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Militia est vita hominis super terram
di Daniele Fazio

09/01/2004

La vita per l'uomo sulla terra è un combattimento: questo motivo riecheggia spesso nella Sacra Scrittura, sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento. La Divina Rivelazione, dunque, ci fa intendere che chi vive necessariamente non può che combattere e se combatte non lo fa invano ma per raggiungere un qualcosa per cui solo vale la pena sforzarsi. Ci vogliamo soffermare sulla natura del combattimento: possiamo distinguere tre tipi o modalità di combattimento. Abbiamo infatti, una battaglia spirituale, una battaglia delle idee (dottrinale), e una battaglia etico-politica (morale e sociale).
Che cosa è il combattimento spirituale? E' lo sforzo che ognuno di noi singolarmente, compie per migliorare se stesso impegnandosi a salvare la propria anima. L'ideale dell'uomo deve essere l’imitazione del Padre Celeste, ubbidienti al comando del Figlio (“Siate perfetti come il Padre mio ch’è nei cieli”), e quindi l'imitatio Christi, obbediente fino alla morte, e alla morte di Croce (Se qualcuno vuol venire dietro a me, prenda ogni giorno la sua croce...). Se da un lato su questa strada abbiamo i sacramenti che ci aiutano, in particolare la Confessione e la Comunione, che segnano l'intervento divino nel quotidiano, dall'altro tocca a noi progredire desiderando di migliorarci accettando la necessaria potatura dei nostri difetti per poter meglio portare frutto. Sono di fondamentale importanza a tal proposito la preghiera liturgica e le pie devozioni (meditazione, adorazione eucaristica, via crucis, rosario, pratica del I° Venerdì e del I° Sabato del mese, esercizi spirituali, pellegrinaggi…) impegnandoci a morire ogni giorno al nostro io per permettere a Cristo di regnare sulla nostra vita ricordandoci sempre che christianus alter Christus.
La seconda battaglia da compiere è quella dottrinale: giornalmente ci vengono propinati cumuli di errori e falsità dalle più diverse "agenzie di formazione o informazione" (stampa, scuola, televisione, internet…). A questa ondata velenosa dobbiamo opporre, apologeticamente, la verità che è retto ragionamento e Divina Rivelazione che coniugati insieme permettono all'uomo di raggiungere le più alte vette della santità. Questo presuppone la pazienza e il sacrificio dello studio personale che è estremamente importante per poter essere all'altezza delle sfide attuali. Assoluta precedenza dobbiamo porre ai documenti del magistero pontificio, seguono tutti quei testi cosiddetti della "buona stampa" che ci presentano la verità sulla storia, sulla morale, sulla vita, sulla famiglia, sull'educazione, sull'attualità…
Terzo combattimento da affrontare è quello etico-politico: infatti non basta solamente un impegno personale spirituale o culturale, ma occorre un impegno operativo che possa creare leggi, spazi, istituzioni, stili di vita... Non basta criticare l'errore, esso deve essere spodestato da dove si è impiantato per usare quel dato "luogo", per diffondere il bene. E' certamente giusto dissentire da un cattivo programma televisivo ma è ancora più necessario dar vita a buoni programmi così come è necessario produrre e diffondere buona stampa, appoggiare o proporre leggi che siano rispettose della vita, dal suo concepimento fino alla sua morte naturale, della famiglia naturale e cristiana, della proprietà privata e delle legittime tradizioni culturali di un popolo.
Naturalmente queste tre battaglie si combattano parallelamente, l'una ha bisogno delle altre e viceversa, tanto che possiamo dire che abbiamo da affrontare un solo combattimento, ovvero quello che l'Apostolo chiama "buona battaglia della fede". Gli eroi vandeani giuravano innanzitutto, davanti al Sacro Cuore e in Suo Nome, di salvare la propria anima, di salvare la loro terra, vittima dei nefasti veleni rivoluzionari e di servire "senza macchia e senza paura" Dio, Maria e la Chiesa.
Sicuramente su questo sentiero possiamo cadere, ferirci, ma siamo consapevoli che il santo è colui che ha la forza (con l’aiuto di Dio) di rialzarsi dalle cadute, colui che dopo essere caduto ha il coraggio e l'umiltà di rialzarsi continuando con passo sicuro il proprio viaggio, giungendo alla meta magari con le ginocchia sbucciate e pieno di lividi.
Ogni uomo è homo viator, pellegrino verso la meta eterna che si guadagna combattendo: l'uomo combatte , Dio dà la vittoria!

Daniele Fazio

 

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