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RICEVIAMO, 27-10-11
da Fidelis

 

     Spettabile redazione Salpan,
sono un cattolico della Diocesi di Novara, esasperato dalle terribili trovate di certo clero moderno (o meglio... modernista).
     Purtroppo devo ammettere che "mala tempora currunt" in ambito ecclesiale e che quaranta anni di postconcilio hanno raso al suolo la cristianità.

 

Egr. Sig. Fidelis,
la ringraziamo della sua mail e le assicuriamo che la sua esasperazione è senz'altro da preferire all'acquiescenza di tanti che per ignavia preferiscono il cosiddetto quieto vivere.


     Il prete del quale vorrei parlarvi è il curato dell’oratorio di *** [in provincia di Verbania], don Marco ***, il quale sostiene (sulla scorta di Von Balthasar) che l'inferno esiste ma che è inesorabilmente destinato a rimanere vuoto, contraddicendo quanto affermato dal Magistero, che ha condannato sotto il pontificato di papa Vigilio I l'eresia origenista, la quale ventilava quest'idea fin dal III secolo).

 

Evidentemente il sig. "don" e Von Balthasar ne sanno un tantino più di N.S. Gesù Cristo, che dell'inferno ha ripetutamente parlato. Tuttavia questi sapientoni modernisti ci dovrebbero spiegare perché mai Dio avrebbe fatto l'inferno se sapeva (essendo Dio, e quindi onnisciente) che sarebbe rimasto vuoto, sarebbe come un Tale che costruisce un'enorme palazzo, pur sapendo che nessuno mai lo abiterà. e allora perché lo costruisce? per puro spreco? per pazzia? Ora sappiamo che Dio, somma perfezione per definizione, non è né sprecone né pazzo e che se ha fatto l'inferno, lo ha fatto perché qualcuno o tanti che siano lo dovranno abitare. Per di più Gesù lo dice chiaramente: «Allora dirà a quelli di sinistra: “Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, che è preparato per il diavolo e i suoi angeli» (Mt 25, 41), quindi non per essere vuoto, ma per il diavolo, i suoi angeli e gli uomini posti alla sinistra del Giudice Divino.
L'inferno "abitato", non vuoto, è una verità rivelata, è di fede.


     Il summenzionato curato ha inoltre organizzato più volte feste danzanti in oratorio, dove si sono visti molti ragazzi e ragazze scatenati nel ballo, sotto luci psichedeliche e annebbiati dall'effetto di alcolici serviti in sala.
     Cosa avrebbe detto don Bosco, che di oratori ne sapeva pur qualcosa? Nella "Giovinetta provveduta" il santo condannava le danze licenziose e il ballo in generale.
     Come se non bastasse, di recente ha aperto una palestra con tanto di biciclette da spinning in un salone dell'oratorio!

 

I preti moderni sono maestri nella concorrenza: fanno concorrenza ai politici, ai sindacalisti, ai costruttori (costruiscono "chiese" non per necessità, ma più spesso per speculazione)... perché non dovrebbero far concorrenza anche alle discoteche? Ma ci auguriamo, a questo punto, che paghino anche loro le tasse.

Quanto poi alla morale, alle occasioni di peccato fornite dal ballo... beh queste son cose d'altri tempi, di moralisti arretrati, di Giovanni Bosco superati, d'ignoranti insomma che non sapevano che tutti si va in Paradiso, buoni, cattivi, assassini, innocenti, ladri, pedofili (oggi tanto di moda tra certa pretaglia)......... tutti, tutti in Paradiso. Don Bosco scriveva sì alle giovani provvedute, ma lui era uno sprovveduto, perché (a dire dei modernisti) non conosceva l'amore immenso di Dio Padre che perdona tutti e accoglie tutti in Paradiso. Insomma nessun bocciato, tutti promossi e premiati col Paradiso... di Giovanni Paolo II, per il quale «La nostra eredità sarà un erotismo eterno» e «In Paradiso, l’erotismo costituirà il fondamento della comunione dei Santi»! Un'ammucchiata orgiastica infinita insomma, alla quale certi pretini si preparano con quotidiani esercizi (balli) e con un corpo... adeguato (palestre).

Le palestre? Ma oggi vanno tanto di moda, per cui la concorrenza diventa quasi doverosa per un prete attivo e sveglio. D'altra parte, non si dice mens sana in corpore sano? E loro, i preti, preferiscono curare il corpo, che è la cosa che meglio sanno fare... quanto alla mens poi si vedrà.

     Chi ha provato a opporsi alle sue trovate è stato allontanato.

 

Questo è democraticamente corretto: chi si oppone va schiacciato, prima ancora che scacciato, perché chi non la pensa come i democratici compagni è un reazionario, un nemico del popolo...

     L'ho sentito in molte occasioni condannare la messa tridentina con brutte parole.
     Purtroppo ricorre anche al turpiloquio e non di rado si abbandona all’ira. [...]

 

Meno male! Grazie a Dio! Si vede che la Messa tridentina non è della loro pasta! Si vede che è buona, che è santa! che non è la protestantica cena di Paolo VI...
Le brutte parole del pretonzolo modernista mi suggeriscono l'immagine di un ubriaco che sbavando sputa verso il cielo: lo schifo gli ricade sulla sua già sporca faccia.
Il turpiloquio poi in bocca ad un prete è il colmo: da quella bocca dalla quale escono le parole della Consacrazione, esce anche il ripugnante vomito satanico! Che nausea! che schifo!

     Io intanto vado alla Messa di sempre, però sono preoccupato per l'effetto che preti come questo possono avere sulle anime a loro affidate.
Ab homine iniquo et doloso erue nos, Domine!
     Il Signore ci ha insegnato come chiamare pastori del suo stampo: "Chi non entra dalla porta è ladro o assassino".

 

Fa bene ad assistere alla Messa di sempre, alla vera Messa: è una grazia di Dio la sua.
L'effetto di simili preti ha un nome ben preciso: SCANDALO. E Nostro Signore usa a loro proposito parole terribili: «Guai all'uomo per causa del quale avviene lo scandalo!» (Mt 18, 7). E noi facciamo bene a pregare: Ab homine iniquo et doloso erue nos, Domine!

La definizione di Gesù è esattissima: ladri della grazia e assassini delle anime!

     Inoltre sappiate che questo prete si dice pubblicamente comunista e allergico alla Gerarchia… [...]

 

Quanto all'ideologia, il pretino ha scelto la casacca che più gli è consona, quella che meglio gli si confà. Quanto all'allergia, è conseguenziale che chi è ribelle a Dio, lo sia anche all'autorità che da Lui emana. Non è un caso che i preti conciliari si dicano fedeli al Concilio, ma sono insofferenti e disubbidienti alla Gerarchia (Papa compreso), mentre chi fu definito ribelle (come Mons. Lefebvre) in realtà ubbidisce a Dio, alla Chiesa e al Papa!

     Stimo molto il Vostro coraggio nel difendere la Dottrina Cattolica. Vi assista nel combattimento S. Michele Arcangelo!

Fidelis

 

In verità non facciamo molto, perciò la ringraziamo dell'augurio di assistenza da parte di San Michele Arcangelo: che ci renda più forti e migliori.

Cordialmente in Gesù, Maria e Giuseppe,
la Redazione

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