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Gent.li Redattori di Salpan.org, |
Egr. Sig. G.M., |
Sin qui fila tutto liscio come l’olio. Ma come regolarsi quando, specularmente a queste frasi, ne accostiamo altre quali «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv XV,13), |
Premettiamo che nel passo citato NSGC parla di se stesso, posto come termine di paragone: amatevi come io ho amato voi, io che do la mia vita per voi che siete amici miei, infatti voi siete amici miei, perché vi ho fatto conoscere tutto quello che ho udito dal padre Mio. |
«Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene» (Rm V,7)? |
Anche in questo passo, soprattutto se lo leggiamo in tutto il contesto, è evidente che si parla di NSGC: Lui sì ha dato la vita per noi (pur essendo noi deboli ed empi [versetto 6] e nemici a causa del peccato [versetto 10] ), mentre a mala pena altri morrà per un giusto o per un uomo dabbene. |
La cosa, se non interpretata rettamente, potrebbe portare a un paradosso: San Massimiliano Kolbe non sarebbe santo ma dannato, e il suo gesto di offrirsi all’esecuzione in vece di un sorteggiato non sarebbe un atto eroico ma una prevaricazione dei diritti divini sulla sua persona, un quasi-suicidio. Così anche chi, durante un attacco, si gettasse a parare col suo corpo un colpo partito verso un determinato obiettivo. |
Stando al chiarimento suesposto, S. Massimiliano Kolbe rimane quindi santo e noi siamo autorizzati a difendere i nostri cari con la nostra stessa vita. |
Mi sto riferendo, nel parallelo coi trapianti, a coloro che in vita scelgono volontariamente e dispongono l’espianto, non a coloro che subiscono passivamente e inermi le decisioni di medici o familiari. |
Ovviamente coloro che "subiscono passivamente e inermi" le decisioni altrui non sono affatto imputabili di peccato alcuno. |
Qual è dunque, secondo l’insegnamento tradizionale della Chiesa, la chiave interpretativa per cogliere il limen oltre cui un azione fatta con intento oblativo di sé per la salute altrui diventa invece un mancato rispetto delle prerogative di Dio? |
Il limen è non causare un omicidio non preventivato da altri. |
Approfitto di questo messaggio anche per altre due cose. Innanzitutto per manifestarvi solidarietà nei confronti di coloro che si sono tanto prodigati di scrivere insulti a voi o al vostro sito per l’integrità delle posizioni manifestate. Posizioni che condivido perché sono quelle della Tradizione Cattolica… |
La ringraziamo della solidarietà manifestata, ma consideriamo gl'insulti manna dal cielo, grazie che ci assicurano di essere nel giusto. |
ma, certo, ogni tanto i toni si sono scaldati ho visto, qualche frase ingiuriosa presente negli articoli ha anche, lo confesso, “urtato la mia sensibilità”… in questi casi io sono sempre dell’idea che sia meglio riportare i fatti e spiegarli, ma senza dare pesanti giudizi di valore… perché sono i fatti stessi a parlare, qualunque lettore avente un po’ di sale in zucca ne trarrà le debite conseguenze se opportunamente illuminate e indirizzate… e onestamente credo che la cosa faccia più effetto quando è il lettore stesso a capire, piuttosto che trovarsi davanti ad accuse o recriminazioni già confezionate. |
Noi abbiamo l'abitudine di chiamare le cose con il loro nome, con quello vero: non vogliamo mancare di carità né usare ingiuria, ma se un tale è traditore, noi lo chiamiamo traditore... Detestiamo quella forma d'ipocrisia tattica o politica di non dire chiaramente il vero o di non dirlo a seconda dell'importanza del personaggio. D'altra parte siamo arciconvinti che il rispetto bisogna meritarselo: se ci si comporta male, già si è rinunciato ad diritto del rispetto. La semplice esposizione dei fatti non sempre è sufficiente ad evidenziare ed esprimere un giudizio. Infatti la teoria socratica che colui che sa è sicuramente buono, mentre il cattivo è ignorante, è stata superata dal volontarismo che vede il peccato (o l'atto virtuoso) solo in dipendenza di un atto della volontà. Di conseguenza noi non rinunciamo ad esprimere il nostro giudizio, perché non crediamo che sia sufficiente la semplice esposizione dei fatti. Del resto il nostro lettore rimane libero di accettare o meno le notre opinioni. |
A volte a stupire è la presenza di informazioni non suffragate da alcuna prova, documentazione o fonte… ad esempio mi domando quale sofisticatissimo sistema di microcamere e “cimici” abbia usato l’autore dell’articolo su Milingo & Dan Brown per avere quelle riservatissime notizie (nulla contro di lui, è il primo esempio che mi capita sotto il mouse, poteva essere benissimo un altro)… |
Non credo che ogni redattore debba dire come e con che mezzo abbia raccolto le notizie che illustra in articolo. D'altra parte nelle nostre regole siamo ben chiari: |
Purtroppo si, queste cose prestano il fianco alla critica. (In sostanza, non sto contestando nulla dei contenuti… suggerisco solo di prendere, prima di pubblicare, delle precauzioni per tenere alta la rispettabilità della rivista e chiudere in anticipo la bocca ai denigratori… in questo caso si, ogni loro raglio sarà a vostro merito) |
La ringraziamo del suggerimento, ma non è né semplice né facile prendere tutte le precauzioni: noi cerchiamo di farlo, ma errori ne facciamo pure noi. Errare humanum est. |
Un’annotazione personale: il desiderio qualora, invece di rispondermi privatamente, preferiate pubblicare questa mia presente (la questione sul discernimento nell’oblatività è un tema penso interessante), di restare del tutto anonimo. Non per qualche paura di biasimo o di ostracismo, non me ne importa nulla e ci sono abituato. Non è neanche per timore di rispondere delle mie opinioni, ci mancherebbe altro, dopotutto non scrivo niente di offensivo contro nessuno. Si tratta proprio di una scelta dell’anonimato, forse sarà in parte questione di temperamento. Ciò vale anche per eventuali futuri messaggi. Distinti saluti. C. M. |
A volere essere cattivo le dovrei dire che predica bene, ma razzola male: forse ci sarà un altro Sig. X che si lamenterà per il suo anonimato. Ma per noi va bene lo stesso e al posto delle suo vero nome metteremo due lettere a mo' di iniziali di nome e cognome, prenderemo due lettere a caso, C (come caso) e M (come migliore). Cordialmente, in Gesù, Maria e Giuseppe, |