Precisiamo che articoli, recensioni,
comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati
non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo
se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice
comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione),
pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.
|
di Paolo Becchi Rielaborazione e sunto di
Rafminimi |
Sottolineature, grassetti e colori
sono generalmente nostri |
Premessa Mentre riguardo
ai tempi d'inizio vita, il dibattito nel nostro Paese di recente ha
avuto un'improvvisa impennata in relazione alla contrastata approvazione
della legge sulla procreazione assistita (la 40/2004), sul tema di quando
finisce la vita, quello in particolare del trapianto di organi presi
da "cadaveri", il dibattito sembra essersi esaurito nel periodo
immediatamente seguente all'approvazione della nuova legge sui trapianti
(la 91 del 1999). |
(1) Si trattava di
un tesserino che
per formato e composizione |
1) Ridefinizione del concetto di morte Si è
ritenuto doveroso legiferare (a mio avviso giustamente) su un'entità
non più grande di uno spillo, contenuta in una provetta, per
proteggerla, mentre su di un uomo in carne ed ossa, che presenta temperatura
corporea intorno ai 37°C, colorito roseo, battito cardiaco ed atto
respiratorio, possiamo fare tutto ciò che è lecito fare
con un cadavere. |
2) Motivi della fortuna di tale ridefinizione Nasceva così
la nuova definizione di morte, che, nel corso degli anni seguenti incontrò
larga fortuna. Ciò per diversi motivi. |
3) Il dibattito sulla morte cerebrale Proprio negli
anni '90, mentre nel nostro Paese si accettava non solo la "morte
cerebrale", ma ci si spingeva a definirla per legge, negli USA
cominciava a manifestarsi un forte ripensamento al riguardo. |
|
4) Ripensamenti Sorpendemente,
alla conclusione e all'ammissione che la "morte cerebrale"
sia un espediente, a dir poco discutibile, sono giunti autori di ben
altro versante culturale. |
(Va peraltro osservato che recenti ricerche effettuate
da D.A. Shewmon tendono a mostrare come la notevole plasticità
del cervello possa consentire, in alcuni casi, al tronco encefalico di
assumere certe funzioni, che altrimenti sarebbero corticali. Tali esperienze
mettono in discussione quanto sino ad oggi si sapeva circa le basi neuroanatomiche
della coscienza. Vedere D.A. Shewmon, "RECOVERY
FROM BRAIN DEATH": A NEUROLOGIST'S APOLOGIA", in
"Linacre Quarterly, February 1997, pp. 30-96).
|
Singer, che
fino ad allora era stato un sostenitore sfegatato della "morte
cerebrale totale", si trovava a confrontarsi con un concetto diverso,
ovvero la "morte cerebrale corticale". Insomma si trattava
di dichiarare morti anche gli anencefalici. Paolo Becchi |
Sin qui il sunto di Rafminimi, ma precisiamo che l'articolo
continua con altre annotazioni interessantissime, titolate in Sì
si no no con Invitiamo
quindi il lettore ad approfondire l'argomento andando al |