Una associazione culturale
della mia città (Bari) ha organizzato un incontro-dibattito sulla
storia del darwinismo e dell'evoluzionismo. Relatore il mio caro amico
Vito Plantamura (che di mestiere fa l'avvocato penalista, dunque non
un esperto del tema, almeno dal punto di vista strettamente scientifico),
che ha scelto per la serata il titolo "TRADIZIONE CREAZIONISTA
CONTRO SOVVERSIONE EVOLUZIONISTA".
Le righe che seguono sono
il racconto, più che della serata, del mio stato d'animo di spettatore
interessato e di come esso abbia attraversato varie fasi giungendo ad
una bellissima certezza. Infatti, pur essendo un convinto creazionista,
devo ammettere che tale convinzione mi proveniva più che altro
da un desiderio della mia volontà di adeguare il mio modo di
pensare alla mia Fede (cosa in sé tutt'altro che negativa). Rimanevano,
purtroppo, nel profondo della mia razionalità le fandonie darwiniste
apprese a scuola e dalle quali non riuscivo a disfarmi. La conclusione
della serata, che vado a descrivere, mi ha dato modo di poter affermare
con gioia, con certezza, razionalmente, e senza necessità dell'ausilio
della Fede (senza la quale, c'è da dirlo, non sarei mai giunto
sulla retta via), che la teoria dell'evoluzionismo
di Darwin è una grande e colossale mistificazione.
Un bell'esempio, sperimentato in prima persona, di come la ragione,
se rettamente sottomessa alla Fede, possa giungere alla Verità.
Veniamo all'incontro: l'avvocato
Plantamura ha innanzitutto illustrato i motivi filosofici alla base
della nascita del darwinismo. Tale
teoria ha avuto successo e si è affermata nel 1800 solamente
per motivi politico-ideologici.
Faceva comodo, infatti, in
quell'epoca in cui le rivoluzioni illuministe lottavano contro Dio (più
che contro i Sovrani), mettere in dubbio ed infine recisamente negare
il ruolo dell'Onnipotente nella Creazione.
Questo non poteva essere fatto
in base a dogmi religiosi (poiché l'Illuminismo era nemico della
Religione) ma poté essere fatto con i dogmi della pseudo-religione
del secolo: la Scienza.
Vieppiù
le teorie politiche che pretendevano la sovranità provenire dal
basso, piuttosto che dall'Alto, trovarono "simpatica" ed "analogica"
questa teoria che vedeva l'uomo provenire dalla scimmia, piuttosto che
da Dio.
Come
i Re dovevano cessare di essere tali per diritto divino e piegarsi a
divenire monarchi per volontà della nazione, così l'uomo
non doveva essere più tale per il fiat onnipotente di Dio, ma
per una semplice, meccanica e scientifica evoluzione dalla scimmia.
Nell'ottocento, il principio
sovvertitore che vede ciò che sta in alto (il Sovrano, l'uomo,
Dio) procedere da ciò che sta in basso (la volontà popolare,
la scimmia, i bisogni umani) era ormai sancito, e sancito da quella
nuova autorità dogmatica che doveva prendere il posto della Religione
(con i suoi pseudo-sacerdoti ed i suoi pseudo-riti) divenendone la scimmia
satanica: la Scienza, che smetteva di essere
dono di Dio agli uomini e diveniva strumento di irreligione e di empietà.
"Gli uomini di questo secolo, secondo la mirabile espressione di
san Luigi IX morente, HANNO GUERREGGIATO CONTRO DIO
CON I SUOI DONI !"
La serata procedeva bene,
gli spettatori erano molto interessati e Plantamura continuava con la
sua solita verve.
Il darwinismo trova eco in
altre teorie ottocentesche. Ad esempio, nella teoria economica liberale
di Adam Smith, che vede la "mano invisibile del mercato" come
regolatrice e risolutrice di tutti i problemi che possono nascere sul
libero mercato.
La triste condizione del mondo
moderno, egemonizzato dal turbo-capitalismo, ci fa comprendere quanto
infelice sia stata la profezia di Smith. Ma ci fa riflettere anche su
un altro punto: il libero mercato ha portato e porterà alla creazione
di pochi grandi colossi multinazionali che hanno "vinto" la
battaglia del libero mercato (selezione naturale).
Lo stesso principio non ha
affatto portato alle stesse conseguenze nella natura: non ci sono poche
grandi ed importanti specie di animali che meglio delle altre si sono
adattate all'ambiente etc. La Natura
ci mostra piuttosto una grandiosa varietà di centinaia di migliaia
di specie diverse, incompatibili con il principio della selezione naturale.
Altra teoria ottocentesca
affine a quella di Darwin è il marxismo, che fa della sua fede
nel "progresso" il suo fondamento. (E possiamo constatare
quanti di noi, condividendo questa stessa fede, non sono altro che "marxisti
inconsapevoli").
Ebbene, come secondo Marx
"la giustizia è progressiva", come gli illuministi
sperano "nelle magnifiche sorti e progressive", analogamente
a questi falsi profeti che vedono nel futuro la luce del progresso e
nel passato l'oscurità dell'ignoranza e della barbarie, allo
stesso modo, dicevo, Darwin vede l'uomo discendere dalla scimmia.
Ed ecco Plantamura attaccare
con la Sacra Bibbia: Dio creò Adamo immortale, poi Adamo peccò
e visse 930 anni. Il figlio di Adamo, Set, visse 912 anni, suo figlio
Enos 905 anni, e così via. Sem, figlio di Noè visse 600
anni, suo nipote Selach 460, Terach, padre di Abramo, 205, lo stesso
Abramo visse 175 anni, e Giuseppe, l'ultimo dei patriarchi, "solo"
110 anni. Nelle Sacre Scritture è dunque presente un chiaro significato:
la vita degli uomini tende ad accorciarsi sempre più, dunque
lo scorrere del tempo non implica alcun "progresso"
ma piuttosto un "regresso", una "decadenza", un
allontanarsi dall'origine divina. Questa stessa idea è
comune anche a tutte le altre religioni precristiane, dall'estremo oriente
all'estremo occidente, è solo la follia
progressista moderna può arrivare a proporci la tesi contraria.
Infine Plantamura, sulla base
della lettura del bellissimo libro di Maurizio Blondet "L'uccellosauro
ed altri animali: la catastrofe del darwinismo" (www.effedieffe.com
- € 10,00), ha illustrato alcuni esempi strettamente scientifici
che rendono impossibile il darwinismo.
Lo stesso Darwin, infatti,
nel suo principale libro "L'evoluzione della specie"
ebbe a dichiarare che la sua teoria poteva essere smentita trovando
almeno un animale che non si possa essere evoluto gradualmente.
Ebbene i moderni scienziati
americani hanno trovato non uno, ma numerosissimi casi di "complessità
irriducibile", cioè di forme di vita che non possono assolutamente
aver avuto fasi di sviluppo inferiore alla attuale.
Plantamura ha portato tre
esempi tratti dal libro del Blondet: il picchio, il batterio ciliatum
ed il bruco che si trasforma in farfalla. Per spiegare questi casi c'è
una sola possibilità: intelligent design, progettazione intelligente.
Io, seduto al mio posto, seguivo
con interesse, ma ho cominciato a pensare che forse sarebbe stato meglio
omettere quest'ultima parte più strettamente scientifica. Molto
interessante, in verità, ed anche bene esposta, ma, pensavo,
un qualsiasi biologo avrebbe potuto facilmente metterci in difficoltà.
Per fortuna non ce ne sono, pensavo. Ma ecco che, finito l'intervento
(applauditissimo) di Plantamura, inizia il dibattito con domande da
parte del pubblico. E la prima domanda è di una signora che si
dichiara subito "docente universitaria di antropologia" ed
"evoluzionista". Accidenti, penso, siamo belli e fritti! Di
certo un'esperta del tema, cattedratica universitaria e dichiaratamente
evoluzionista ci farà fare una magra figura. Ed invece, dopo
circa un quarto d'ora di discussione, la voce della professoressa era
rotta dal pianto. Non aveva saputo argomentare in nessun modo le obiezioni
tratte dal libro del Blondet, e ripeteva istericamente che "il
darwinismo non si può confrontare col creazionismo".
Il
fatto che un avvocato trentenne, avendo letto il pomeriggio stesso un
libro divulgativo sulle nuove scoperte della scienza americana, sia
riuscito a ridurre in lacrime una matura professoressa universitaria,
dichiaratamente evoluzionista, che ha trascorso anni ed anni su queste
materie, è stato per me la prova lampante che la teoria evoluzionista
non si regge in piedi.
Questi
signori hanno fatto della loro teoria scientifica una sorta di religione
intoccabile, della quale si discute solo all'interno della "casta
sacerdotale", e non sono in grado di rispondere alla minima obiezione
che si possa rivolgere loro dall'esterno.
Davvero una
bella serata! Risultato: Plantamura e Blondet 100 -
Darwin Ø.
Pierfrancesco Palmisano.
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Sullo stesso argomento vedansi | «Nota
sull'evoluzionismo» in Catechismo
di San Pio X, pagg. 307-310, Salpan Editore, seconda edizione,
Matino 2003;
| «CIAO
DARWIN. Il mito dell'evoluzionismo in frantumi»
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