Precisiamo che articoli, recensioni, comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione), pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.

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Israele incarcera i bambini:
è urgente provvedervi,
fare qualcosa
!

di Silvia Cattori

       Speriamo proprio che nessuno oserà accusarci di antisemitismo per il solo fatto che riveliamo certi retroscena..., per il solo fatto che, impietositi dalla sorte e dalle orribili sofferenze di quei poveri bambini, invitiamo tutti a provvedervi, a fare qualcosa... A meno che non si sia tanto barbari e detestabili razzisti da non voler tenere in alcun conto le atrocità e le ingiustizie subite da quei bambini, sol perché si tratta di bambini palestinesi! Per noi i bambini, palestinesi o ebrei, sono sempre e soltanto bambini, e detestiamo vederli soffrire! come pure detestiamo veder soffrire chiunque, piccolo o grande che sia, giovane o uomo maturo o vecchio che sia, ebreo o palestinese, bianco o negro...
       E allora? Siamo noi i razzisti?

La Redazione
Grassetti, corsivi, colori, parentesi quadre,
sottolineature e quanto scritto nello spazio
giallo sono, generalmente, della Redazione

      

       Il mondo tace. Ci sono centinaia di bambini palestinesi imprigionati nelle carceri dello Stato d'Israele.(1)  Si tratta di detenzioni extragiudiziali.        Considerati da Israele come "detenuti amministrativi", marciscono in celle popolate da insetti.
       Ci sono migliaia di bambini che, inclusi sugli elenchi dei "ricercati", domani subiranno la stessa sorte. Ad oggi, nessuno Stato al mondo ha avuto il coraggio di costringere Israele a smettere di violentare queste giovani vite.
       Arrestare un bambino, mutilare un bambino, uccidere bambini, fa parte integrante della strategia militare d'Israele: ciò al fine di sbarazzarsi dei resistenti fin dalla culla.
       Quali sono gli uomini di Stato chi se ne commuovono? Questi bambini senza scuola, senza affetto, senza libertà, sottoposti a torture traumatizzanti, sono vittime del silenzio stampa. Come se i bambini palestinesi non avessero diritto ad una vita e ad uno sviluppo normale!

       Rapiti sulla strada che porta alla scuola, o in piena notte sotto gli occhi delle loro madri, dei fratelli, delle sorelle impotenti a proteggerli, si ritrovano, senza sapere perché, nell'oscurità totale. Sono disperati.
       
Gli istruttori dello Shabak, che li interrogano e li sottopongono alle stesse sevizie degli adulti, hanno su di essi un potere terribile. Dopo averli umiliati, feriti psichicamente, cercano di farne dei collaboratori, in cambio di alcuni attimi di respiro. Capita che, sotto le minacce di stupri e sotto le persosse, finiscano per autoaccusarsi di atti che non hanno mai commesso, per denunciare padre e madre e per firmare delle dichiarazioni redatte in ebraico, una lingua che loro non comprendono.
       Dopo uno-tre anni, ne escono distrutti.

       È la barbarie allo stato puro. Questa violenza fatta ai bambini non può lasciarci senza reazione. Questi bambini non ne usciranno indenni. Ne usciranno in un stato di stress post traumatico profondo, chiusi in se stessi e con il bisogno di giocare con la morte. Deriva forse da esso il numero dei candidati al suicidio?

       Abbiamo il dovere di tentare tutto ciò che è in nostro potere  —ed il nostro potere è grande se ne sappiamo fare buono uso—  per strappare questi bambini dalle mani dei torturatori prima che siano annientati del tutto.

Silvia Cattori
11 février 2005


(1) Arrestati fin dall'età di 12 anni. Circa 300 bambini sono attualmente detenuti senza ragioni, senza processo.
 

 


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