Precisiamo che articoli, recensioni, comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione), pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.

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CATTOLICO PAKISTANO MARTIRIZZATO DA MUSULMANI
Fornito da Centro Studi Giuseppe Federici
Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione
Nell'immaginario collettivo il pericolo musulmano si identifica soprattutto col cosiddetto terrorismo islamico, presentato come il nemico principale dell'Occidente (ma secondo alcuni autori, come Maurizio Blondet, questo terrorismo ha degli strani legami con alcuni servizi segreti occidentali!).
I fautori del Nuovo Ordine Mondiale, sempre pronti a scatenare delle guerre «preventive» contro quella che considerano la minaccia terroristica musulmana e contemporaneamente sponsorizzatori dell'islamizzazione dell'Europa (Kosovo! Turchia!), non si scompongono per le persecuzioni che i Cristiani patiscono sistematicamente in alcuni Paesi islamici, come nel Sudan o nel Pakistan; e i mezzi d'informazione, al servizio del potere mondialista, particolarmente sensibili ai messaggi hollywoodiani di Bin laden, non parlano di queste persecuzioni.
Col presente comunicato rendiamo omaggio a Javed Anjum, un giovane cattolico martirizzato in Pakistan da un gruppo di militanti musulmani.


PAKISTAN. UN NUOVO MARTIRE PER LA CHIESA PAKISTANA: IL DRAMMATICO CASO DI JAVED ANJUM, GIOVANE CATTOLICO MORTO DOPO 5 GIORNI DI ATROCI TORTURE, INFLITTE DA ESTREMISTI ISLAMICI PER CONVERTIRLO ALL'ISLAM

       Faisalabad - Sgomento e tensione nella Chiesa in Pakistan: la comunità cristiana è scossa dopo la morte di Javed Anjum, giovane cattolico ucciso da radicali musulmani che volevano convertirlo all'Islam.
       «Abbiamo un nuovo martire. Anche se siamo davvero tristi, la grande fede di Javed e il suo sangue, come quello di tutti i martiri, ci renderà più forti»: sono le parole pronunciate da Mons. Joseph Coutts, Vescovo di Faisalabad, al recente funerale di Javed Anjum.
       «Alle autorità civili chiediamo che sia fatta giustizia: perseguire i responsabili è un atto dovuto alla famiglia di Javed e a tutti noi», ha detto il Vescovo nell'omelia giunta all'Agenzia Fides, parlando a un folla commossa di persone, durante la celebrazione delle esequie del giovane, presso la Chiesa del Sacro Cuore. «Prima che morisse —ha riferito il Vescovo— i suoi aguzzini volevano obbligarlo a recitare il Kalma, il credo musulmano, e ad abiurare la fede cattolica. Ma lui non ha voluto. È morto come un autentico cristiano».
       Javed, 19 anni, originario di Quetta, è morto il 21 aprile scorso all'ospedale di Faisalabad con 26 ferite su tutto il corpo, inflittegli da parte di un insegnante e alcuni studenti di una scuola islamica. Il 17 aprile scorso si era fermato a Toba Tek Singh, 310 km a sud di Islamabad. Un insegnante e alcuni studenti della Jamia Hassan bin Almurtaza, una scuola religiosa islamica delle vicinanze, lo hanno catturato. Per 5 giorni è stato torturato finché le sue condizioni sono divenute così gravi che i suoi stessi torturatori lo hanno portato a una stazione di polizia, affermando che Javed Anjum aveva cercato di rubare. La polizia lo ha condotto in ospedale, dove il giovane è morto per le gravi ferite e lesioni riportate.
       Il caso ha suscitato le proteste della comunità cristiana in Pakistan: la Commissione episcopale di Giustizia e Pace ha deciso di citare in corte i responsabili e ha sollevato il problema della «pericolosa tendenza alle conversioni forzate». La Commissione afferma che i responsabili della scuola islamica stanno cercando di spacciare Javed per un drogato o un criminale e ha chiesto al governo del Punjab «di prendere misure a lungo termine per sradicare l'odio religioso, mettendo in atto provvedimenti contro questi odiosi crimini».

(Agenzia Fides del 12 maggio 2004)


L'OMICIDIO DEL GIOVANE CATTOLICO NASCOSTO DAI MEDIA E IGNORATO DAL GOVERNO

       Latore ­ I media in genere hanno tentato di non dare spazio alla notizia; le autorità hanno ignorato il fatto, ma la drammatica notizia delle torture e dell'omicidio di un giovane studente cattolico, che gli aggressori hanno tentato di convertire con la forza all'islam, suscita ancora shock e timori tra la gente e la comunità cristiana del Pakistan. Peter Jacob, segretario esecutivo della Commissione episcopale di giustizia e pace —che ha deciso di denunciare i responsabili— ha spiegato ad AsiaNews come la commissione continua a mobilitarsi per fare luce sulla vicenda e qual è la reazione delle autorità, dei media e dei musulmani.

       Come si è venuti a conoscenza delle violenze inflitte a Javed Anjum, 18 anni, studente di economia e commercio, da parte di un insegnante e alcuni studenti di una scuola islamica e come è stata riportata dai media pakistani?
È stato il giovane cattolico ferito e torturato, prima di morire, a raccontare in ospedale di essere stato aggredito per convertirsi all'islam. La famiglia ha appreso da lui quello che era accaduto. All'inizio, si è tentato di non far trapelare la notizia, ma quando ha cominciato a circolare, i media pakistani, soprattutto quelli in lingua inglese, l'hanno pubblicata.

       Come procede l'impegno della Commissione di Giustizia e Pace in merito a questa triste vicenda?
       Al momento, la nostra posizione è chiedere che il caso sia registrato in tribunale in maniera corretta e completa —cosa che non si è ancora verificata— perché allo stato attuale la denuncia è stata riportata come omicidio —cosa che corrisponde a verità— ma non risulta che è stato conseguenza di un tentativo di conversione forzata. Non sappiamo come evolverà la situazione, ma noi continueremo a portare avanti le nostre richieste. Casi di conversioni forzate all'islam e di morti misteriose e sospette si sono già verificati, questo non è l'unico. (!)

Qual è stata la risposta delle autorità pakistane?
Stiamo ancora aspettando una risposta dal governo del Punjab e dal governo centrale. Speravamo che almeno l'amministrazione provinciale esprimesse condoglianze o inviasse un rappresentante al funerale o facesse qualcosa per essere vicino alla comunità cristiana locale. Invece niente. (!)

(AsiaNews del 13 maggio 2004)

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