Precisiamo che articoli, recensioni,
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Per una migliore comprensione dell'articolo del Prof. Franco Damiani e per ragioni di correttezza, premettiamo quello di Franchi (con qualche inevitabile nostra chiosa), al quale Damiani intende rispondere. Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi |
I BERSAGLIERI «DIMENTICATI» Pagina 001.028 Può essere? A prima vista almeno no, non può capitare che il generale dei Granatieri Antonio Torre, commemorando il 138° anniversario della Breccia di Porta Pia, taccia sui 49 caduti italiani. E che lo stesso generale legga invece uno ad uno i nomi dei 19 caduti papalini. Però è successo. E' successo pure, se è per questo, che il vicesindaco Antonio Cutrufo, che rappresentava alla cerimonia il sindaco di Roma Gianni Alemanno, non abbia provato a porre riparo alla dimenticanza, chiamiamola così, del generale, probabilmente perché nemmeno se ne è accorto; e che il succitato Alemanno, almeno a stare alle sue dichiarazioni, abbia fatto mostra di non essersi accorto neanche lui della gaffe. Sempre che soltanto di una gaffe si sia trattato, e che anche questa vicenda, in sé alquanto grottesca, non ci segnali, al pari di varie altre succedutesi nelle ultime settimane, qualcosa di più complesso e di più preoccupante (1). Sembra pensarla così Giovanni Sabbatucci, intervistato ieri dal Corriere, che si chiede, ironicamente ma non troppo, se, andando avanti di questo passo, d'ora in avanti il 4 novembre saranno ricordati i caduti delle truppe austroungariche a Vittorio Veneto (2). E non è il primo a porsi domande di questo tipo. Già nei giorni scorsi, all' indomani delle improvvide (3) affermazioni del sindaco Alemanno e del ministro La Russa sul fascismo male più o meno assoluto e sull' amor di patria dei ragazzi di Salò, Emilio Gentile si era interrogato (anche lui facendo ricorso, si capisce, all' ironia) su che cosa possiamo aspettarci, di qui a poco, dalle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dell' Unità d'Italia: un sofferto omaggio a Metternich e Cecco Beppe (4), magari? Sabbatucci e Gentile sono due storici di vaglia, e non fanno parte in alcun modo delle schiere degli indignati in servizio permanente effettivo (5), sempre pronti a lanciare denunce accorate contro gli infami disegni di chi, si dice, vorrebbe procedere a buttare giù tutto, oggi la Resistenza, domani il Risorgimento, dopodomani chissà (6). Quello che ci segnalano è però forse più preoccupante di un' offensiva politica e ideologica, o di un consapevole tentativo di spingere il revisionismo storico verso lidi fino a qualche tempo fa letteralmente inimmaginabili, sottoponendo ad aperta e radicale contestazione certezze più o meno consolidate e miti fondativi della storia nazionale (7). Per restare al 20 settembre, l' ultimo caso in ordine di tempo: forse gli ultratradizionalisti di Militia Christi, gli unici (8) ad esultare, sarebbero ben contenti anche della restaurazione del potere temporale dei papi, e di certo non escludono che, con l' aria che tira, la questione possa in qualche modo tornare di attualità (9). Ma tenderemmo ad escludere che il generale, il vicesindaco e il sindaco di Roma siano dei nostalgici del Papa Re. E' molto più probabile, piuttosto, che siano ad un tempo vittime e propagatori (10) di una nuova, e diffusa, malattia nazionale, il cui sintomo più evidente è la caduta del senso del ridicolo. Una caduta così vistosa che pochi si sorprendono se agli aspiranti infermieri specializzati, come ci ha ricordato sabato sul Corriere Paolo Macrì, viene chiesto di pronunciarsi in sede di esame sulla tesi di Alberto Asor Rosa, secondo il quale il fascismo sarebbe stata cosa ben più alta e nobile del berlusconismo (11); e nessuno si meraviglierebbe troppo se qualcuno saltasse su a segnalarci la buona fede degli zuavi (12) di Pio IX che restarono fedeli a costo della vita alla consegna pur sapendo che la causa dello Stato pontificio era votato alla sconfitta. Forse (forse) il generale, il vicesindaco e, seppure in forma indiretta, il sindaco di Roma hanno semplicemente creduto, celebrando i soldati del Papa nel giorno della Breccia di Porta Pia, di interpretare lo spirito di marmellata dei tempi. Secondo il quale, essendosi fatto tutto assai vago e incerto, il modo migliore di cavarsela è quello di rendere omaggio alle buone ragioni che, c' è da giurarlo, dovevano pure albergare in fondo al cuore di ciascuno, quali che fossero la causa e la bandiera per cui militava. Forse (forse) il generale, il vicesindaco e, seppure in forma indiretta, il sindaco di Roma hanno semplicemente pensato di uniformarsi alla logica che sommariamente definiamo bipartisan, estendendola dai rapporti politici tra maggioranza e opposizione sui grandi problemi nazionali aperti alla storia patria, questione romana compresa; e solo per eccesso di zelo bipartisan si sono ricordati degli zuavi, ma hanno dimenticato i bersaglieri e i fanti. Capita. Può capitare. Non è il caso di farne un dramma (13) o, Dio ci scampi, di chiedere, a mò di risarcimento, che il 20 settembre torni ad essere festa nazionale: in fondo 138 anni fa si è solo realizzato il sogno di generazioni e generazioni di italiani (14). Ma non è nemmeno il caso di dimenticare che di ridicolo si può anche, e ingloriosamente, morire. Franchi Paolo |
(1) Preoccupante per chi? Per i falsificatori della Storia? (2) Non sarebbe un male, anzi... Considerato poi che una volta si usava riconoscere il valore del nemico con l'onore delle armi, non sarebbe male riesumare quella bella usanza. (3) Perché improvvide? Forse perché non politicamente corrette? Forse perché non fanno piacere agli antifascisti? Ma la domanda cui dovrebbe rispondere il Franchi è: sono veritiere o no? E , se veritiere, perché le qualifica come improvvide? O per lui la verità è solo quella che piace al vincitore? (4) Beh, certamente il Metternich faceva e fece il suo dovere e combatté a difesa del suo Re e Imperatore, non si comportò come qualche celebrato nostro eroe che il suo Re lo ammazzò o come qualche nostro Generale finito sotto processo... Quindi presentare l'onore delle armi al Metternich non dovrebbe scandalizzare né Franchi né Sabbatucci né Emilio Gentile [che oltretutto non fanno testo]. (5) Perché tale precisazione? Per rendere più credibile l'ironia? (6) Ma non è che a quelle schiere di sempre pronti... appartiene proprio il Franchi? (7) Ma se quel revisionismo porta alla verità, ben venga!!! Bisognerebbe esserne contenti e non preoccupati come il Franchi !!! (8) Assicuriamo il Franchi che quelli di Militia Christi non sono affatto gli unici: ci siamo anche noi e tantissimi altri... (9) Di certo non sarebbe male restituire il mal tolto. (10) È offensivo nei confronti del generale, del vicesindaco e del sindaco di Roma, ma lasciamo che siano gl'interessati a rispondere all'illuminato Franchi. (11) È evidente che per Franchi Fascismo e Berlusconismo sono da condannare e buttare a mare e che il Fascismo non possa essere migliore di alcunché, neppure del comunismo, sul quale pesano ben oltre 60.000.000 di vite umane (che, ovviamente, per il Franchi sono meno che bruscolini). (12) E in base a quali prove e certezze bisognorebbe negare la buona fede agli zuavi pontifici? Anzi, più che la buona fede bisognerebbe riconoscere loro l'eroismo portato all'estremo: morirono per il loro dovere, pur sapendo che la causa dello Stato pontificio era votata alla sconfitta !!! (13) Appunto! (14) Ad osservare la Storia e le sue date, non si vedono affatto le generazioni e generazioni di italiani che sognano quanto realizzato a Porta Pia: lo dimostra il caso dei Fratelli Bandiera, anzi quei risorgimentali, pochi, non erano neppure d'accordo fra di loro su cosa dovessero intendere per Italia... Ma evidentemente la storia di Franchi è un'altra... |
Signor Franchi, |
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Quanto al "senso del ridicolo", di cui ella lamenta la progressiva perdita, credo che lo si sia già perso da un pezzo, insieme a quello della dignità nazionale, dal momento che si celebra ogni anno come festa nazionale il 25 aprile, ossia la data della sconfitta dell'Italia in guerra e la fine della sua indipendenza. |
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Non so se nel 1870 si sia realizzato "il sogno di generazioni e generazioni di italiani": di certo si è realizzato il sogno della giudeomassoneria di abbattere il potere temporale come primo passo per la distruzione totale della Chiesa. |
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Di questo passo saranno ricordati anche i soldati austroungarici caduti nella Grande Guerra (altro prodotto della massoneria)? Magari (e c'è già chi lo fa): dovremmo continuare a considerarli "cattivi" dopo novant'anni, come "cattivi" dovrebbero essere gli zuavi, per non aver i primi spontaneamente ceduto il Sudtirolo all'Italia e i secondi per non aver fatto altrettanto con lo Stato Pontificio? |
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Mi dispiace per le sue "certezze più o meno consolidate e miti fondativi della storia nazionale": vuol dire che erano "certezze" non tanto solide e miti un po' di cartapesta. |
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E quanto ai lidi "fino a qualche tempo fa letteralmente inimmaginabili" non scherziamo: nonostante il lavaggio del cervello risorgimentista (e resistenziale, e vaticano-secondista) qualche persona che ha continuato a ragionare con la sua testa c'è sempre stata, e non solo gli amici di Militia Christi, evidentemente gli unici a lei noti: il cattolicesimo tradizionalista e integrista celebra da sempre il "suo" 20 settembre, la vittoria di Mentana, la resistenza della fedelissima Civitella del Tronto. |
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Per "l'altra memoria" sull'ultima guerra c'è solo l'imbarazzo della scelta. Allarghi il suo sguardo. l'Ottocento è lontano, il 1945 pure. |
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Guardiamo al domani e a una storia che finalmente cerca di liberarsi dei dogmi dei vincitori (e a fatica, pensiamo all' "olocausto"). Franco Damiani |
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