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REFERENDUM, LA LORO CATASTROFE

di Maurizio Blondet

Segnalato da Little Jo
Fonte: www.effedieffe.com

Ogni commento è superfluo... diciamo soltanto: onore al coraggio!

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature
e quanto scritto nello spazio giallo sono della Redazione

       Se vi siete sintonizzati su Radio Radicale (l'emittente privata di Pannella che paghiamo noi contribuenti) avrete sentito gli ascoltatori e militanti che schiumavano di rabbia.
       E deliravano di odio.

   

       Uno, a proposito del referendum perduto da loro, ha parlato di "colpo di Stato".
       Un altro ha giurato che emigrerà nella Spagna zapaterista dei liberi finocchi.
       Un terzo, ha detto che è la fine della sovranità popolare.

   

       Ma la sovranità popolare si è espressa eccome.
       Il 75% degli italiani ha detto che la legge sulle manipolazioni della fertilità va bene così com'è, dando torto ai radicali. L'indomani, quando la loro catastrofe è apparsa ormai certa e solida, Pannella, i leader della sinistra per il sì e i loro giornalisti-maggiordomi hanno insistito, in fondo, su questi punti.

   

       E' colpa della Chiesa, del cardinale Ruini, della "modernità retrograda" italiana. Come se 75 italiani su cento fossero tutti devoti e obbedienti alla Conferenza Episcopale.
       Lo sanno anche loro, che non lo sono.
       Ma i sinistroidi-radicali non hanno, evidentemente, nessuna voglia (né capacità intellettuale, abituati come sono alla menzogna politicamente corretta) di analizzare la loro immensa stupidità, la loro cecità sociale e arroganza politica, che li ha condotti dritti alla disfatta.
       Sono quelle sinistre, DS in testa, che continuano da decenni ad arruolare Pannella come il loro stratega creativo; ormai privi di ogni volontà di rappresentare le "masse lavoratrici", si ostinano a riciclarsi come rappresentanti di un elettorato sostitutivo, quello delle lobbies finocchie, dei manipolatori di geni e di feti, delle vecchie in carriera che, avendo avuto tutto dalla vita, a menopausa avanzata esigono "il diritto" a un figlio, non importa come e con quale tecnica o [...].

   

       Ma queste lobbies desideranti non sono masse; sono esigue minoranze estranee alla popolazione, la cui sola speranza di affermare i loro "diritti al piacere"  è la manovra occulta, dietro le quinte parlamentari.
       Pannella il creativo?
       Pannella non è un leader laicista, è il mullah del laicismo. Sta sulla scena da troppo tempo, da 40, 50 anni. Come l'ayatollah Khomeini, esige il potere sul suo microscopico partitino: un potere dittatoriale, fino alla morte, sacro, totale.
       I radicalini, devoti del laicismo fanatico, s'inginocchiano ogni giorno davanti agli sproloqui salivosi del loro mullah, cui dovrebbero invece indicare la porta d'uscita. Lo vogliono? Se lo tengano. Peggio per loro.
       I DS lo seguono, si fanno subalterni dell'ayatollah? Buon pro gli faccia, dementi.
       S'è visto quanto contino, di fronte al popolo votante, i "poteri forti".

   

       Per il "sì" hanno fatto una campagna scandalosa, offensiva, senza regole e piena di scorrettezze, i "grandi giornali" uniti nel pensiero unico, Corriere e Repubblica: la gente li ha bocciati, non li ha letti, si è stufata dei loro presunti argomenti.
       Il Corriere ha messo in campo i suoi più solenni cretini: Sartori (un cretino solenne), Veronesi (solenne cretino), la Montalcini (cretiNobel), ed Enzo Biagi (l'Alzheimer al potere perpetuo).
       La loro "autorità" come gestori di coscienze e dell'opinione  s'è rivelata nulla.

   

       E vogliamo parlare del loro amato presidente Ciampi?
       Per influire sul voto, ha commesso una doppia violazione: ha violato la neutralità che al presidente della repubblica chiede la Costituzione, ed ha violato l'obbligo del silenzio della propaganda nella giornata del voto.
       S'è fatto intervistare da Repubblica per dichiarare, in un articolo che è apparso il giorno del voto (il giorno del silenzio) che lui andava a votare.
       In prima pagina, grande strillo, e l'invito: fate come lui.
       Il pubblico italiano ha risposto: e chi se ne frega.
       Ciampi voleva gettare sul piatto della bilancia il peso della sua presunta popolarità: come s'è visto, la sua popolarità non vale un fico.
       E' la costruzione tutta artificiale dei "grandi giornali" e delle TV che raccolgono ogni sua frase, ogni sua deiezione ed espettorazione, ogni sua untuosa banalità, come l'oracolo. Ha voluto forzare il bluff, e ne è stato spazzato via.
       Cecità, arroganza, di chi finisce per credere alla propria propaganda: segno della fine, come Breznev che credeva alla propaganda sovietica (il KGB almeno sapeva di produrre menzogne).

   

       La grande astensione italiana somiglia, per gli effetti sulle lobbies e le varie massonerie, al "no" dei francesi alla pseudo-costituzione europea: segnala e sancisce l'avvenuto distacco tra il popolo e i poteri forti, padroni di tutti i mezzi e di tutte le regole, cantori inesausti della propria auto-sacralizzazione, obliteratori di tutte le voci alternative, ma incapaci di convincere, e anche solo di farsi rispettare.

   

       Una nota a margine, come merita, per Gianfranco Fini, l'onorevole kippà: ha obbedito ai rabbini che gli ingiungevano di dichiararsi per il sì, ripromettendosi chissà quali vantaggi. Ma per essere machiavellico, bisogna essere almeno intelligente.
       Un cinico stupido è uno spettacolo ripugnante e ridicolo. Dicono che ora Fini "darà battaglia" nel partito, certo che non può essere sostituito. Credo anch'io. Ma un partito che non è capace di rimpiazzare un fesso di tale misura, si suicida fra gli applausi del pubblico.
       Vogliono tenerselo, i malavitosi che organizzano il consenso di AN, i mafiosi con l'accento siciliano, gli attacchini divenuti governatori regionali e ministri?
       Se lo tengano, buona digestione.

Maurizio Blondet
   
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