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DOPO GIORNI E GIORNI...
LAPO ELKANN: DALLA TRAGEDIA ALLA FARSA
di Dante Pastorelli

      Bello, sintetico, chiaro e forte, Dante Pastorelli centra il problema con incisiva realtà. Non crediamo che sia il caso aggiungere commenti, ma reputiamo doveroso dire un grazie.

La Redazione

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature
e quanto scritto nello spazio giallo sono della Redazione

      Dopo giorni e giorni, pagine e pagine di quotidiani e settimanali, intere trasmissioni televisive grondanti di lacrime ed alti lai sgorganti dal cuore di troppe prefiche, anche ecclesiastiche, sulla dinastia Agnelli segnata dalla persecuzione della “dea bendata” (ma non una parola sulle responsabilità personali derivanti dal mancato razionale uso del libero arbitrio da parte di diversi membri di questa razza padrona non esenti da vizi e scandali su cui si è sempre steso un velo di pietà o complicità mai concesso a disgraziati comuni ed emarginati) e sul “povero Lapo”, cocainomane, ridottosi in fin di vita durante una delle sue consuete ributtanti orge con più transessuali –si dice che vivesse da tempo more uxorio (ma di che sesso è la uxor? Uxor non significa “moglie”, femmina?) con l’ultra-cinquantenne barese “Patrizia” che gli procurava altra carne da… macello, anche giovanissima maschile o quasi, più o meno ibrida o comunque, se non tale, sempre balorda e disposta ad esser preda dell’epulone dalla erre moscia dietro compenso individuale di 2000 euro a prestazione)– pensavo che sulla turpe vicenda sarebbe calato il silenzio, almeno per il rispetto che si deve alle persone perbene che lavorano e mandano avanti la famiglia dignitosamente con stipendi spesso irrisori e dei pensionati sociali, soprattutto, il cui reddito annuale è inferiore alle cifre spese dal nipote dell’Avvocato in una notte, sui cui problemi e sventure una goccia di sì rugiadosa comprensione mai discende.
     E invece no. La squallida tragedia precipita nella farsa. Il primario dell’ospedale Mauriziano, prof. Gionco, che ha avuto in cura il deviato signorino, il 18 ottobre ha dichiarato: “Qui al Mauriziano abbiamo potuto apprezzare le qualità di un giovane pieno di voglia di vivere, espansivo e limpido. Contagioso con le sue passioni. Un Leone nato sotto il segno della Bilancia”. Lasciamo all’illustre scienziato la sua ridicola superstizione astrale (ma si può solo immaginare un carattere leonino e doti di equilibrio in un drogatogay da bassifondi che non è neppure tanto furbo da non farsi “pizzicare”?); accettiamo come reali pure la elkanniana voglia di vivere e la sua espansività (espresse in che modo?): ma, vien spontaneo chiedersi cosa veda di tanto limpido il prof. Gionco nel volontario sprofondare nel baratro del degrado morale e psichico a cui mena la droga. Conosce, il professore, il significato dei termini che usa? Si rende conto dei guasti che provocherebbero le insane passioni di questo sciagurato vip se fossero davvero “contagiose”? E’ il caso di dire: “Medice, cura te ipsum”.
     Non basta. Lo stesso giorno l’ineffabile fotografo Oliviero Toscani ci ha regalato via internet (in un’intervista ad Affari) un alto elogio di Lapo: egli ha donato, finalmente, al marchio Fiat, con la sua trasgressiva avventura, "un bel colpo di giovinezza". E’ ora di finirla con i problemi da vecchiaia di cui soffre la casa automobilistica. È più sano “farsi” in dolce compagnia di tre allegri transessuali che passare una serata a discutere con tre noiosi manager del Lingotto. Domani, al lavoro, Lapo potrà fieramente esclamare: “Il mondo è diverso, e ve lo posso spiegare io”.

 

 

      Grazie, molte, Lapo e Toscani: di questo tipo di lezioni facciamo volentieri a meno. In questa cultura “aperta”, in tutti i sensi, del vostro mondo sguazzateci voi. E se i valori della giovinezza son tali, lasciateci godere i nostri problemi di vecchiaia. Una vecchiaia allietata dalla visione di tanti giovani sani, generosi, ricchi di valori umani e spirituali. Un mondo davvero diverso dalle vostre tenebre, un mondo che illumina ed edifica. Nel quale speriamo che un giorno possa approdare un Lapo risanato e rinsavito.

Dante Pastorelli

 
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