Mentre al festival di Venezia il dissacrante western sull'amore omosessuale tra due cowboy (Brokeback mountain) del regista orientale Ang Lee si aggiudicava il Leone d'oro, in un pratone del Veronese Romano Prodi apriva ai gay. In fatto di leggi, sia chiaro. Ma pur sempre una mano tesa verso chi, pensando al proprio passato da democristiano, non ha mai sopportato.
Ma doroteo è, e doroteo resta. Anche se per lui questo termine oggi significa «traccheggiamento. E non mi piace». [...]
Nel presentare il programma con cui si candida alle elezioni interne, il professore si è dimenticato dei gay. Apriti cielo. Perchè se Alfonso Pecoraro Scanio, leader dei verdi, che da ministro, nel 2000, si spinse a dichiarare che «la bisessualità è una gran bella cosa», ha fatto finta di niente, si vocifera che il diessino Franco Grillini, fondatore dell' Arcigay, sia andato su tutte le furie.
Detto e fatto. La risposta di Prodi non si è fatta attendere. E anche se al Corsera si saranno rifiutati di pubblicare una nuova lettera del Prof., lui non si è perso d'animo. Impegnato in un tour de force elettorale con il suo camion giallo, Prodi ha trovato il tempo di dire «sì al riconoscimento delle coppie di fatto», quindi anche delle unioni gay, con lo strumento del Patto civile di solidarietà (Pacs).
«C'è già una proposta in parlamento di 61 esponenti dell¹Unione: la condivido», ha catechizzato i presenti ad una festa di partito mentre la gente gli gridava in dialetto «tin bota» (tieni duro).
Insomma, Romano è per le scelte chiare. E nella bagarre delle primarie è pronto a ostentare pelo e muscolo, cercando il grande amore. Che si chiamino gay, lesbo, bisex, transgender, ossia tutto il variegato mondo che non si riconosce nell'ortodossia etero, non importa. Stime alla mano, valgono qualcosa come 3 milioni di voti. E allora ben venga il corteggiamento. Soprattutto da quando Zapatero ha fatto approvare in Spagna i matrimoni gay, e Nichi Vendola ha vinto la presidenza della Regione Puglia. Perchè adesso anche al cattolico Prodi sono improvvisamente diventati appetibili lor signori e signorine.
Passate le primarie, siamo certi [anzi, speriamo fortemente] che tutto finirà nel dimenticatoio, come insegna ogni buon doroteo. Un film già visto, dirà qualcuno. Di chi, nell'intento di accattivarsi le simpatie dei votanti, è disposto a tutto. A prenderla «in quel posto», l'outsider delle primarie Ivan Scalfarotto, dichiaratamente gay e fidanzato da dieci anni con tale Erminio. Da ieri le sue chance di vittoria sono sensibilmente calate. Ma lui se ne frega e avverte che si sposerà lo stesso.
Il solito lieto fine. Ovazione.
da La Padania del 13 settembre 2005