Precisiamo che articoli, recensioni, comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione), pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.



Lo sbarco in Normandia
La guerra giusta del Card. Ratzinger

di Rafminimi

       Comincio con l'introdurre quanto scritto in proposito dai bordighiani. Ometto, ovviamente, quei brani che potrebbero suonare scandalo a orecchie pie.
       Certo è orribile andare a ascuola dal nemico! ma va da sé che NON condivido l'impostazione marxista del testo, tuttavia le analisi storiche (in particolare quelle relative alla corresponsabilità dei vincitori nelle due Guerre mondiali, se non altro per l'ingiustizia dei trattati internazionali), pur poco conosciute dal vasto pubblico, ormai gli studiosi seri non le reputano più campate in aria.
       Ed ecco quanto scrive Fabienne.

(Rafminimi)

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature
e quanto scritto nello spazio giallo sono della Redazione
       
La celebrazione cinica della barbarie
PRESO DA WWW.INTERNATIONALIM.ORG
di Fabienne

       Le cerimonie del 60° anniversario dello sbarco hanno superato in fasto, in partecipazione di "personalità", in "copertura mediatica" ed in "fervore popolare" quelle del cinquantenario.
       I veri comunisti non celebrano lo sbarco di giugno 1944, come potrebbero farlo per la Comune di Parigi del 1871 o per la rivoluzione d'Ottobre 1917.
       Tuttavia è compito loro, in occasione di questo anniversario e delle cerimonie che l'hanno circondato, ricordare ciò che fu veramente questo avvenimento, quale fu il suo significato per opporre alla marea delle menzogne borghesi una piccola diga al servizio della piccola minoranza che, oggi, può capirli. La più grande operazione militare della storia.
       Mai prima del 6 giugno 1944, la specie umana, la cui la storia è tuttavia ricca di guerre, aveva realizzato un'operazione militare dell'ampiezza dello sbarco alleato in Normandia.
       Sono 6.939 imbarcazioni che, nella notte dal 5 al 6 giugno, hanno attraversato la Manica:
              1.213 navi da guerra, 4126 imbarcazioni da sbarco,
                 736 imbarcazioni di servizio e
                 864 navi commerciali.
       Al disopra di questa armata, 11.590 apparecchi rigano il cielo:
              5.050 caccia,
              5.110 bombardieri
              2.310 aerei da trasporto,
              2.600 alianti e
                 700 aerei da ricognizione.
       Sul piano degli effettivi, sono 132.715 uomini che sono sbarcati il "Giorno J", così come 15.000 americani e 7.000 britannici sono stati paracadutati la vigilia dietro le linee avversarie da 2.395 aerei.
       Malgrado la loro enormità, queste cifre sono ancora lontane dal rappresentare tutta l'ampiezza dell'operazione militare. Prima dello sbarco, dei dragamine avevano tracciato cinque immensi canali per permettere il passaggio dell'armata alleata.
       Lo sbarco in sé puntava a stabilire solo una testa di ponte che permettesse di inviare truppe e mezzi materiali in quantità molto più consistente. È così che, in meno di un mese, un milione e mezzo di soldati alleati sono sbarcati con tutta la loro attrezzatura, in particolare decine di migliaia di veicoli blindati (il solo carro armato Sherman è stato costruito in 150.000 esemplari).
       Questi mezzi materiali ed umani smisurati sono in sé un vero simbolo di ciò che è diventato il sistema capitalista, un sistema che inghiotte in vista della distruzione delle quantità sbalorditive di mezzi tecnologici e lavoro umano.
       Ma al di là della sua dismisura, bisogna ricordare che l'operazione "Overlord" preparava una delle più grandi carneficine della storia.
       Lungo le coste della Normandia si possono vedere questi immensi allineamenti di croci bianche testimoni del terribile tributo pagato da tutta una generazione di giovani americani, inglesi, canadesi, tedeschi di cui alcuni avevano appena 16 anni.
       Questi cimiteri militari non contabilizzano i civili, le donne, i bambini ed i vecchi che sono stati uccisi durante gli scontri e il cui numero, in certi casi, è così elevato come quello dei soldati caduti nei combattimenti.
       La battaglia di Normandia durante la quale le truppe tedesche hanno tentato di impedire alle truppe alleate di mettere piede e poi proseguire in Francia si chiude con un totale di centinaia di migliaia di morti.
       Tuttavia, è nell'interpretazione di questi fatti che si trova la menzogna. I soldati che sono sbarcati il 6 giugno 1944 e nei giorni seguenti sono presentati come i soldati della "libertà" e della "civiltà". Questo era stato detto loro prima dello sbarco per convincerli a dare la loro vita, questo è stato detto alle madri di tutti quelli che la morte ha colpito alla fine dell'infanzia, questo è ciò che hanno dichiarato di nuovo i politici che, numerosi, si sono spostati sulle spiagge della Normandia il 6 giugno 2004, i Bush, Blair, Putin, Schröder, Chirac.
       Ed i commentatori aggiungono:
       "Dove saremmo se questi soldati non avessero fatto questi terribili sacrifici? Saremmo ancora sotto lo stivale del nazismo!".
       Tutto è detto: questo macello tanto spaventoso fu un "male necessario" per "salvare la civiltà e la democrazia".
       Di fronte a queste menzogne, che sono condivise unanimemente da tutti i nemici di ieri e che riprendono praticamente tutte le forze politiche, dalla destra reazionaria ai trotzkisti ed agli anarchici, è indispensabile riaffermare alcune verità elementari.
       La prima verità da affermare è che non c'era nella Seconda Guerra mondiale un "campo della democrazia" contro un "campo del totalitarismo", a meno di continuare a considerare che Stalin fosse un grande campione della democrazia, come allora scrivevano i giornali anglo-americani facendo eco ai cosiddetti partiti "comunisti ". I veri comunisti, da parte loro, denunciavano da anni il becchino regime stalinista, massacratore del popolo e punta di diamante della controrivoluzione mondiale.
       In realtà, c'erano nella Seconda Guerra mondiale, così come nella Prima, due campi imperialistici che si disputavano i mercati, le materie prime e le zone di influenza del mondo. E se la Germania, come all'epoca della Prima Guerra mondiale, appariva come la potenza aggressiva, "quella che porta la guerra", questo è semplicemente perché era stata la più sfavorita nella divisione della torta imperialistica in seguito al trattato di Versailles che concludeva il primo macello imperialista, un trattato che aveva aggravato ancora a suo scapito la divisione che gli era già sfavorevole prima del 1914 a causa del ritardo con cui era arrivata sulla scena imperialistica (dei piccoli paesi come l'Olanda o il Belgio avevano un impero coloniale più vasto di quello della Germania).
       La seconda verità è questa: malgrado tutti i discorsi su "la difesa della civiltà", non era quest'ultima che preoccupava i dirigenti alleati che hanno potuto fare prova, all'occasione, di una barbarie completamente comparabile a quella dei paesi dell'Asse. E noi non parliamo solamente dei Gulag stalinisti equivalenti ai campi nazisti. I paesi "democratici" si sono ben mostrati degni anche in questo campo.
       Non passiamo qui in rassegna l'insieme dei crimini ed atti di barbarie commessi dai valorosi "difensori della civiltà". Ci basta ricordare che prima della Seconda Guerra mondiale, ed anche prima dell'arrivo dei nazisti al potere, questi paesi avevano "esportato" la loro "civilizzazione"con la sciabola, le cannoniere e le mitragliatrici senza contare i gas asfissianti e la tortura.
       Quanto alle prove indiscutibili di "civiltà" di cui gli Alleati hanno dato prova nel corso della Seconda Guerra mondiale, ricordiamo alcune delle loro gesta.
       Le prime che vengono in mente sono evidentemente i bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, il 6 e 9 agosto 1945 dove fu adoperata per la prima ed unica volta della storia l'arma atomica uccidendo in un secondo circa centomila civili e più di centomila altri al termine di mesi e anni di sofferenza.
       Ma il terribile bilancio di questi bombardamenti non è dovuto solamente al fatto che hanno fatto ricorso ad un'arma nuova, ancora poco conosciuta. È con mezzi totalmente "classici" che la punta avanzata della civiltà ha massacrato delle popolazioni unicamente civili:
       - bombardamenti di Amburgo nel luglio 1943: 50 000 morti;
       - bombardamento di Tokio nel marzo 1945: 80 000 morti;
       - bombardamento di Dresda il 13 e 14 febbraio 1945:               250.000 morti.
       Questo ultimo bombardamento è particolarmente significativo. A Dresda non c'era una forte presenza militare, né obiettivi economici o industriali. C'erano soprattutto dei profughi arrivati dalle altre città che erano state già rase al suolo. Inoltre la guerra era già vinta dagli Alleati. Ma per questi ultimi, bisognava provocare il terrore nella popolazione tedesca, e particolarmente tra gli operai, affinché non venga loro l'idea di ricominciare ciò che avevano fatto alla fine della Prima Guerra mondiale: degli scontri rivoluzionari in vista del rovesciamento del capitalismo.
       Al processo di Norimberga che si è tenuto dopo la guerra sono stati giudicati i "criminali di guerra" nazisti. In effetti, ciò che è valso loro la condanna, non è tanto l'ampiezza dei loro crimini quanto il fatto che appartenevano al campo dei vinti. Altrimenti, insieme a loro, ci sarebbe stato bisogno di vedere Churchill e Truman, principali "responsabili" dei massacri rievocati sopra.
       Infine, bisogna affermare un'ultima verità di fronte al seguente argomento che l'umanità avrebbe conosciuto ancora delle sofferenze molto peggiori se gli Alleati non fossero venuti a liberare l'Europa.
       La riscrittura della storia è in primo luogo, in generale, un esercizio vano. Ben più feconda è la comprensione del perché la storia ha preso una tale direzione piuttosto che un'altra. Come nel caso presente ("se gli Alleati avessero perso la guerra."), questo esercizio è effettuato in generale dagli stessi che vogliono giustificare l'ordine esistente che sarebbe finalmente "meno cattivo" ("La Democrazia è la peggiore forma di governo , ma non ne conosco delle migliori", dichiara Churchill).
       In realtà, la vittoria della "democrazia" e della "civiltà" nella Seconda Guerra mondiale non ha messo in nessun modo fine alla barbarie del mondo capitalista. Dal 1945, ci sono state molto più vittime della guerra che durante le due guerre mondiali messe insieme. Inoltre, il mantenimento di un metodo di produzione, il capitalismo, di cui le due guerre mondiali, insieme alla crisi economica degli anni '30, e la crisi attuale provano che ha fatto il suo tempo, è valso all'umanità il proseguimento ed oggi l'aggravamento di ogni tipo di calamità particolarmente omicida (carestie, epidemie, catastrofi "naturali" di cui si potrebbero facilmente ridurre le drammatiche conseguenze ecc.). Senza contare che il sistema capitalista, perpetuandosi, ipoteca sempre di più l'avvenire della specie umana distruggendo in modo irreversibile l'ambiente e preparando delle nuove catastrofi naturali, particolarmente climatiche, dalle conseguenze spaventose.
       E se il sistema capitalista è potuto sopravvivere per più di mezzo secolo dopo la Seconda Guerra mondiale, questo è perché la"vittoria della Democrazia" ha rappresentato una terribile sconfitta per la classe operaia; una sconfitta ideologica che è venuta a completare la controrivoluzione che si era abbattuta su di lei dopo l'insuccesso dell'ondata rivoluzionaria degli anni 1917-1923.
       Questo è dovuto proprio e principalmente perché la borghesia, con l'aiuto di tutti i partiti politici che si definiscono "operai" (dai "socialdemocratici" fino ai trotzkisti ed agli anarchici, passando per i "comunisti"), è riuscita a fare credere agli operai dei principali paesi capitalisti, particolarmente a quelli delle grandi concentrazioni industriali dell'Europa occidentale, che la vittoria della Democrazia è stata "la loro vittoria", che questi ultimi non hanno impegnato dei combattimenti rivoluzionari nel corso ed alla fine della Seconda Guerra mondiale, come l'avevano fatto all'epoca della Prima. In altri termini, la "vittoria" della Democrazia, e particolarmente lo Sbarco che si è esaltato tanto in questi ultimi giorni, ha dato un riavvio al capitalismo decadente, permettendogli di proseguire per più di mezzo secolo il suo corso catastrofico e barbaro.
       Ecco una verità che nessun media ha riprodotto, evidentemente.
       Al contrario, lo zelo tutto particolare con il quale tutti i potenti del mondo ed i loro servitori hanno celebrato questo "grande momento della Libertà" è all'altezza della nuova inquietudine che la classe dominante comincia a provare di fronte alla prospettiva di una ripresa degli scontri della classe operaia man mano che la crisi del capitalismo darà ogni giorno sempre più la prova del fallimento storico di questo sistema e della necessità di rovesciarlo.

Fabienne

   
       Dopo quanto detto dai "duri e puri" veri comunisti di Bordiga, sentiamo quanto scrive quella che dovrebbe essere la parte opposta.
       Ecco quanto annota l' agenzia ZENIT.org che, a sua volta, riporta parte di un lungo articolo uscito sulla rivista "Vita e pensiero", basato sul messaggio inviato dal Cardinale Ratzinger, in occasione dell'anniversario dello sbarco in Normandia.      
   

       
«La Seconda guerra mondiale fu guerra giusta», afferma il cardinale Ratzinger. E spiega
"l'insostenibilità di un pacifismo assoluto".

       ROMA, domenica, 31 ottobre 2004 (ZENIT.org).- Il periodico "Vita e Pensiero" nel suo ultimo numero riporta un lungo articolo del cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede e decano del Collegio cardinalizio, dal titolo: "L'Occidente, l'islam e i fondamenti della pace".
       Si tratta del testo del discorso che il prelato ha pronunciato in Normandia il 4 giugno 2004 in occasione delle celebrazioni per il 60° anniversario dello sbarco alleato.
       "Se mai si è verificato nella storia un bellum justum è qui che lo troviamo, nell'impegno degli Alleati, perché il loro intervento operava nei suoi esiti anche per il bene di coloro contro il cui Paese era condotta la guerra".(1)
       "Questa constatazione mi pare importante perché mostra, sulla base di un evento storico, l'insostenibilità di un pacifismo assoluto", ha sottolineato Ratzinger.
       Secondo il porporato in Europa, a partire dalla fine delle ostilità, nel maggio 1945, ci è stato dato di vivere un periodo di pace lungo come non mai in tutto il corso della storia del continente e "questo in gran parte per merito della prima generazione di politici che hanno operato nel dopoguerra: Churchill, Adenauer, Schumann, De Gasperi". (2)
       Il porporato ha spiegato che "il centro motore di quella politica di pace fu il legame fra l'agire politico e la morale. (3)
       Il discrimine interno a qualsiasi politica è costituito dai valori morali che noi non inventiamo: essi esistono e sono gli stessi per tutti gli uomini".
       Ratzinger afferma che "quegli uomini politici hanno fondato la loro idea morale dello Stato, della pace e della responsabilità sulla loro fede cristiana, che aveva superato la prova dell'illuminismo e si era ampiamente purificata nel confronto con la distorsione del diritto e della morale operata dal Partito".
       "Essi non volevano costruire uno Stato confessionale bensì uno Stato che prendesse forma attraverso l'etica", (4)    ha aggiunto il porporato.

 
(1) Per questa tesi valga quanto già detto da Fabienne. Ma noi da parte nostra non possiamo non rilevare che la "Chiesa moderna" si affanna tanto a condannare e deprecare la guerra "santa" delle Crociate, a misconoscere e rinnegare le guerre di "religione" e poi, stranamente un Principe di quella "Chiesa" osanna alle guerre di "democrazia", definendole "giuste" (il che per un bibblista equivale a "sante"). Si vede che ci troviamo di fronte a un nuovo Dio e a una nuova religione: l'uno si chiama Mondo e l'altra Democrazia. Forse proprio prevedendo tanto sfacelo Gesù già 2000 anni fa precisò: "Il mio regno non è di questo mondo"!
Quindi: abbasso le guerre (minuscolo) di religione (minuscolo) e viva le Guerre (maiuscolo) della Democrazia (maiuscolo)!!!

(2) Anche qui valgano le annotazioni di Fabienne: "Dal 1945, ci sono state molto più vittime della guerra che durante le due guerre mondiali messe insieme".
Altro che pace!!! D'altronde i "santi" menzionati dal Cardinale (Churchill, Adenauer, Schumann, De Gasperi) non crediamo proprio che possano meritare qualcosa, neppure l'ombra della pace...

(3) Ma di quale morale parla il Cardinale? Quali sono i valori morali uguali per tutti gli uomini?
C'è proprio di che sbalordire! Un Cardinale, pergiunta Prefetto de Dicastero istituito a difesa della Fede, che riconosce al nemico una patente di moralità valida per tutti gli uomini, anche per i Cattolici!
Ma a questo punto c'è da chiedersi: Ratzinger è Cardinale di Santa Romana Chiesa o della Divina Democratica Chiesa? di quella Divina Democrazia che tanti Papi hanno condannato proprio per i suoi principi niente affatto morali?

(4) Il non volere uno Stato confessionale è sintomatico dell'assenza di qualunque etica, infatti non può esservi etica se essa non deriva da un'entità Superiore (che non può assolutamente essere la Democrazia, lo Stato, la Nazione, la Società, l'ONU...) che la pone, la fonda e la rende cogente per tutti. Ora un Cardinale dovrebbe ben saper che quella Entità Superiore noi Cattolici (con la C maiuscola) la chiamiamo Dio Uno e Trino. E lo Stato, qualunque Stato, non può non riconoscere i diritti di Dio, non può non riconoscere i diritti dell'unica sua Religione e dell'unica sua Chiesa: Uno è Dio, una è la Religione, una è la Chiesa! E uno Stato che giustamente e doverosamente riconosce questi diritti non può non essere confessionale!
Noi Cattolici siamo per uno Stato Confessionale, il Cardinale chiaramente no, infatti plaude ed eloggia coloro che "non volevano costruire uno Stato confessionale"... È un traditore!

       A questo punto commenta molto appropriatamente il Bellarmino:
   

       "Dopo i vari mea culpa di Giovanni Paolo II sulle crociate e le guerre sante in difesa della cristianità, ora il "cardinal" Ratzinger prende posizione a favore del 2° conflitto bellico mondiale definendolo "bellum justum".
       Le ragioni di fondo che il porporato adduce in difesa della posizione assunta risultano inconsistenti, false e spudoratamente di parte.

       Bellarmino
(CATTOLICESIMO@CATTOLICESIMO.COM)

   

       In compenso, adesso sappiamo che, se mai ci fu una guerra giusta, questa fu la Seconda Guerra Mondiale! RATZINGER DIXIT (e badate bene che parla un tedesco e per di più un ex SS !!!).
       Guerra giusta, condotta anche nell'interesse dell'avversario. Ebbene, questa è la caratteristica delle guerre ideologiche del post-rivoluzione francese: sono combattute anche nell'interesse della controparte [!!!] (come, penso, per stupidità o per buona fede, pensano anche molti sconfitti). Questa idea ha come conseguenza che non ci sono più regole d'onore o impegni cavallereschi: se io ti combatto anche nel tuo interesse, ti faccio un favore a non usare alcuna cortesia, visto che, alla fine, la cortesia più grande che ti posso fare è proprio la mia vittoria. Insomma è una versione elaborata e corretta del famoso COMMA 22:
"a) Chiunque è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di guerra;
b) Chi chiede di essere esentato dalle missioni di guerra, NON è PAZZO".
       Diversamente la pensava Padre Wenefried Van Straaten.        Secondo il benemerito fondatore de"L'Aiuto alla Chiesa che soffre" la Seconda Guerra Mondiale è stata uno scontro tra due diverse bande di pagani.
       A sinistra la pensava così anche Bordiga, secondo il quale i lavoratori non avevano motivi per simpatizzare per Stalin, Roosvelt e De Gaulle, più di quanti ne avessero per simpatizzare per Hitler, Mussolini o Petain.
       Adesso veniamo a scoprire, grazie a Ratzinger, che "Churchill, Adenauer, Schumann, De Gasperi", riuscirono a realizzare quel sogno hegeliano dello Stato "etico". Complimenti!        Vorrei solo sapere, però, perché ciò che è rimproverato ai fascisti, cioè appunto voler realizzare tale sogno hegeliano, per i signori di cui sopra diventa un merito.
        Ovviamente non mi pongo nemmeno l'altra domanda, ovvero che tipo di etica possono avere in comune personaggi che non hanno la stessa fede religiosa. Se l'uomo fosse in grado di vivere secondo la morale naturale (cosa possibile in astratto, ma non in pratica), non sarebbe stato necessario neppure dettare i Dieci Comandamenti.
       Ricordo che lo Stato Pontificio non aderì alla Santa Alleanza e ne reputò il relativo progetto perso in partenza, proprio perché vi vedeva un tentativo di basarsi su una religiosità generica, avulsa da legami ed identità religiose precise.
       Circa poi la "Pace" che avrebbero garantito, consiglio di riflettere su quanto scritto dai compagni bordighiani, ricordando il motto de"L'imitazione di Cristo": "Non far caso a chi lo disse, ma fai attenzione a ciò che disse".       

Rafminimi

   
       
   

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