Precisiamo che articoli, recensioni,
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non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo
se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice
comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione),
pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.
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di don Giuseppe Rottoli Articolo pubblicato su La
Tradizione Cattolica |
Sottolineature, grassetti e colori
sono generalmente nostri |
Nel mese di
dicembre 1995, il Senato ha approvato un testo di legge che dovrebbe
passare alla Camera per facilitare la possibilità dei trapianti
di organi. La legge prevede che entro 90 giorni dalla sua approvazione
ogni cittadino maggiore di 16 anni riceverà un modulo nel quale
dovrà dichiarare se intende donare o meno i propri organi. Chi
deciderà per il no sarà considerato non donatore e sulla
propria tessera sanitaria sarà apposta la sigla "ND"
(non donatore); viceversa chi si pronuncerà per il sì
sarà inserito nella lista nazionale dei donatori e sulla sua
tessera sanitaria sarà apposta la sigla "D" (donatore).
Una novità della legge è che in tale lista di donatori
saranno iscritti automaticamente anche tutti coloro che non riconsegneranno
il modulo ricevuto, per cui sulla sua tessera sarà apposta la
lettera "D" e in caso di probabile morte l'espianto avverrà
d'ufficio, anche contro il parere dei parenti. |
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Il prof. Bondi da parte sua è chiaro: "Io personalmente e i medici della Lega nazionale contro la predazione di organi a cuor battente riteniamo che la morte cerebrale non esista, sia solo una convenzione per il procacciamento di organi e permettere a disposizione della ricerca corpi vivi che però hanno perso i diritti, in quanto dichiarati cadaveri per legge. Altri grossi clinici italiani, come il professor Nicola Dioguardi, emerito di medicina interna all'Università di Milano, il professor Edoardo Storti, emerito della Clinica medica all'Università di Pavia, il professor Paolo Puddu direttore dell'Istituto di patologia medica e metodologica dell'Università di Bologna, hanno pubblicamente dichiarato di aver visto malati dati per spacciati riprendersi e tornare lentamente alla normalità. Il giudizio di irreversibilità di un coma può infatti rivelarsi fallace in quanto la fretta di giungere all'espianto impedisce la diagnosi e la cura, e nega il tempo per l'effetto della cura. Quello che è inamissibile è che i parlamentari e le autorità sanitarie, nonostante siano stati informati, non tengano conto della nuova ondata critica internazionale. In particolare la Harvard School ha diffuso un documento scientifico dal significativo titolo "Rethinking brain death" (Ripensamento sulla morte cerebrale) pubblicato in "Critical Care Medicine, 1992 (volume 20, N° 12), in cui si afferma che non esistono attualmente mezzi clinico-strumentali atti a documentare la "cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell'encefalo". Pertanto la legge italiana che così definisce la morte risulta ascientifica, assurda e violenta, in quanto viene imposta a tutti i cittadini, anche ai non donatori."
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MORALITÀ DEI TRAPIANTI Vi sono due tipi di prelievi moralmente leciti: da un vivente il prelievo di organi la cui ablazione non intacca in niente la vita o una funzione vitale, per es. l'espianto di un rene da una persona sana e volontaria; da un morto quello di tutti gli organi ancora utilizzabili, purché la morte sia certa. Sono immorali i prelievi di organi che provocano la morte del donatore o che allontanano una funzione vitale. Il grave problema di molti trapianti è che per avere organi "freschi" si deve andare contro il quinto comandamento: non uccidere. "L'audacia amorale del professor Christian Barnard ha "lanciato" la pratica dei trapianti di cuore che esigono l'estirpazione di questo organo vitale da un individuo vivo. Si scelgono espressamente dei moribondi, "condannati a breve scadenza " e di cui la vita diminuita non ha quasi più valore " ... Ma queste arguzie non cambiano niente all'immoralità di questa pratica che non è che omicidio, e che aggiunge al fatto odioso dell'eutanasia il fatto sordido di un basso recupero". (3)
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LA MORTE IN QUESTIONE La morte
reale è la separazione dell'anima dal corpo, del principio vitale
immateriale dalla realtà materiale, essa come tale non è
osservabile direttamente, la si può constatare indirettamente
dai suoi effetti fisici. Oggi si parla di morte cerebrale che è
inaccettabile (come abbiamo visto) secondo il prof. Bondi, secondo la
Harvard School e secondo molti esperti se ci si accontenta di determinarla
col solo criterio dell'elettroencefalo-gramma piatto; infatti nei grandi
traumatizzati cranici la morte non avviene al momento dell'arresto della
funzione neuroencefalica, ma solo al momento dell'arresto della circolazione
sanguigna togliendo la respirazione artificiale. In queste circostanze
il dubbio della morte reale non è risolvibile, in quanto diverse
persone che vivevano in uno stato di coma, di vita vegetativa sono ritornate
ad una vita normale.
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DOTTRINA DELLA CHIESA Papa Pio
XII in diversi discorsi ha ribadito i principi perenni che devono
guidare i cattolici, infatti egli ha affermato: "I poteri pubblici
hanno il dovere di vigilare... e prima di tutto di prendere delle misure
perché un cadavere non sia considerato e trattato come tale,
prima che la morte non sia stata debitamente constatata".(6)
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CONCLUSIONE Dobbiamo rifiutare come immorali i prelievi sui viventi che non lascerebbero intatta la funzione vitale corrispondente e la pratica sprovvista di ogni rispetto della personalità. Non vogliamo disprezzare il progresso medico né dimenticare i grandi benefici dei trapianti leciti così numerosi e pieni di successo. Il nostro scopo è di denunciare con l'appoggio di fatti e princìpi il totalitarismo medico che ha penetrato e tende a dominare il mondo ospedaliero: totalitarismo mostruoso perché si aggiudica il diritto di disporre a suo piacimento della vita umana. Su una semplice dichiarazione di decreto arbitrario di "morte cerebrale" si strappano dei visceri ancora palpitanti da infelici vittime (9).
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Note (1) Il
Giornale, 2 / 12 /1995. |