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LO STUDIO DEL CORANO COME ORA DI RELIGIONE ALTERNATIVA?
di Patrizia Stella

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione

       Tutti noi cattolici, compresi i cosiddetti laici, compresi i perseguitati a motivo della fede, tra cui molti musulmani convertiti al cristianesimo che devono nascondere questa loro scelta, pena la morte, compresi tutti coloro che credono in Cristo nelle varie zone del mondo, siamo rimasti a dir poco allibiti, se non addirittura traditi, davanti alla notizia resa pubblica da S. Eminenza il Card. Martino, preposto al Pontificio Consiglio di Giustizia e Pace, che vorrebbe aprire ai musulmani, con estrema faciloneria anzi, con tono quasi trionfalistico, l’ora di religione prevista dagli ordinamenti dello Stato, attraverso il Ministero della Pubblica Istruzione, allo scopo di permettere lo studio del Corano anche ai bambini musulmani e, come conseguenza ovvia, anche a tutti quelli di fede cattolica che, mossi da prurito di novità, potranno passare dalla lezione di Religione cattolica a quella di Corano.
     
A parte il fatto che questa eventuale decisione dovrebbe essere di competenza innanzitutto del Ministero della Pubblica Istruzione, cioè un organismo statale e non ecclesiastico, a parte questo aspetto di ingerenza non certo secondario, ciò che maggiormente ci lascia attoniti e sconcertati sono le motivazioni offerte dal Prelato per giustificare questa sua “magnanima” concessione:   perché si offre l’occasione ai musulmani di vivere la reciprocità, la pace tra i popoli e la giustizia in quanto, nelle scuole ove ci fossero almeno 100 bambini musulmani, è doveroso rispettare anche il diritto di una certa maggioranza  ecc……

       Il Centro Cultura Cristiana ritiene tutto ciò infondato e gravemente lesivo dei nostri diritti di cittadini italiani oltre che di cristiani per i seguenti motivi:

  • reciprocità e pace tra i popoli: per vivere la reciprocità, dovremmo noi occidentali attendere, senza più nulla concedere, che nei paesi musulmani sparsi nel mondo venga permesso ai cristiani di praticare la loro fede e i loro costumi, quando invece sappiamo che sono state distrutte quasi tutte le chiese e uccisi i cristiani che si rifiutavano di passare all’Islam;  Il tributo di sangue dei cristiani uccisi nel mondo, in prevalenza dove vige la shari’ah islamica, cioè il Corano vissuto alla lettera, è di circa 160.000 vittime all’anno, come documenta Antonio Socci nel libro “I cristiani perseguitati”. 
  • E’ impossibile ottenere la pace attraverso lo studio del Corano perché proprio il Corano incita alla guerra contro gli infedeli.  Dice infatti il Corano: “Vi è prescritta la guerra, anche se non vi piace” (Cor.2,216). “Uccidete gli idolatri ovunque li troviate” (Cor. 9,5).  “Profeta! Lotta contro gli infedeli e gli ipocriti e sii duro con loro” (Cor. 66,9).  In questa lotta gli “infedeli” non possono rivendicare alcun diritto come esseri umani, perché l’Islam non riconosce, come soggetti giuridici, persone o Stati non musulmani, e nemmeno riconosce i diritti dei prigionieri che sono “proprietà” dei vincitori. La schiavitù abolita in Occidente dal Cristianesimo, è legittimata nei Paesi islamici perché riconosciuta ufficialmente dal Corano  (Cor.2,221)    

       Forse il Prelato non è a conoscenza che la stessa Corte di Giustizia Europea in data 31 luglio 2001 ha affermato con sentenza l’incompatibilità della Legge Coranica (Shari’ah) con la Convenzione per i diritti dell’uomo.  (Affaire Refah Partisi).  Certe nostre concessioni libertario-democratiche, all’insegna della prostrazione incondizionata alle richieste altrui, sono per i musulmani segno di debolezza da parte nostra, di cui essi ridono con commiserazione come se fossimo degli vigliacchi senza polso e senza fede. E’ per questo che vogliono “convertirci” perché ci considerano pappemolli senza ideali, mentre loro si sentono forti, orgogliosi e coraggiosi, pieni di fede nel Corano e, qualora fosse necessario, sanno dimostrare di essere anche audaci guerriglieri pronti ad usare armi spaventose.  Non è con l’accettazione incondizionata delle loro richieste che sapremo vivere nel reciproco rispetto, nella pace e nella tolleranza!  Questo atteggiamento ci sta conducendo alla schiavitù.    Il diritto di una buona maggioranza di bambini.  Nessuno in Italia ha mai negato la libertà di culto ai fedeli delle varie espressioni religiose, tanto meno ai bambini, pochi o molti che siano, perché questo atteggiamento democratico fa parte vitale di quella cultura occidentale che affonda le sue radici proprio nel cristianesimo, oggi tanto calpestato e tradito dai suoi stessi rappresentanti, purtroppo!  Tuttavia bisogna essere anche realisti e ricordare che i capi musulmani sono ottimi maestri nell’educare alla guerra perfino i bambini col mito del “kamikaze” che si immola in nome di Allah, e questo lo insegnano ai loro bambini con il Corano alla mano e non certo con le favole di Biancaneve!  E il Corano che si studia è identico per tutti, adulti e bambini, islamici moderati o terroristi scatenati!  I musulmani godono della libertà di studiare il Corano e di impararlo anche a memoria, se vogliono, usando i luoghi preposti a tale scopo, cioè le loro case e le moschee, che sono in continuo aumento anche sul suolo italiano (se ne contano più di 300), ma pensare di inserire lo studio del Corano come ora di religione nei programmi scolastici italiani sarebbe tradire non solo i cristiani ma gli stessi musulmani perché, sotto parvenza di gesto democratico, arriveremmo a ingannare tutti, per i seguenti, ulteriori motivi che è doveroso ricordare.

  • Ai musulmani bisogna ricordare che, se qui da noi godono della libertà in tutti i sensi, della casa, del lavoro, della pace, della giustizia, del perdono, del rispetto, della democrazia e via dicendo è perché sono in un paese cristiano, vale a dire un paese che ha accolto Gesù Cristo, il quale ha parlato di questi valori, li ha vissuti e insegnati, valori che hanno fondato il “Diritto Occidentale” vanto e orgoglio non solo del cristianesimo ma di tutta l’umanità che fonda le sue leggi sul diritto della persona, innanzitutto.

·        Bisogna ricordare ai musulmani che Gesù Cristo, anche quando è raffigurato in croce, rappresenta per tutta l’umanità un altissimo valore umano e civile di carattere universale che non contrasta assolutamente con nessun credo o cultura perché, in nome di quel “Martire crocifisso” migliaia di uomini di tutte le Nazioni si sono prodigati, anche dal punto di vista umano, per lenire la sofferenza di tanta gente, al modo di Teresa di Calcutta, di Pietro Claver, di Francesca Cabrini, di Francesco Saverio e di molti altri santi…  Hanno aperto in tutto il mondo scuole, cooperative, lebbrosari, ospedali, abitazioni dignitose, hanno insegnato la grandissima dignità di ogni persona umana davanti a Dio anche se povera e umile, perché creatura Sua, fatta a Sua immagine e somiglianza.  L’Istat segnala che, in nome di quel Cristo crocifisso, il 92 per cento delle opere umanitarie in tutto il mondo è stato promosso dalla Chiesa Cattolica, i cui missionari sono per la maggior parte morti martiri e trucidati dalle stesse persone che hanno beneficato.

  • Bisogna ricordare infine che, se è impresa difficile raggiungere la reciprocità, la pace e la giustizia senza Cristo, è addirittura impossibile pensare di raggiungerla con lo studio del Corano!   Portare un po’ alla volta i bambini musulmani a conoscere la figura meravigliosa di Cristo, di cui si accenna anche nel Corano considerandolo un Profeta, è l’unico mezzo per sperare di arrivare alla vera pace, alla vera libertà e al vero amore.  Non ci sono assolutamente altre strade percorribili.

 Ai cristiani, inoltre, è doveroso ricordare che

  • Gesù Cristo è l’Unico Salvatore e Redentore, vero Figlio di Dio, mandato dal Padre 2000 anni fa a Betlemme per mostrarci il vero Volto di Dio e per affermare con forza che l’uomo è amato da Dio più di quanto una madre possa amare la sua creatura.  quel Cristo in croce non è segno di morte ma ci ricorda la Risurrezione e la Vita Eterna, la felicità senza fine accanto a Dio e a tutti i nostri cari, perché anche noi, come Cristo, risorgeremo in una gioia che non avrà fine;  Quel crocifisso, segno di questo tremendo Amore di Dio per l’uomo, sta ad indicarci anche che il dolore su questa terra non è mai sterile se è offerto a Dio come riparazione per i nostri e altrui peccati, anzi, può trasformarsi in consolazione, redenzione e salvezza;  quel Crocifisso ci ricorda che questi pochi anni di vita che sono concessi all’uomo su questa terra sono sempre e solo un passaggio per tutti, ricchi e poveri, mai un fine, e pertanto dobbiamo sfruttarli nel migliore dei modi, godendo anche dei doni meravigliosi della terra, senza però attaccarci ad essi con cupidigia come se fossero eterni.  
  • Quel Crocifisso, infine, ci ricorda che dobbiamo amare tutti, anche i nostri nemici, però senza avere l’ipocrisia di calpestare o accantonare il “Primo Grande Amore”, unica fonte di tutti gli altri amori che è proprio Lui, nostro Signore Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo.
 

 

     Se un cristiano non crede più a questo, allora è un fallito, quand’anche fosse Prete o Vescovo o compisse meraviglie, allora deve implorare umilmente da Dio il dono della Fede per non essere travolto dalla disperazione in un mondo che è rimasto cieco, sordo, muto proprio perché ha voluto emarginare il suo Dio e Signore per inalberare sugli altari solo idoli falsi e ingannatori.

Patrizia Stella

 

 

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