Precisiamo che articoli, recensioni, comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione), pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.

[Indice degli articoli]   [Home]

For Greater Glory
Finalmente un film sulla Cristiada del Messico con attori di primissimo piano, ma con alcune imprecisioni...
di Martha

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono gen
eralmente della Redazione

     In premessa voglio chiarire che con le mie osservazioni non intendo affatto scoraggiare alcuno perché non veda il film, anzi invito tutti e ciascuno a vederlo e meditarlo, perché, nonostante alcune imprecisioni, rimane un film validissimo sia per la levatura degli attori sia per il contenuto che mostra con ogni evidenza la cattiveria, la crudeltà l'assurdità del comunismo, nemico giurato di Dio, dell'uomo e dell'ordine cristiano, nonché, al di sopra di ogni aspettativa umana, l'eroismo che prende anche le creature più deboli e le corona con la palma della vittoria più vera ed eterna, la vittoria della Luce sulle tenebre infernali, dell'Amore sull'odio, del Bene sul male.
Consiglio altresì la visione del filmato "Messico, un genocidio dimenticato..." presentato in questo stesso sito.


     Nel 2012 è uscito negli Stati Uniti  il film sulla Cristiada, diretto da Dean Wright e scritto da Michael James Love, che racconta la persecuzione del governo messicano contro i suoi cittadini cattolici.
Pare che numerose polemiche abbiano accompagnato le riprese del film… La ragione è semplice: giustifica la lotta Cristera e non condanna i cattolici che, come novelli vandeani, dopo aver tentato tutte le forme pacifiche di protesta, finirono con l’imbracciare le armi per difendere la Fede.

   
       Tutto sommato il film è fatto abbastanza bene ed è molto vicino alla verità. Ovviamente vi sono delle imprecisioni, scaturite un po’ dall’«ignoranza» del regista, un po’ dalle “necessità” cinematografiche. Sorvoliamo sulla Comunione ricevuta in piedi o su altri dettagli che saltano subito all’occhio per soffermarci su altri aspetti più importanti:
   
       1. La prima inesattezza è di tipo temporale: la Cristiada viene fatta risalire ad un lasso di tempo limitato: 1926-1929, sotto il regime di Calles, il “Nerone” del Messico.
Ciò è esatto da un lato, ma incompleto dall’altro. Sicuramente il culmine della violenza persecutoria dello Stato nei confronti dei cattolici messicani raggiunse i massimi livelli con il governo di Calles (eletto nel 1924), ma già i Capi di Stato precedenti avevano dichiarato guerra al cristianesimo, introducendo leggi anti-clericali e perseguitando i cattolici.
Solo un esempio: nel 1915, sotto il governo di Venustiano Carranza (fautore della separazione Stato-Chiesa) vennero assassinati quasi 200 sacerdoti e molti altri abusi colpirono i cattolici del Messico. E così, anche il famoso attentato dinamitardo del 1921 alla Tilma della Vergine di Guadalupe (miracolosamente non intaccata dal fuoco dell’esplosione) fu un atto che rende chiaramente l’idea del feroce spirito anti-clericale che si respirava in Messico ben prima del governo Calles.
   
       2. San José Sanchez del Rio.
Questo bambino, martire, viene immortalato all’inizio del film mentre lancia frutti a un sacerdote. In sintesi lo si presenta come un bimbo buono, ma un po’ birichino. In seguito però il regista mette in luce tutta la sua fede e santità, raccontando abbastanza fedelmente il suo martirio. “Abbastanza”, però…
Nella realtà dei fatti, il piccolo Josè, amabilmente chiamato “Joselito” dai suoi, era un bambino vivace, ma molto buono sin dall’infanzia. Sin da piccolo sapeva servire messa e insegnava il catechismo ai suoi compagni di gioco! A 14 anni, visitando la tomba del martire cristero Anacleto Gonzales Flores, chiese a Dio la grazia di morire martire.
Rimase in un campo cristero per alcuni anni. Durante una battaglia il cavallo del suo generale venne ferito e lui, generosamente, gli cedette il suo.
Fu catturato e torturato per molti giorni: i soldati di Calles cercavano di sapere da lui dove si nascondessero i Cristeros. Lui non disse mai una parola… Tentarono in tutti i modi di fargli rinnegare Cristo, ma lui professò sempre la sua Fede cattolica.
Lo rinchiusero allora in una chiesa trasformata dai federales in pollaio. Quando Josè si rese conto  di trovarsi in un luogo sacro, torse il collo a tutti i galli e alle galline!
Dio, nella prova, gli infuse tanto di quel coraggio da suscitare meraviglia! Durante la sua prigionia, i soldati lo sentivano pregare a voce alta e, soprattutto, lo sentivano cantare a squarcia gola gli inni sacri a Cristo Re!
Gli spellarono a carne viva le piante dei piedi, poi lo fecero camminare sul sale, quindi lo costrinsero a raggiungere a piedi nudi, sul selciato non asfaltato, il luogo del suo martirio: un cimitero con la fossa già scavata per lui.
Durante il tragitto il piccolo Josè cantava a voce alta per Cristo Re; i soldati lo percossero a lungo e violentemente per farlo tacere… Il bambino allora li supplicò che non lo ammazzassero per strada, perché intendeva morire come i Cristeros, inneggiando a Dio e alla Vergine di Guadalupe.
La legge ufficialmente proibiva la condanna a morte dei bambini, così, giunti alla fossa, i federales, per non far troppo rumore, uccisero Josè a pugnalate; nell’agonia però il bambino continuava a inneggiare a Cristo Re, così i federales, esasperati, lo finirono con un colpo di pistola in testa. Aveva 14 anni.
   
       3. Anacleto Gonzales Flores.
Avvocato, sposato e padre di 2 figli. Nel film non si capisce bene quale sia il suo stato civile… parrebbe più il fidanzato di una delle cristere più attive.
Appare come un “pacifista” o comunque un cattolico poco incline alla lotta armata. In realtà, come tutti i Cristeros, fu uno dei protestatori pacifici… più accesi: come fondatore della ACJM (Associazione Cattolica Giovanile Messicana) organizzò manifestazioni non armate contro il governo, ma non condannò mai la lotta armata, resasi necessaria a causa della durezza e indifferenza di Calles.
Nel film viene martirizzato sul tetto di una casa, a pugnalate.
Nella realtà fu catturato, torturato e seviziato a lungo. Venne appeso per i pollici e punzecchiato in tutto il corpo con una baionetta. Anche a lui vennero spellate le piante dei piedi.. Fu finito a colpi di baionetta.
   
       4. Il generale Enrique Gorostieta Velarde.
La figura di quest’uomo, interpretato da Andy Garcia, è stata presentata abbastanza fedelmente. Realmente Gorostieta non era un cattolico praticante, anzi… era una sorta di ateo più o meno convinto, ma non poteva sopportare Calles e i suoi metodi, e soprattutto non tollerava che si impedisse ai cattolici di professare la propria fede.
Fu un grande generale, dall’astuzia e intelligenza militare memorabili! Grazie a lui i Cristeros ottennero una tale organizzazione e un tale addestramento da riuscire a sbaragliare l’esercito federale… Sia ben chiaro infatti che i Cristeros avevano praticamente vinto la guerra e fu per questo che il governo messicano, intuendo vicina la sconfitta, finse di cercare un accordo che ponesse fine alle ostilità!
Gorostieta, colpito dalla fede dei suoi uomini e dall’eroismo cristero, toccato dalla Grazia, si convertì realmente al cristianesimo, come si vede nel film…
Fu assassinato, ma non in battaglia, come racconta il regista. Il governo fece infiltrare un suo uomo fra i Cristeros al fine di scoprire dove si nascondeva Gorostieta. Quando il generale fu trovato, si organizzò una veloce operazione militare che portò alla sua cattura e al suo assassinio, 19 giorni prima della firma degli accordi... Il suo corpo fu esposto sulla pubblica piazza e fu a lungo insultato dai federales (che urlavano frasi del tipo: ecco, colui che ha difeso Cristo Re e che non è stato salvato da Cristo Re!).
È vero, come si racconta nel film, che Gorostieta era contrarissimo agli accordi tra Stato e Chiesa (così come tutti i capi Cristeros): egli non credeva assolutamente alla buona fede del governo messicano né alle sue promesse. Capì che l’accordo era solo un inganno con il quale si sarebbero fatti uscire allo scoperto i principali generali cristeri.
Per questa ragione, alcune settimane prima di morire, scrisse un documento destinato al Vaticano, nel quale espose tutte le ragioni che lo inducevano a diffidare degli accordi e, nello stesso scritto, spronò i Cristeros a continuare la battaglia.
   
       5. Gli arreglos.
Errore capitale del film è quello di presentare gli accordi tra lo Stato e il Vaticano, gli arreglos appunto, come se fossero avvenuti durante il Governo Calles! Una inesattezza dettata probabilmente da ragioni puramente cinematografiche: la lotta fino all’ultimo sangue tra i due personaggi principali del film, Calles e Gorostieta.
In realtà gli accordi vennero presi con il governo di Emilio Portes Gil, che succedette a Calles nel 1928…
Il film si conclude con la firma dei patti tra Stato e Chiesa e con scene che descrivono il ritorno del culto pubblico (Messe, processioni, ecc…).
In realtà il governo messicano, pur non cancellando o cambiando una sola delle sue leggi anti-clericali, permise, sì, la ripresa del culto pubblico, ma al contempo fece piazza pulita dei principali “nemici” cattolici: non appena i Cristeros depositarono le armi, furono arrestati fin nelle proprie case e in gran parte vennero condannati a morte, infatti, come la storia stessa ci racconta, la persecuzione anti-clericale proseguì ininterrottamente fino al 1938-1940. Ciò è bene che si sappia…
   
       

Altri personaggi nel film vengono presentati in veste un po’ romanzata o con delle imprecisioni, ma si tratta di cose di poco conto.
Alla fine della pellicola, durante i titoli di coda, vengono proiettate le foto degli attori e quelle dei martiri da loro interpretati. Si vede per qualche secondo anche la figura di un giovane sacerdote, che viene fucilato, che somiglia a Padre Pro. E’ proprio lui? (1)

Martha
   

(1) A chi volesse approfondire l'argomento consiglio la lettura dei seguenti testi:

1) Spectator (Don Giulio Monetti), Fede di popolo, fiore di eroi, Officina Grafica Astesano 1933;

2) Jean Meyer, The Cristero Rebellion, 2008;

3) Vittorio Messori in Le cose della vita, ed. Paoline 1995;

4) Paolo Gulisano, Cristeros, l'insorgenza cattolica e popolare del Messico, 1926-1929, ed. Il Cerchio, Rimini

   
[Indice degli articoli]   [Home]