Precisiamo che articoli, recensioni, comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione), pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.

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Segnalazione del Centro AStudi Giuseppe Federici
Dal sito http://monabaker.com/quotes.htm

Non diciamo niente di nostro: tutto quel che segue lo dicono gli stessi Israeliani, e non Israeliani qualunque, ma di primissimo piano, gente che sa quel che dice.
Se questa pubblicazione disturberà qualcuno, questo tale non se la prenda con noi, ma con gli autori delle frasi che citiamo.

Lo dicono gli stessi ebrei

[CITAZIONI SIONISTE]

DAVID BEN GURION,
PRIMO MINISTRO D'ISRAELE, 1949 - 1954, 1955 - 1963
«Noi dobbiamo espellere gli arabi e prenderci i loro posti».
David Ben Gurion, 1937, Ben Gurion and the Palestine Arabs, Oxford University Press, 1985.

«Dobbiamo usare il terrore, l'assassinio, l'intimidazione, la confisca delle terre e l'eliminazione di ogni servizio sociale per liberare la Galilea dalla sua popolazione araba».
David Ben-Gurion, Maggio 1948, agli ufficiali dello Stato Maggiore. Da: Ben-Gurion, A Biography, by Michael Ben-Zohar, Delacorte, New York 1978.

«Ci sono stati l'anti-semitismo, i nazisti, Hitler, Auschwitz, ma loro in questo cosa centravano? Essi vedono una sola cosa: siamo venuti e abbiamo rubato il loro paese. Perché dovrebbero accettarlo?»
Riportato da Nahum Goldmann in Le Paraddoxe Juif (The Jewish Paradox), pp. 121-122.

«I villaggi ebraici sono stati costruiti al posto dei villaggi arabi. Voi non li conoscete neanche i nomi di questi villaggi arabi, e io non vi biasimo perché i libri di geografia non esistono più. Non soltanto non esistono i libri, ma neanche i villaggi arabi non ci sono più. Nahlal è sorto al posto di Mahlul, il kibbutz di Gvat al posto di Jibta; il kibbutz Sarid al posto di Huneifis; e Kefar Yehushua al posto di Tal al-Shuman. Non c'è un solo posto costruito in questo paese che non avesse prima una popolazione araba».
David Ben Gurion, citato in The Jewish Paradox, di Nahum Goldmann, Weidenfeld and Nicolson, 1978, p. 99.

«Tra di noi non possiamo ignorare la verità... politicamente noi siamo gli aggressori e loro si difendono. Il paese è loro, perché essi lo abitavano, dato che noi siamo voluti venire e stabilirci qui, e dal loro punto di vista li vogliamo cacciare dal loro paese».
David Ben Gurion, riportato a pp 91-2 di Fateful Triangle di Chomsky, che apparve in «Zionism and the Palestinians» pp 141-2 di Simha Flapan che citava un discorso del 1938.

«Se avessi saputo che era possibile salvare tutti i bambini della Germania trasportandoli in Inghilterra, e soltanto la metà trasferendoli nella terra d’Israele, avrei scelto la seconda soluzione, a noi non interessa soltanto il numero di questi bambini ma il calcolo storico del popolo d'Israele».
David Ben-Gurion (Citato a pp 855-56 in Ben-Gurion di Shabtai Teveth).

GOLDA MEIR,
PRIMO MINISTRO D'ISRAELE, 1969 - 1974

«Non esiste una cosa come il popolo palestinese. Non è come se noi siamo venuti e li abbiamo cacciati e preso il loro paese. Essi non esistono».
Golda Meir, dichiarazione al The Sunday Times, 15 giugno 1969.

«Come possiamo restituire i territori occupati? Non c'è nessuno a cui restituirli».
Golda Meir, 8 marzo 1969.

«A tutti quelli che parlano in favore di riportare indietro i rifugiati arabi devo anche dirgli come pensa di prendersi questa responsabilità, se è interessato allo stato d'Israele. E bene che le cose vengano dette chiaramente e liberamente: noi non lasceremo che questo accada».
Golda Meir, 1961, in un discorso alla Knesset, riportato su Ner, ottobre 1961

«Questo paese esiste come il compimento della promessa fatta da Dio stesso. Sarebbe ridicolo chiedere conto della sua legittimità».
Golda Meir, Le Monde, 15 ottobre 1971

 

YITZHAK RABIN,
PRIMO MINISTRO D'ISRAELE, 1974 - 1977, 1992 - 1995

«Uscimmo fuori, Ben-Gurion ci accompagnava. Allon rifece la sua domanda: Che cosa si doveva fare con la popolazione palestinese? Ben-Gurion ondeggiò la mano in un gesto che diceva: cacciateli fuori!»
Yitzhak Rabin, versione censurata delle memorie di Rabin, pubblicata sul New York Times, 23 ottobre 1979.

«[Israele vorrà] creare nel corso dei prossimi 10 o 20 anni le condizioni per attrarre naturalmente e volontariamente una migrazione dei rifugiati dalla striscia di Gaza e dalla Cisgiordania verso la Giordania. Per ottenere questo dobbiamo arrivare ad un accordo con Re Hussein e non con Yasser Arafat».
Yitzhak Rabin (un «Principe di Pace» secondo Clinton), spiega il suo metodo di pulizia etnica dei territori occupati senza sollevare scalpore nel mondo. (Riportato da David Shipler sul The New York Times, 04/04/1983 citando i commenti di Meir Cohen al comitato affari esteri e difesa della Knesset del 16 marzo.)

 

MENACHEM BEGIN,
PRIMO MINISTRO D’ISRAELE, 1977 -1983

«[I palestinesi] sono bestie che camminano su due gambe».

Discorso alla Knesset di Menachem Begin Primo Ministro israeliano, riportato da Amnon Kapeliouk, «Begin and the 'Beasts’», su New Statesman, 25 giugno 1982.

«La divisione della Palestina è illegale. Non sarà mai riconosciuta. Gerusalemme è e sarà per sempre la nostra capitale. Eretz Israel verrà ricostruito per il popolo d'Israele. Tutta quanto. E per sempre».
Menachem Begin, il giorno dopo il voto all'ONU sulla divisione della Palestina.

 

YIZHAK SHAMIR,
PRIMO MINISTRO D’ISRAELE, 1983 - 1984, 1986 - 1992

«I vecchi dirigenti del nostro movimento ci hanno lasciato un chiaro messaggio di prendere Eretz Israel dal mare al fiume Giordano per le future generazioni, per un'aliya di massa (=immigrazione ebraica), e per il popolo ebraico, che tutto quanto sarà radunato in questo paese».
Dichiarazione dell'ex primo Ministro Yitzhak Shamir al ricordo funebre dei primi dirigenti del Likud, novembre 1990. Servizio locale di Radio Gerusalemme.

«Determinare la terra d’Israele è l’essenza del sionismo. Senza determinazione, noi non realizziamo il sionismo. E’ semplice».

Yitzhak Shamir,su Maariv, 02/21/1997

«(I palestinesi) saranno schiacciati come cavallette... con le teste sfracellate contro i massi e le mura».
Yitzhak Shamir a quel tempo Primo Ministro d'Israele in un discorso ai coloni ebrei, New York Times, 1 aprile 1988

 

BENJAMIN NETANYAHU,
PRIMO MINISTRO D'ISRAELE, 1996 - 1999

«Israele avrebbe dovuto approfittare dell'attenzione del mondo sulla repressione delle dimostrazioni in Cina, quando l'attenzione del mondo era focalizzata su quel paese, per portare a termine una massiccia espulsione degli arabi dei territori».
Benyamin Netanyahu, allora vice ministro degli esteri, ex Primo Ministro d’Israele, in un discorso algi studenti della Bar Ilan University, dal giornale israeliano Hotam, 24 novembre 1989.

 

EHUD BARAK,
PRIMO MINISTRO D'ISRAELE, 1999 - 2001

« I palestinesi sono come coccodrilli, più gli date carne, più ne vogliono».
Ehud Barak, a quel tempo Primo Ministro d’Israele – 28 agosto 2000. Apparso su Jerusalem Post, 30 agosto, 2000


«Se pensassimo che invece di 200 vittime palestinesi, 2.000 morti metterebbero fine agli scontri in un colpo, dovremmo usare più forza... »
Il Primo Ministro israeliano Ehud Barak, citato dall'Associated Press, 16 novembre 2000.

«Sarei entrato in un'organizzazione terroristica».

Risposta di Ehud Barak a Gideon Levy, giornalista del quotidiano Ha'aretzr, quando chiese a Barak che cosa avrebbe fatto se fosse nato palestinese.

 

ARIEL SHARON,
PRIMO MINISTRO D'ISRAELE, 2001 AD OGGI

«E' dovere dei dirigenti d’Israele spiegare all’opinione pubblica, chiaramente e coraggiosamente, un certo numero di fatti che col tempo sono stati dimenticati. Il primo di questi è che non c'è sionismo, colonizzazione, o Stato Ebraico senza lo sradicamento degli arabi e l'espropriazione delle loro terre».
Ariel Sharon, Ministro degli esteri d’Israele, parlando ad una riunione di militanti del partito di estrema destra Tsomet, Agenzia France Presse, 15 novembre 1998.

«Tutti devono muoversi, correre e prendere quante più cime di colline (palestinesi) possibile in modo da allargare gli insediamenti (ebraici) perché tutto quello che prenderemo ora sarà nostro... Tutto quello che non prenderemo andrà a loro».
Ariel Sharon, Ministro degli esteri d'Israele, aprendo un incontro del partito Tsomet Party, Agenzia France Presse, 15 novembre 1998.

«Ogni volta che facciamo qualcosa tu mi dici che l’America farà questo o quello…devo dirti qualcosa molto chiaramente: Non preoccuparti della pressione americana su Israele. Noi, il popolo ebraico, controlliamo l'America, e gli americani lo sanno».

Ariel Sharon, Primo Ministro d’Israele, 31 ottobre 2001, risposta a Shimon Peres, come riportato in un programma della radio Kol Yisrael.

«Israele può avere il diritto di mettere altri sotto processo, ma certamente nessuno ha il diritto di mettere sotto processo il popolo ebraico e lo Stato d'Israele».
Ariel Sharon, Primo Ministro d'Israele, 25 marzo 2001 citato dalla BBC News Ondine.

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