla quaquaraquà.
 (33) ...da mafiosetto! E la carità cristiana dove la tiene questo "don"? Sotto i piedi, ovviamente.

        I parroci che hanno intrattenuto colloqui con l'Ing. Alba Antonio.
Zambito don Domenico, Profeta don Pietro, Zammito don Salvatore

 

       Da Internet sappiamo che dei Sacerdoti che difendono la Tradizione vengono trasferiti o subiscono altre ritorsioni o violenze psicologiche da parte di certo clero.
        Inoltre, nella lettera, noi, fedeli alla secolare Tradizione apostolica, sembriamo descritti quasi come degli eversivi. I presbiteri di Favara possono invece organizzare impunemente, dentro le chiese, balletti e canti “gospel” di protestanti americani (2005 e 2006), feste e concerti per il “solstizio d’estate” (2009), (34) riti paganeggianti con presentatori ed applausi, in stile Sanremo perfettamente intonati agli show televisivi.
Il gruppo stabile a Favara esiste ma è distribuito tra diverse parrocchie. Chiediamo pertanto che l’E.V. voglia provvedere in forza dell’art.10 del motu proprio ad istituire una parrocchia personale e a nominare un cappellano.
        Quanto all’obiezione oppostaci che il numero di persone interessate sarebbero poche: ammettiamo per ipotesi che fossero poche, cosa cambierebbe?
        La realtà invece è esattamente all’opposto. A Battipaglia, il mese scorso, 2500 persone hanno partecipato al pontificale in rito antico celebrato dal Card. Castrillon Hoyos.
        Ci sono poi i risultati incredibili dell’indagine commissionata a Doxa secondo cui il 21% di tutti i cattolici (cifra che sale al 40% tra i cattolici che frequentano tutte le domeniche) hanno detto che, se la trovassero nella loro parrocchia, essi preferirebbero andare, tutte le settimane, alla Messa di S. Pio V. Non possiamo pensare che sia un falso: qui la Doxa si gioca tutta la sua credibilità. Di che cifre parliamo, in termini assoluti? Sono 9 milioni di italiani che vorrebbero andare ogni settimana alla Messa di sempre (35). E' un numero assolutamente enorme.
        La realtà è quindi all’opposto di quella presentata in quella lettera. Allora è naturale e lecito chiedersi se dietro questa assurda proibizione ci sia mala fede e una regia occulta? L’assurda proibizione e lo zelo anti-tradizione sono manovre anticattoliche.
La porto a conoscenza del fatto che, nel Novembre 2007, don Salvatore Zammito volle accogliere la nostra richiesta per la predicazione di un ritiro nella chiesa B.M.V. del Monte Carmelo, in preparazione dell’Avvento, predicato da un Priore dei Domenicani, con Santo Rosario in latino e Santa Messa di san Pio V. Il Priore si era reso disponibile e aveva fissato la data, ma quando don Salvatore ne parlò con mons. Muratore, fece improvvisamente dietrofront e mandò tutto all’aria. Ci sembrò nettamente che avesse ricevuto qualche indimidazione. Io chiesi con urgenza udienza a S. E. mons. Ferraro ma mi fu riferito varie volte al telefono dal segretario don Calandra che il Vescovo era fuori sede e mi avrebbe richiamato appena avute notizie. Sollecitai varie volte ma non mi richiamò mai. Una volta venni personalmente in Diocesi ma mi dissero che il Vescovo non era presente. (36)

(34) Il tutto ovviamente per essere allegri e moderni, per piacere ai fratelli protestanti e per essere un tantino fratelli massoni, gli applausi poi ci stanno bene in un ambiente che loro non vogliono più sacro...
 (35) Ci consenta l'Ing. Alba, fatta una piccola operazione, di correggere il dato: tolto un abbondante 10% di non cattolici su 60 milioni di abitanti, rimangono 54 milioni; stando alle percentuali doxa quindi coloro che preferirebbero la messa di S. Pio V oscillerebbero tra gli 11.340.000 e i 21.600.000 !
 (36) Ecco quanto sono zelanti certi Vescovi! Forse sua Eccellenza era in tutt'altre faccende affaccendato, forse era impegnato a fare qualche ola-ola... Non capiremo mai come questi Vescovi trovino sempre il tempo per far politica, per fare concorrenza ai sindacalisti, per assistere a balletti, per ola-ola, per manifestazioni più o meno sportive e per tante altre f..., ma non hanno mai un secondo per i tradizionalisti, li sfuggono come se si trattasse di lebbrosi... Noi crediamo che agiscano così non per mancanza di ligiosità al proprio dovere, ma per ignoranza: questi Pastori vaticanosecondisti non sanno che anche i tradizionalisti sono pecorelle affidate a loro e delle quali dovranno rendere conto a Dio.

       I parroci della Città che attestano la inesistenza nelle parrocchie di gruppo aderente a precedente tradizione liturgica.
Zambito, Profeta, Zammito, Montana,
Acquisto, Della Corte, Di Fede Santangelo

 

       Con la mia lettera raccomandata del Gennaio 2009 indirizzata all’Ecc. V. e pervenuta in diocesi il 13.I.2009 citavo i fatti occorsi a Favara, chiedevo un intervento della sua Autorità e di essere ricevuto in udienza.
        Purtroppo ad oggi quella lettera non ha ricevuto alcuna risposta. Temendo che essa non sia stata fatta mai pervenire ad Ella da chi di dovere, chiedo urgentemente udienza prima che la vicenda venga riferita alla Pontificia Commissione Ecclesia Dei cui  inoltrerò la documentazione qualora non ricevessi sue notizie entro Natale. (36)
Il mio telefono mobile è ********

(36) Il Natale 2009 è passato da un pezzo, siamo prossimi a quello del 2010 ed ancora tutto tace: evidentemente il nuovo Vescovo Mons. Montenegro non è migliore del suo predecessore: meglio fare lo gnorri che sentire e prendere provvedimenti... nenti 'ntisi e nenti sacciu...

       L'amministratore parrocchiale per la parte di sua pertinenza.

 

       

 A questo punto in data 5 Maggio l'Ing. Pasquale Alba ha scritto in Vaticano, in particolare al Prefetto della Pontificia Commissio Ecclesia Dei e ad altre cinque grosse personalità, ma a tutt'oggi anche il Vaticano risponde con un silenzio assordante.
Per completezza d'informazione riproduciamo qui di seguito ampi stralci del ricorso inoltrato in Vaticano dall'Ing. Alba

 

 

     Siamo costretti a sottoporre direttamente alla sua benevola attenzione quanto sta avvenendo nel nostro territorio con riguardo all’applicazione (o disapplicazione) della lettera motu proprio data “Summorum Pontificum Cura”, e ne sentiamo
particolarmente l’obbligo in quanto sappiamo che è espressa volontà del Santo Padre quella di ricevere dalla Commissione Ecclesia Dei un resoconto, a tre anni sulla sua applicazione.

 

 

       Nonostante il Motu Proprio, qui da noi la Santa Messa tradizionale latinogregoriana è de facto proibita. Presso alcuni Presbìteri abbiamo trovato un forte ostracismo; presso la Curia Diocesana un muro di gomma.

       

 

       Qualcuno dei presbìteri ci è apparso nettamente
intimorito da qualcuno della Curia e da altri presbìteri.
        Fin dal Novembre del 2007 il nostro Comitato tenta, senza esito, di ottenere udienza presso l’Arcivescovo di Agrigento.

       

 

       Le vicende sono precipitate in occasione di una Prima Comunione che è stata amministrata con Santa Messa tradizionale.
        La notizia di questo fatto ha suscitato la scomposta reazione di alcuni presbìteri di Favara, arciprete in testa, i quali hanno indirizzato all’Arcivescovo una lettera, che ci sembra abbia un tono di dictat intimidatorio contro chi, laici o presbìteri, voglia la Santa Messa tradizionale.

       

 

       Ho chiesto udienza all’attuale Arcivescovo mons. Francesco Montenegro, dapprima con la
lettera raccomandata del Novembre 2009; poi, dopo innumerevoli tentativi, finalmente al telefono il 16 Aprile l’aiuto segretario dell’Arcivescovo mi ha fissato udienza per il 28 Aprile la quale è poi stata disdetta e rinviata sine die da una impiegata della stessa Curia.

       

 

       I parroci non hanno alcun diritto, di “ritenere”che il “desiderio” espresso dai fedeli, in materia, “non coincida con il bene disposto da Dio per loro”, né esiste, in questo caso, alcuna possibilità di richiamarsi a un non meglio definito
“ministero di discernimento pastorale” che comprenda la liturgia. Che poi tale “ministero di
discernimento pastorale” sia “proprio” dei parroci è davvero cosa ridicola e primariamente sovversiva nei riguardi dello stesso Vescovo. Infatti la costituzione Sacrosanctum Concilium del Concilio Vaticano II, al n° 22, dichiara:
        § 1 - Regolare la sacra liturgia compete unicamente all'autorità della Chiesa, la quale risiede nella Sede apostolica e, a norma del diritto, nel vescovo.
        § 3 - Di conseguenza assolutamente nessun altro, anche se sacerdote, osi, di sua iniziativa, aggiungere, togliere o mutare alcunché in materia liturgica.

       

 

       In un caso precedente, in occasione del battesimo di un nuovo nato, sono stati negati, con la solita prassi a dispetto del Motu Proprio, fatta di rinvii e richieste alla Curia rimaste senza risposta, la Santa Messa e il battesimo secondo il rito tradizionale e finanche la sua trascrizione nei registri parrocchiali una volta che avevano ottenuto l’amministrazione del battesimo.

       

 

       Ad oggi non hanno trovato benché minima risposta né la nostra richiesta di una Messa festiva anche fuori orario in una qualsiasi chiesa, né una parola rassicurante dell’Arcivescovo rivolta ad un Sacerdote disponibile, per non parlare delle segnalazioni sugli abusi liturgici e contro il Santissimo Sacramento a norma dell’istruzione Redemptionis Sacramentum.

       

 

       Ci sembra che tra noi fedeli cattolici e il nostro Vescovo, quando si toccano questi argomenti, si erga un altissimo e impenetrabile muro fatto di vicari, segretari, centralini e rinvii.
        Diverse persone, francamente, si attendevano che, informato di così gravi abusi, il Vescovo in persona prendesse l’iniziativa di convocarmi con urgenza per chiedere chiarimenti e sono molto meravigliati che non l’abbia fatto.

  (37) Il Vaticano ancora non risponde, Roma ha i suoi tempi, speriamo solo che non siano biblici.
Noi non possiamo non concludere senza augurare ai buoni tradizionalisti di Favara di ottenere da Dio la grazia del S. Sacrificio della Messa, nè possiamo terminare senza dover dire: "Povera Chiesa di Cristo! in che mani di traditori è capitata!!!"

 

       Signor Cardinale, esperite tutte le vie possibili, scrivo questa lettera per adempiere al dovere di informare l’Em.za V. Rev.ma e il suo Segretario mons. Guido Pozzo e per invocare un vostro necessario e decisivo intervento. (37)
        Quelli che ci sembrano violati sono prima di tutto i diritti di Nostro Signore Gesù Cristo.

       

 

       Dott. Ing. Pasquale Alba
presidente del Comitato
“Inter Multiplices Una Vox Favara”

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