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POLLI allo spiedo? NO, all'orror...
di Guglielmo Donadello
consulente aziendale zootecnico

       Ti sei mai chiesto cosa metti nello stomaco quando mangi un pollo?
       Questo articolo dà i fatti sul pollo che mangiamo: l’«influenza aviaria» potrebbe essere la naturale conseguenza dei "fatti", delle condizioni in cui nascono crescono e muoiono i polli.
       Prima di mangiare un panino volete sapere cosa c’è dentro? Suppongo che abbiate la stessa curiosità anche per il pollo.
       Per il linguaggio suggestivo, la lettura è sconsigliata ai minori di 14 anni.

Fonte: www.disinformazione.it

     Il mio commento è, come possiamo stupirci se mangiando certo “cibo” che non ha più niente di naturale, poi osserviamo la diffusione di malattie serie tra la popolazione? Un Piero Angela direbbe che le molecole del pollo sono tutte lì, quindi dovrebbe fare comunque bene all’organismo. Il mio sospetto è che mangiare della buona segatura farebbe meno danni.

Rinaldo Lampis
www.movimentoconsensus.org

      A leggere questo articolo, monta l'indignazione verso quei tanti "animalisti" che tacciono e intervengono solo quando è il loro comodo o la loro convenienza a richiederlo. Noi pur non essendo "animalisti", diciamo chiaramente e forte che non si può infierire tanto su dei poveri animali, anche se si tratta di "polli": non è lecita tanta violenza. L'animale dovrebbe nascere e vivere secondo natura, mai secondo industria! Oltretutto le conseguenze sono disastrose e terribili anche per l'uomo: salmonella, malattie varie, tumori... e (di recente) "infezione aviaria" !!!
     Quale progetto planetario si nasconde dietro la ingiustificabile barbarie consumata alle spalle di tanti poveri "polli"?

La Redazione

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature
e quanto scritto nello spazio giallo sono della Redazione
       Tutti i polli che compriamo e mangiamo, in tutto il mondo, appartengono oramai ad  un paio di razze ibride (denominate COBB 500, brevettate dalla Cobb Breeding Company), nate in laboratori di genetica applicata, selezionate esclusivamente per l’ingrassaggio.
       Il risultato di queste selezioni è una vera macchina biologica ad elevatissimo “indice di conversione”: un pollo mangia un chilo e mezzo di mangime e ne “produce” uno di carne. Vive solo 35 giorni (non ha neanche il tempo per diventare pazzo). Questi polli denominati “galletti” quando arrivano a “maturazione” pesano vivi in media sui 2,3 chili,  e preparati a busto circa 1,2. Per avere queste rese così elevate e cicli biologici così accelerati servono allevamenti e mangimi adatti.

 

 

       Come vengono allevati
       Si chiama allevamento industriale  integrato, le cui principali fasi sono: produzione della gallina ovaiola, incubatoi delle uova, produzione dei pulcini, macelli, industria di lavorazione, logistica e commercializzazione.
       Nel nostro paese due aziende controllano oltre il 70% del mercato. Una è l’AIA del gruppo Veronesi e l’altra è del gruppo Amadori.  L’allevamento viene svolto in grandi capannoni dove possono stare decine di migliaia di volatili: con una densità di 10-15 per metro quadro, cioè sino a 30 chili di “carne” a mq. (I regolamenti dell’Unione Europea per gli allevamenti biologici stabiliscono invece  in tre polli per metro quadrato la densità massima ammissibile).
       Beccano tutto ciò che ha colore paglierino, giorno e notte, grazie all’illuminazione artificiale. Le temperature sono sempre elevate (anche a causa della luce e delle deiezioni, che vengono raccolte con una ruspa per la produzione della pollina, sottoprodotto usato come concime agricolo o combustibile (e fino a 10 anni fa come mangime per bovini da ingrasso).
       Le condizioni igieniche sono terribili. Gli animali vivono dal primo all’ultimo giorno della loro breve vita calpestando e dormendo sulle loro deiezioni. Le infezioni batteriologiche sono contrastate dal primo all’ultimo giorno di vita con gli antibiotici contenuti nei mangimi.
       Ma per i virus – come si sa – non ci sono farmaci. Da qui l’uso di vaccini che, come è noto, creano anticorpi che contrastano le  manifestazioni patologiche del virus, ma impediscono l’eradicazione dello stesso, consentendo che animali solo apparentemente sani siano commercializzati, con il rischio che il virus si trasferisca dall’animale all’uomo.
       A questo si aggiunge il rumore spaventoso provocato dal pigolare di 50.000 – 100.000 animali spaventati, tenuti in quelle condizioni. L’organismo del pollo, che è pur sempre un animale diurno, viene messo a dura prova: l’apparato digerente stressato, la sua capacità di resistenza agli agenti patogeni fortemente indebolita.
       Nel territorio dove sono inseriti, senza un minimo di criterio di biosicurezza, questi allevamenti sono delle vere e proprie bombe batteriologiche, pericolose e costose per tutta la collettività. Pericolose, in quanto incubatoi di possibili virus trasmissibili agli uomini come salmonelle e influenze; costose, come per il caso dell’ultima peste aviaria,  costata alla sola regione veneta 110 miliardi di lire, e ben 500 allo Stato.
 

       Cosa mangiano
       In regime naturale, i  polli dovrebbero mangiare solo mais, soia e fibre, trasformando proteine vegetali in proteine nobili. Il tipo broiler, che rappresenta il 99% dei 520 milioni di polli e dei 22 milioni di tacchini che mangiamo ogni anno, mangia invece esclusivamente mangimi industriali, prodotti in larga misura da due o tre aziende.
       Le formule di questi mangimi sono top secret
; possono in questo modo metterci dentro di tutto e di più. Il mais e la soia, che sono i componenti principali (fino al 60/70%), sono in grandissima parte di importazione e di produzione transgenica, perché costano meno.
       Contrariamente alle normative per i bovini, i mangimi per pollame e tacchini possono contenere farine di carne e di pesce, pannelli di olio esausto, grassi di origine animale. La vicenda di due anni fa dei polli belgi alla diossina è dovuta a un “eccesso” di PCB  ma, se si rientra nei limiti tollerati, è legale dare da mangiare ai polli anche oli esausti di motori.
       Ma i risultati migliori si ottengono con le proteine animali derivate dalle interiora, dalle teste, dalle zampe e dalle piume ottenute dai loro simili morti in precedenza, oltre alle proteine animali acquistate dove costano meno (farine di sangue e di pesce). Di queste proteine, ai polli ed ai tacchini ne vengono somministrate una quantità fino al 30% nel tacchino, un po’ meno per il pollo.

   

       Cosa si ottiene
       Si ottengono dei pulcinotti venduti come galletti o tacchini, con una carne senza gusto né qualità organolettiche, e di dubbia salubrità.
       I polli così allevati, se li cucini due minuti di più letteralmente si sbriciolano, e se li lasci raffreddare rilasciano il classico odore di pesce con cui sono stati parzialmente allevati. Oggi la carne di pollo non viene offerta da nessun ristorante degno di questo nome. Viene data solo nelle mense delle fabbriche, delle scuole o per le tavole delle famiglie sotto i mille euro al mese.
       Per i tacchini è ancora peggio: la carne è letteralmente immangiabile. Amadori la tritura, aggiunge un po’ di manzo e propone con la pubblicità i rotoloni di carne “per una buona domenica da passare in famiglia”. Questi rotoli sono fatti con la carne di tacchini con aggiunta di carne di manzo e – come si dice in gergo – con la giusta quantità di aromatizzanti

   

       Nessuno protegge i consumatori.
       I nostri 7000 veterinari pubblici, come da precise istruzioni, guardano, registrano, e alla fine non possono fare altro.

Guglielmo Donadello
consulente aziendale settore zootecnico
   
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