Il marxista Daniel Ortega, amico di Chávez, di Castro e di Gheddafi, è stato eletto per la terza volta presidente del Nicaragua con oltre il 60% dei voti.

      I comunisti del pianeta Terra hanno naturalmente gioito, ma il passaggio dalla gioia alle lacrime è stato repentino allorquando hanno realizzato che il Nicaragua del sandinista Ortega è il paese con le leggi antiabortiste più dure al mondo, con pene che arrivano fino a 6 anni di carcere per le donne che interrompono la gravidanza, e fino a 8 per i medici che le aiutano. (1)

(1) Tuttavia, a ben riflettere, non pare che tali pene siano proporzionate al delitto...

      I fiumi di lacrime dei progressisti e dei cattolici adulti (2) occidentali che ritengono l’aborto un diritto assoluto(3), hanno iniziato a ingrossarsi quando si sono ricordati che l’ex guerrigliero marxista aveva addirittura proibito l’aborto terapeutico nei casi di rischio di morte della madre (4), una pratica possibile oggi nel 98% dei paesi al mondo (5).

(2) Noi preferiamo non essere "adulti": preferiamo l'innocenza dei bambini all'immoralità degli adulti.
(3) e violentatore del diritto dell'innocente bambino che si affaccia alla vita.

(4) Evidentemente Ortega conosce bene la morale cattolica, la quale insegna che non si può fare una cosa cattiva (uccisione del bambino) per ottenerne una buona (la salvezza della madre): non sunt facienda mala ut eveniant bona.

(5) Ma ricordiamo che in morale la democrazia vale meno che zero! Neppure il 200% può far diventare bene ciò che è male, e l'aborto è male.

      Il 3 agosto 2011, in risposta alle pressioni di Amnesty International (in teoria organizzazione internazionale deputata alla difesa dei diritti umani, ma in pratica associazione culturale dedita alla diffusione del femminismo e alla cultura (6) dell’aborto) che chiedeva a Ortega di legalizzare la soppressione della vita nascente, la segretaria della Comunicazione della Presidenza, Rosaria Murillo (moglie dell’attuale presidente) rispose negando che si possa considerare in futuro la depenalizzazione dell’aborto terapeutico in Nicaragua perché contro i valori di giustizia, contro quelli della vita e contro i valori cristiani. (7)

(6) Che improprietà di linguaggio! Come può definirsi cultura l'assassinio?!

(7) Ecco una bella lezione!

      Se i governi mondiali, e le stesse gerarchie cattoliche (che in fatto di aborto si “limitano” a scomunicare chi pratica l’infanticidio senza però chiedere la galera) avessero il coraggio di seguire l’esempio dell’«anomalo» compagno Ortega, non potrebbe essere che dall’«alto» cessi l’anticipo di giustizia divina che l’umanità sta «pregustando» prima del [verdetto che seguirà al] giudizio finale? (8)

Gianni Toffali

(8) Di fronte ai terremoti e alle alluvioni dei nostri giorni questo linguaggio può sembrare fuori posto, ma lo è veramente? o dovrebbe spingerci a riflettere pe sfuggire la ridicola superbia di ritenere tutto «sotto controllo», mentre faremmo meglio a sollevare lo sguardo a Dio per chiedergli perdono, aiuto e misericordia?