L'episodio
del bambino torinese nato senza encefalo ha riaperto il dibattito sul
problema del trapianto degli organi.
Su questo argomento ospitiamo
volentieri l'intervento della signora Nerina Negrello, presidente della
"Lega nazionale contro la predazione di organi". Pur non
condividendo il relativismo religioso e lo spirito laico di questa associazione,
tuttavia ne accettiamo la collaborazione già realizzata
per alcune conferenze sul punto specifico della denuncia
e della lotta al crimine della predazione degli organi, incoraggiando
l'impegno della signora Negrello.
Viviamo nell'ossessione di
essere aggrediti, noi ed i nostri figli, da un sistema sanitario culturalmente
deviato dalla sua funzione di cura e unicamente orientato al procacciamento
di organi per trapianto. L'ossessiva caccia all'organo si sviluppa sotto
l'egida di leggi infami e sotto la protezione del governo soggiogato
dalle lobbies: le proposte di legge del silenzio-assenso
(a.c. 646 e abb.) e dell'organizzazione (a.c. 4100 e abb.) ne
sono la prova.
Il comitato ristretto della
Commissione Affari Sociali della Camera sta unificando le due proposte
per dar corpo legislativo
al grande orrore di un business di Stato basato sull'esproprio,
la truffa,
la tortura
e il commercio statale
dei nostri organi. I pochi che si battono subiscono
una sistematica censura, mentre il battage pubblicitario delle associazioni
pro espianti/trapianti, permeato di falsità e omissioni, continua
ad essere all'ordine del giorno; pare che all'autorità sanitaria
nazionale faccia comodo la disinformazione propinata dagli organi di
stampa.
L'autorità sanitaria
non ha ancora sentito il dovere di informare i cittadini della realtà
delle leggi vigenti nonostante esse risalgano al 1975. Sicché
il cittadino ancora non sa, dopo oltre vent'anni, che la legge prevede
il prelievo di organi vivi da persona (sotto
ventilazione) che non abbia personalmente, o tramite i familiari, documentato
per iscritto l'opposizione al prelievo.
Tutti fingono che ci sia la
donazione volontaria. Neppure ci dicono che la proposta
di legge del silenzio-assenso peggiorerà la situazione perché
cancellerà il diritto autonomo della famiglia ad opporsi.
L'autorità sanitaria
non ha ancora detto ai cittadini che la dichiarazione
della cosiddetta "morte cerebrale" si pronuncia su
un corpo vivo, roseo e tiepido, che ha un cuore che mantiene la circolazione
del sangue, un corpo che urina, che può muovere arti e tronco,
e che infine può , nel caso di una donna, portare avanti la gravidanza.
L'autorità
sanitaria non ha ancora informato i cittadini che il prelievo di cuore,
fegato, polmoni, reni ecc... si effettua solo da persona nelle sopraccitate
condizioni di vita, mentre respira ausiliata, e non da cadavere freddo
e rigido come tutti intendiamo.
All'interno di questa totale
e programmata disinformazione,
le illegalità più bieche si sviluppano negli ospedali
sotto gli occhi di parenti ignari o straziati: i pazienti
in corna vengono trasferiti dagli ospedali minori a quelli dei trapianti
con la falsa motivazione di una migliore cura; vi sono medici
che non curano i pazienti ma i loro organi
da espiantare.
Nelle rianimazioni: vi sono
medici che coinvolgono i parenti in firme di donazione illegali, coinvolgendoli,
con un atto che li porta dritti in psichiatria, quando vengono a sapere
che l'espianto è a cuore battente. Vi sono medici che truffano
i parenti che presentano l'opposizione al prelievo affermando
che il magistrato impone l'autopsia a cuore battente. Ma
è autopsia illegale e criminale. Ancora non sappiamo se i magistrati
sono collusivi o strumentalizzati.
Vi sono medici che non rispettano
neanche i parametri della legge già oscena per stilare la "morte
neurologica". Vi sono rianimazioni che sequestrano il malato in
coma, impedendo alla famiglia di vederlo per impedire il consulto
di un medico di fiducia.
Vi sono rianimazioni che al
non donatore (quello che non accetta di essere ucciso con l'espianto)
impongono altri tipi orrendi di morte:
1)
estubano il paziente provocando la morte per soffocamento.
2)
pur mantenendo la ventilazione (per tacitare la famiglia), vengono
negate le cure di nutrizione e idratazione e i trattamenti, producendo
la morte per inedia e con sofferenza.
Questo
lo fanno per evitare che il paziente esca dal coma dopo la loro dichiarazione
di "morte cerebrale". Così l'errore è
coperto da una morte imposta. Dentro questa farragine di imbrogli e
di plagi il cittadino meno accorto soccombe.
Pertanto va segnalato che
il dichiarato aumento di organi disponibili dal '93 in poi non è
frutto di donazione (anche se loro dicono aumentate le donazioni) ma
esclusivamente il prodotto di un esproprio effettuato con mezzi illeciti
e illegali da medici resi ancor più aggressivi dalla legge 578/93
che equipara il coma, da loro dichiarato irreversibile, alla morte.
Praticano finte autopsie illegali
a cuore battente su non donatori, minacciando i familiari che questo
vuole la legge solo al fine di predare gli organi negati dalle famiglie.
La
magistratura lo sa e tace.
L'atteggiamento del Parlamento
deve quindi mutare e rappresentare non solo gli interessi dei pazienti
che sono aggressivi nel rivendicare organi vivi, ma anche gli interessi
dei pazienti più riservati che soffrono nel silenzio del coma.
Nell'ultimo convegno internazionale
sulla morte cerebrale, svolto a Cuba nel 1996, il Presidente della Associazione
Internazionale di Bioetica Peter Singer ha presentato
formale richiesta di abbandonare la definizione di morte
cerebrale con tutti i problemi che ne sono derivati, proponendo di tornare
al concetto tradizionale di morte in termini di
cessazione irreversibile della circolazione del sangue. Singer ha affermato
che la gente ha abbastanza buon senso da capire che i
morti cerebrali non sono veramente
morti. La morte cerebrale non è altro che una comoda
finzione proposta e accettata perché
rendeva possibile il procacciamento di organi".
Ma già nel 1992 ricercatori
della Harvard University col documento "Rethinking brain death"
(Ripensamento sulla morte cerebrale) affermavano che non
era possibile accertare la cessazione irreversibile di tutte le funzioni
dell'encefalo. E' quindi in atto un movimento scientifico internazionale
all'interno del quale aumentano anche scienziati e medici italiani,
sempre più determinato a non sacrificare le persone che perdono
la coscienza, ma all'opposto a curarle.
E' del settembre 1997 la notizia
diffusa in Giappone da Yoshio Zatanabe M.D., professore emerito
di medicina, della Fujita Health University che richiama l'attenzione
sulla ricerca di una équipe di neurochirurghi del Dipartimento
di medicina d'urgenza dell'Ospedale della Nihon University. Questo gruppo
di medici applicando il trattamento della ipotermia cerebrale controllata
ha restituito a vita normale ben 16
pazienti su 20 casi di ematoma subdurale acuto associato
a diffuso danno cerebrale e ben 6
pazienti su 12 di un secondo gruppo, affetti da ischemia
cerebrale globale provocata da arresto cardiaco della durata da 30 a
47 minuti. Erano pazienti in morte
cosiddetta cerebrale.
Tali risultati di quella scienza
che ha buona volontà nel curare coloro che perdono la coscienza,
deve far riflettere i nostri parlamentari perché questo implica
un chiaro spostamento del "punto di non ritorno" e ne consegue
che una diagnosi di morte cerebrale
senza che siano state tentate queste nuove misure terapeutiche può
costituire un caso di omicidio o comunque di omissione di soccorso e
di incompetenza colpevole.
E dall'Olanda, dall'Istituto
per la ricerca sul cervello del Gradute School Neurosciences Amsterdam,
arriva una notizia sconvolgente ed esaltante: è
stata presentata prova della sopravvivenza dei neuroni cerebrali umani
fino a 8 ore dopo la morte, tanto che essi possiedono ancora la potenzialità
di ripresa dalle loro funzioni di metabolismo energetico e trasporto
assonale. La scienza onesta cammina e rende scientificamente
obsoleta l'opinione diffusa che il neurone sia molto sensibile all'ipossia
o privazione di glucosio e che la ischemia cerebrale della durata di
diversi minuti abbia per conseguenza la lesione irreversibile dei neuroni
cerebrali.
Tali ricerche rendono ascientifica
la stessa legge italiana n.578 del 1993 che ridefinisce la morte in
termini di morte cerebrale.
Ma perché
lo Stato italiano si ostina a non curare i malati in coma?
Perché morti veri, freddi e
rigidi, non valiamo nulla, mentre dichiarati morti da vivi, nell'indotto
trapiantistico acquisiamo un valore di oltre un miliardo.
Quindi lo Stato sta impostando
un impianto di tipo industriale, favorendosi con leggi dittatoriali
e ignominiose, per raggiungere l'obiettivo di un totale sfruttamento
dei cittadini che perdono la coscienza ed espropriarli degli organi.
Un impianto gerarchico multimiliardario ci minaccia. Bisogna
fermarli: fermare (1) la proposta
di legge del silenzio-assenso al prelievo e quella dell'organizzazione
import/export.
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(1) Oggi,
a fine 2004; dobbiamo dire soltanto che dobbiamo opporci in tutti
i modi e con tutti i mezzi alla
vergognosa legge
del silenzio-assenso
e al predatorio
traffico di organi.
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