La celebrazione cinica della barbarie
PRESO DA WWW.INTERNATIONALIM.ORG
di Fabienne
Le cerimonie
del 60° anniversario dello sbarco hanno superato in fasto, in partecipazione
di "personalità", in "copertura mediatica"
ed in "fervore popolare" quelle del cinquantenario.
I veri comunisti non celebrano
lo sbarco di giugno 1944, come potrebbero farlo per la Comune di Parigi
del 1871 o per la rivoluzione d'Ottobre 1917.
Tuttavia è compito loro,
in occasione di questo anniversario e delle cerimonie che l'hanno circondato,
ricordare ciò che fu veramente questo avvenimento, quale fu il
suo significato per opporre alla marea delle menzogne borghesi una piccola
diga al servizio della piccola minoranza che, oggi, può capirli.
La più grande operazione militare della storia.
Mai prima del 6 giugno 1944,
la specie umana, la cui la storia è tuttavia ricca di guerre, aveva
realizzato un'operazione militare dell'ampiezza dello sbarco alleato in
Normandia.
Sono 6.939 imbarcazioni che,
nella notte dal 5 al 6 giugno, hanno attraversato la Manica:
1.213
navi da guerra, 4126 imbarcazioni da sbarco,
736
imbarcazioni di servizio e
864
navi commerciali.
Al disopra di questa armata,
11.590 apparecchi rigano il cielo:
5.050
caccia,
5.110
bombardieri
2.310
aerei da trasporto,
2.600
alianti e
700 aerei da ricognizione.
Sul piano degli effettivi, sono
132.715 uomini che sono sbarcati il "Giorno J", così
come 15.000 americani e 7.000 britannici sono stati paracadutati la vigilia
dietro le linee avversarie da 2.395 aerei.
Malgrado la loro enormità,
queste cifre sono ancora lontane dal rappresentare tutta l'ampiezza dell'operazione
militare. Prima dello sbarco, dei dragamine avevano tracciato cinque immensi
canali per permettere il passaggio dell'armata alleata.
Lo sbarco in sé puntava
a stabilire solo una testa di ponte che permettesse di inviare truppe
e mezzi materiali in quantità molto più consistente. È
così che, in meno di un mese, un milione e mezzo di soldati alleati
sono sbarcati con tutta la loro attrezzatura, in particolare decine di
migliaia di veicoli blindati (il solo carro armato Sherman è stato
costruito in 150.000 esemplari).
Questi mezzi materiali ed umani
smisurati sono in sé un vero simbolo di ciò che è
diventato il sistema capitalista, un sistema che inghiotte in vista della
distruzione delle quantità sbalorditive di mezzi tecnologici e
lavoro umano.
Ma al di là della sua
dismisura, bisogna ricordare che l'operazione "Overlord"
preparava una delle più grandi carneficine della storia.
Lungo le coste della Normandia
si possono vedere questi immensi allineamenti di croci bianche testimoni
del terribile tributo pagato da tutta una generazione di giovani americani,
inglesi, canadesi, tedeschi di cui alcuni avevano appena
16 anni.
Questi cimiteri militari
non contabilizzano i civili, le donne, i bambini ed i vecchi che sono
stati uccisi durante gli scontri e il cui numero, in certi casi, è
così elevato come quello dei soldati caduti nei combattimenti.
La battaglia di Normandia durante
la quale le truppe tedesche hanno tentato di impedire alle truppe alleate
di mettere piede e poi proseguire in Francia si chiude con un totale di
centinaia di migliaia di morti.
Tuttavia, è nell'interpretazione
di questi fatti che si trova la menzogna. I soldati che sono sbarcati
il 6 giugno 1944 e nei giorni seguenti sono
presentati come i soldati della "libertà" e della "civiltà".
Questo era stato detto loro prima dello sbarco per convincerli a dare
la loro vita, questo è stato detto alle madri di tutti quelli che
la morte ha colpito alla fine dell'infanzia, questo è ciò
che hanno dichiarato di nuovo i politici che, numerosi, si sono spostati
sulle spiagge della Normandia il 6 giugno 2004, i Bush, Blair, Putin,
Schröder, Chirac.
Ed i commentatori aggiungono:
"Dove saremmo se questi
soldati non avessero fatto questi terribili sacrifici? Saremmo ancora
sotto lo stivale del nazismo!".
Tutto è detto: questo
macello tanto spaventoso fu un "male necessario" per "salvare
la civiltà e la democrazia".
Di fronte a queste
menzogne, che sono
condivise unanimemente da tutti i nemici di ieri e che
riprendono praticamente tutte le forze politiche, dalla destra reazionaria
ai trotzkisti ed agli anarchici, è indispensabile riaffermare alcune
verità elementari.
La
prima verità da affermare è
che non c'era nella Seconda Guerra mondiale un "campo della democrazia"
contro un "campo del totalitarismo",
a meno di continuare a considerare che Stalin fosse un grande campione
della democrazia, come allora scrivevano i giornali
anglo-americani facendo eco ai cosiddetti partiti "comunisti
". I veri comunisti, da parte loro, denunciavano da anni
il becchino regime stalinista, massacratore del popolo e punta
di diamante della controrivoluzione mondiale.
In
realtà, c'erano nella Seconda Guerra mondiale,
così come nella Prima, due campi
imperialistici che si disputavano i
mercati, le materie prime e le zone di influenza del mondo.
E se la Germania, come all'epoca della
Prima Guerra mondiale, appariva come la potenza
aggressiva, "quella che porta la guerra", questo
è semplicemente perché era stata
la più sfavorita nella divisione della torta imperialistica in
seguito al trattato di Versailles che concludeva il primo macello
imperialista, un trattato che aveva aggravato ancora a suo scapito la
divisione che gli era già sfavorevole prima del 1914 a causa del
ritardo con cui era arrivata sulla scena imperialistica (dei piccoli paesi
come l'Olanda o il Belgio avevano un impero coloniale più vasto
di quello della Germania).
La
seconda verità è questa: malgrado tutti
i discorsi su "la difesa della
civiltà", non era quest'ultima che
preoccupava i dirigenti alleati che hanno potuto fare prova,
all'occasione, di una barbarie completamente comparabile a quella dei
paesi dell'Asse. E noi non parliamo solamente
dei Gulag stalinisti equivalenti ai campi nazisti. I paesi
"democratici" si sono ben mostrati degni anche in questo campo.
Non
passiamo qui in rassegna l'insieme dei crimini ed atti di barbarie commessi
dai valorosi "difensori della civiltà". Ci
basta ricordare che prima della Seconda Guerra mondiale, ed anche prima
dell'arrivo dei nazisti al potere, questi paesi
avevano "esportato" la loro "civilizzazione"con la
sciabola, le cannoniere e le mitragliatrici senza contare i gas asfissianti
e la tortura.
Quanto alle prove indiscutibili
di "civiltà" di cui gli Alleati hanno dato prova nel
corso della Seconda Guerra mondiale, ricordiamo alcune delle loro gesta.
Le prime che vengono in mente
sono evidentemente i bombardamenti di Hiroshima
e Nagasaki, il 6 e 9 agosto 1945 dove fu adoperata per la prima
ed unica volta della storia l'arma atomica uccidendo in un secondo circa
centomila civili e più di centomila altri al termine di mesi e
anni di sofferenza.
Ma il terribile bilancio di
questi bombardamenti non è dovuto solamente al fatto che hanno
fatto ricorso ad un'arma nuova, ancora poco conosciuta. È con mezzi
totalmente "classici" che la
punta avanzata della civiltà ha massacrato delle popolazioni unicamente
civili:
- bombardamenti di Amburgo nel
luglio 1943: 50 000 morti;
- bombardamento di Tokio nel
marzo 1945: 80 000 morti;
- bombardamento di Dresda il
13 e 14 febbraio 1945: 250.000
morti.
Questo ultimo bombardamento
è particolarmente significativo. A Dresda
non c'era una forte presenza militare, né obiettivi
economici o industriali. C'erano soprattutto dei profughi arrivati dalle
altre città che erano state già rase al suolo. Inoltre la
guerra era già vinta
dagli Alleati. Ma per questi ultimi, bisognava provocare il
terrore nella popolazione tedesca, e particolarmente tra gli operai, affinché
non venga loro l'idea di ricominciare ciò che avevano fatto alla
fine della Prima Guerra mondiale: degli scontri rivoluzionari in vista
del rovesciamento del capitalismo.
Al processo di Norimberga che
si è tenuto dopo la guerra sono stati giudicati i "criminali
di guerra" nazisti. In effetti, ciò
che è valso loro la condanna, non è
tanto l'ampiezza dei loro crimini quanto il fatto
che appartenevano al campo dei vinti. Altrimenti,
insieme a loro, ci sarebbe stato bisogno di vedere Churchill e Truman,
principali "responsabili" dei massacri rievocati sopra.
Infine, bisogna affermare un'ultima
verità di fronte al seguente argomento che l'umanità avrebbe
conosciuto ancora delle sofferenze molto peggiori se gli Alleati non fossero
venuti a liberare l'Europa.
La riscrittura della storia
è in primo luogo, in generale, un esercizio vano. Ben più
feconda è la comprensione del perché la storia ha preso
una tale direzione piuttosto che un'altra. Come nel caso presente ("se
gli Alleati avessero perso la guerra."), questo
esercizio è effettuato in generale dagli stessi che vogliono giustificare
l'ordine esistente che sarebbe finalmente "meno cattivo" ("La
Democrazia è la peggiore forma di governo , ma non ne conosco
delle migliori", dichiara Churchill).
In
realtà, la vittoria della "democrazia" e della "civiltà"
nella Seconda Guerra mondiale non ha messo in nessun modo fine alla barbarie
del mondo capitalista. Dal
1945, ci sono state molto più vittime della guerra che durante
le due guerre mondiali messe insieme. Inoltre, il mantenimento
di un metodo di produzione, il capitalismo, di cui le due guerre mondiali,
insieme alla crisi economica degli anni '30, e la
crisi attuale provano che ha fatto il suo tempo, è valso
all'umanità il proseguimento ed oggi l'aggravamento di ogni tipo
di calamità particolarmente omicida (carestie, epidemie, catastrofi
"naturali" di cui si potrebbero facilmente ridurre le drammatiche
conseguenze ecc.). Senza contare che il sistema capitalista, perpetuandosi,
ipoteca sempre di più l'avvenire della specie umana distruggendo
in modo irreversibile l'ambiente e preparando delle nuove catastrofi naturali,
particolarmente climatiche, dalle conseguenze spaventose.
E se il sistema capitalista
è potuto sopravvivere per più di mezzo secolo dopo la Seconda
Guerra mondiale, questo è perché la"vittoria della
Democrazia" ha rappresentato una terribile sconfitta per la classe
operaia; una sconfitta ideologica che è venuta a completare la
controrivoluzione che si era abbattuta su di lei dopo l'insuccesso dell'ondata
rivoluzionaria degli anni 1917-1923.
Questo è dovuto proprio
e principalmente perché la borghesia, con l'aiuto di tutti i partiti
politici che si definiscono "operai" (dai "socialdemocratici"
fino ai trotzkisti ed agli anarchici, passando per i "comunisti"),
è riuscita a fare credere agli operai
dei principali paesi capitalisti, particolarmente a quelli
delle grandi concentrazioni industriali dell'Europa occidentale, che
la vittoria della Democrazia è stata "la loro vittoria",
che questi ultimi non hanno impegnato dei combattimenti rivoluzionari
nel corso ed alla fine della Seconda Guerra mondiale, come l'avevano fatto
all'epoca della Prima. In altri termini, la "vittoria" della
Democrazia, e particolarmente lo Sbarco che si è esaltato tanto
in questi ultimi giorni, ha dato un riavvio al capitalismo decadente,
permettendogli di proseguire per più di mezzo secolo il suo corso
catastrofico e barbaro.
Ecco una verità che nessun
media ha riprodotto, evidentemente.
Al contrario, lo zelo tutto
particolare con il quale tutti i potenti del mondo ed i loro servitori
hanno celebrato questo "grande momento della Libertà"
è all'altezza della nuova inquietudine che la classe dominante
comincia a provare di fronte alla prospettiva di una ripresa degli scontri
della classe operaia man mano che la crisi del capitalismo darà
ogni giorno sempre più la prova del fallimento storico di questo
sistema e della necessità di rovesciarlo.
Fabienne
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