Nel novero di quanti fanno a gara per vilipendere la persona del Pontefice non possono mancare le menti progressiste ed i casi umani del programma televisivo Le jene, in onda su Italia1, che riserva le sue perle di buon gusto e di delicatissima satira alle ore più tarde della notte.
Così il 16 Aprile, in occasione dell’ottantesimo genetliaco del Papa, le lingue biforcute di Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu hanno voluto a loro modo celebrare l’evento.
Accennando al compleanno del Santo Padre, Kessisoglu definiva i Cardinali ed i Vescovi «vecchi con la gonna e il missile in testa».
Al che la spalla Bizzarri spiegava che il missile si chiama mitra, ottenendo come risposta dal compare: «Ecco perché sparano tante c...te!»
Riferendosi poi all’appello della LAV (Lega Anti Vivisezione), che avrebbe chiesto al Papa di rinunciare all’uso della bordatura d’ermellino nel camauro e nella mozzetta (strano che non abbiano fatto altrettanto con i Giudici della Suprema Corte o con i Docenti universitari, che di ermellino ne usano molto di più), i conduttori scherzavano sulla presunta vivisezione dei gay ad opera del Pontefice.
Il tutto in un rapido susseguirsi di battute acide e velenose, in cui Bizzarri riportava la notizia e Kessisoglu la commentava con presunto umorismo.
Si potrebbe osservare che la satira ha diritto di prender di mira i potenti; che la libertà di espressione è un diritto; che non viviamo in uno stato confessionale e quindi la Chiesa non ha diritto di chiedere la censura di ciò che ritiene immorale o contrario alla Religione.
Duole notare che queste petizioni di principio –sulla cui validità occorrerà peraltro prima o poi interrogarsi– vengono chiamate in causa solo quando si vilipende la Chiesa e il Sommo Pontefice, mentre non pare che simile disinvoltura nella gara all’offesa trovi riscontro quando si tratta di altre religioni.
Non abbiamo avuto l’onore di vedere questi sedicenti comici insultare il rabbino capo di Roma,
o cimentarsi nella derisione del gran Muftì;
non il capo della comunità valdese, né quello dei buddisti.
E sia chiaro che non sarebbe si sollievo per i Cattolici assistere –in un frainteso mal comune mezzo gaudio– alla satira applicata indifferentemente a qualsiasi religione.
Al di là del pessimo gusto di questa satira e del ricorso ad essa per dissimulare il disprezzo verso la Chiesa Cattolica e l’acrimonia nei confronti dei suoi ministri, crediamo che lo strapotere e l’oltracotanza degli adepti dell’ateismo –che in questo si comportano né più né meno di qualsiasi religione, avendo i propri capi, riti e luoghi di culto– dovrebbero quantomeno confrontarsi, se non con un doveroso preventivo controllo da parte della programmazione, quantomeno con la protesta di quei Cattolici che in Italia rappresentano pur sempre la religione maggioritaria.
E crediamo parimenti che si dovrebbe iniziare ad esercitare –sull’esempio di altri gruppi e lobby certamente meno consistenti sotto il profilo numerico– il diritto alla protesta ed al boicottaggio di chi si fa vanto di chiamare vecchi con la gonna i Sacri Pastori di milioni di fedeli e c...te gli atti del Magistero ecclesiastico.
Né si dimentichi che queste forme di presunto umorismo da angiporto sono l’anticamera e la premessa –avendo la medesima base ideologica– degli episodi di intolleranza di cui abbiamo avuto anche recentemente esempio nelle offese al Papa e a mons. Bagnasco sui muri di Genova, Torino ed altre città. Passare da questo alla violenza vera e propria non pare così improbabile.
Forse toccare questi personaggi in ciò che hanno di più caro –Mammona, ossia il portafoglio– potrebbe rivelarsi utile: iniziamo a non guardare certi programmi, a non comprare i prodotti che pagano gli spot durante queste performance di pessimo gusto.
Protestiamo con le redazioni e con i responsabili della programmazione.
Alla fine, se non per rispetto, la finiranno di offenderci per non rimetterci economicamente.
Catholic Anti-Defamation League |
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