Precisiamo che articoli, recensioni,
comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati
non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo
se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice
comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione),
pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.
|
Il 25 aprile dei comunisti: a Verona nel nome della resistenza i centri sociali occupano la piazza e tentano d’impedire la celebrazione della Santa Messa latina per San Marco di Maurizio-G. Ruggiero |
Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione |
Come avviene già da molti anni, martedì 25 aprile, per le genti venete tradizionale ricorrenza dell’Evangelista San Marco, principale Patrono della Serenissima Repubblica di Venezia, il Comitato per le celebrazioni delle Pasque Veronesi aveva da tempo programmato la celebrazione di una Santa Messa in lingua latina e in rito romano antico in onore del Santo e a suffragio dei Caduti dell’insurrezione di Verona contro Bonaparte, terminata appunto il 25 aprile 1797 con la capitolazione della città dinnanzi alle preponderanti forze di quello che era allora il più potente esercito del mondo. Sia la Questura che il Comune avevano dato il loro benestare. Chiamate le forze dell’ordine, dopo tre ore di trattative inutili che danneggiavano irrimediabilmente la celebrazione della Santa Messa (officiata poi alle ore 13, anziché alle 11) si provvedeva a sgombrare la piazza portando via gli occupanti, fra cui erano anche il segretario veronese dei Comunisti italiani, Perini, e due consiglieri comunali dell’ultrasinistra, Bertani (Verdi) e Fasoli (Rifondazione Comunista). Mentre venivano portati via, opponendo resistenza alle forze dell’ordine, la gente attorno applaudiva i poliziotti e i carabinieri accorsi, gridando all’indirizzo dei fermati “delinquenti”, “canaglie”, “in galera”, “vai a lavorare” o, più semplicemente, il grido di battaglia della Serenissima Viva San Marco! Il bollettino di guerra segnala 27 denunciati dalle forze dell’ordine per vari reati fra cui resistenza a pubblico ufficiale, oltraggio e danneggiamenti, impedimento di manifestazione autorizzata e organizzazione di manifestazione non autorizzata, oltre ai reati per cui i medesimi saranno denunziati dagli organizzatori della Santa Messa che avevano tentato d’impedire. Negli scontri, un poliziotto è rimasto fratturato a una clavicola, grazie ai buoni uffici dei non violenti. Turisti inorriditi dallo spettacolo di questi attempati hippies fuori stagione, diversi dei quali giunti da altre province. Singolare che una città a fortissima vocazione turistica come Verona lasci fare questi soggetti, che mettono a repentaglio la buona immagine, anche commerciale, della città. Tanto più dopo la sfilata storica delle Pasque Veronesi per le vie cittadine, snodatasi per il centro la sera di sabato 22 aprile, sfilata ch’è stata seguita da almeno ottomila persone, con centinaia di appartenenti alle milizie storiche, spari di cannone e fucili, fuochi d’artificio, suono di campane a martello, alzabandiera ecc. Evidente che la pagliacciata inscenata a Verona dai professionisti dell’antifascismo il 25 aprile voleva essere una vendetta per la strepitosa riuscita e per l’indiscussa partecipazione popolare alla parata storica di due giorni prima, per la quale disobbedienti e loro simili avevano annunziato contromanifestazioni, di fatto passate inosservate, se si eccettuano alcune azioni di disturbo contro i banchetti degli organizzatori delle Pasque, con la tentata sottrazione di una statua del Santo Bambin Gesù. Per seguire la Santa Messa latina in rito antico, erano sopraggiunte a Verona diverse persone da Genova, Parma, Alessandria, Venezia, Bolzano, Firenze ecc., che sono rimaste sotto il sole battente fino alle 14 pomeridiane pur di non perdersi il fascino degli antichi canti e cerimoniali della Santa Messa di sempre. Durante l’omelia il sacerdote officiante, don Vilmar Pavesi, che attualmente celebra la Santa Messa tridentina sia feriale che festiva nella chiesa veronese di Santa Toscana, ricordando l’Evangelista San Marco e i Martiri delle Pasque Veronesi, invitava i buoni a essere più coraggiosi nella difesa della propria fede e dei propri ideali, almeno quanto i cattivi elementi lo sono nel fare scandali e nel propalare il male, come avvenuto appunto in piazza dei Signori, a Verona, questo 25 aprile 2006. I fatti di Verona avranno un’inevitabile coda sia processuale, che in Parlamento dove la senatora Tiziana Valpiana, di Rifondazione Comunista, ha già presentato interpellanze (2) al Ministro degl’Interni a tutela dei cocchi dei Centri Sociali. Resta da domandarsi il perché di un’azione politicamente così suicida e impopolare da parte dell’ultrasinistra: la gente comune già di suo non può vedere i Centri Sociali, ben conoscendone i metodi violenti; ora il salto di qualità rappresentato dal tentativo d’impedire o addirittura di profanare la Santa Messa, fatto che rammenta gli orrori anticlericali della Guerra Civile di Spagna (1936-39) quando si uccidevano in massa Sacerdoti e Vescovi e la persecuzione contro il culto cattolico era aperta, appare ancora più autolesionista. Altissimo è finora il prezzo pagato dalla sinistra neocomunista: rottura con i compagni più moderati dei Ds (durissimo ad esempio il comunicato del segretario di Verona Viviani) per non dire della Margherita e del mondo cattolico; rottura con i vertici istituzionali (Sindaco, Prefetto, Questore). Perché dunque questo contegno suicida? Affacciamo un paio d’ipotesi. Da un lato gli estremisti, con il nuovo governo Prodi, si sentono più garantiti nell’impunità di cui già largamente godevano, grazie anche ad una magistratura compiacente e alla schiera di giornalisti di sinistra e pennivendoli associati, distintisi anche in questi frangenti per la loro sudditanza psicologica, politica e culturale verso gruppuscoli rissosi e indifendibili di violenti e per l’odio dimostrato verso la propria città e verso la sua gloriosa tradizione civico-religiosa, con sprezzo perfino dei caduti del 1797. In prima linea i cronisti del principale quotidiano cittadino L’Arena e dell’emittente consociata TeleArena. Del resto il portafogli, la carriera, il prestigio mondano, la militanza cattocomunista o comunista, i peccati che si vogliono e si debbono difendere a ogni costo avranno pure i loro diritti o no? Al punto che hanno tentato e tentano di far passare le vittime per provocatori e i carnefici per teneri agnellini. L’altra ragione per la quale l’ultrasinistra si è gettata a capofitto in questa folle impresa è la speranza d’intimidire i cosiddetti moderati: da un lato le persone comuni, le quali pur simpatizzando per San Marco e per gli eroi delle Pasque Veronesi, potrebbero astenersi dal partecipare a future manifestazioni per timore d’incidenti scatenati dai violenti; dall’altro lato per impaurire i mediocri di una certa parte del centro-destra i quali, pur di non avere fastidi e di essere lasciati tranquilli ad accumulare gli amati emolumenti assessorili potrebbero essere indotti a piegarsi alle prepotenze dei Centri Sociali, nel nome del proprio sacro interesse personale, scaricando chi allora diede la vita per la propria città e chi con sacrifici promuove e ricorda oggi anche a proprie spese, oltre che col concorso pubblico, una così nobile pagina di storia. Naturalmente i violenti già nel pomeriggio del 25 erano tornati in libertà (3), giusto in tempo per manifestare in piazza Bra per la cosiddetta resistenza e per svillaneggiare don Vilmar Pavesi, incrociato per caso per le strade cittadine. L’Amministrazione di centro-sinistra del Comune di Verona, che da anni tollera le occupazioni abusive di edifici e di piazze da parte dei cosiddetti Centri Sociali, pur stigmatizzandone l’operato e affermando la perfetta legittimità di manifestare da parte del Comitato per la celebrazione delle Pasque Veronesi, non ha trovato di meglio, per accontentare l’ala più estrema dell’ultra-sinistra neobolscevica, che multare il Comitato per l’occupazione abusiva con un palco del terreno dove è stata celebrata la Santa Messa (4). Ripetendo l’assurda decisione adottata qualche giorno innanzi, quando aveva autorizzato lo sparo dei fuochi d’artificio in occasione della sfilata storica, ma non l’occupazione del suolo da cui venivano lanciati (si possono sparare i fuochi tenendoli in mano o portandoli in spalla, neanche si trattasse di bazooka o dei celebri missili Sting, di fabbricazione americana?), salvo poi correggere un’assurdità tanto evidente. In buona sostanza da un lato si è consentito dalla Giunta di manifestare, dall’altro, dispettosamente, senza occupare terreno. Si sa del resto che si può manifestare anche stando librati o sospesi a mezz’aria, come quei Santi che avevano il dono della levitazione.(5) Maurizio-G. Ruggiero |
(1) Che gentaglia! Se è questa la sinistra come si può non definirla incivile, triviale, volgare, da schifo?
(2) Ecco come si afferma l'impunità!
(3) Ecco il dramma dell'assurdo esasperato garantismo e della mancata certezza della pena!
(4) È tutto da ridere! Ti ho autorizzato il palco, ma non l'occupazione del suolo su cui impiantare il palco! Sì, perché un palco da Messa può ben stare sulle nubi, in cielo... e non ha bisogno di spazio terreno...
(5) E poi qualcuno continua a dire che i sinistri sono materialisti e non credono nello spirituale! |