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RICEVIAMO, 25-09-2009
dal Sig. Silvio

 


IL RUOLO DELLA DONNA NELLA SOCIETÀ

      In premessa dichiariamo che non siamo contrari al "lavoro" della donna per principio, per partito preso, per stupido maschilismo. Ammettiamo invece che in determinate circostanze e per determinate occupazioni la donna non solo possa, ma debba lavorare. Intendiamo soprattutto ribadire che esiste una scala di valori e che in cima ad essa, subito dopo la vocazione religiosa, c'è la madre, la moglie: il lavoro al di fuori della propria famiglia deve derivare da una reale e impellente necessità o da una ben calcolata ipotesi di autosufficienza in mancanza di una famiglia. In conclusione crediamo che anteporre l'impiego, il lavoro, ai figli o al marito sia quasi contro natura e di certo contro l'ordine stabilito da Dio.

      Spett.le Redazione,
Mi piacerebbe conoscere il vostro pensiero in merito ad un argomento la cui importanza è, secondo me, sottovalutata: il ruolo della donna nella società.

 

      Egr. Sig. Silvio,
la ringraziamo di cuore per quanto da lei scritto nella sua interessantissima lettera e per l'opportunità che ci offre di parlare di un argomento, che riteniamo di fondamentale importanza.
Senza tanti giri di parole le diciamo subito che la pensiamo come lei, non per altro, ma perché vogliamo essere buoni Cristiani.

      Infatti, la Chiesa, specialmente negli ultimi anni, sembra voler loro riservare un ruolo che sia uguale (a quello degli uomini), NON SOLTANTO in termini di importanza e di dignità, ma anche in tutti gli altri termini, compreso quello LAVORATIVO.

 

      Noi non diremmo "la Chiesa", ma gli uomini di Chiesa del nostro tempo, e si sa, loro sono ammalati di egualitarismo illuminista, ammalati di democrazia e ammalti d'idea-lavoro che serva meglio il dio denaro, nonostante tutte le condanne della Chiesa su egualitarismo e democrazia, nonostante che N.S. Gesù Cristo abbia detto a chiare lettere che il suo regno non è di questo mondo e che non di solo pane vive l'uomo. Gli uomini di Chiesa dei nostri giorni sono esautorati dal momento in cui si pongono contro la Tradizione e la Dottrina perenne, essi sono soltanto degni del disprezzo della Vergine de La Salette. In conclusione, non fanno testo.

Mi spiego meglio: al giorno d'oggi è sempre più difficile trovare una sposa (anche tra quelle cristiane) che sia "l'angelo del focolare", la moglie affettuosa che attende il ritorno del marito dal lavoro, che cresce ed accudisce con amore i figli dalla nascita, che ama la casa e la famiglia. Tutt'altro!

 

Certo anche le spose "cristiane" sono state infettate dalle mortifere idee illuministe, l'assenza poi di una adeguata guida spirituale (cioè l'assenza di preti che guidassero nella violenta tempesta di confusione presente) ha contribuito potentemente a cancellare l'idea della moglie e madre "angelo del focolare".

      Mi dispiace doverlo constatare, ma a me sembra che la maggior parte delle spose di oggi (anche cristiane) siano solo delle grandi femministe, piene di orgoglio e di pretese, di grilli per la testa e di ambizioni, per le quali il posto (di lavoro) sia più importante del marito!
Non più dunque le moglie umili di una volta, ma mogli presuntuose e antagoniste dei mariti;

 

      Di che si meraviglia? Oggi, grazie al Concilio Vaticano II, il cristianesimo è diventato più facile e più comodo da vivere: non ci sono più le proibizioni di prima e tutto pare sia diventato lecito!
— Una femminista?
— Una buona cristiana.
— Un omosessuale?
— Un buon cristiano.
— I conviventi?
— Buoni cristiani.
Tuttto è diventato buono e cristiano, anche il peccato! Ha mai sentito un prete predicare contro il femminismo? contro l'omosessualità? contro la convivenza? Parlare mai di peccato?

non più madri premurose, ma madri distratte che abbandonano i figli, anche nella più tenera età, negli asili, dalle baby-sitter o, se va bene, dalle anziane nonne!

 

Oggi, se si abbandona un cane, si grida allo scandalo e s'invocano le punizioni più severe, ma se si abbandona il proprio neonato, si invoca il disagio psicologico e sociale di quelle madri snaturate, si fa a gara per trovare una giustificazione qualunque e per... rassicurare simili mostri. D'altra parte al dono divino della maternità si contrappongono e preferiscono i ritrovati... umani, che si chiamano nido, asilo, baby-sitter...

      E tutto questo in nome di che cosa? Del posto di lavoro! Delle loro smisurate ambizioni!

 

      Dice bene: in nome del posto di lavoro, in nome di un nuovo umanesimo (nel quale Dio non ci sta neppure come ferro vecchio), in nome di un'ambizione senza limiti (luciferina talvolta).

Già, e non abbocco alla scusa secondo la quale le donne devono realizzarsi.
      Ma perchè, una moglie casalinga che fa con amore la santa moglie e madre di famiglia, che tiene stretto al petto il proprio bimbo di pochi mesi a tempo pieno, non sarebbe una donna realizzata?

 

      Sarebbe una scusa veramente magra, infatti non c'è cosa più bella dell'essere e del fare la mamma. La mamma, l'ultima mamma di questo mondo, è di gran lunga migliore e superiore della più grande industriale miliardaria di questo mondo.
Una donna che dà alla luce il proprio figlio dà una mano a Dio.
Una mamma che cura e provvede alla propria creatura è l'immagine del Creatore.
E cosa mai ci sarebbe di più e di meglio del collaborare con Dio e dell'essere immagine del Creatore? Altro che fare la collaboratrice di un uomo importante quanto si voglia!

E allora, la maggior parte di tutte le nostre madri e nonne, non sarebbero state realizzate!

 

Evidentemente, secondo le idee moderne, no, in compenso però non abbandonavano i propri figli negli asili nido e non erano a loro volta abbandonate negli ospizi, ma invecchiavano e morivano circondate e onorate dall'amore e dall'affetto dei propri figli e nipoti.

      Quale maggior realizzazzione, invece, per una donna (fatte salve le vocazioni alla vita religiosa) di quella di essere moglie e madre a tempo pieno ?!

 

      Condividiamo in pieno!

      Nemmeno la presunta necessità di avere due stipendi può giustificare quella che a mio modo di vedere è solo l'ambizione smisurata delle donne di oggi di uscire dal focolare per andare a fare le belle, si, le belle. Perchè questo è il punto.

 

      Il doppio stipendio è il più delle volte una falsa necessità. Infatti il doppio impiego comporta tante di quelle spese (una seconda macchina, vestiti più costosi... da società... alla moda, spese per asilo, per baby-sitter, per cameriera...), tanti di quei disagi (corse precipotose, pranzi veloci, nervosismo, mancanza di affetti...) che il lume non ne vale la candela: a conti fatti, spesso sono più le spese che gl'introiti. A tanto si aggiungano le moltiplicate occasioni di peccato e di conseguenza i tanti adulteri, separazioni, divorzi, infelicità... La donna da santa madre, angelo del focolare, diventa così (per amore del posto o della carriera) una bella...! Ci ha guadagnato?

      L'ambizione le frega! Meglio (per loro) se stanno fuori (magari in ufficio o in una boutique, che sono lavori comodi) così possono essere viste ed... apprezzate per quanto sono brave e ...belle! Magari dai loro colleghi uomini!

 

      È bene dirlo una volta per tutte: il lavoro della madre casalinga è il più faticoso e il più duro che esista: certe donne che dicono di amare il lavoro, se sono sincere, provino a fare quello di casalinga! Ma purtroppo le motivazioni al lavoro sono ben altre, e ben misere: così come lei dice, essere viste, apprezzate e ammirate, e non dai propri familiari (dal marito e dai figli), ma da estranei, fare le belle e..., alla buona occasione, le amanti, le adultere... Che ci hanno guadagnato? Il peccato e il disonore!

      Si è sempre vissuti con uno stipendio, ora invece... Ritegno che queste mie parole non debbano essere prese come esagerazioni. Infatti ho i mei buoni motivi per pensare che tutto questo distaccamento delle donne dalla casa, dal focolare, per andare a "realizzarsi" contribuisca, e NOTEVOLMENTE (anche se non ne sarà certo l'unica causa) a tutto questo sfascio morale dei nostri giorni:

 

      Vivere con un solo stipendio sarebbe forse la soluzione a gran parte dei problemi sociali ed economici del nostro tempo. Se potessimo l'ordineremmo per legge: un solo impiego (e un solo stipendio, ma più sostanzioso) per famiglia, dato preferibilmente a un maschio di casa. Pensate agli infiniti benefici, in tutti i campi:
1) I posti disponibili si quadruplicherebbero.
2) Dati i minori introiti generalizzati, i prezzi al consumo calerebbero.
3) Gli affetti familiari si rinsalderebbero e diverrebbero forti.
4) Diminuirebbero drasticamente le spese per asili e ospizi.
5) Vivremmo, invecchieremmo e moriremmo tra gli affetti familiari.
6) Lo sfascio morale dei nostri giorni ne avrebbe un durissimo colpo.
7) ........................
La famiglia tornerebbe ad essere veramente la cellula fondamentale della società.

      pochi figli (eh già, se lavorano!), poco amore, educazione ed attenzione da rivolgere a loro, molta disoccupazione e famiglie dove nessuno lavora ed altre invece dove lavorano in due; poco tempo tra i coniugi; figli trascurati e via dicendo. E la Famiglia (cellula fondamentale della società!) è allo sfascio.

 

      I figli sono grazia di Dio, ma si vede che oggi i moderni rifiutano tale grazia, anzi commettono il gravissimo peccato satanico di volersi mettere al posto di Dio e stabilire loro quanti figli debbono nascere e quanti no.

      Ma ciò sembra non essere evidente, o non importare a nessuno! Nemmeno agli uomini di Chiesa, che più di tutti dovrebbero avere a cuore il bene comune, della famiglia, della società, dei cristiani e delle cristiane!

 

      Ma si sa, gli uomini di Chiesa sono in tutt'altre faccende affaccendati che non si curano più di quel che le Sacre Scritture, Antico e Nuovo Testamento, dicono della donna e della moglie. Fra i tanti passi citiamo: Gen 3, 16; Num 30, 11-13; Deut 22, 5; Prov 12, 4; 1 Cor 11, 3-15; 14, 34-35; Efes 5, 22-33; Coloss 3, 18-19; 1 Tim 2, 11-13; Tito 2, 5; 1 Pietro 3, 1-6. E la Bibbia è parola di Dio! E se Dio parla, va ascoltato ed ubbidito. E i preti debbono ripetere quella Parola, e non le parole del mondo!

      Invece, le donne sono anche incoraggiate da questi a lavorare fuori da casa.

 

      Sì, perché si sono modernizzati e, soprattutto, mondanizzati: i preti d'oggi vogliono essere à la page, vogliono soprattutto essere di questo mondo.

      Parità, parità! Sembra essere il messaggio degli uomini di Chiesa di oggi. Ma di quale parità si parla? Della pari dignità tra l'uomo e la donna (cosa che ritengo giusta) o della parità dei ruoli di uomini e donne nelle società?

Silvio

 

      La parità o uguaglianza è il frutto di una cecità voluta ad ogni costo, e non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere! Non si vuol vedere che tutto è diverso, che ogni essere è diverso dall'altro, che la diversità è la bellezza del creato: se tutti fossero alti, non ci sarebbero più né alti né bassi; se tutti fossero belli, non ci sarebbero più né belli né brutti; se tutti fossero di un solo colore, non esisterebbero più i colori; se uomo e donna fossero uguali, non ci sarebbero più né uomini né donne, né mariti né mogli né famiglie. Dio invece ha creato la diversità, ci ha fatti diversi! E allora siamolo! L'uomo faccia l'uomo, e la donna la donna; il marito faccia il marito, e la moglie la moglie. Diversi gli esseri, diversi i ruoli. E la diversità non è (e non deve essere) sopraffazione e vittimismo, dittatura e schiavitù, no! perché Dio comanda di amare il prossimo, e non di sopraffarlo. "Mogli, siate soggette ai mariti, come si conviene nel Signore. Mariti, amate le vostre mogli e non le amareggiate" (Colos 3, 18-19).

       

 

Sperando di esserle stati utili,
cordialmente la salutiamo in Gesù, Maria e Giuseppe.
La Redazione


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