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La Chiesa evoluzionista
di Maurizio Blondet

05/11/2005
Fonte: http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=734&parametro=scienze
Segnalato da Rafminimi

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature
e quanto scritto nello spazio giallo sono della Redazione

L'antefatto...

La Chiesa: Darwin non è in contrasto con la Creazione
di Andrea Tornielli

Fonte: il Giornale.it
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=40577&START=0

      Cominciamo col contestare il titolo: non è "la Chiesa" a dire una tale assurdità, ma il Card. Paul Poupard... un superficiale qualunque, come ben evidenzia Maurizio Blondet nel suo articolo.
      Pensiamo che il titolo del Tornieli abbia carattere sensazionalista, per attrarre l'attenzione, e che di sicuro non esprima una convinta asserzione.

      La teoria dell'evoluzione di Darwin e la creazione del mondo secondo le Sacre scritture possono convivere tranquillamente. Parola di cardinale (1). È stato Paul Poupard, porporato francese e «ministro» della cultura del Vaticano (2) a bacchettare (3)   ieri il rigido «creazionismo» di quanti pretendono di leggere alla lettera la Bibbia negando le acquisizioni della scienza (4). Lo ha fatto ieri, in occasione della presentazione del congresso sull'infinito, promosso dal progetto Stoq (Science, theology and the ontological quest), in programma dal 9 all'11 novembre alla Pontificia università lateranense.
      Proprio la teoria evoluzionistica e la sua presenza nei programmi della scuola italiana, è stata al centro di una polemica non ancora sopita: il ministro della Pubblica istruzione Letizia Moratti è stato infatti accusato di volere far scomparire Darwin dai programmi (5). La rivista Micromega, nell'ultimo numero, scrive di un presunto intervento censorio da parte del ministro per modificare il documento preparato proprio su questo argomento dalla commissione presieduta dal premio Nobel Rita Levi Montalcini.
      Dal ministero le accuse vengono respinte al mittente, dato che le indicazioni della commissione Montalcini sulle teorie evoluzionistiche «sono state puntualmente recepite e inserite come indirizzo programmatico negli argomenti di insegnamento nella secondaria di primo grado». Dunque Darwin e la sua teoria non verrà cancellato dai libri di testo.
      Dalla conferenza stampa che si è svolta ieri in Vaticano emerge ancora una volta che la Chiesa cattolica non lancia anatemi contro Darwin. «I fondamentalisti (6) – ha spiegato il cardinale Poupard– vogliono prendere alla lettera e dare un contenuto scientifico a una parola che non aveva alcuna finalità scientifica. Quando la Genesi, nel primo capitolo, ci parla dell'origine del mondo, quello che interessa è la lezione che ci viene da quei testi sacri. E cioè che l'universo non si è fatto da solo, che ha un creatore. Ma sulla modalità della creazione la discussione è aperta da secoli e continuerà tuttora».
      Anche monsignore Gianfranco Basti, direttore del Progetto Stoq –che coinvolgendo ricercatori, filosofi e teologi mira proprio a superare qualsiasi pregiudizio reciproco fra scienza e fede– attacca i fondamentalisti «che se la prendono con l'evoluzionismo, usando in maniera ideologica il concetto di creazione». Lo stesso Giovanni Paolo II (7)  aveva definito il principio dell'evoluzione «più che un'ipotesi». «Un'ipotesi può essere vera o falsa - ha spiegato Basti - e dire che è più di un'ipotesi vuol dire che a favore dell'evoluzione ormai ci sono delle prove che fanno tendere verso una teoria scientifica abbastanza consolidata.
      Ma da qui, dire che il principio di evoluzione è contro il principio di creazione non sta né in cielo né in terra (8): è proprio un'affermazione falsa». La Chiesa oggi può guardare con maggiore attenzione alla teoria evoluzionistica perché da decenni la stessa biologia ha superato la tesi, osserva ancora monsignore Basti, «della pura casualità di tipo stocastico, abbandonata perché non sta in piedi scientificamente» (9).

 

(1) Ricordiamo che i cardinali, e il Poupard in particolare, non hanno il dono dell'infallibilità, quindi dire "la Chiesa ha detto" sol perché un qualunque cardinale ha parlato è peccare di grave illazione.

(2) Anche questo è un segno dei tempi: se tale è il ministro della cultura, povera scuola! poveri alunni! povera Chiesa! Quanto all'essere francese, non esprime nessuna garanzia, infatti sappiamo tutti che la Francia sforna i peggiori modernisti (e Poupard è uno di questi) e i migliori tradizionalisti.

(3) Il Poupard che bacchetta ci richiama alla memoria la figura di certi rozzi e ignoranti maestri che invece d'insegnare sapevano solo usar la verga sui loro malcapitati alunni.

(4) Non ci stancheremo mai di ripetere che la cosiddetta "scienza" non ha mai né fatto "acquisire" né dimostrato assolutamente l'evoluzionismo, il quale è un'accozzaglia di teorie assurde, improponibili e indimostrate che con la certezza e la positività della Scienza non hanno assolutamente niente a che vedere. Gli evoluzionisti finora hanno saputo chiedere soltanto degli atti di fede alle loro teorie (al plurale, non una, ma tante...): quella fede che loro negano alla religione la pretendopno per le loro favole... cretine per bambini deficienti!

(5) Se veramente la Moratti avesse fatto questo, sarebbe stata una grande o almeno avrebbe significato che lei ha degli studenti italiani più rispetto di quanto non ne abbia il francese Paul Popard! Brava! Nel XXI secolo non si può continuare a raccontare stupide favole contrabbandandole per fatti di scienza! Lasciamo che ci creda l'incartapecorita Montalcini, premio nobel, gran titolata e gran venerata..., noi non ci facciamo impressionare dai titoli e dalle medaglie!
Ma purtroppo il Ministero ha smentito...

(6) Che brutto vocabolo! da ghetto! Già esso da solo è sufficiente a far capire da che parte stanno il Poupard e il Gianfranco Basti: l'avere ghettizzato con un tal termine chi la pensa diversamente equivale ad una condanna senza appello. Bontà loro! Se parlassero in nome proprio, forse, una tale immotivata accusa-condanna potrebbe essere pure accettabile, almeno nei limiti (invero molto infimi) dei personaggi che l'hanno emessa, ma il guaio è che ardiscono parlare in nome della Chiesa!

(7) Per quel che può valere il parere personalissimo di GPII!... Fesserie GPII ne ha dette tante, una in più, una in meno, il personaggio è sempre lo stesso... E comunque GPII nell'assertire quanto detto non ha impegnato la sua infallibilità di Papa, non ha definito una verità! per cui il suo dire non dimostra e non può avvalorare alcunché.

(8) Tutto sta nell'intendersi su cosa significhi per il Basti cielo e terra... e non basta che Basti definisca falsa quell'affermazione.

(9) Avremmo obiettato meglio se il Basti avesse chiarito come e con che cosa è stata superata la "pura casualità"... Ma date le premesse pensiamo che "a non stare in piedi scientificamente" non sia soltanto la pura casualità...

      Passiamo ora all'articolo di Maurizio Blondet, del quale ammiriamo la chiarezza di linguaggio. Aggiungiamo che l'articolo è particolarmente pregevole perché batte il nemico sul suo stesso terreno: dimostra l'infondatezza della tesi evoluzionista senza ricorrere né alla Bibbia né ad alcun altro argomento religioso, pur non volendo con ciò escludere che la discussione abbia legittimità e fondamento pure sotto l'aspetto religioso.
      Ricordiamo al lettore che già ci siamo occupati del problema in altro articolo, Ciao Darwin, di Paolo Zanotto, e lo invitiamo altresì a leggere la «Nota sull'evoluzionismo» in Catechismo di San Pio X, pagg. 307-310, Salpan Editore, seconda edizione.

La Redazione

      CITTA' del VATICANO - Tempo fa ebbi modo di ascoltare il cardinale Paul Poupard: lo giudicai, come molti della sua casta, un «superficiale» (10),  per usare un eufemismo. L'impressione è confermata dall'ultima uscita del prelato, che ha voluto spezzare la sua lancia a favore del darwinismo.
      L'evoluzionismo, ha assicurato, «è più che un'ipotesi».
      La fede nella creazione e la teoria dell'evoluzione «convivono perfettamente» (11).  La colpa è dei «fondamentalisti», che «prendono alla lettera il libro della Genesi» e vogliono dargli «un contenuto scientifico». «Quando la Genesi, nel primo libro, parla della creazione del mondo», vuole dire solo «che il mondo non si è fatto da solo, che ha un creatore».

(10) Abbiamo sempre ammirato Maurizio Blondet per la sua chiarezza nel dire vino al vino: ha usato l'altezza della sua fama non per compiacere il potente di turno (come spesso fa qualche illustre vaticanista...), ma la verità: amicus Plato, sed magis amica veritas.

(11) Nell'era delle convivenze e delle coppie di fatto qualcuno (similis cum similibus...) pensa che una simile volgarità possa aver luogo anche in ambito ecclesiale: a noi fanno schifo l'immagine e i termini.

      Queste frasi rivelano che il cardinale Poupard non sa di cosa parla, e che egli ha tratto tutta la sua informazione dell'attuale polemica fra «creazionismo» ed «evoluzionismo» da un'affrettata lettura di qualche giornale.
      Sono infatti i giornali che mettono la polemica in questi termini: «creazionisti» ignoranti guidati dalla fede, e «evoluzionisti» scientifici e razionali.(12)
      In realtà, l'opposizione all'evoluzionismo nasce negli ambienti scientifici (13), da decenni insoddisfatti di una teoria che si scontra con i dati paleontologici e biochimici.
      E non è «creazionismo».
      Il vero nome della teoria è «intelligent design»: che non significa, come dicono i giornali, «disegno intelligente» bensì «progetto intelligente».
      E questa teoria non dice, come ripetono i giornali e il cardinale Poupard, che il mondo vivente è così complesso, da richiedere di postulare un creatore di infinita intelligenza: questa è filosofia da bar Sport, non quello che dicono i sostenitori della nuova teoria.


(12) Purtuttavia, un cardinale, da uomo di Fede quale dovrebbe essere, non dovrebbe parteggiare per gl' «ignoranti guidati dalla fede»?

(13) Certo qui il lavoro dell'autore è pregevole perché batte il nemico sul suo stesso terreno, ma non crediamo che Blondet intenda restringere il campo dell'opposizione, limitandola soltanto all'ambiente scientifico.

      La teoria dell'«intelligent design» è una teoria scientifica: ha il suo rigore sottile, che probabilmente supera le capacità intellettuali di Poupard.
L'«intelligent design» si fonda su un altro concetto (anch'esso non da Poupard) che si chiama «complessità irriducibile».
      Di che si tratta?
      L'inventore del concetto, il biochimico Michael Behe, lo spiega con l'esempio della trappola per topi.
      Si tratta del manufatto più semplice che si possa immaginare: una tavoletta di legno su cui è inchiodata una piccola tagliola, con una molla al posto giusto per farla scattare; di una bacchetta metallica che tiene la molla aperta, e di un pezzo di formaggio come esca.
      Quattro o cinque pezzi in tutto.
      Semplicissima.
      Il punto è che questa sua modesta complessità è «irriducibile».
      Non può essere semplificata ulteriormente, non può essere ridotta.
      Basta togliere uno qualunque dei cinque componenti - la molla, o il formaggio, o la tavoletta - e la trappola non funziona più.
      Non è che funzioni meno bene, che prenda meno topi.
      Non funziona per niente.
      Non prende più nemmeno un topo.

 

      Ora, applichiamo il principio a un essere vivente, al più «semplice» dei batteri, quelli ciliati, con delle «code» che permettono loro di navigare nel liquido.
      Creaturine unicellulari.
      E in realtà, nient'affatto semplici, anzi molto complesse (i biochimici le paragonano ad astronavi sofisticatissime in miniatura).
      Ebbene, anche la loro complessità è «irriducibile».
      Non possono essere semplificate.
      Basta che manchi una sola proteina, un solo amminoacido delle centinaia di cui la cellula è composta, e le ciglia non funzionano più.
      Non è che funzionino meno; si bloccano, si trasformano in grovigli, si paralizzano.

 

      Ecco dunque l'idea: le cellule, come la trappola per topi, devono essere state progettate in una volta sola, in un unico processo intellettuale.
      Con tutti gli elementi a posto.
      Non sono il risultato di una casuale, cieca accumulazione di proteine dovuta alle mutazioni genetiche e alla selezione naturale prodottesi nei secoli dei secoli, perché un presunto antenato «più primitivo» del batterio ciliato, mancando di una sola proteina, non avrebbe potuto né nuotare né vivere.
     E così, avviene per tutti gli organi e gli esseri viventi.
      Il sangue e l'occhio sono altrettante complessità «irriducibili».
      Se gli si sottrae un singolo elemento, una singola proteina, non abbiamo sangue «primitivo» e un occhio «imperfetto»: abbiamo sostanze morte e inerti, che non adempiono alla funzione.
      Occhi ciechi.
      Sangue che non porta ossigeno agli organi. Reni che non filtrano le tossine.

 

      Così, una normale intelligenza (eccettuati i giornalisti e i Poupard) riesce a intuire che cos'è la teoria della «progettazione intelligente».
      C'è una complessità nella vita che non può essere il risultato di evoluzione, di perfezionamento casuale; le cose viventi sono perfette fin dall'inizio (perfettamente adatte alla propria nicchia ecologica), e non può essere che così.
      Ci sono animali primitivi come gli squali, che vivono da milioni di anni (esistevano prima dei dinosauri) e non sono mai cambiati, come dimostrano i loro resti fossili: perfetti, nel loro genere, fino dal principio.
      E così certe piante primitive, che hanno fatto ombra ai dinosauri, come le Gingko Biloba .
      Primitive?
      Non so.
      Perfette sì.
      Mai incomplete, ma complete di ogni elemento biochimico.

 

      Il DNA è un altro esempio, e quello  definitivo.
      Il DNA non è una catenella proteica, è una macchina vivente: con apparati di autocorrezione, che gli consentono di mantenere il «messaggio» nelle replicazioni che si sono susseguite nei milioni di anni. E' una scrittura che corregge le proprie bozze ed espelle i refusi.
      Insomma che si protegge da quelle mutazioni casuali che, secondo gli evoluzionisti, sono alla base dell'evoluzione.
      Perciò è stabile, la materia più stabile dell'universo. Il DNA, pur replicandosi di continuo, resta sempre uguale a se stesso.
      Le lapidi di bronzo si cancellano in pochi secoli, il DNA dura uguale per milioni di anni.
      Certo, se lo bombardate con raggi gamma, il DNA perde alcune capacità, i «refusi» non vengono tutti corretti. Ma allora quello che ottenete non sono esseri viventi superiori: sono mostri, sempre mostri.
      Nel 100 % dei casi.
      Incapaci di vivere.
      L'intrusione e l'aggressione del caso nella complessità irriducibile del DNA non lo migliora: lo distrugge, lo fa impazzire e basta.

 

      E' come dice Behe: provate a mettere in un computer un programma fatto a casaccio, e vedete se «gira».
      E vedete se, nel tempo, a forza di stare nel computer, «migliora».
      Il programma, il software, deve essere già perfettamente «pensato» fin dall'inizio, riga per riga.
      Una sola mancante, un solo refuso (bug) e non «gira».
      Il più semplice software non è risultato di un'evoluzione cieca, ma di un progetto intelligente.
      E perché allora pensiamo che l'occhio, il polmone, quella meraviglia che è un'epidermide o un rene, così perfettamente funzionali e funzionanti, siano dovuti al caso?

 

      Ho cercato di spiegare.
      Ho forse fatto ricorso a citazioni dalla Genesi biblica?
      Ho accennato a un Creatore?
      Ho fatto appello alla fede?
      Non mi pare.
      Ho esposto una teoria scientifica contro un'altra, che lo è meno.

      E' Poupard che confonde la creazione con l'evoluzione, quando ci assicura che sono «compatibili».
      E' lui che confonde i due piani.
      E s'immagina che Dio abbia alitato su una materia plasmatica qualunque, lasciando poi al caso e alla necessità il compito di migliorare il lavoro.
      E' una visione da «superficiale», sempre per usare un eufemismo.
      Da scienziato da bar Sport.

 

      Poupard ha perso un altra occasione per tacere.
      Con un'aggravante: che ha voluto mettere il peso della presunta autorità dogmatica a favore del darwinismo.
      Da domani, tutti gli evoluzionisti grideranno: dovete credere a noi, voi credenti, anche la Chiesa ci ha approvato!
      Splendidi «scienziati», che si rifugiano sotto l'ala dell'infallibilità pontificia.
      E magari vorrebbero l'Inquisizione, contro i «creazionisti».

Maurizio Blondet

 

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