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Lettera, apertissima, al Presidente di Telecom Italia,

                  Dottor Marco Tronchetti Provera

di Giuliana D'Olcese

Telecom e le intercettazioni illegali

Domenica 30 Luglio 2006

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione

 

 

 

       
Esimio Dottor Tronchetti Provera,
        Preciso e premetto, a futura memoria perchè "on ne sais jamais...", che godo di ottima salute fisica e psichica ma, vivendo noi tutti nel Paese dei cavalcavia, è bene che le persone avvedute rendano noto Urbi et Orbi, e alle Procure, ciò che accade.
      Immergersi nell'anonimato è la scelta peggiore, la più pericolosa che si possa fare. C'è il rischio che ti tocchi un cavalcavia.
        In una mia nota e nel corso di una intervista data al direttore di Radio Radicale, intervista ripresa da più siti e dal provider Libero.it, ho espresso l'opinione, peraltro non contrastata da nessun lettore o ascoltatore, che lei o è da Patria galera o, peggio, è da interdire dal gestire anche una "Caciotta and Caciocavallo Trust Company". Altro che gestire Telecom, il Cnag e le "Security" di Telecom!
        Le spiego perchè:

 

 

 

        1: Contrariamente a quanto da lei dichiarato Urbi et Orbi "Telecom Italia è una azienda perbene e fatta di gente perbene con qualche mela marcia", si dà il caso che una ventina di milioni di utenti Telecom pensano, invece, che le specificità di Telecom spaziano tra l'essere una azienda, anche, ladra di polli (vedi attivazioni e addebiti in bolletta per servizi mai richiesti, numeri "speciali" al costo di sei euro al minuto, vecchie bollette pagate ma fatturate perentoriamente per la seconda volta, o paghi o ti stacchiamo la linea, proteste protervamente ignorate dal 187 con inauditi costi imposti all'utente a causa dei continui fax inviati a più uffici Telecom che ti rimandano da Ponzio a Pilato, vecchie e vecchi pensionati malati e soli a cui Telecom ha soppresso la linea perchè si sono rifiutati di pagare due volte la stessa fattura o per assegnare l'utenza ad un politico) e via di questo passo fino ad essere, anche, una cloaca estesissima popolata dai tentacoli di una piovra di autentici masnadieri e malviventi della peggiore risma.  Tutti scelti da lei in persona o trasferiti dalla sua Pirelli a TelecomItalia.
     
A proposito delle intercettazioni illegali di Telecom le ha scritto Oscar Giannino su Libero: "Da anni Adamo Bove si era dovuto moltiplicare per salvare faccia e sedere alla Telecom facendo sparire ogni prova del coinvolgimento dell'azienda, come se Tavaroli e compagni fossero stati uomini-ombra al servizio di potenze occulte e estranee ai vertici aziendali".

 

 

 

       2: Non è credibile che il Capo del personale di Telecom Italia, Gustavo Bracco, capo di Tavaroli, dei fratelli Bove e quindi vicino a Cipriani, e lei Dottore, abbiate "ignorato fino a fine maggio 2006" le centinaia di migliaia di intercettazioni abusive ed illegali nonchè una serie di abusi specifici subìti dai vostri utenti al fine di impossessarsi di tutti i loro dati. Gli utenti sapevano, prima che ne scrivessero i giornali dell'«editore senza scrupoli», voi, tra proprietà e vertici aziendali di Telecom, no non sapevate. Anche se su google.it e in moltissimi siti e Forum c'era già tutto, no, voi non sapevate.
       Sul fatto che i vertici di Telecom sapessero sono eloquenti la telefonata, avvenuta il 25 maggio scorso, tra Pompa e Farina e le lettere inviate a Forum e siti internet proprio da dipendenti Telecom che lo confermano. Che Farina, poi, avesse un contratto di "consulenze" proprio con la sua Tv, La7, è una equazione geometrica e simmetrica difficile da non fare.
       Come non è pensabile che i vertici ignorassero che utenti Telecom erano dati in "subaffitto" a piccoli provider, alimentati da linee Telecom, al fine di azioni di pirateria informatica e di intercettazioni.
       Telecom, Esimio Dottore, oltre che intercettare illegalmente in proprio, ha dato in pasto ad operatori estranei all'azienda, alcuni di questi sotto processo penale per pirateria informatica, i dati personali, i pc, la privacy, i documenti riservati, password e conti bancari, la vita pubblica e privata di suoi utenti, ecc. ecc. 

 

 

 

        3: Il Cnag, il Centro di ascolto per le intercettazioni ordinate dalla magistratura diretto da Giuliano Tavaroli, Centro poi degenerato in
Usi & Consumi diversi, era interno, non "esterno" a Telecom e fu lei, Esimio Dottore, ad affidarlo a Tavaroli, uomo a lei legatisimo tanto da promuoverne la fulminante carriera in Pirelli e in Telecom. Come legatissimo a lei, Dottore, era Emanuele Cipriani il quale, i soldi all'estero, decine di miliardi accreditati a Londra, li ha ricevuti dai vertici Pirelli e Telecom, non da Tavaroli, da "esterni". Perchè, per quali "saldi", un investigatore privato italiano con sede a Firenze riceve decine di miliardi all'estero? Ma cosa vuol farci credere, Esimio Tronchetti, che somme di miliardi e miliardi vengano movimentate da TelecomItalia senza che i suoi vertici e lei ne sappiate nulla?! Ma andiamo via, abbia un minimo di pudore se no, oltre che il disprezzo che accumulate lei e Telecom, vi fate ridere dietro come tragiche e beffarde macchiette.
        Parte di quei miliardi a chi erano realmente destinati?

 

 

 

      4: Domanda: Perchè "i softaware per le intercettazioni che non lasciavano tracce (e invece, per un osservatore attento, le tracce le lasciavano e come) sono stati scoperti a maggio 2006"? Le intercettazioni e le intrusioni nei pc degli utenti venivano segnalate incessantemente, almeno dal febbraio 2005, all'Ufficio legale di Telecom Italia nelle persone di Guglielmo Bove capo dell'Ufficio legale, della dottoressa Maria Rosa Salvatore, seconda di Bove, allo Staff dello stesso Ufficio legale, all'Abuse, al Garante per la Privacy, alla Polizia postale, al Mininterno e, una volta, Esimio Dottore, anche alla sua segretaria particolare, il suo alterego, la signora Elena Longaretti che, da perfetta segretaria qual'è, certamente le ha riferito quanto inviatole.
        Con Guglielmo Bove impossibile parlare. In sua vece la signora Salvatori rispondeva così: "Stiamo verificando (verificando per mesi e mesi?!) la cosa è molto molto complessa... di più non so e non posso dire".
        Chi ha ordinato all'ufficio legale di non rispondere agli utenti? E i violenti abusi continuavano confermando intrecci "tecnologici" con l'Enav, l'Agenzia per la Sicurezza dei Voli, e con altre sedi diciamo altolocate.
        L'Enav, ha un suo server indipendente alimentato da linee Telecom. A quanto si sa, proprio dalla viva voce del responsabile dei Servizi informatici dell'Enav, dottor Bruno Carbone, egli asseriva, per ben due mesi, di essere molto preoccupato e di star avvertendo ripetutamente le strutture legali e tecniche di Telecom non ricevendone però alcuna risposta. In seguito anche Carboni fu irreperibile.
        Esimio Dottore, lei e Bracco ne sapete qualcosa dell'Enav e di Carbone o ignorate anche questi soggetti?


 

 

      5: Vede, Esimio Presidente di Telecom Italia, gli italiani intercettati illegalmente sanno bene che questo è "il Paese dei Cavalcavia", quindi, prudentemente, sono balzati come un sol uomo a depositare tutto alla Polizia postale e poi alle Procure della Repubblica con tanto di avvocato e di documentazioni. Ma allora Esimio Dottore, con i supertecnici informatici, gli specialissimi software spia e le spie di cui si serve Telecom, lei e Bracco delle intercettazioni illegali non ne sapevate nulla ancora dopo un anno che le denuncie erano state presentate alle Procure?   Bastava navigare su google.it senza neppure scomodarsi ad andare fino alle Procure.
Vede Presidente, "imprudenze ed ignoranze" plateali siffatte il suo consuocero Leopoldo Pirelli non le avrebbe mai fatte e mai dette.
        Quell'establichement lombardo, che non risale alle Guerre Puniche ma è solo di ieri, non risponderebbe al profondo sconcerto di un intero Paese come lei ha risposto in videoconferenza. I Bassetti, i Crespi, i Rocca, i Fossati Bellani, i Borletti, i Pellicanò, i Zucchi, i Marinotti, i Pirelli, gli Olcese, i Pesenti, gli Orlando, i Falk, gli Stucchi, i Bellora, e via via tutti coloro che lei ed io conosciamo bene, si vergognerebbero di ululare alle "mele marce"; come se ciò che accade in Telecom, invece che un vero e proprio golpe, fosse la fiaba di Biancaneve e le sette mele marce.
        E, inoltre, quell'establichement non schiafferebbe a slinguettare in Tv le proprie mogli per accattivarsi gli italiani inferociti contro Telecom, ne' le offrirebbe come "consulenti per l'Islam" ora a Berlusconi, ora a Mastella, secondo quale governo tenersi buono. Dottore, ma se li vede il Leopoldo e il Guglielmo Mozzoni catapultare a Telese di Sotto e a Palazzo Chigi di Sopra la Zinzi e la Giulia Maria?! Allora, Esimio Tronchetti, è proprio "la zona grigia degli editori nemici e senza scrupoli che inquina l'Italia"?
        O piuttosto è Telecom Italia, in pieno stile da golpe sudamericano, ad averla violentata ed inquinata all'ombra dei "Reparti Speciali Sicurezza e Radar", "I reparti clandestini della centrale di spionaggio a cui attingevano apparati dello Stato e aziende private" e "gli esperti di hackeraggio" in uso nella sua azienda squalo? Non è, Dottore, che come ho scritto pubblicamente a Gianni Letta, invece che da Berlusconi e il suo Governo, siamo stati governati da un golpe di Telecom e da lei?
        Quindi, Dottore, sia dignitoso. Almeno, non racconti agli italiani la favoletta bella di Biancaneve e le sette mele marce. E non getti nel ridicolo, a volte nella falsa rappresentazione che sfocia in tragedia, gli ottimi giornalisti che dipendono da Tv e quotidiani di cui lei è proprietario. Vi sono giorni in cui i lettori soffrono per l'umiliazione a cui validi professionisti vengono esposti mentre tutti sanno bene che gli stessi direttori e i siti internet dei suoi giornali erano intercettati illegalmente.


 

 

        La saluto Esimio Dottore e la lascio al suo destino con un piccolo pentimento e un proposito buonista: Il golpe di Telecom e la sua "azienda perbene e fatta di gente perbene" mi hanno fatto pentire di averla invitata, con tutto il Governo, quindi con pari dignità a come feci per il varo della Bicamerale di D'Alema e Berlusconi e per la nomina del mio fu marito Vittorio Olcese a Primo Sottosegretario a Palazzo Chigi, al festeggiamento per la nomina di Ferruccio de Bortoli a direttore del Corriere della Sera, ora direttore del Sole24Ore. Nonostante il pentimento, qualora ve ne fosse bisogno, sono pronta a portarle le arance a San Vittur.

Giuliana D'Olcese

 

 

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