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RICEVIAMO, 28 Apr 2004 12.49

Spett. Salpan
Ho preso visione spesso del Vostro sito e devo dire che mi trovo d'accordo spesso su quanto vi è contenuto (vedi genocidio degli Armeni, abusi liturgici, sulle falsificazionie della storia ecc.).
Io sono cattolico, e purtroppo devo constatare che nella Nostra Chiesa avvengono delle cose che mi lasciano un po' perplesso. E' vero che la Chiesa, pur essendo stata fondata da Dio, è composta di uomini che sbagliano. Non a caso nel passato sorse la figura di San Francesco proprio per rivitalizzare e ridare slancio ad essa. Fortunatamente ancora oggi ci sono sacerdoti e pastori che sanno assolvere la loro funzione egregiamente pur essendo degli uomini e quindi peccatori.
Veniamo al dunque. In questi ultimi anni abbiamo assistito a beatificazioni e a santificazioni molto veloci, ed a mio avviso molto facili. Una su tutte il fondatore dell'Opus Dei. Perdonatemi ma non mi sembra proprio un santo. In questi ultimi tempi mi sono informato, ho letto libri pro e contro, ascoltato testimonianze pro e contro, ma non riesco proprio a vederlo come santo.
Vorrei sapere perciò cosa ne pensate voi al proposito.
Vorrei chiedervi anche un altro parere riguardo ai vari movimenti all'interno della Chiesa come i Neocatecumenali, rinnovamento, focolarini ecc.
Vi ringrazio in anticipo.

Guarracino


       Gentile Sig. Guarracino,
       trovo interessantissima la sua lettera, quanto meno per le sue considerazioni e per l'opportunità che mi offre di dire e chiarire anche le mie.

       Comincio subito col dire che è restrittivo dire che la Chiesa "è composta da uomini che sbagliano", infatti la Chiesa si divide in Trionfante, in Purgante e in Militante: gli uomini che sbagliano (hinc et nunc) possiamo trovarli soltanto nell'ambito della Chiesa militante, tuttavia Essa rimane sempre SANTA, perché SANTO è il suo Capo, Gesù Cristo, figlio di Dio e Dio egli stesso. A tal proposito andrebbe corretta l'idea che si ha del Papa: comunemente si dice che il Papa è Capo della Chiesa, mentre l'unico e solo vero Capo è Gesù Cristo! Il Papa è Vicario di Gesù, non è Gesù; è Vicario del Capo, non è il Capo. Certamente possiamo però dire che il Papa è la suprema autorità umana vivente sulla terra, che a lui dobbiamo la massima ubbidienza... ma fin tanto che non contraddice Pietro, cioè fin tanto che è fedele al suo mandato, fedele a Gesù, del quale si è impegnato a farne onorevolmente le veci.

       Certamente ha dei meriti grandissimi San Francesco, e non soltanto lui, non dimendichiamo un San Domenico, un San Tommaso, una Santa Caterina............, ma non mi pare che ai giorni nostri esistanto stelle di tale grandezza e siamo invece costretti a registrare lo scempio che sacerdoti e pastori fanno del gregge di Cristo, assolvendo in maniera del tutto indegna e vergognosa alla loro funzione: sono lupi, e non pastori!
Io non so a quali Sacerdoti o a quali Pastori lei si riferisca quando dice che assolvono egregiamente alla loro funzione. Magari fosse vero! Potrebbe indicarmene qualcuno? Oh quanto vorrei sbagliarmi! Ma la realtà è triste e ben diversa: sacerdoti e pastori che vivono nell'apostasia: sono la conferma del castigo preannunziato a La Salette e a Fatima.

       Beatificazioni e a santificazioni veloci e facili.
       Per rispondere alla sua osservazione, bisogna affrontare il problema dell'infallibilità pontificia.
«Il Papa è infallibile soltanto quando, nella sua qualità di Pastore e Maestro di tutti i Cristiani, in virtù della sua apostolica autorità, definisce una dottrina intorno alla Fede e ai costumi da tenersi da tutta la Chiesa». [Vedi Catechismo di San Pio X, Seconda Edizione, Salpan Editore, 2003]
       Il Concilio Ecumenico Vaticano I, nella Costituzione sopra la Chiesa di Cristo, IV Sessione (1870) definisce: «Perciò noi.... insegniamo e definiamo come dogma rivelato da Dio: Il Romano Pontefice, quando parla dalla cattedra, cioè quando, adempiendo l'ufficio di pastore e di maestro di tutti i Cristiani, per la sua suprema autorità Apostolica definisce che una dottrina riguardo alla fede e ai costumi deve essere tenuta da tutta la Chiesa, per l'assistenza divina a lui promessa nel beato Pietro, gode di quella infallibilità, della quale il Divin Redentore volle donare la sua Chiesa nel definire una dottrina riguardo alla fede e ai costumi; perciò tali definizioni del Romano Pontefice sono irreformabili di per sé, non per il consenso della Chiesa». [Vedi Catechismo di San Pio X, Seconda Edizione, Nota 1, Pag. 63, Salpan Editore, 2003]
       Qualcuno poi pensa di universalizzare l'infallibilità ("il Papa non sbaglia mai"!) obbiettando e asserendo che il Papà è infallibile anche nell'esercizio del magistero ordinario. Siamo totalmente d'accordo, a patto che per ordinario non s'intenda il banale o tutto ciò che ricadendo nell'ordinarietà delle cose non implichi la Fede e i costumi che devono essere osservati da tutta la Chiesa. In altri termini il Papa è infallibile anche quando, fuori della straordinarietà del caso e della forma, pur stando da solo, pur nel chiuso di una cella, volendo esercitare la sua funzione di Papa, adempiendo l'ufficio di pastore e di maestro di tutti i Cristiani, vuole definire e di fatto definisce una verità, una dottrina intorno alla Fede e ai costumi da tenersi da tutta la Chiesa. L'ordinario quindi non riguarda e non può riguardare un giudizio personale e privato su cose che niente hanno a che vedere con la dottrina intorno alla Fede e ai costumi... Il suo personale giudizio su quale sia la migliore squadra di calcio, ad esempio, non gode certo del dono dell'infallibilità!
       Ovviamente, perchè si possa essere certi dell'infallibilità dell'atto pontificio, occorre che sia manifesta la volontà definitoria, che sia manifesto che il papa vuole esercitare e adempiere il suo ufficio di pastore e di maestro di tutti i Cristiani.

       Occorrono quindi, come ben si vede due cose, la materia (costituita dalla verità riguardante la fede e i costumi da doversi tenere da tutta la Chiesa) e la volontà definitoria chiara e manifesta.

       Ora quando il papa rinunzia alla sua autorità, quando dice apertamente di non avere un primato di giurisdizione, ma soltanto quello di onore, quando crede di essere soltanto un primus inter pares, non impegna e non può impegnare l'infallibilità assicurata a Pietro pastore e maestro di tutti i Cristiani in virtù della suprema autorità apostolica: il Papa non ha e non può avere pares.

       Oggi noi ci troviamo per l'appunto con un Papa, Giovanni Paolo II, che nei fatti e con i fatti ha rinunciato alla sua suprema autorità, che non vuole imporre niente, che non condanna l'errore, che democraticamente riconosce il diritto di cittadinanza alle idee più strambalate, che vuole essere democratico, che crede nella democrazia, che crede nell'ONU, che invoca e si augura l'intervento dell'ONU, che crede di non avere il primato di giurisdizione... Un tale individuo, pur essendo realmente Papa, non vuole fare il Papa nel senso in cui la Chiesa lo ha sempre inteso... semplicemente perché non ci crede, non crede di potere insegnare a tutti, e quindi, coerentemente, non vuole insegnare a tutti: si crede un primus, non un Pastor, agnus inter agnos, ovis inter oves.

       E con le beatificazioni e le santificazioni come la mettiamo?
       Per le beatificazioni il problema non si pone, dal momento che generalmente i teologi son d'accordo nel dire che essa non impegna l'infallibilità pontificia. Diverso è invece il caso della santificazione, per la quale i più credono che venga impegnata l'infallibilità. Perché? Perché -dicono- con la santificaione si pone un beato alla venerazione di tutti i Cristiani, di tutta la Chiesa. Ma non tutti i teologi, ripeto, sono d'accordo e anch'io (che non sono un teologo) non lo sono per questa semplice considerazione: proclamando santo un Cristiano, non si proclama una verità di Fede. Mi si potrebbe obiettare che si proclama un costume, un modus vivendi da seguire... Io credo invece che più realisticamente si proclama che Tizio, lui, ha seguito il costume, il modus vivendi che ogni buon Cristiano dovrebbe seguire, quel modus vivendi che scaturisce dal Vangelo, dall'insegnamento della Chiesa, anche perché UNO è il Maestro e l'esempio da seguire, Gesù. San Francesco ha seguito il modus vivendi insegnato da Gesù, il mio maestro e modello rimane solo e sempre Gesù, Francesco mi incoraggia col suo esempio; rifletto e dico: Francesco ha seguito Gesù, perché io no? anch'io Lo voglio seguire come Francesco. Il modus vivendi del Santo, in altri termini, non può soppiantare, sostituire o porre in ombra quello di Gesù, anche perché il modus vivendi del santo in tanto è santo in quanto segue quello di Gesù.
Tutto questo comunque non toglie niente alla solennità, alla grandezza, all'importanza della santificazione, non è che chiunque possa e debba essere proclamato santo.
       D'altronde sia che la santificazione impegni l'infallibilità, sia che no, rimane il fatto che questo Papa non vuole impegnarla, perché non crede di essere il Pastor, ma soltanto il primus.
       In conclusione certe beatificazioni e certe santificazioni possono risultare giustamente sospette e incredibili, sembrano mosse tattiche dimostrative di un certo modo di pensare (che di sicuro non è quello della Chiesa), quasi a volerne cercare una conferma e, perché il giuoco non sia troppo scoperto, ci si mischia dentro anche qualche Santo vero, del tipo PIO IX o Padre PIO.
       Lei non crede alla santità del Fondatore dell'Opus Dei (mi trova d'accordo), ma che dire di quella di Madre Teresa di Calcutta? Può essere santa una suora che disubbidendo gravemente e pesantemente all'ordine perentorio di Cristo ("Predicate il Vangelo a tutte le creature..."), andata in missione, pensava soltanto a curare il corpo dei malati, mentre ne lasciava marcire l'anima, dichiarando che lei "non voleva convertire"? Può essere santa una suora che si preoccupa più del corpo che dell'anima?

       Grazie a Dio, la Chiesa non è un'istituzione umana, nella Chiesa quel che conta non è certa esteriorità o certa formalità dell'atto: nella Chiesa, l'unico e solo vero Capo, Gesù Cristo, vede nell'anima di ogni fedele e giudica con precisione divina. Può pertanto succedere che un prete (per miopia o per interesse) procami Tizio buon cattolico e grande amico, ma che Gesù (di certo non miope e non mosso da sporchi interessi) lo giudichi invece pessimo cattolico e grande nemico: nella Chiesa quel che conta non è il giudizio del prete, ma quello di Gesù!
       Similmente tanti credono "all'interno" della Chiesa, come partoriti dalla Chiesa e in linea col suo insegnamento, certi movimenti che invece sono nemici della Chiesa e spesso in totale opposizione alla sua dottrina. E' questo il caso dei Neocatecumenali [che apprendono e derivano da una pastora protestante...], del Rinnovamento dello Spirito [...di Satana], dei Focolarini [ovvero piccole anticipazioni di quel mare di fuoco... eterno]. Ma è ovvio che tali movimenti non hanno niente di che spartire con l'Immacolata e Santa Sposa di Cristo, con la Chiesa. Il sapere e vedere che uomini di chiesa, frati, suore, preti e vescovi sono all'interno di quei movimenti, certo non li rende buoni, ma dimostra soltanto quanto frati, suore, preti e vescovi siano caduti in basso e quanto abbiano tradito e venduto (veri novelli Giuda) Gesù.
       Non mi dilungo sull'argomento che richiede pagine e pagine di riflessione, per non rischiare di essere incompleto e inesaustivo, ma mi riservo di affrontarne il problema in seguito.

       Spero, Sig. Guarracino, di aver risposto alle sue domande e di averle esposto chiaramente il mio pensiero, pertanto chiudo salutandola cristianamente: Christus regnet per Mariam et Joseph!

In Gesù, Maria e Giuseppe,
l'Editore

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