Precisiamo che articoli, recensioni, comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione), pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.

 


Firmata la Costituzione Europea, Bush vince, Arafat Muore
I passi da gigante della Rivoluzione Mondialista

di Matteo Castagna

Grassetti, colori e sottolineature sono nostri
(Il fondo giallo è riservato alla Redazione)

       Ottobre 2004: nasce la Costituzione Europea, fondata sui valori dell'«umanesimo» laicista sbandierato da tutti gli scribacchini asserviti al grande Capitale come un importante traguardo per l'unione dei popoli europei.
       In parole povere, dopo aver creato un mercato unico a Maastricht, dopo aver imposto l'euro come moneta di scambio del Vecchio Continente, ora si sono dotati gli Stati nazionali di una carta dei diritti (pochi) e dei doveri, finalizzata alla creazione di un pensiero unico basato sui principi della Rivoluzione Francese: libertà (non di fare ciò che si deve, ma ciò che si vuole), uguaglianza (non di fronte a Dio, ma fra tutti gli uomini: negazione delle diversità), fratellanza (solidarietà filantropica, che nulla ha a che vedere con la carità cristiana).
       Coerentemente, non si è voluto fare accenno alle radici cristiane: infatti, non è possibile parlare di radici cristiane, quando la pianta Europa non ne ha minimamente le caratteristiche.
       Già durante l'estate, nei nostri ambienti si prevedeva la riconferma netta di Gorge W. Bush alla guida dell'unica superpotenza mondiale ed il rafforzamento della corrente repubblicana al Congresso.
       Tutti i poteri forti si sono mobilitati per "il più grande amico di Israele" di tutti i tempi
 —come lo ha definito l'ambasciatore israeliano a Roma—  e, a ruota, gli ha ridato fiducia tutto "il popolo bue", desideroso di sicurezza dopo l'11 settembre e certamente poco affascinato dalla figura fiacca e priva di personalità di Kerry, nonostante una politica economica interna da brivido ed un aumento esponenziale della disoccupazione.
       Il New York Times e il Wall Street Journal sottolineano, in questi giorni, la gioia dei colossi dell'economia statunitense e delle multinazionali, dal comparto automobilistico a quello della difesa, dall'alta finanza a quello farmaceutico, fino ad arrivare a quello petrolifero e delle telecomunicazioni. Borsa, Nasdaq e Daw Jones sono andati tutti in ascesa.
       Per quanto riguarda la politica estera, tutto resterà invariato e finalizzato alla conquista dell'Heartland, preconizzata dal politologo Mackinder, da una parte attraverso la risoluzione del "problema iracheno", dall'altra favorendo l'ingresso della Turchia nell'Unione Europea per consentire uno sbocco da nord sul Medio Oriente e poi, spingendosi sempre più a est, preparando le basi per la "risoluzione preventiva del problema Cina"… (e lì ne vedremo delle belle!). Alla fine, quand'anche la Russia, accerchiata da tutti i lati economicamente e militarmente, capitolerà definitivamente sotto il controllo diretto degli Stati Uniti, l'Unico Governo Mondiale a stelle e strisce sarà pronto a dirigere il pianeta, solo e incontrastato, nell'interesse del grande amico Israele.
       Quanto alla politica interna, gli integralisti protestanti hanno prevalso, illusi che dai proclami contro i matrimoni omosessuali e contro l'aborto si passi ai fatti: le unioni matrimoniali tra gay sono state proibite in California tramite referendum, ma guarda caso, non esiste ancora una legge federale che li vieti in tutti gli stati. Speriamo che gli omosex californiani non vadano a sposarsi oltre confine! Vedremo per quanto concerne l'aborto.
       Anche se certamente sono condivisibili le posizioni di Bush in materia morale, esse sono frutto di quella tipica mentalità puritana protestante, perbenista e bigotta, che, disgiunta dal patrimonio dell'intero Magistero dell'Unica Vera Chiesa di Cristo, risulta insufficiente ed evanescente per condurre in porto la Buona Battaglia. Oltretutto su tali temi, l'America di Gorge W. non è riuscita a condizionare i governi europei, troppo impegnati nella lotta a oltranza contro la Chiesa Cattolica e i suoi principi, come da più di due secoli viene pianificato nelle Logge della Sinarchia francofona. In questo solo si differenziano e si scontrano la Massoneria anglosassone e la Sinarchia centroeuropea.
       In questo contesto internazionale, certamente poco favorevole ai palestinesi, ecco che lo stato confinante con Israele prende l'ennesima botta: il 12 Novembre, dopo un'"improvvisa ricaduta" muore il leader storico Yasser Arafat, lasciando nel disorientamento di una lotta per la successione i suoi seguaci e consentendo un'accelerazione degli interessi dello stato guidato da Sharon.
       La costituzione Europea spiana la strada all'ingresso della Turchia, Bush trionfa e Arafat muore: in poche parole, la Rivoluzione avanza per affermare il Nuovo Ordine Mondiale. Pure coincidenze? Ai posteri l'ardua sentenza.

Matteo Castagna

 


   

[Indice degli articoli]   [Home]