Precisiamo che articoli, recensioni, comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione), pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.

[Indice degli articoli]   [Home]


Il piano di guerra cinese
di Maurizio Blondet

Segnalato da Litle Jo
Fonte: www.effedieffe.com

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione

       PECHINO - Quello che pubblichiamo è un discorso pronunciato, nell'agosto 2005 scorso, da Chi Haotian, il ministro cinese della Difesa, davanti ad un selezionato gruppo di alti gradi militari dell'Armata Popolare. Un discorso non destinato ad essere diffuso. Ma dissidenti cinesi l'hanno fatto avere al giornalista americano Hal Turner.
      Turner, che è un giornalista di destra, ha pubblicato il discorso in cinese e in inglese.
       Sembra credibile.

 

 

      Il ministro Chi Haotian, che è anche presidente della Commissione Centrale Militare cinese, delinea una grande strategia di conquista.
      Nei prossimi «cinque o dieci anni», la Cina avrà bisogno di «uno spazio vitale più ampio», e indica Stati Uniti, Canada e Australia come le zone poco abitate da colonizzare.
       Chi Haotian immagina un attacco preventivo di tipo biologico (stiamo lavorando, avverte, ad un'arma genetica che colpisca solo le razze non-gialle) allo scopo di spopolare il territorio americano prima dell'invasione.

 

 

      Il popolo cinese, aggiunge, è pronto. E cita un sondaggio condotto fra la popolazione dall'agenzia di stampa Sina.com per conto del regime.
A questo sondaggio, condotto fra il febbraio e il marzo 2004, hanno risposto 31.872 persone. E l'80 % e più degli intervistati si è detto disposto a «uccidere donne, bambini e prigionieri di guerra» nello sforzo bellico per la gloria della Cina.
       Egli sottolinea il carattere provvisorio e strumentale del boom economico cinese: si tratta di far apparire la Cina come un pacifico partner commerciale, mentre le esportazioni cinesi danno al regime i mezzi per il rafforzamento bellico, e le tecnologie straniere portate nel Paese dai capitalisti investitori forniscono le innovazioni tecniche necessarie allo sviluppo tecnologico-militare.
       Il discorso è estremamente lungo.
       Ne abbiamo dato qui i passi salienti.

 

 

Discorso di Chi Haotian
(Traduzione e note di Maurizio Blondet)

 

 

      Compagni, sono molto lieto oggi, perché il sondaggio su vasta scala compiuto per noi da Sina.com mostra che la prossima generazione è pronta e che la causa del Partito si affermerà.
       Di fronte alla domanda «sareste disposti a sparare a donne, bambini e prigionieri di guerra», più dell'80 % ha risposto affermativamente, superando ogni nostra aspettativa (1).
       Oggi mi concentrerò sul motivo per cui abbiamo ordinato questo sondaggio.
       Il mio discorso di oggi è il seguito dell'ultimo (2) durante il quale ho discusso la questione delle «tre isole» (3), ho accennato al fatto che il ventennio idilliaco di «pace e sviluppo» sta finendo, e ho concluso che la modernizzazione sotto la spada è la sola opzione per la Cina nella prossima fase.

 

1) Sina.com è una delle più grandi agenzie di stampa online cinesi. Il sondaggio cui si allude sarebbe stato attuato da una branca dell'agenzia, Sina Military (iczs.sina.com.cn). Tra il 2 febbraio e l'1 marzo 2004, sarebbero state interrogate 31.872 persone. Le domande cominciavano con la frase: «se tu  fossi un soldato e il tuo comando ti ordinasse di…». Il 34% ha risposto che sarebbero disposti ad uccidere anche senza l'ordine dei comandi, il 48,6 % di  essere pronti a sparare per salvare la propria vita e quella dei compagni. Solo il 3,8 %  si è dichiarato non disposto ad uccidere in nessuna circostanza. La maggior parte delle risposte «positive» è venuta dai giovani sotto i 25 anni.
2) Il tema del discorso precedente pare fosse «la guerra si avvicina».
3) Le «tre isole» sono Taiwan, le isole Diaoyu e Spratly, queste ultime contese con il Giappone.

 

      […] La nostra intenzione era comprendere quale fosse l'atteggiamento del popolo cinese verso la guerra […]
       Volevamo sapere: se lo sviluppo mondiale della Cina necessitasse massicce morti in Paesi nemici, il nostro popolo appoggerebbe questo scenario? Sarebbe pro o contro?
       Come tutti sappiamo, l'essenza del pensiero del compagno Xiaoping (4) è «lo sviluppo è la dura verità». E il compagno Jintao (5) anch'egli ha ripetuto e sottolineato che «lo sviluppo è la nostra massima priorità»
       Ma molti compagni intendono «sviluppo» in un senso limitato, come sviluppo interno. La realtà è che il nostro «sviluppo» si riferisce alla rivitalizzazione della nazione cinese, che non è limitata alla terra che oggi occupiamo.
Sia il compagno Liu Huaqing (6), uno dei capi della passata generazione, sia il compagno He Xin (7), un giovane stratega del Partito, hanno ripetutamente sottolineato la teoria dello spostamento della civiltà mondiale. Il nostro slogan, «rivitalizzare la Cina», ha questa teoria come base.

 

4) Deng Xiaoping (1904-1997) è stato, dalla morte di Mao (1976), il capo di fatto della repubblica popolare cinese.
5) Hu Jintao, capo della «quarta generazione» dei capi del Partito. Dal 2003, presidente della Repubblica popolare.
6) Comandante in capo della Marina popolare cinese (1982-88) e vicepresidente della Commissione Militare Centrale fino al 1997, è considerato lo stratega della modernizzazione militare.
7) Nato nel 1942, è membro principale dell'Accademia cinese di Scienze Sociali.

 

      […] Come sapete, secondo le teorie diffuse dagli scienziati occidentali, l'umanità sarebbe nata da una singola madre in Africa. Ne consegue che nessuna razza può pretendere la superiorità razziale.
Ma, secondo le ricerche condotte dagli scienziati cinesi, i cinesi sono diversi dalle altre razze sulla terra. La nostra origine non è in Africa. Siamo nati indipendentemente nel territorio della Cina. […]
       Possiamo affermare che siamo il prodotto di radici culturali vecchie un milione di anni.
[…] Durante la nostra lunga storia, la nostra gente si è disseminata nelle Americhe e lungo il Pacifico, e sono diventati gli indiani delle Americhe e i gruppi etnici asiatici del Sud Pacifico.
       Noi discendenti dei cinesi abbiamo il diritto al possesso di quella terra.
       […] In base all'analisi storica, il compagno Liu Huaqing ha notato negli anni '80 che il centro della civiltà mondiale si sposta. Si è spostato dall'Oriente all'Europa occidentale, o poi negli Stati Uniti; ora sta spostandosi di nuovo ad Est.
       Come definiamo il secolo XIX «il secolo britannico», e il ventesimo «il secolo americano»; dunque il 21mo secolo sarà il secolo della Cina.

 

 

      […] Quando [noi del Politburo] abbiamo deciso di rivitalizzare la Cina sul modello della Germania [nazista], abbiamo deciso di non commettere i loro errori.
       Specificamente, le cause fondamentali della disfatta di Germania e Giappone sono queste:
              primo, si sono messi contro troppi nemici allo stesso tempo, non avendo aderito al principio di eliminare i nemici uno alla volta.
              Secondo, sono stati troppo impetuosi, mancando della pazienza e della perseveranza richiesti dalle grandi imprese.
              Terzo,  quando venne il momento in cui dovevano essere spietati, furono molli, lasciando sul tavolo problemi che riemersero più tardi.
[segue un'analisi degli «errori» e delle «mollezze» della Germania di Hitler e del Giappone che li hanno portati alla sconfitta].

 

 

      Il nostro popolo cinese è più saggio dei tedeschi perché, fondamentalmente, la nostra razza è superiore alla loro. Per questo abbiamo una storia più lunga, una popolazione più grande, e una terra più vasta.
       I nostri antenati ci  hanno lasciato due eredità essenziali, che sono l'ateismo e l'unità. E stato Confucio, il fondatore della nostra cultura, a lasciarci questa eredità.
       Dobbiamo a questa doppia eredità il fatto che la nostra capacità di sopravvivenza superi quella dell'Occidente…
       Siamo destinati a «non essere sepolti né da terra né da cielo», per quanto gravi siano i disastri nazionali, naturali o prodotti dall'uomo.

 

 

       Prendete ad esempio la risposta alla guerra.
       Il motivo per cui gli Stati Uniti sussistono ancor oggi è che non hanno mai visto la guerra sul loro territorio.
       Una volta che i suoi nemici mirino alla loro terra, essi raggiungeranno Washington prima che il Congresso finisca di dibattere e autorizzi il presidente a dichiarare la guerra.
       [Nel nostro Partito] una volta che la decisione è presa, è attuata immediatamente. Questo è il nostro vantaggio.
       Il centralismo democratico del nostro Partito è fondato sulla tradizione di grande unità.

 

 

 

      2. La nostra forza è l'ateismo

       […] Ciò che ci rende diversi dalla Germania è che noi siamo atei totali, mentre la Germania era un paese cattolico e protestante. Hitler era solo un mezzo ateo […] la Germania era priva della tradizione di venerare i saggi. Il nostro popolo ha sempre venerato i saggi, ed è per questo che non veneriamo alcun dio.
       […] Ora cominciate a capire perché abbiamo deciso recentemente di intensificare l'ateismo. Se consentiamo alla teologia occidentale di entrare in Cina e di svuotarci dall'interno, se consentiamo al popolo di ascoltare Dio e seguire Dio, chi ascolterà e seguirà noi? […]
       Il sogno tedesco di essere «i signori della terra» è fallito perché, in ultima analisi, la storia non ha affidato questa missione a loro.
 

 

      Ma tre lezioni che la Germania ha appreso dall'esperienza noi dobbiamo ricordare mentre compiamo la nostra missione e diamo nuova vita alla nostra razza […].
       La prima lezione è lo spazio vitale. […] Le nostre risorse naturali sono scarse. L'ambiente è gravemente inquinato, suolo, acqua e aria. Non solo è minacciata la capacità di sostenere e sviluppare la nostra razza, ma anche la sua sopravvivenza.
       […] Chiunque sia stato nei Paesi occidentali sa che il loro spazio vitale è molto migliore del nostro. […]
       Nella prospettiva storica, la Cina ha da affrontare il problema dello spazio vitale perché i Paesi occidentali si sono sviluppati prima degli orientali… Hanno stabilito colonie in tutto il mondo, dandosi così un vantaggio nella questione dello spazio vitale.

 

 

      […] Il popolo cinese sosterrà il Partito, finché il Partito sarà capace di espandere il popolo fuori della Cina, risolvendo la questione della mancanza di spazio vitale.
       Tutti sanno che senza il comando del nostro Partito, la Cina oggi non esisterebbe […]. Le forze d'opposizione occidentali cambiano il mondo secondo le loro proprie visioni;  esse vogliono usare l'evoluzione pacifica della Cina per abbattere il comando del Partito.
       Se ci limitiamo a sviluppare l'economia, rischiamo di perdere il controllo.
       […] Abbiamo capito che dobbiamo unire lo sviluppo economico alla preparazione alla guerra, per guidare il popolo ad espandersi. Da allora la nostra difesa nazionale ha fatto una svolta di 180 gradi e noi abbiamo sempre più posto l'accento su «unire pace e guerra».

 

 

      Il senso del nostro sviluppo economico consiste tutto nella preparazione necessaria alla guerra.
       Abbiamo fatto uno sforzo tremendo per costruire il «progetto della Grande Muraglia», per costruire attorno alle nostre frontiere marittime e terrestri, come attorno ad ogni città grande e media, una solida «Grande Muraglia» sotterranea che possa sostenere una guerra atomica. Stiamo anche accumulando tutto il materiale bellico necessario.
In nessun caso noi, il Partito Comunista Cinese, accetteremo di abbandonare la scena della storia.

 

 

      […] Apriamo le porte, così che i capitalisti occidentali in cerca di profitto investiranno capitali e tecnologia in Cina per sostenere il nostro sviluppo, in modo da occupare il più grande mercato del mondo. […] La grande espansione economica della Cina porta inevitabilmente con sé lo sviluppo della nostra forza militare, creando le condizioni per la nostra espansione all'estero.
       Fin dai tempi di Napoleone, l'Occidente è stato allerta per il possibile risveglio del leone dormiente che è la Cina, Ora, il leone dormiente è in piedi, avanza nel mondo, e nessuno può fermarlo.

 

 

 

      3. Colonizzare Usa, Canada e Australia

       […] Il compagno Mao Zedong ci ha insegnato che dobbiamo avere un orientamento politico corretto e deciso. Che cosa è il nostro primo corretto orientamento?
       Risolvere la questione dell'America.
       […] Ci consentirebbero gli Stati Uniti di conquistare nuovo spazio vitale? […] Se anche strappassimo territorio a Taiwan, al Vietnam, all'India, quanto spazio vitale otterremmo? E' molto ovvio: solo paesi come USA, Canada e Australia hanno l'ampio territorio che serve ai nostri bisogni di colonizzazione.
       […] E' destino storico che Cina e Stati Uniti debbano venire a inevitabile confronto su uno stretto sentiero, e combattersi l'un l'altro. […] A lungo termine, la relazione tra Cina e USA è una lotta per la vita e la morte.
 

 

      […] Naturalmente, oggi non è il tempo di rompere ancora con loro.
       La nostra riforma e apertura al mondo ha ancora bisogno del loro capitale e della loro tecnologia; abbiamo ancora bisogno dell'America. […] Gli Stati Uniti sono il paese di maggior successo nel mondo d'oggi.
Solo dopo che avremo imparato tutte le sue utili esperienze potremo sostituirlo nel futuro.
       Dobbiamo ricordare che il compagno Xiaoping diceva: «non riveliamo le ambizioni e mettiamo gli altri fuori strada». Il messaggio occulto è: dobbiamo nascondere i nostri fini ultimi, celare le nostre capacità e aspettare l'opportunità.

 

 

 

      4. Così spopoleremo gli Usa

       […] Per risolvere il problema dell'America dobbiamo esser capaci di trascendere convenzioni e limitazioni.
Nella storia, quando una nazione ha vinto un'altra nazione o occupato il territorio di un altro Paese, non ha potuto eliminare tutta la popolazione nella terra conquistata, perché non bastavano le spade, e non bastano le mitragliatrici. . […]
       Né siamo così folli da usare le armi nucleari: non vogliamo perire con l'America. […] Solo con l'uso di mezzi speciali per «ripulire» l'America saremo capaci di portare il popolo cinese ad abitarvi. E' la nostra unica possibilità […]  Solo usando armi non distruttive che possano eliminare la popolazione potremo riservare l'America per noi…
       C'è stato un rapido sviluppo della tecnologia biologica, e nuove armi biologiche sono apparse. Naturalmente non siamo rimasti inattivi, e siamo stati in grado di padroneggiare armi di questo tipo.Siamo capaci di perseguire il nostro scopo di «ripulire l'America» d'un sol colpo. Quando il compagno Xiaoping era ancora con noi, il Comitato Centrale del Partito ebbe la perspicacia di non sviluppare squadre di portaerei, per concentrarsi invece nello sviluppo di armi letali in grado di eliminare in massa la popolazione del Paese nemico. […]
       Le armi biologiche sono di una spietatezza senza  precedenti. Ma se non muore la gente americana, muore il popolo cinese.
 

 

      Al tempo della liberazione, la nostra terra manteneva 500 milioni di uomini, mentre ora la popolazione è di 1,3 miliardi.
       La terra gialla ha raggiunto il limite della sua capacità. Un giorno, non sappiamo quanto presto, avverrà un grande collasso e metà della popolazione morirà. Dobbiamo prepararci a due scenari:
              • Se il nostro attacco biologico a sorpresa ha successo, il popolo cinese riuscirà a limitare le sue perdite al minimo.
              • Se però l'attacco fallisce e scatena una ritorsione nucleare da parte degli USA, la Cina rischia una catastrofe in cui può morire metà della popolazione.
       Ecco perché abbiamo bisogno di sistemi di difesa aerea per le nostre grandi e medie città. Qualunque sia il caso, noi possiamo solo avanzare senza paura, qualunque sacrificio ci tocchi di fare.
       Quanto alla popolazione, anche se metà di essa muore, può riprodursi; ma se il Partito cade, tutto è perduto, e perduto per sempre.
       Nella storia cinese, nella successione delle dinastie, hanno sempre vinto gli spietati, e i benevoli hanno sempre perso. […]
       In anni recenti, abbiamo condotto ricerche sulle armi genetiche, ossia su armi che non uccidano il popolo giallo  [ma solo i bianchi].
       In questo tipo di ricerche condotte nel mondo, Israele è la più avanzata, le loro armi genetiche sono intese a colpire gli arabi e a risparmiare gli israeliani. Ma anche loro non hanno raggiunto lo stadio dell'utilizzo. Noi abbiamo collaborato con Israele in alcune ricerche. Forse potremo introdurre alcune di queste tecnologie, e rimodellarle per proteggere il popolo giallo.

 

 

      Ma le loro tecnologie non sono ancora mature.
       Ci occorrono cinque o dieci anni prima che qualche risultato decisivo si ottenga nelle armi genetiche, e noi non possiamo permetterci di aspettare più a lungo. Vecchi compagni come noi non possono permettersi di aspettare tanto, perchè non abbiamo tanto tempo da vivere. Vecchi soldati della mia età possono attendere per cinque o dieci anni, ma quelli del periodo della guerra anti - giapponese o i pochi rimasti dell'Armata Rossa non possono aspettare più a lungo. Perciò dobbiamo rinunciare alle armi genetiche. Del resto, da un altro punto di vista, la maggioranza dei cinesi che vivono negli Stati Uniti sono un peso per noi, perché sono stati corrotti dai valori borghesi liberali ed è difficile che accettino la leadership del Partito.

 

 

 

      5. La morte è il motore della storia

       […] La morte è il motore che fa avanzare la storia.
       Durante il periodo dei «Tre Regni» (8), quanti morirono?
       Quando Gengis Khan conquistò l'Eurasia, quanta gente morì?
       Non molta gente morì nella rivoluzione del 1911, ma quando il Partito scrollò le «Tre Grandi Montagne» (9), e durante le campagna per la soppressione dei reazionari, morirono almeno venti milioni di persone. […]
       Io ho visto queste cose; nei campi di battaglia, solo i valorosi sopravvivono.
       E' brutale uccidere uno o duecento milioni di americani. Ma questa è la via che ci porterà al secolo cinese, il secolo in cui il Partito dominerà il mondo.
       Noi, come rivoluzionari umanitari, non vogliamo la morte. Ma se la storia ci mette di fronte all'alternativa tra la morte dei cinesi e quella degli americani, sceglieremo l'ultima. […]
       
Il compagno He Xin ha rivelato «il complotto allarmante degli USA». Secondo le sue informazioni, tra il 27 settembre e il primo ottobre 1995, la Fondazione Gorbacev, finanziata dagli Stati Uniti, riunì 500 dei più importanti statisti, economisti e scienziati del mondo, da George Bush alla baronessa Thatcher, Tony Blair, Zibgniew Brzezinski, George Soros, Bill Gates, il futurologo John Naisbitt, eccetera, nell'Hotel Fairmont di San Francisco, a discutere i problemi della globalizzazione e di come guidare la popolazione nel 21mo secolo.
       Secondo le informazioni ottenute da He Xin, questi alti personaggi mondiali hanno considerato che il 20% della popolazione mondiale basta a sostenere l'economia e la prosperità globale, mentre il restante 80 %, i quattro quinti della popolazione, è «spazzatura umana» incapace di produrre nuovi valori. I presenti alla conferenza ritennero che l'80 % della popolazione terrestre in eccesso sarebbe stata spendibile, e che occorreva usare mezzi ad alta tecnologia per eliminarla gradualmente.

 

8) Tra il 220 e il 280 dopo Cristo, in Cina esistevano tre regni in lotta fra loro.
9) Nella propaganda del Partito, tre «Grandi Montagne» erano sulle spalle del popolo cinese: imperialismo, feudalesimo e capitalismo burocratico.

 

      Visto che i nostri nemici pianificano in segreto di eliminare la nostra popolazione, noi non abbiamo da essere compassionevoli con loro.
       Certamente, nel diffondere le idee del compagno He Xin non possiamo pubblicare il suo articolo sui giornali del Partito: dobbiamo evitare di suscitare l'allarme del nemico.
       L'articolo di He Xin può far capire al nemico che noi padroneggiamo la moderna tecnologia scientifica, comprese la tecnologia nucleare «pulita», le armi genetiche e le armi biologiche, e che siamo in grado di usare misure potenti per eliminare la loro popolazione su larga scala

 

 

      L'ultima questione di cui voglio parlare è la fermezza necessaria nella preparazione militare.
       Oggi siamo a un bivio: o avanzare o arretrare.
Alcuni compagni vedono dovunque problemi che soffocano il nostro Paese: la corruzione, il problema delle aziende di Stato, i conti cattivi delle banche, i problemi ambientali, l'Aids, le rivolte nelle campagne… Questi compagni vacillano di fronte alla determinazione di preparare l'azione militare. Essi pensano: prima dobbiamo risolvere il problema della riforma politica. Dopo, possiamo affrontare il problema della lotta militare all'estero.

 

 

      Questo mi ricorda il periodo cruciale della rivoluzione cinese nel 1948.
       Allora, i cavalli dell'Armata Popolare di Liberazione bevevano l'acqua dello Yangtze, ma erano di fronte a una situazione molto complessa, a problemi in tutta la zona liberata, e l'autorità centrale riceveva ogni giorno rapporti allarmati.
       Che fare?
       Dovevamo  sistemare le questioni interne  prima di avanzare di nuovo oltre il fiume Yangtze?
       Il presidente Mao, con la sua straordinaria saggezza, diede l'ordine: «continuare la rivoluzione fino alla fine» e liberare tutta la Cina.
I presunti «gravi problemi» furono tutti risolti in questa ondata avanzante della rivoluzione.

 

 

      Il Comitato centrale oggi è convinto che, una volta che risolviamo il problema Stati Uniti in un solo colpo, i nostri problemi interni saranno prontamente risolti.
       Per questo la nostra preparazione militare appare mirata a Taiwan, ma di fatto è mirata agli Stati Uniti, e la nostra preparazione è molto superiore allo scopo di attaccare le loro portaerei o satelliti.
       Il marxismo sottolinea che la violenza è la levatrice della nuova società. La guerra è la levatrice del secolo della Cina.
       Ora che la guerra è vicina, io ho grandi speranze nella nostra generazione futura.

Traduzione, prefazione e note di
Maurizio Blondet

 

 

[Indice degli articoli]   [Home]