Precisiamo che articoli, recensioni,
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non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo
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comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione),
pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.
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Fonte: La Padania del 5 e del 7 giugno 2005 |
Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature
e quanto scritto nello spazio giallo sono della Redazione |
Al gay pride di Milano sfilano anche i bambini Quando lo raccontavi alle persone comuni (vorrei dire normali, ma è ancora permesso parlare di normalità sotto la tirannia del linguaggio politicamente corretto?) ti guardavano come uno che le spara grosse, che vuole stupire con argomenti che non stanno né in cielo né in terra. E davvero sembrano cose dell’altro mondo le storie di lesbiche e omosessuali, donatori di seme, kit per l’autofecondazione, padri e madri diventati tali senza «contaminarsi” col sesso opposto... Leggende metropolitane. Realtà milanesi, invece. Vicende vissute e sbandierate ieri sotto la Madonnina, dai centomila «diversi” del gay pride che hanno fatto precedere il loro corteo da una quindicina di bambini, tutti figli dell’«amore” a dispetto della natura e complice la scienza. Figli della provetta, di coppie omosessuali artificialmente fecondate. «Noi i figli li facciamo lo stesso», gridavano le lesbiche sfilando per Milano sotto gli occhi dei bambini, i «loro” e quelli degli altri. Le aspiranti mamme (o papà, diventa penoso a questo punto discettare di ruoli e figure familiari) indossavano finti pancioni con la scritta «donatore ti amo”. Un amore medicalmente assistito, delirante nel desiderio di sostituire l’atto naturale con l’intervento chimico e sanitario. Farsene un vanto, celebrarlo e propagandarlo come scelta esistenziale. Gli increduli, i San Tommaso del buon senso si sono tristemente convinti davanti a tanta esibizione. Esistono davvero persone del medesimo sesso che si pretendono famiglia e, siccome la legge naturale non permette procreazioni omosessuali (se vogliamo, già questo ne prova la devianza) violentano la natura con gli abusi della scienza. Quegli stessi illeciti che ora si vorrebbe legittimare abrogando per via referendaria la legge che li previene. «Vietato vietare”, era uno degli slogan più in voga nel Sessantotto. Oggi, naufragati i miti della gauche, il germe della licenza è rimasto ben vivo nella nostra società. È l’individualismo libertino, l’ideologia del «diritti, piacere e nessun dovere”, che lentamente cancella i valori, la «virilità” e l’identità dei popoli. Così in testa al corteo omosessuale marciano, come si usava per i prigionieri alla berlina, le incolpevoli vittime del diritto a spacciarsi per famiglia. E la filosofia delle libertà innaturali calpesta il primo dei diritti naturali: avere un padre e una madre. |
Che i bambini continuino a nascere dall’amore di un uomo e una donna... Il trenino dei bambini «in provetta” alla sfilata del Gay Pride, l’intervista di Vendola sul «Corriere della Sera” di domenica 5 giugno, il Ministro Prestigiacomo che dà lezioni di sensibilità al Ministro Calderoli: una manna che piove dal cielo a svegliare quelle coscienze che ancora sonnecchiano di fronte a certi temi. Gli scenari futuri sono ben chiari e delineati. Solo gli stolti e qualche suffragetta in cerca di visibilità non capiscono: omosessuali, futuri matrimoni, e bambini anche per loro, biondi o mori con gli occhi azzurri secondo i gusti della mamma, papà o del papà-mamma. Concetti che verranno, ma che al momento si inseriscono così bene nel grande circo mediatico dove c’è posto per tutti e per tutti i gusti, da quelli dell’onorevole Grillini a quelli dei progressisti, degli scienziati in cerca di fama. Attrici, fotomodelle, cantanti, politici, scienziati e opinionisti tutti insieme appassionatamente: parola d’ordine per chi non ha chiari né i concetti politici né quelli etici: riempirsi la bocca di parole come diritti e tutele. «Un insulto per chi ha veramente a cuore certi temi e per chi dedica la propria professionalità e intelligenza alla causa dei più deboli: i bambini. Ci mancava solo che mettessero di mezzo anche loro. Si è veramente toccato il fondo. Sono scandalizzata», afferma Aurora Lusardi, consulente del Ministro Maroni per le Politiche della famiglia e la tutela dei Minori. Ma c’è di più; l’esperta dell’Osservatorio Nazionale dell’Infanzia e dell’Adoloscenza al Ministero del Lavoro rivolge infatti un appello alle istituzioni che si occupano di infanzia, agli organi preposti alla tutela, alla Magistratura. «E’ già intervenuta l’on. Burani Procaccini, presidente della Commissione Infanzia alla Camera. Personalmente mi sono attivata quale membro dell’Osservatorio Nazionale dell’Infanzia, quello Istituzionalmente costituito sotto la Presidenza del Ministro Maroni, perché venga presa una decisione di intervento». |
Interverranno i Tribunali Minorili? |
— In questo caso potrebbero ritenere che non vi è stato pregiudizio per i minori nel partecipare alla sfilata? |
— Le istanze degli omosessuali meritano attenzioni scrive il Ministro Prestigiacomo sul Corriere della Sera, lei che cosa ne pensa? |
— C’è la possibilità che l’Italia segua l’esempio della Spagna o della Svizzera? |
— Come vota al referendum questa maggioranza? |
— Perché i sostenitori del sì fanno leva sui diritti delle donne? |
— La legge sull’aborto non rischia di essere eliminata? |
— Che cosa l’ha colpita di più in questa campagna referendaria? |
— Che cosa dobbiamo sperare secondo lei? |